Salvaitalia? Oggi arriva con forza la necessità di "salvare gli italiani". A dichihararlo è Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi.
"L'allarme - sostiene - viene rilanciato da più parti come da associazioni del volontariato, degli artigiani, degli imprenditori. L'attenzione - spiega - torna alta sul fenomeno dei cosiddetti suicidi economici, una lunga lista di vittime della crisiche si abbatte sulla vita reale. Un fenomeno, questo, tristemente tipico dei periodi di difficoltà economica e che secondo dati recenti è cresciuto negli ultimi due anni di quasi il 25%: solo nei primi sei mesi del 2012 si sono già registrati più di trenta casi di suicidi".
E se questi numeri dovessero crescere ancora? "Se questi numeri - continua - rappresentano lo spaccato estremo e definitivo di un disagio che una persona non è in grado di sopportare, altre e altrettanto profonde sono le inquietudini che vediamo serpeggiare nell'animo e nei pensieri delle persone: si insinua il dubbio, la paura, l'ombra che porta a temere che qualcosa di grave e per certi versi irreparabile ed irreversibile possa capitare a ciascuno di noi: la crisi può colpire anche me". "I segnali - dichiara lo psicologo - ci sono: l'eliminazione progressiva del superfluo quotidiano, ma anche la constatazione che i risparmi si assottigliano, che il valore della propria casa, magari di poco, si riduce''. Ma non è finita. "I negozi del quartiere che scompaiono, il posto di lavoro che potrebbe diventare pericolante - aggiunge Palma - La tentazione, specialmente dei cittadini di ceto medio (alto e basso), è quella di girare la testa dall'altra parte, ma il tarlo resta: non può che essere così, sentendo ogni giorno di rischio Grecia, rischio Spagna, e di euro appeso a un filo. Il tormento - sostiene - è quotidiano: spread a cinquecento, contagio imminente, baratro senza fondo, fine delle certezze individuali cosi' come di quelle collettive". "Dal nostro osservatorio - dice ancora il presidente degli psicologi italiani - avvertiamo una inquietudine diffusa, sottile, pericolosa: quella di che non sta (ancora) malissimo, ma che sa (o teme) di essere sulla soglia del baratro, vero o temuto: aziende in ristrettezze improvvise, mobilità, prepensionamenti: parole che per molti non sono più una lontana ipotesi per conoscenti sfortunati da consolare". "Forse - osserva - più grave la situazione della vasta platea dei quasi cinque milioni tra professionisti e lavoratori autonomi intellettuali stremati dal precipitare della crisi su una situazione già difficile: pagamenti fermi, investimenti a zero, burocrazia ora piu' che mai insopportabile". "L'affanno - spiega - sempre piu' spesso sembra prendere il sopravvento: accorparsi, dividere le spese, non mollare. L'agiata precarietà intellettuale degli anni passati che sfuma tra rimpianti e rimorsi". "La gente - continua Giuseppe Luigi Palma - si chiude in casa, uomini e donne; molto di piu' uomini che vivono il loro default come un'onta e una vergogna - di seconda e terza eta', sono terrorizzati per figli e nipoti: serpeggia, rabbia, desolazione, ansia repressa. I sensi sono tutti concentrati sull'allerta che puo' evitare la caduta, il tonfo, il film dell'orrore del restare al verde e vedere il segno meno del proprio conto in rosso". "Non sarà un bel settembre, quello che verrà - conclude - sembra quasi che il cuore e l'animo dei cittadini non riesca a (ri)sollevarsi. Monti pensando allo spread e al debito ha varato il SalvaItalia, ora servirebbe davvero un Salva Italiani".
"L'allarme - sostiene - viene rilanciato da più parti come da associazioni del volontariato, degli artigiani, degli imprenditori. L'attenzione - spiega - torna alta sul fenomeno dei cosiddetti suicidi economici, una lunga lista di vittime della crisiche si abbatte sulla vita reale. Un fenomeno, questo, tristemente tipico dei periodi di difficoltà economica e che secondo dati recenti è cresciuto negli ultimi due anni di quasi il 25%: solo nei primi sei mesi del 2012 si sono già registrati più di trenta casi di suicidi".
E se questi numeri dovessero crescere ancora? "Se questi numeri - continua - rappresentano lo spaccato estremo e definitivo di un disagio che una persona non è in grado di sopportare, altre e altrettanto profonde sono le inquietudini che vediamo serpeggiare nell'animo e nei pensieri delle persone: si insinua il dubbio, la paura, l'ombra che porta a temere che qualcosa di grave e per certi versi irreparabile ed irreversibile possa capitare a ciascuno di noi: la crisi può colpire anche me". "I segnali - dichiara lo psicologo - ci sono: l'eliminazione progressiva del superfluo quotidiano, ma anche la constatazione che i risparmi si assottigliano, che il valore della propria casa, magari di poco, si riduce''. Ma non è finita. "I negozi del quartiere che scompaiono, il posto di lavoro che potrebbe diventare pericolante - aggiunge Palma - La tentazione, specialmente dei cittadini di ceto medio (alto e basso), è quella di girare la testa dall'altra parte, ma il tarlo resta: non può che essere così, sentendo ogni giorno di rischio Grecia, rischio Spagna, e di euro appeso a un filo. Il tormento - sostiene - è quotidiano: spread a cinquecento, contagio imminente, baratro senza fondo, fine delle certezze individuali cosi' come di quelle collettive". "Dal nostro osservatorio - dice ancora il presidente degli psicologi italiani - avvertiamo una inquietudine diffusa, sottile, pericolosa: quella di che non sta (ancora) malissimo, ma che sa (o teme) di essere sulla soglia del baratro, vero o temuto: aziende in ristrettezze improvvise, mobilità, prepensionamenti: parole che per molti non sono più una lontana ipotesi per conoscenti sfortunati da consolare". "Forse - osserva - più grave la situazione della vasta platea dei quasi cinque milioni tra professionisti e lavoratori autonomi intellettuali stremati dal precipitare della crisi su una situazione già difficile: pagamenti fermi, investimenti a zero, burocrazia ora piu' che mai insopportabile". "L'affanno - spiega - sempre piu' spesso sembra prendere il sopravvento: accorparsi, dividere le spese, non mollare. L'agiata precarietà intellettuale degli anni passati che sfuma tra rimpianti e rimorsi". "La gente - continua Giuseppe Luigi Palma - si chiude in casa, uomini e donne; molto di piu' uomini che vivono il loro default come un'onta e una vergogna - di seconda e terza eta', sono terrorizzati per figli e nipoti: serpeggia, rabbia, desolazione, ansia repressa. I sensi sono tutti concentrati sull'allerta che puo' evitare la caduta, il tonfo, il film dell'orrore del restare al verde e vedere il segno meno del proprio conto in rosso". "Non sarà un bel settembre, quello che verrà - conclude - sembra quasi che il cuore e l'animo dei cittadini non riesca a (ri)sollevarsi. Monti pensando allo spread e al debito ha varato il SalvaItalia, ora servirebbe davvero un Salva Italiani".
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