Il dilemma Produzione ed ambiente è mal posto. La vera biforcazione è profitto ed ambiente. Se si continua a pensare esclusivamente alla produzione e al lavoro in termini di profitto privato i dilemmi non saranno mai risolti , anzi di aggravano.
E parlando di Taranto. A Taranto tutti si esprimono avanzando il dilemma po il lavoro o l'ambiente. In realtà nessuno discute che le due cose sono conciliabili, a patto di investimenti che il privato non ha, inconcepibili per un privato. A Taranto non una è la soluzione alternative, bensi due . La prima è far a meno dell'area a caldo e importare le bramme. L'altra è trasformare l'attuale produzione di bramme attraverso il ciclo dei forni elettrici. Cioè utilizzando forni elettrici e riciclare materiale ferroso ricavato dalla raccolta dei rifiuti. In entrambe le soluzione occorrono capitali, capacità manageriale lungimirante.Ma sopratutto una visione altra di sviluppo e modello di sviluppo. Gli stabilimenti a ciclo integrale presenti nel mondo sono impianti moderni , vedi Germania, Cina, India, Turchia. Tutti gli altri utilizzano o importano bramme o utilizzano il ciclo dei forni elettrici. La tecnologia degli altiforni e dei forni Martin Siemens di Taranto sono obsoleti. Anche da un punto di vista prettamente capitalistico sono antieconomici.
Ma in Italia , anche la cosiddetta sinistra continua a immaginare attraverso visione stantie, vecchie , il mantenimento dello status quo. Anche quella parte della sinistra che apparentemente non farebbe gli interessi del padronato. Continuare a difendere quegli impianti, a parte la questione ambientale, ma anche da un punto di vista prettamente di profitto capitalistico è come difendere la penna d'oca di fronte alla penna a sfera.! Difendere quel ciclo a caldo non fa nemmeno gli interessi del capitalismo , ma solo quello del singolo capitalista Riva che è impossibilitato a pensare in termini di investimenti e innovazione .
Qual'è la soluzione a Taranto e per questo de-industrializzare!
Semplicissimo.
- O si lascia solo la parte a freddo smantellando il ciclo a caldo e parallelamente riutilizzare i terreni e i lavoratori in una opera di bonifica e riconversione industriale
- O si riconvertono gli impianti utilizzando la tecnologia dei forni elettrici, utilizzare il materiale ferroso ( è inutile continuare a produrre acciaio quando le discariche sono piene di rottami di ferro e si continuerà a produrre materiale ferroso in discarica). Liberare parte dei terreni dell'attuale ciclo a caldo per la bonifica e comunque fermare l'attuale livello di produzione di diossina.
Ma occorre , per entrambi un ceto politico e una classe dirigente che non abbiamo.
Noi abbiamo gli Scilipoti, gli Ichino, i Fassino e Fassina le Santanchè e i Vendola.
e gli Straguadagno Che cosa si vuole pretendere da questi?
Grave è la situazione sotto il
cielo. Però la situazione non è eccellente!
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