21/08/2010 Fonte Controlacrisi
Se la Grecia stava male prima della cura monetarista europea adesso è moribonda. Un completo fallimento che viene perpetrato facendo macelleria sociale da un governo socialista, uno di quei governi che alla vigilia delle elezioni si spacciava come amico dei lavoratori e che oggi è completamente servo della BCE e del FMI.
Se la Grecia stava male prima della cura monetarista europea adesso è moribonda. Un completo fallimento che viene perpetrato facendo macelleria sociale da un governo socialista, uno di quei governi che alla vigilia delle elezioni si spacciava come amico dei lavoratori e che oggi è completamente servo della BCE e del FMI.
Oggi la Commissione europea ha avvertito George Papandreou che altri quattro miliardi di tagli alla spesa pubblica sono necessari per raggiungere gli obbiettivi fissati.
La Commissione che mette il becco in un bilancio di un Governo nazionale come se fosse la padrona di casa ci dice che le entrate fiscali della Grecia «sono state inferiori alle attese» e che quindi sono necessari nuovi tagli.
Si è determinato un circolo vizioso alla cui base ci sono politiche rigoriste che di fatto deprimono l'economia del paese ed il PIl, che produrranno nuovamente entrare inferiori alle attese e richiesta di nuovi tagli.
La cura per salvare la GRecia è in realtà un modello per costruire l'Europa a due velocità. La crisi viene utilizzata per abbassare gli stipendi ed i diritti dei lavoratori e per liberalizzare i servizi pubblici. La Commissione europea e la BCE chiedono continuamente al popolo europeo di stringere la cinghia mentre alle banche, alle grandi multinazionali, lascia mano libera.
Niente Tobin tax, niente chiusura dei paradisi fiscali, nessuna misura per impedire la vendita dei titoli allo scoperto per fermare la speculazione. Il 29 settembre ci sarà la prima manifestazione europea contro le politiche di ausetrity indetta dai sindacati, occorre sostenerla perchè quello che stanno facendo oggi alla Grecia domani potrebbe toccare a noi.
(di Alfonso Abagnale) (ANSA) - ROMA, 20 AGO - Tagliare ad ogni costo. È questa la parola d'ordine con cui da mesi la comunità internazionale martella Atene. La Commissione europea ha infatti avvertito oggi il governo di George Papandreou che altri quattro miliardi di tagli alla spesa pubblica sono necessari se Atene vuole centrare l'obiettivo di portare il deficit di bilancio all'8% del Pil entro la fine dell'anno. Secondo Bruxelles, «le misure fiscali adottate dalla Grecia sembrano sufficienti a raggiungere gli obiettivi di contenimento del deficit 2010.
Ma la spesa totale deve rimanere rigidamente sotto controllo ed essere di quattro miliardi in meno rispetto al piano originale per fronteggiare il calo delle entrate».
Per il 2010 il governo ha programmato una spesa pubblica totale di 77,073 miliardi di euro, pari al 5,3% in meno rispetto agli 81,39 miliardi dell'anno scorso mentre le entrate sono viste a 58,382 miliardi. Il problema, spiega la Commissione europea, è che nel primo semestre le entrate fiscali della Grecia «sono state inferiori alle attese» e con il rallentamento della ripresa economica nella seconda metà dell'anno Atene «potrebbe mancare gli obiettivi» che si era prefissata lo scorso maggio.
Il governo Papandreou punta a ridurre il deficit di bilancio dal 13,6% del Pil dell'anno scorso all'8,1% entro fine anno, al 7,6% nel 2011, al 6,5% nel 2012, al 4,9% nel 2013 e al 2,6% nel 2014 così da soddisfare i parametri di Maastricht. Nel secondo trimestre del 2010 il Pil greco ha segnato la settima contrazione consecutiva, -1,5% sul periodo gennaio-marzo e secondo le stime l'economia quest'anno subirà una contrazione del 4%.
Il Paese ellenico si appresta ad incassare la seconda tranche del maxi prestito Ue-Fmi - dote complessiva di 110 miliardi di euro, 80 da Paesi Ue e 30 dall'Fmi - nel mese prossimo. Il sette settembre i ministri delle finanze di Eurolandia daranno il via libera al secondo finanziamento da nove miliardi di euro perchè, come ha spiegato il portavoce per gli affari economici e monetari della Commissione Europea Amadeu Altafaj, Atene sta andando «più veloce del previsto» con i tagli al deficit e «soddisfa le condizioni necessarie per la prossima tranche di aiuti finanziari».
Nei primi sei mesi dell'anno il governo Papandreou è riuscito a ridurre il deficit di bilancio del 45% attraverso tagli a pensioni e stipendi e aumentando le tasse.
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