da www.sottolebandieredelmarxismo.org
Chi segue gli eventi del Vicino Oriente sulla stampa ufficiale, difficilmente riesce a
farsi un'idea delle vere cause delle lotte. Primavera araba, repressioni del regime,
attentati e bombardamenti, uso delle armi chimiche, linea rossa di Obama... E le
suddivisioni religiose del Levante: solo in Libano, lo stato riconosce ufficialmente 18
confessioni: fra i cristiani, quelle maronita, greco-ortodossa, greco-cattolica
(melchita), armeno apostolica, armeno-cattolica, siriaco-ortodossa, siriaco-cattolica,
protestante, copta, assira, caldea, e la cattolica di rito latino; fra i musulmani, le
comunitΰ sunnita, sciita, ismailita e, in aggiunta, le comunitΰ alauita e drusa. E non
dimentichiamo la comunitΰ ebraica.
In Siria circa il 10% della popolazione θ cristiana, aderenti in buona parte alla chiesa
greco-ortodossa di Antiochia e per il resto cattolici di varie comunitΰ (melchiti,
maroniti, siri, armeno-cattolici, caldei, ecc.). 500.000 appartengono alla Chiesa
ortodossa siriaca, ci sono pure la chiesa apostolica armena, la chiesa assira d'Oriente,
piccole minoranze protestanti. La maggioranza della popolazione θ sunnita (74%), il
13% si divide tra drusi e alauiti. E' bene mettere in rilievo queste divisioni, perchι i
media insistono sul fattore religioso come una delle cause determinanti della guerra,
accanto al dispotismo, il che renderebbe indispensabile una lotta per la democrazia e
per i diritti umani. Ma sono queste le vere cause delle guerre in corso? Per cercare di
capirlo, occorre mettere assieme una serie di fatti di solito esaminati isolatamente,
perchι solo riunendo i vari pezzi di un puzzle si puς cogliere il disegno.
Le motivazioni sono religiose? Allora perchι le linee divisorie non corrispondono
affatto a quelle di fede? Tra i cristiani, abbiamo posizioni diversissime: Padre
Dall'Oglio, schierato con i ribelli, scrive: "
... Ma guardiamo alla cosa dal punto di
vista etico della rivoluzione siriana. Ammettiamo per un istante che ci fossimo
appropriati di armi chimiche sottratte agli arsenali di regime conquistati
eroicamente. Immaginiamo di avere la capacitΰ di usarle contro le forze armate del
regime per risolvere il conflitto a nostro favore e salvare il nostro popolo da morte
certa. Cosa ci sarebbe d'immorale? Tutte le armi possibili sono usate contro di noi.
Θ ampiamente dimostrato che il regime fa esperimenti micidiali d'uso delle armi
chimiche contro i partigiani rivoluzionari e la popolazione civile, proprio per vedere
di superare quella maledetta linea rossa impunemente.
"(1) Se θ vero - ma al
momento non v'θ nulla di certo - che padre Dall'Oglio θ stato rapito proprio dai
ribelli, il minimo che si possa dire θ che la sua fiducia era mal riposta. Bisogna tener
sempre conto, perς, che il Vaticano ha la sua diplomazia e i suoi servizi segreti, che
sanno bene cosa si propone il sacerdote. Tra l’altro, Dall’Oglio θ un gesuita, tenuto ad
un’osservanza assoluta degli ordini del papa. Come si conciliano le sue posizioni con
le affermazioni pacifiste di papa Francesco? Su quanti tavoli gioca il Vaticano?
Completamente diverso l'atteggiamento di padre Gheddo: alla domanda su come
giudica la situazione dei cristiani in Siria, risponde:
"La giudico con le stesse parole
www.rottacomunista.org -
1
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
che ha espresso la chiesa ortodossa. Ha definito la persecuzione contro i cristiani in
Siria una pulizia etnica in corso. Una pulizia etnica da parte dei militanti musulmani
legati ad Al Qaeda. Il problema della rivolta in Siria, esattamente come successo in
Libia, θ che in essa sussistono due componenti. Una laica, indipendente e tollerante,
e una corrente estremista musulmana tenuta a freno da Assad padre e Assad figlio
fino a oggi.
I cristiani infatti hanno sempre goduto di libertΰ religiosa in Siria.
I dittatori che si sono succeduti in Siria appartengono alla setta dei musulmani
alauiti, che θ una setta islamica considerata non ortodossa ma che ha sempre difeso i
cristiani perchι erano anche loro perseguitati e non ben visti dalla maggioranza dei
musulmani. Si pensi che i cristiani fuggivano dal Libano, dall'Iraq, a volte anche
dalla Turchia per trovare rifugio proprio in Siria
."(2)
"Haytham Manna, portavoce del National Coordination Committee (NCC)dichiara
che la Francia aiuta i fondamentalisti contro i cristiani.
"
Il ministro Juppι ha minacciato un intervento militare in Siria. Lei θ favorevole?
"Alain Juppι θ malato di quella che chiamo “sindrome libica”. E’ convinto che la
Francia abbia liberato il popolo da Gheddafi, e vorrebbe riproporre lo stesso
meccanismo anche in Siria. E’ una soluzione davvero stupida, non riesco a trovare
altre parole, se non altro perchι la Siria e la Libia sono completamente diverse. La
“liberazione” della Libia inoltre ha provocato oltre 50mila vittime. Spero quindi che
Juppθ eviti delle soluzioni semplicistiche per il mio Paese, la cui situazione θ molto
complicata
.""(3)
Perchι il governo francese, che si proclama campione di laicismo, appoggia le
correnti jihadiste in Siria, mentre le combatte in Mali? E l'Arabia Saudita, fortezza
dei wahhabiti, in Egitto appoggia il golpe dei militari laici contro i Fratelli
musulmani? Si risponderΰ che si tratta di ragion di stato, di machiavellismo, ma con
ciς la religione θ ridotta a mero strumento di potere, e si scarta implicitamente
l'ipotesi dell'origine religiosa di queste guerre.
Le stesse monarchie assolute d'Arabia, che negano, con pretesti religiosi, le piω
elementari libertΰ alle donne, ( non possono neppure guidare l’auto se non
accompagnate), perchι acquistano grandi alberghi in localitΰ turistiche occidentali
dove la borghesia si diverte in modo spesso non irreprensibile? Dove va a finire
l'intransigenza religiosa, quando si tratta di affari?
Sono guerre per la democrazia contro la tirannide? Perchι, allora, dalla parte della
"democrazia" ci sono le monarchie assolute d'Arabia, Al Qaida, e persino lo sceicco
Youssouf al-Qaradawi, leader dei Fratelli musulmani, che ha emesso, tramite Al-
Jazeera, una fatwa in cui si dichiara lecita l'esecuzione di coloro che si ribellano
contro "
il solo potere legittimo in Egitto, quello di Mohamed Morsi"? Un chiaro
appello a far fuori i membri del Consiglio militare.
Ancora piω deboli le tesi sull'origine umanitaria di queste guerre, viste le stragi di
bambini e donne operate dai droni, le uccisioni di cristiani e frati, le efferate
www.rottacomunista.org -
2
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
carneficine compiute dai "combattenti della libertΰ" in Libia e Siria; il linciaggio di
Gheddafi, che ha scatenato l'entusiasmo "umanitario" della Clinton, la persecuzione
degli immigrati africani in Libia e dei libici di pelle scura, e cosμ via. Nella guerra in
Afghanistan, inoltre, secondo le dichiarazioni ufficiali, si doveva lottare contro Al
Qaeda e i talebani. Rimosso l'ingombrante fantasma di Bin Laden, oggi Al Qaeda θ
divenuta alleata della Nato in Libia e Siria. Il Capo dei taliban, mullah Omar, nel
gennaio 2002 fuggμ, passando indisturbato in motocicletta tra le truppe americane.
Francesca Marino scriveva di lui: “...
deve certamente essere dotato di notevoli doti
illusionistiche per riuscire nel 2001 a fuggire a bordo di un sidecar attraverso il
meglio delle truppe americane ... da allora risiede felicemente a Quetta, capitale
della regione, da dove organizza e pianifica attacchi alle truppe Usa e Nato in
Afghanistan, amorosamente assistito dagli uomini dell’Inter-Service Intelligence
(ISI) che provvedono all’addestramento e all’equipaggiamento dei suoi uomini.”
(Francesca Marino, “Dizionario delle bufale Pakistane”, Limes n. 4, 2009.)
La lotta ai taliban θ il vero motivo dell'invasione USA dell'Afghanistan? Allora
perchι, dopo 12 anni, la piω grande potenza di tutti i tempi non θ ancora riuscita a
sconfiggerli? E perchι il traffico della droga, dopo l'occupazione americana, θ
cresciuto a dismisura? "
Dodici anni dopo la caduta dei talebani, il paese verso una
produzione record dell'oppio. Secondo un rapporto dell'Onu l'Afghanistan θ il primo
produttore al mondo
." (Mar Apr 16, 2013 "In Afghanistan si produce sempre piω
oppio". http://www.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=42904&typeb=0).
E la liberazione della donna? Nella stessa polizia, addestrata dagli occidentali in
missione, la situazione delle donne θ insostenibile: "
Molte poliziotte afghane
subiscono violenze sessuali da parte dei loro colleghi maschi, spesso all'interno
anche delle stesse stazioni di polizia, dove spogliatoi e servizi igienici come le
toilette sono comuni, rendendo piω frequente stupri e abusi di ogni genere. Lo
denuncia l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch, puntando il dito contro
una ''violenza dilagante'' nei confronti delle donne che oramai coinvolge l'intera
societa' civile afghana."
(http://www.contropiano.org/archivio-news/archivionews/
in-breve/esteri/item/16161-afghanistan-poliziotte-violentate-dai-colleghimaschi).
Questo θ sufficiente a dimostrare che tutte le idealistiche motivazioni con cui si θ
giustificata la guerra afgana sono solo un cumulo di menzogne, e che, dietro la
facciata che i "liberatori"hanno costruito, c'θ oppressione, traffico di droga con la
connivenza del regime, oppressione sociale e stragi di civili.
Non tutte le visioni distorte della realtΰ derivano dalla propaganda bellica, che per sua
natura deve creare disinformazione. La visione immediata dei fatti sociali e politici
ci porta a cogliere dapprima le motivazioni ideologiche, religiose, giuridiche. A
migliaia di anni di distanza, se si pensa alla guerra di Troia, viene subito alla mente il
ratto di Elena, pochissimi pensano all'importanza economica, politica e militare del
controllo dei Dardanelli, del Bosforo e del Mar di Marmara.
www.rottacomunista.org -
3
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
In una lettera a Conrad Schmidt del 17 ottobre 1890, Engels scrive: "
Con i riflessi
economici, politici e di altro tipo succede esattamente come con quelli dell'occhio
umano, passano per una lente convergente e si mostrano perciς nel cervello
rovesciati. Manca perς il sistema nervoso, grazie al quale a chi se li rappresenta
essi risultano di nuovo messi in piedi
"
Per rimettere nella giusta posizione i riflessi economici, politici, sociali, occorre la
critica materialistica. Nell'immediato, le guerre ci appaiono nella loro mascheratura
ideologica, come conflitti tra democrazie e totalitarismo, tra cristianesimo e
islamismo, tra diverse frazioni dell'islamismo, e le fratture sembrano derivare da
motivi ideali, da intolleranze o fanatismi. Il vicino oriente si presta a presentare i
problemi sociali e politici come contrasti religiosi, perchι in zone relativamente
piccole troviamo confessioni diverse alle quali i media, per confondere ancor piω il
lettore, mescolando arbitrariamente fedi ed etnie, aggiungono i curdi e i turkmeni.
Le guerre, in ultima istanza, hanno radici economiche, e sarΰ opportuno ricordare che
per Marx ed Engels economia non θ un mero rapporto tra cose, ma un rapporto tra
esseri umani, un rapporto sociale. Engels scrive a Joseph Bloch (21/9/1890):
"...
secondo la concezione materialistica della storia la produzione e riproduzione
della vita reale θ nella storia in ultima istanza determinante. Di piω nι io nι Marx
abbiamo mai affermato. Se ora qualcuno distorce questa affermazione in modo che il
momento economico risulti essere l'unico determinante, trasforma quel principio in
una frase fatta insignificante, astratta e assurda
."
Se l'economia, intesa nel senso appena indicato, costituisce la struttura, ciς non
significa che la sovrastruttura politica, giuridica, ideologica sia irrilevante, perchι a
sua volta reagisce sulla struttura. I fondatori del marxismo hanno spesso riso del
tentativo di loro seguaci di ricavare ogni fatto insignificante dalla struttura economica,
che θ decisiva, ma solo "in ultima istanza". Nella stessa lettera a Bloch si
afferma :
"Lo stato prussiano θ sorto e si θ sviluppato per l'azione di cause storiche,
e in ultima istanza di cause economiche. Sarebbe perς difficile affermare senza
pedanteria che tra i molti staterelli della Germania settentrionale precisamente il
Brandeburgo fosse destinato per necessitΰ economica, e non anche per altri fattori
(soprattutto per il fatto di avere a che fare, per il possesso della Prussia, con la
Polonia e quindi con le relazioni politiche internazionali...), a diventare la grande
potenza in cui si θ incarnata la differenza economica, linguistica e, dopo la Riforma,
anche la differenza religiosa tra il Nord e il Sud
".
Perciς, se si mettono i rilievo i grandi problemi economici che determinano, in ultima
istanza, la politica degli stati, non s'intende negare l'importanza dei fattori politici,
ideologici e religiosi, l'influenza della capacitΰ o dell'incapacitΰ dei dirigenti politici,
e persino della stupiditΰ. Quando il senatore John McCain si fece fotografare con i
rapitori di pellegrini libanesi e poi disse che non sapeva chi erano, contribuμ suo
malgrado, a smascherare l'ipocrita politica di Washington.
Oggi non c'θ governo occidentale che non si attenga ufficialmente alle tesi
idealistiche sull'origine religiosa e umanitaria delle guerre, per mascherare il loro
www.rottacomunista.org -
4
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
comportamento spietatamente imperialistico. Sembra che il materialismo sia emigrato
a oriente, e non θ casuale che la seguente dichiarazione venga da un militare, che non
ha un elettorato da circuire. In un'intervista, il Maggiore Agha H. Amin dice: "
Non
molto tempo fa abbiamo discusso della situazione in Siria, e del fatto che la causa
principale della sovversione in Siria sia il progetto del gasdotto PARS da 10 miliardi
di dollari, che porterΰ gas dall’Iran, attraverso l’Iraq e la Siria al Mediterraneo
orientale, tra i piω importanti fattori vi θ l’influenza politica che l’Iran acquisirebbe
se, insieme alla Russia, fornisse piω del 40% del gas consumato dall’UE nei prossimi
100-120 anni, e un tentativo degli Stati Uniti e del Regno Unito per sabotare
l’ulteriore integrazione delle economie e dell’energia nazionali dell’Europa
continentale e della Russia
."(4)
Margherita Paolini, su "Limes", prende in esame i piω importanti giacimenti di gas
della regione. Particolare rilievo ha il giacimento di Akkas, a trenta chilometri dalla
frontiera siriana, che da solo equivale a piω di metΰ di tutti i campi irakeni:
"Il
governo di Bagdad e quello di Damasco si accordano per collegare Akkas alla rete
siriana con un gasdotto bretella di 45 km. In effetti, la Siria dispone di una rete di
condotte funzionali al raccordo tra lraq centrale e il suo centro petrolifero di Hims,
che θ anche il perno Nord-Sud della condotta panaraba Arab Gas"
.(5) Le proteste
delle tribω si oppongono all'esportazione del gas di Akkas e chiedono l'utilizzo per lo
sviluppo locale. Shell e Total si ritirano, sostituite dalla coreana Kogas. Teheran
allora propone un rifornimento dal giacimento offshore Pars 2, e a marzo 2011 c'θ
l'accordo Iran, Iraq e Siria, per la costruzione di un gasdotto da 10 miliardi di dollari
entro il 2016, che porti il gas al Mediterraneo, in funzione dei mercati europei. La
Turchia θ tagliata fuori, nonostante gli impegni presi precedentemente da Damasco.
Nell'estate 2011, con lo sviluppo della rivolta, la Siria viene messa al bando dalla
Clinton e le compagnie petrolifere si ritirano.
Oltre alla Turchia, il Qatar subisce gravi danni: il mercato statunitense θ divenuto
autosufficiente col gas da scisti, sui mercati asiatici θ vincente la concorrenza
australiana, per via dei minori costi di trasporto. Giungere al Mediterraneo attraverso
il Golfo Persico, l'Iraq e la Siria diventa essenziale per il Qatar, per cui una Siria
soggiogata dovrebbe diventare un semplice punto di passaggio degli oleodotti.
Questo basterebbe giΰ a spiegare l'accanimento di Turchia e Qatar contro la Siria, e il
sostegno a suon di milioni di dollari alla guerriglia contro Assad.
Il vice direttore della DIA - Defense Intelligence Agency, David Shedd,ha dichiarato
che la guerra in Siria potrΰ andare avanti per "
diversi anni".(6) Gli USA hanno piω
motivi per tirare a lungo la guerra: esaurire le forze degli alleati della Siria Iran e
Hezbollah, ostacolare il ritorno in forze della Russia nel Mediterraneo, impedire la
concorrenza alla propria produzione di gas, e lo stop alle ambizioni del Qatar
potrebbe avere la stessa motivazione. Ma c'θ anche un'altra questione. Nel
Mediterraneo orientale ci sono giganteschi giacimenti di gas.
Un articolo riporta le posizioni di Agostino Chiesa Alciator, giΰ console italiano in
Francia: la Siria ha il diritto di sfruttamento sulla piattaforma continentale
www.rottacomunista.org -
5
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
sottomarina fino a 250 chilometri dalla costa, in base a norme internazionali. Tra
Cipro e la costa nord della Siria ci sono meno di 250 chilometri, basterebbe un
accordo tra i due paesi: «
Invece: vogliono espellere la Siria, e anche il Libano, dalla
possibilitΰ di accesso allo sfruttamento dei giacimenti
». Sempre per il monopolio
dollaro-petrolio
, «la Siria dev’essere messa da parte e i giacimenti devono finire
esclusivamente nelle mani delle societΰ petrolifere multinazionali: questo θ il motivo
dell’accanimento contro la Siria»
. Cipro θ stata resa innocua con la crisi bancaria e il
Libano continuamente reso instabile: "
proprio il gas dell’Egeo contribuisce a
spiegare anche il martirio a cui θ sottoposta la Grecia. Le grandi societΰ petrolifere,
spiega Alciator, hanno giΰ approfittato della crisi greca per accaparrarsi le
concessioni a prezzi stracciati: «Se avessero dovuto comprarle a prezzi reali,
concorrenziali, la Grecia avrebbe avuto modo di pagare non una, ma dieci volte il
debito che le hanno creato le multinazionali finanziarie».(
7)
Con la Grecia e Cipro si usano strumenti finanziari, con la Siria strumenti militari, ma
lo scopo resta lo stesso. Per portare avanti questa guerra, era il caso di utilizzare i
tagliagole di Al Qaeda, sgombrato il campo del fantasma di Bin Laden. In questi
giorni ci sono state fughe di qaedisti da carceri pachistane, afgane, libiche. Abbiamo
la fondata convinzione che non siano pure coincidenze, ma che siano state preparate
ad arte, col consenso dei carcerieri, e che ritroveremo quei personaggi in Siria, a
portare avanti una "guerra democratica", secondo le fonti occidentali, la jihad,
secondo loro. Ciς non significa che ci siano tra i combattenti quelli che
effettivamente credono di combattere per Allah, ma i vecchi filibustieri, e non solo di
Al Qaeda, sanno bene qual θ la posta.
Tagliata fuori la Siria dallo sfruttamento dei giacimenti sottomarini, Israele impedisce
a Gaza e al Libano lo sfruttamento dei giacimenti off-shore nelle loro acque
territoriali. Nel gennaio 2012 Netanyahu si recς a Cipro, e propose l'utilizzo della
base cipriota "Andreas Papandreou" per poter pattugliare con gli F16 i giacimenti.
Israele inviς pure navi da guerra per pattugliare le zone delle trivellazioni, e la stessa
cosa fece la Turchia.(8) I contrasti tra i due paesi non sono sorti solo dall’episodio
della Mavi Marmara, come i media hanno lasciato credere.
In questa situazione va inquadrata la vicenda della nave italiana Odin Finder, che
doveva piazzare cavi sottomarini per conto della Cyprus Telecommunications
Authority. Un missile di superficie, lanciato da una nave militare turca, le avrebbe
impedito di continuare, costringendola a riparare nel porto greco-cipriota di Paphos
mentre la zona nord dell’isola, la Repubblica turco-cipriota, non θ riconosciuta nι
dall’Onu nι dalla Ue. La capitale greco-cipriota, Nicosia, ha subito avvertito il
governo italiano e quello statunitense.(9) Ma la politica italiana θ basata sul "troncare,
sopire" del conte zio di manzoniana memoria, e nonostante un'interrogazione
parlamentare, non si θ giunti a nessuna chiara presa di posizione.
Intanto continuano le stragi e le mistificazioni : I mercenari del Fronte al Nusra
hanno attaccato il villaggio isolato di Dair Az Zor nell'est della Siria e assassinato una
sessantina di abitanti, giovani, adulti e vecchi. I media occidentali hanno presentato il
www.rottacomunista.org -
6
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
massacro come uno "scontro tra i ribelli". Le donne sono state prese come bottino di
guerra, le case incendiate.(10)
In un messaggio diffuso su Internet, Abou Mohammad al-Golani, capo del Fronte
islamista Al-Nosra, affiliato Al Qaeda, ha dichiarato:
«… Rifiutiamo ogni soluzione
politica e pressione esterna, il nostro scopo θ l’imposizione dell’islam e della sharia.
Noi, in quanto musulmani non crediamo alle elezioni nι ai partiti politici, crediamo
in un sistema islamico con la sharia che regge la giustizia".
(11)
E' chiaro il disegno di imporre a una popolazione moderna e civile un regime
dittatoriale con una mascheratura religiosa.
Ma la situazione peggiore θ ad Aleppo, che ha piω di 2 milioni di abitanti, e soffre di
un blocco generale imposto dai ribelli islamisti, in maggioranza stranieri, mercenari
pagati dalle monarchie del golfo. Gli abitanti rischiano di morire di fame o di malattie
per mancanza di medicine. L'accerchiamento θ stato possibile anche per l'aiuto di
Erdogan, che ha permesso un continuo passaggio di jihadisti e di armi.
"
Un cartello posto in un quartiere sotto il controllo degli islamisti precisa la natura e
i particolari del blocco contro Aleppo parte ovest, compreso "tutto ciς che θ
necessario per i bambini". Volantini che esigono il rispetto di questo blocco sono
stati distribuiti nelle vie. Ogni persona che si rifiuti di sottomettersi a questo blocco
sarΰ punita... Del resto, le milizie islamiste non hanno esitato a sparare su
manifestanti pacifici a Karaj al-Hajz e Bustan al-Qasr (parte sud d’Aleppo) - due
zone che si trovano sotto il loro controllo e dove si trova anche il passaggio tra le
due parti della cittΰ - che chiedevano di togliere il blocco sui loro compatrioti
dall'altra parte della cittΰ.(
12)
Questi filibustieri possono agire perchι sovvenzionati e riforniti di armi da Qatar,
Emirati Arabi, Arabia Saudita, Turchia, Israele, Francia, Inghilterra, Usa e Italia. Il
nostro paese non ha interrotto le forniture di armi all'Egitto, ben sapendo che non era
un problema farle passare, via Turchia o Giordania, ai jihadisti.
Le responsabilitΰ dell'occidente sono enormi. L'appoggio ad Al Qaeda θ criminale, e
mette in pericolo, non solo quella parte di popolazione che sta con Assad, ma anche
tutte le minoranze religiose, etniche o politiche. L'ideologia dei jihadisti non cade dal
cielo, ma θ funzionale al dominio saudita su tutto il mondo arabo. L'Europa, attenta
solo ai vantaggi immediati, non vede che sta facendo crescere un avversario terribile,
un impero fondato sulla rendita petrolifera. Si parla di califfato, ma sotto l'apparenza
della restaurazione dell'Islam dei primordi si celano gli interessi imperialistici
dell'Arabia Saudita. Nessuno s'illuda che Riad porti avanti l'unificazione nazionale
degli Arabi della penisola e della mezzaluna fertile, con una rivoluzione dall'alto di
tipo bismarckiano. Il regime dell'Arabia Saudita θ sempre stato nemico di ogni forza
nazionalista, e anche un'unificazione tardiva, non avrebbe niente di rivoluzionario;
essendo guidata da una monarchia assoluta, aggiungerebbe catene su catene alle
disgraziate popolazioni della regione.
Ne subirebbero il primo contraccolpo i paesi dell'Europa mediterranea e l'Inghilterra.
Ma anche La Turchia vedrebbe le proprie ambizioni infrante.
www.rottacomunista.org -
7
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
Gli Stati Uniti, se l'autosufficienza col gas degli scisti θ reale e non un fuoco di
paglia (l'estrazione puς avere costi crescenti), non avrebbero una grande perdita a
breve termine. Se, inoltre, direttamente o tramite i loro alleati israeliani e
accordandosi con i sauditi, ottenessero il controllo di gran parte dei flussi di gas e
petrolio verso l'Europa, il loro dominio si rinsalderebbe, alla faccia dei geni Hollande
e Cameron, che giocano alle grandi potenze (Il genio nostrano, Berlusconi, al
momento ha altre gatte da pelare). Obama, a differenza di Bush, preferisce farsi
togliere le castagne dal fuoco dagli alleati, Francia e Inghilterra anzitutto, ma anche
Turchia, Qatar e persino Italia (ad es. in Libia). Ma nessuno di questi paesi θ
abbastanza forte, e l'intervento USA θ quasi sempre necessario.
Il rafforzamento dell'imperialismo dominante θ come una cappa di piombo che
impedisce la ripresa del movimento operaio. Nonostante tutto ciς, la dominazione
statunitense non θ invincibile. Un tempo avevano l'appoggio interno di settori
privilegiati della classe operaia, sedotti dai salari alti e dalle condizioni quasi borghesi
di vita. Oggi tutto questo non esiste piω, e il fallimento della cittΰ di Detroit θ il
simbolo di questa decadenza. Il fronte interno puς diventare il punto debole
dell'imperialismo americano. Se l'indebolimento USA si tradurrΰ in una serie di
sconfitte politiche, militari, economiche, i lavoratori americani potranno forse
annunciare ai loro compagni europei, asiatici, africani, sudamericani l'avvio di una
nuova stagione di lotte.
Michele Basso
11 agosto 2013
NOTE
1) Lettera aperta a Lucia Annunziata sulla esaltazione dell’uso di armi chimiche in
Siria, 29 luglio 2013
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1766
2 ) SIRIA/ Padre Gheddo: e' in corso la pulizia etnica dei cristiani, ilsussidiario.net
24 maggio 2012
3) SIRIA/ Haytham Manna: la Francia "aiuta" i fondamentalisti contro i cristiani 2
maggio 2012 ilsussidiario 2 maggio 2012
4) Intervista con il Maggiore Agha H. Amin, (La volatilitΰ di Gas, Geopolitica e
Grande Medio Oriente, marzo 15, 2013 Christof Lehmann Nsnbc 30 gennaio 2013
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
5) Margherita Paolini, "Mezzaluna calante", Limes, 2-2013.
6) PEPE ESCOBAR, "GUERRA CONTRO IRAN, IRAQ E SIRIA ?" atimes.com
Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MID-04-230713.html
23.07.2013
www.rottacomunista.org -
8
da www.sottolebandieredelmarxismo.org
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
7) http://www.libreidee.org/2013/07/grecia-cipro-e-siria-messe-ko-per-rubargli-ilgas-
dellegeo/[/b]
vedi anche:
Sapevate che il Mediterraneo orientale ha piω gas dell’Arabia Saudita? Melina
Monjour on mar 28, 2013 Youth United Press.
"Sotto il Mediterraneo un mare di gas e petrolio che puς salvare l'Europa
In profonditΰ ci sono enormi giacimenti di idrocarburi. L'Ue ha solo una strada:
attuare politiche che permettano di sfruttarli",Roudi Baroudi - Gio, 20/06/2013
8)Michele Giorgio:"CIPRO: f-16 israeliani a protezione giacimenti gas"
Nena News, 19 Febbraio 2012.
9) Il Fatto Quotidiano > Stampa greca: “Missile turco contro nave italiana che
lavorava per conto di Cipro”
L'imbarcazione stava piazzando cavi sottomarini. La notizia, se confermata, sarebbe
l'attuazione della minaccia turca fatta lo scorso novembre contro quegli stati che
avessero avuto intenzione di prestare la propria collaborazione a Nicosia nelle
operazioni di sfruttamento dei giacimenti di gas
di Francesco De Palo, 31 luglio 2013
Atto Camera,Interrogazione a risposta in commissione 5-00824 presentato da
SCOTTO Arturo,Giovedμ 1 agosto 2013, seduta n. 63.
10)Gιnocide en Syrie et manipulations mιdiatiques,Bahar Kimyongur
,Investig'action,MichelCollon.info.l'infodιcodι
11)Syrie : Le front al-Nosra dιclare que son objectif est l’imposition de l’islam et de
la charia.
Ce texte paru le 22 juillet sur Syrianow et sur al-MayadeenTV (*) a ιtι traduit pour le
site silviacattori.net par Roula Kalaf.
29 juillet 2013 | Thθmes (S.Cattori) : Syrie Ingιrence
12)"A Alep, blocus et gιnocide pour ιtablir un califat islamique"
Cιcilia Fany Fandi,Investig'action cit. All'articolo θ allegato un video messo in rete il
9 luglio.
Nessun commento:
Posta un commento