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Ieri sera in televisione è successa una cosa
sconvolgente. Anni e anni di certezze ideologiche, di delicati equilibri mentali
interni che regolano e tengono rigorosamente separati in compartimenti stagni i
Buoni dai Cattivi, il lato buono della Forza da quello oscuro, sono di nuovo
improvvisamente saltati, come ormai sta succedendo sempre più spesso, frantumati
da un evento imprevisto, un cigno nero - ma sarebbe meglio dire un falco - che
ci ha sbattuto le ali in faccia facendoci risvegliare dal torpore.
Edward Luttwak, il
falco, appunto, quello che per anni abbiamo considerato l'emblema ultimo
dell'imperialismo ammeregano ed il suo portavoce presso il volgo della lontana
provincia italiana - e lo è ancora, per l'amor di Dio, ci mancherebbe - ha
esposto con parole semplici e disarmante pragmatismo americano qual è l'attuale
problema dell'Europa e lo ha detto in televisione, in prima serata, di fronte ad
una platea di suocere dietro le quali le nuore alle quali far intendere erano
ancora più numerose.
Ascoltate questo primo passaggio del suo
intervento, nel quale cita (non a caso, credo) una
nota opera divulgativa del nostro amato neo premier
Lettanipote.
"Questo euro di cui si muore". Pazzesco.
Avrete notato l'incredulità e la stizza che si dipingeva in diretta nei volti
dei piddini presenti, alle parole del falcone. Ebbene, ascoltate ora (sono
immagini e parole forti, rimanete seduti e calmi, respirate lentamente, è tutto
ok) la risposta di Sergio Cofferati, ex capo della CGIL, uno teoricamente de
sinistra, che ultimamente hanno scongelato dalla crioconservazione per
mandarlo in sala rianimazione nel tentativo di risvegliare il PD in coma
parlandogli e raccontandogli le favolette sull'Europa, il fogno europeo,
gli Stati Uniti d'Europa e il nostro tesssoro, l'euro.
Ascoltate e stupite:
I padri fondatori dell'Europa. Cioè quei bei
tomi della sinistra europea, affossatori dei diritti delle classi lavoratrici
europee per conto e su commissione delle élite privilegiate, tra i quali colui
che i piddini hanno recentemente fatto finta di voler far diventare Presidente
della Repubblica; l'eurodaddy per eccellenza, Romano Prodi.
Le menzogne sulla gratitudine per i
vantaggi eccezionali dell'euro all'Italia, ai quali non credono
intimamente più nemmeno i più pasdaran tra i liberisti alle vongole nostrani. La
solita menata della liretta che avrebbe avvantaggiato solo la FIAT
(ah, Sergio, rimembri ancor!) e impoverito la vedova, l'orfano e il
proletario (per citare Bagnai).
La svalutazione sistematica, la liretta sottoposta alla speculazione, il debito
pubblico. Il 1992-93 che furono "anni di virtù che portarono poi alla
nascita dell'euro". (AIUTOOO!!)
Qualche anima buona chieda a Cofferati come spiega, con parole sue, quest'esplosione del rapporto debito/PIL e come esso si concili con la virtù teologale del chissaccheccosa |
Cofferati in pochi minuti non risveglia il PD,
che ormai è in coma depassée - volgarmente, è andato - ma distrugge, già che
c'è, ciò che resta della dignità della sinistra, svelandone, se ce ne fosse
ancora bisogno, l'oscena attitudine al tradimento ed all'inganno nei confronti
delle proprie classi di riferimento. Senza contare che il Cinese ci toglie ogni
residuo dubbio sul ruolo della sinistra italiana di fenomenale collaborazionista
e volonterosa carnefice al servizio di chi ci sta uccidendo, l'euronazismo. Con
loro che in cambio hanno il permesso di salvarsi un po' di robba
prima del saccheggio finale.
Ascoltate il falcone Luttwak come risponde al
Cinese. Facendogli notare che, mentre loro pensano a come fare gli Stati Uniti
d'Europa senza danneggiare troppo la Germania, tra una quindicina d'anni, il
disoccupato intanto muore. Non volete dargli un bacio in bocca?
Ma ancora più devastante è stato il passaggio
in cui Luttwak ha spiegato perché l'IMU è una provvedimento regressivo e
arbitrario. Un siluro che ha centrato in pieno il
cuore governativo del sistema, dal PD collaborazionista, al PDL che
prima regge il sacco a Monti per un anno e poi strepita per l'abolizione
dell'iniqua
gabella. Fino al professorone della Bocconi ridotto in
nanosfere.
Insomma, una cosa veramente inaudita.
Un'inversione dei poli magnetici ideologici.
Possiamo discutere fino a domani di come forse
la chiave per interpretare l'uscita antieuro di Luttwak sia motivata dalla
considerazione che "la crisi europea sta mettendo in difficoltà il mondo
intero" e quindi si tratti ancora una volta di pragmatismo dettato dalla
necessità di difendere interessi americani e globali. Difesa non certo nel senso
idiota dell'invidia per una moneta forte che intendono i piddini e gli stolti,
ma in quello del "facciamo qualcosa prima che 'sti pazzi facciano saltare anche
noi".
Possiamo parlare del fatto che il fanatismo monetario che Luttwak definisce come tipicamente europeo, dalle parti di Chicago ha avuto molti autorevoli sostenitori nella corrente liberista dell'economia.
Possiamo parlare del fatto che il fanatismo monetario che Luttwak definisce come tipicamente europeo, dalle parti di Chicago ha avuto molti autorevoli sostenitori nella corrente liberista dell'economia.
Oltre a quello dell'euro c'è infatti anche il
problema del contemporaneo fallimento delle teorie economiche che per decenni
hanno imposto il principio della deregolamentazione e del primato della finanza
sull'economia, oltre alla distruzione sistematica del principio dello Stato come
principale regolatore economico. Luttwak è falco ma anche volpe, questo lo sa
benissimo.
Tuttavia, ciò che è innegabile è che Luttwak ha
esposto il fatto che la sinistra italiana sta difendendo e presto sarà l'unica a
farlo, un sistema fallimentare e dannoso per non solo l'Italia ma l'intera
Europa. E ciò mentre in
Europa cresce ogni giorno il numero delle voci contrarie a questa
follia, perfino a sinistra.
Tra le innumerevoli sfumature di grigio di
questa maledetta stagione dell'euro, ci mancava solo l'esperienza del sogno
bagnato con protagonista il falcone neocon.
A chi interessa, qui c'è la puntata integrale.
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