Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

giovedì 14 marzo 2013

Il papa buono ...

... visto da Buenos Aires

L’ascesa del cardinal Bergoglio al soglio pontificio affonda le sue radici nell’epoca più nera del suo paese, quella delle torture, dei bambini rubati alle madri sovversive e dei desaparecidos gettati agli squali. A macchiare l’immacolata carriera di un Papa che ieri ha sorpreso e commosso il mondo, ci sono testimonianze e accuse precise quanto atroci: la consegna, o almeno la rinuncia a tentare di salvare dalle mani dei carnefici due giovani sacerdoti gesuiti impegnati nel lavoro di base e sequestrati per cinque mesi nel 1976. Orlando Yorio e Francisco Jalics furono rinchiusi e torturati nella Esma, la palestra più nota e crudele delle torture dei militari. Ai giudici argentini, Bergoglio ha raccontato una versione dei fatti che non ha mai convinto. E non convince nemmeno Horacio Verbitsky che ci racconta chi è e come si muoverà un pontefice che sorprenderà solo chi non vuole conoscere il suo passato
di Horacio Verbitsky*
Jorge Mario<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />
Bergoglio

Tra le centinaia di chiamate e di mail che ho ricevuto, ne scelgo una. “Non ci posso credere. Sono tanto angustiata e infuriata che non so cosa fare. Ce l’ha fatta, è riuscito a ottenere quello che voleva. Vedo ancora Orlando in sala da pranzo, qualche anno fa, che dice: ‘Lui vuole essere papa’. È la persona indicata per tappare il marciume. È un esperto nel tappare. Il mio telefono non cessa di squillare, Fito mi ha chiamato piangendo”.
È il messaggio di Graciela Yorio, la sorella del sacerdote Orlando Yorio, che denunciò Bergoglio come responsabile del suo sequestro e delle torture che subì per cinque mesi del 1976. Il Fito che l’ha chiamata sconsolato è Adolfo Yorio, suo fratello. Entrambi hanno dedicato molti anni della loro vita a dar seguito alle denunce di Orlando, un teologo e sacerdote terzomondista che è morto nel 2000 sognando l’incubo che ieri si è fatto realtà. Tre anni dopo, il suo incubo è stato designato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires, cosa che preannunciava cosa sarebbe avvenuto dopo.
Orlando Yorio non arrivò a conoscere la dichiarazione di Bergoglio davanti al Tribunale Oral Federal 5. Lì Bergoglio disse che solo di recente aveva saputo dell’esistenza di bambini rubati alle famiglie dopo la fine della dittatura. Ma il Tribunale Oral Federal 6, che ha giudicato il piano sistematico di appropriazione dei figli dei detenuti-desaparecidos, ha ricevuto documenti che indicano che già nel 1979 Bergoglio era ben informato ed era intervenuto almeno in un caso su richiesta del superiore generale, Pedro Arrupe. Dopo aver ascoltato il resoconto dei familiari di Elena de la Cuadra, sequestrata nel 1977, mentre si trovava al quinto mese di gravidanza, Bergoglio le consegnò una lettera per il vescovo ausiliare di La Plata, Mario Picchi, chiedendole di intercedere presso il governo militare. Picchi verificò che Elena aveva dato alla luce una bimba, che fu regalata a un’altra famiglia. “Ce l’ha una coppia per bene e non ci sarà modo di riaverla”, disse alla famiglia. Nella dichiarazione scritta, in occasione della causa dell’Esma per il sequestro di Yorio e dell’altro gesuita Francisco Jalics, Bergoglio ha detto che nell’archivio episcopale non c’erano documenti sui detenuti-desaparecidos. Ma chi gli è subentrato, l’attuale presidente, José Aranceto, ha inviato alla giudice Martina Forns una copia del documento che ho pubblicato qui, quello sulla riunione tra il dittatore Videla e i vescovi Raúl Primatesta, Juan Aramburu y Vicente Zazpe. In quella riunione, essi parlarono con straordinaria franchezza sull’eventualità di dire o non dire che i detenuti-desaparecidos erano stati assassinati, perché Videla voleva proteggere quelli che li avevano uccisi. Nel suo classico libro “Chiesa e dittatura”, Emilio Mignone lo cita come paradigma di “pastori che consegnarono le loro pecore al nemico senza difenderle né riscattarle”. Bergoglio mi ha raccontato che in una delle sue prime messe come arcivescovo vide Mignone e fece per avvicinarlo al fine di dargli qualche spiegazione ma il presidente e fondatore del Cels alzò la mano facendogli capire che non voleva essere avvicinato da lui.
Non sono sicuro che Bergoglio sia stato eletto per tappare il marciume che ha ridotto all’impotenza Joseph Ratzinger. Le lotte interne della curia romana seguono una logica tanto inaccessibile che i fatti più oscuri possono essere attribuiti allo spirito santo. Che essi siano gli intrighi finanziari per i quali la Banca del Vaticano è stata esclusa dal clearing internazionale perché non osserva le regole indispensabili al controllo sul riciclaggio del denaro. Oppure per le pratiche pedofile, diffuse in quasi ogni paese del mondo, che Ratzinger aveva coperto dal Santo Uffizio e per le quali ha chiesto poi perdono come pontefice. Non mi stupirebbe nemmeno che, scopa in mano e con le sue scarpe consumate, Bergoglio intraprendesse una crociata moralizzatrice per ripulire i sepolcri apostolici.
La cosa di cui sono sicuro, però, è che il nuovo vescovo di Roma sarà un ersatz, una parola tedesca a cui nessuna traduzione rende onore, un succedaneo di minor qualità. Come l’acqua con la farina che le madri povere usano per ingannare la fame dei figli. Il teologo della liberazione brasiliano Leonardo Boff, escluso per volontà di Ratzinger dall’insegnamento e dal sacerdozio, si era illuso che venisse eletto il francescano di origine irlandese Sean O’Malley, quello che guida la diocesi di Boston, sfasciata a causa dei tanti risarcimenti che ha pagato a bambini vessati dai sacerdoti. “Si tratta di una persona molto legata ai poveri perché ha lavorato per molto tempo in America Latina e nei Carabi, sempre in mezzo ai poveri. È un segnale che può esistere un papa diverso, un papa di nuova tradizione”, ha scritto l’ex sacerdote. Nel Seggio Apostolico non siederà un vero francescano ma un gesuita che si fa chiamare Francesco, come il poveretto di Assisi. Un’amica argentina mi scrive addolorata da Berlino che, per i tedeschi, i quali non conoscono la sua storia, il nuovo papa viene considerato un terzomondista. Piccola confusione.
La biografia di Bergoglio è quella di un populista conservatore, come Pio XII e Giovanni Paolo II: inflessibili nelle questioni dottrinarie ma con un’apertura verso il mondo e, soprattutto, verso le masse impoverite. Quando il nuovo papa dirà la prima messa in una strada di Trastevere o alla stazione Termini di Roma e parlerà delle persone sfruttate e costrette alla prostituzione dai potenti insensibili che chiudono il loro cuore a Cristo; quando i giornalisti amici racconteranno che ha viaggiato nella metro o sugli autobus; quando i fedeli ascolteranno le sue omelie recitate con le movenze di un attore nelle quali le parabole della Bibbia coesistono con le parole semplici del popolo; ci sarà chi andrà in delirio per il rinnovamento ecclesiastico. Nei tre lustri che ha trascorso alla guida dell’Arcidiocesi porteña (della Città di Buenos Aires, ndt) ha fatto questo e molto di più. Nello stesso tempo, però, Bergoglio ha tentato di unire l’opposizione contro il primo governo in molti anni che ha adottato una politica favorevole ai settori sociali popolari e lo ha accusato di essere scontroso e conflittuale perché, per realizzare quella politica, il governo ha dovuto affrontare quegli stessi potenti che lui aveva fustigato solo nei discorsi.
Adesso potrà farlo su un’altra scala, cosa che non vuol dire che dimenticherà l’Argentina. Se Pacelli ricevette finanziamenti dall’Intelligence statunitense per puntellare la Democrazia Cristiana e impedire la vittoria dei comunisti nelle prime elezioni del Dopoguerra, e se Wojtila fu l’ariete che aprì il primo varco nel muro europeo, il papa argentino potrà ricoprire lo stesso ruolo a scala sudamericana. La sua passata militanza nella Guardia di Ferro (una sorta di scuola quadri della destra peronista, ndt), il discorso populista che non ha dimenticato, e con quale potrebbe perfino adottare cause storiche come quella delle Malvine, lo mettono in grado di condurre l’orientamento di quel processo, di apostrofare gli sfruttatori e di predicare la mansuetudine agli sfruttati.

*Horacio Verbitsky, giornalista e scrittore argentino, è editorialista del giornale argentino Página/12 - dove è stato pubblicato questo articolo (ringraziamo Pagina 12 e l’autore) – e collabora con numerosi giornali di tutto il mondo. Verbitsky è noto soprattutto per la pubblicazione del saggio Il Volo – Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos, sulle brutalità della dittatura argentina.
Traduzione m.c. per Comune-info

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