SOTTO I NOSTRI OCCHI, 54 - Un'analisi di due eventi in grado di avviare il processo di decomposizione degli Stati Uniti d'America
domenica 13 ottobre megachip.globalist.it
«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale
n°54.
di Thierry Meyssan.
Thierry Meyssan ha più volte spiegato su queste
colonne le contraddizioni interne degli Stati Uniti per sottolineare il modo in
cui dovrebbero smembrarsi. In questo articolo, si interroga in merito alle
conseguenze di due eventi in grado di avviare il processo di
decomposizione.
L'impero americano è il residuo ipertrofico di uno
dei due giocatori della guerra fredda. L'Unione Sovietica è scomparsa, ma
gli USA sono ancora lì e hanno approfittato dell'assenza del competitore per
monopolizzare il potere globale.
Nel
1991, la logica avrebbe voluto che Washington utilizzasse le sue risorse per
fare affari e sviluppare la propria prosperità. Ma, dopo vari tentennamenti, il
Congresso repubblicano nel 1995 impose al presidente Clinton il suo progetto
di imperialismo globale votando il riarmo benché non vi fossero più
avversari. Diciotto anni più tardi, gli Stati Uniti - che hanno dedicato le
proprie risorse a una corsa agli armamenti in solitario - hanno il fiato corto,
mentre i BRICS si pongono come nuovi competitori. La 68ª Assemblea generale
dell'ONU, il mese scorso, è stata teatro di una diffusa rivolta contro
l'unipolarismo degli Stati Uniti.
Secondo
Mikhail Gorbaciov, la caduta dell'Unione Sovietica era divenuta
inevitabile, nel 1986, quando lo Stato sovietico si trovò in balia
dell'incidente nucleare di Chernobyl, incapace di proteggere la sua popolazione.
Se si dovesse stabilire un parallelo, il governo federale USA non ha ancora
affrontato una situazione del genere, anche se il disastro causato dagli uragani
Katrina nel 2005 e Sandy nel 2012, e i fallimenti dei governi locali, hanno già
dimostrato l'incapacità degli Stati federati.
Il
blocco nel corso di due settimane o più, del funzionamento del governo federale
USA non è dovuto a una catastrofe, ma a un gioco politico. Basterebbe un accordo
tra repubblicani e democratici per porvi fine. Ma per il momento, solo alcuni
servizi speciali sono stati oggetto di deroga, come quello dei cappellani
militari. L' unica vera distorsione rispetto al blocco è stata
l'autorizzazione a indebitarsi per sei settimane. Questo accordo è stato
preteso da Wall Street, che non ha reagito alla chiusura del governo
federale, ma era terrorizzata all'idea di un'incapacità di Washington di far
fronte alle sue scadenze finanziarie.
Prima
di crollare, l'Unione Sovietica ha cercato di salvarsi facendo economie. Da
un giorno all'altro, Mosca ha cessato il sostegno economico che apportava ai
suoi alleati. Dapprima quelli del Terzo Mondo, e poi quelli del Patto di
Varsavia. Di conseguenza, i suoi alleati non ebbero altra scelta per
sopravvivere che passare al campo avverso, quello di Washington. La loro
diserzione, simboleggiata dalla caduta del muro di Berlino, accelerò
ulteriormente la decomposizione dell'Unione Sovietica.
È
evidentemente per evitare un tale trauma, in un momento in cui la Russia sta
trionfando pacificamente in Medio Oriente, che l'amministrazione Obama ha tanto
atteso prima di sospendere gli aiuti all'Egitto. Certo, secondo la legge
statunitense, questo aiuto è diventato illegale dopo il colpo di Stato militare
che ha rovesciato la dittatura dei Fratelli Musulmani. Ma tuttavia niente
obbligava la Casa Bianca a chiamare le cose con il loro nome. È così bastato
evitare per tre mesi di parlare di "colpo di Stato" per continuare ad assicurare
l'Egitto al campo imperiale. Eppure , mentre nulla è cambiato al Cairo,
Washington ha staccato la spina.
La scommessa del presidente Obama è stata quella
di ridurre il budget federale statunitense in modo proporzionale e
progressivo, per far sì che il paese evitasse il collasso, abbandonasse le
sue pretese stravaganti e diventasse uno Stato tra gli altri. La diminuzione
di circa un quinto delle dimensioni delle sue forze armate era un buon
inizio. Tuttavia, il blocco dei piani di spesa e la sospensione degli aiuti
versati all'Egitto dimostrano che questo scenario non è possibile. La
formidabile potenza degli Stati Uniti non può decrescere senza strappi, con
il rischio di andare a pezzi.
Thierry Meyssan, 13
ottobre 2013.
Traduzione a cura di Matzu
Yagi.
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