di Morya Longo
L'eventualità che la Gran Bretagna indica un referendum per decidere se
uscire o restare nell'Unione europea, ventilata qualche giorno fa dal premier
David Cameron, è forse un bluff. Fa forse parte della trattativa politica. Ma,
in ogni caso, denuncia il noto malessere anglosassone. Che cresce anche perché
le regole allo studio in Europa per contrastare la speculazione non piacciono
Oltremanica: andrebbero infatti a sfavorire le banche inglesi. Andrebbero a
imbrigliare la grande finanza. Eppure è ancora oggi proprio la finanza, con le
sue mastodontiche proporzioni e la sua assenza di regole efficaci, a influenzare
gli eventi e ad alterare il mondo reale: lo dimostra lo scandalo del tasso Libor
manipolato, ma anche le dinamiche sui titoli di Stato, sui derivati, sulle
Borse. Un po' più di regole, insomma, non farebbero male al mondo reale.
Altrimenti sarà sempre la finanza, avvolta nell'opacità, il grande burattinaio
del mondo. Come lo è da anni.
Il mutuo alterato Lo scandalo del Libor lo dimostra. Il tasso è determinato ogni giorno in base alle segnalazioni che fanno 16 banche all'Associazione bancaria inglese. Ebbene: se le segnalazioni sono state manipolate, anche i tassi di tanti mutui, prestiti o titoli sono stati artefatti. Bene inteso: questo non necessariamente è stato svantaggioso per chi ha un mutuo ancorato al tasso Libor (equivalente in Inghilterra all'Euribor). Il sospetto è anzi che alcune banche abbiano comunicato all'Associazione tassi troppo bassi, avvantaggiando dunque chi ha un mutuo.
Ma questo cambia poco: la presunta manipolazione del Libor ha comunque "drogato" circa 800 miliardi di dollari di prestiti, mutui e titoli. A vantaggio (ingiusto) di alcuni, a svantaggio (ingiusto) di altri. Per non parlare delle banche: dichiarando tassi falsati, hanno influenzato a loro piacimento tutta la loro attività.
Anche i derivati possono cambiare la vita di tutti i giorni: con la loro stazza di 647mila miliardi di dollari (calcolava la Bri a fine 2011), il loro valore è 14 volte più grande del Pil del mondo intero. Ovvio che, con queste dimensioni, possano determinare gli eventi. Prendiamo, ad esempio, i credit default swap (cds): speciali polizze assicurative che servono agli investitori per coprirsi dal rischio di insolvenza di qualunque Stato o impresa. Dato che il costo della polizza varia a seconda della rischiosità di ogni Stato o azienda, quando il costo dei Cds sale lancia l'allarme rosso sui mercati e fa salire il costo effettivo del debito dello Stato o dell'azienda in questione. Si dirà: è il mercato a decidere se il costo del Cds sale o scende. Vero, ma il mercato è in gran parte in mano alle prime quattro banche Usa che da sole detengono 212mila miliardi di derivati. Ovvia la domanda: queste banche (o altre) sarebbero in grado di manipolare il mercato dei Cds, influenzando a loro piacimento il costo del debito di Stati o aziende?
Sugli Stati grandi, Italia inclusa, questo è forse difficile. Ma su Stati piccoli, come la Grecia, non lo si può escludere. Anzi: sul mercato si racconta che ad inguaiare Atene sia stata anche (non solo, ovvio) la speculazione sui Cds greci. Possibile che qualcuno abbia mosso quelli (che essendo illiquidi non necessitavano di grandi somme), alterando il costo del debito della Grecia e peggiorandone la crisi? Lo stesso discorso si può fare sulle aziende, che molto spesso hanno più Cds (cioè polizze sul debito) che debiti. Un esempio a caso: la catena di supermercati Carrefour ha 17,6 miliardi di euro di debiti sul mercato, ma 26 miliardi di polizze Cds. Questo, in un mercato opaco, può fomentare la speculazione? Può cambiare la vita di aziende o Stati? Nessuno può veramente saperlo.
Finanza malata
Ma i casi con cui la finanza ha alterato la vita di tutti i giorni sono molteplici. Prendiamo le obbligazioni "salsiccia", chiamate Cdo, nelle quali un tempo le banche infilavano mutui Usa e titoli tossici prima di rivenderle a ignari clienti. Ebbene: i Cdo hanno messo nei guai intere città in Norvegia. Hanno fatto perdere tutti i soldi (poi recuperati con una transazione) a un convento di frati in Italia. A molti investitori. Per non parlare degli Etf, strumenti che replicano indici spesso a leva: da tempo le autorità hanno messo gli occhi su questi strumenti. Come un grande cavallo di Troia, la finanza penetra dentro la vita di tutti i giorni indiscreta. Lasciando poche tracce. Ma, potenzialmente, tanti danni.
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