Comunicato di Attac France. Fonte: attac
Una tassa sulle transazioni finanziarie su scala Europa: svolta ideologica o manovra diversiva?
La Commissione europea ha pubblicato il suo bilancio preventivo 2014 - 2020.
Con una sorpresa: questo bilancio prevede entrate tramite una tassa sulle transazioni finanziarie a livello europeo. Un’inversione a 180 ° per la Commissione, che era stata sinora totalmente negativa!
La tassa proposta si applicherebbe a tutte le operazioni con un tasso del 0,1% per le transazioni in contanti e 0,01% per i prodotti derivati. Algirdas Semeta, commissario europeo alla fiscalità, prevede un fatturato di 54 miliardi che andrebbe ad alimentare il bilancio dell’UE e frenare la speculazione.
Questa è una vittoria politica per Attac da oltre 10 anni propone l’introduzione di una simile tassa. Basta, però, guardare più da vicino le proposte della Commissione per scoprire che i conti non tornano.
In primo luogo, la Commissione prevede di realizzare l’obiettivo entro il 2018. Tale ritardo è del tutto ingiustificabile. Non è questo un puro annuncio ad effetto nel momento in cui in Europa si moltiplicano le resistenze contro il piano di iper austerità? Mentre l’Unione europea richiede rigorosa austerità fiscale – facendo pagare ai cittadini i costi di una crisi causata dai mercati finanziari - come prendere sul serio questa presunta volontà di contrastare la finanza speculativa…da qui a sette anni?
Inoltre, mentre per noi questa tassa dovrebbe servire a finanziare i beni pubblici globali (sanità, istruzione, la stabilità del clima ...), la Commissione ha scelto di utilizzarne il gettito per ridurre i contributi versati dagli Stati membri. Il bilancio europeo rimarrà limitato al 1% del PIL dell’UE, lontano dal livello che consentirebbe di costruire una vera solidarietà europea.
Attac continuerà a sostenere il principio di una TTF con la prospettiva di una immediata e rigorosa regolamentazione dei mercati e delle attività speculative. Sono gli speculatori, e non i popoli a dover pagare i costi della crisi! Istituire strumenti di controllo del debito pubblico, per arrivare alla cancellazione dei debiti illegittimi. Bisognerà imporre un controllo sociale del sistema bancario e la ridefinizione del ruolo della BCE.
Queste misure sono necessarie a livello europeo e / o nazionale per uscire dalla crisi che attanaglia l’Europa. Mai come ora, le mobilitazioni in Grecia e in Spagna e in tutta Europa contro i piani di austerità, esprimono una volontà di rottura da parte dei popoli d’Europa rispetto alle politiche dei governi europei, delll’UE e delle istituzioni finanziarie internazionali.
Attac Francia,
Parigi, 6 luglio 2011
Una tassa sulle transazioni finanziarie su scala Europa: svolta ideologica o manovra diversiva?
La Commissione europea ha pubblicato il suo bilancio preventivo 2014 - 2020.
Con una sorpresa: questo bilancio prevede entrate tramite una tassa sulle transazioni finanziarie a livello europeo. Un’inversione a 180 ° per la Commissione, che era stata sinora totalmente negativa!
La tassa proposta si applicherebbe a tutte le operazioni con un tasso del 0,1% per le transazioni in contanti e 0,01% per i prodotti derivati. Algirdas Semeta, commissario europeo alla fiscalità, prevede un fatturato di 54 miliardi che andrebbe ad alimentare il bilancio dell’UE e frenare la speculazione.
Questa è una vittoria politica per Attac da oltre 10 anni propone l’introduzione di una simile tassa. Basta, però, guardare più da vicino le proposte della Commissione per scoprire che i conti non tornano.
In primo luogo, la Commissione prevede di realizzare l’obiettivo entro il 2018. Tale ritardo è del tutto ingiustificabile. Non è questo un puro annuncio ad effetto nel momento in cui in Europa si moltiplicano le resistenze contro il piano di iper austerità? Mentre l’Unione europea richiede rigorosa austerità fiscale – facendo pagare ai cittadini i costi di una crisi causata dai mercati finanziari - come prendere sul serio questa presunta volontà di contrastare la finanza speculativa…da qui a sette anni?
Inoltre, mentre per noi questa tassa dovrebbe servire a finanziare i beni pubblici globali (sanità, istruzione, la stabilità del clima ...), la Commissione ha scelto di utilizzarne il gettito per ridurre i contributi versati dagli Stati membri. Il bilancio europeo rimarrà limitato al 1% del PIL dell’UE, lontano dal livello che consentirebbe di costruire una vera solidarietà europea.
Attac continuerà a sostenere il principio di una TTF con la prospettiva di una immediata e rigorosa regolamentazione dei mercati e delle attività speculative. Sono gli speculatori, e non i popoli a dover pagare i costi della crisi! Istituire strumenti di controllo del debito pubblico, per arrivare alla cancellazione dei debiti illegittimi. Bisognerà imporre un controllo sociale del sistema bancario e la ridefinizione del ruolo della BCE.
Queste misure sono necessarie a livello europeo e / o nazionale per uscire dalla crisi che attanaglia l’Europa. Mai come ora, le mobilitazioni in Grecia e in Spagna e in tutta Europa contro i piani di austerità, esprimono una volontà di rottura da parte dei popoli d’Europa rispetto alle politiche dei governi europei, delll’UE e delle istituzioni finanziarie internazionali.
Attac Francia,
Parigi, 6 luglio 2011
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