Lo stato vuole chiudere la televisione pubblica. I lavoratori la occupano.
La polizia si sta schierando in prossimità della sede dell’emittente pubblica ERT in via Mourouzi. I lavoratori hanno dichiarato di non avere alcuna intenzione di lasciare l’edificio dopo la mezzanotte e hanno esposto uno striscione con la scritta “Abbasso la giunta, la ERT non chiuderà”.
Alla “piazza” di ERT
Sulla decisione del governo di chiudere in una notte la Tv pubblica non c’è niente da dire. Cosa ci sarebbe da dire? Ciò che è più che ovvio? Dovremmo parlare del “decidiamo e ordiniamo” (n.d.t espressione usata dal dittatore Papadopoulos) del governo? Del fatto che non esiste un solo paese europeo senza televisione pubblica? Se pochi anni fa il fatto che il Terzo Canale non veniva ricevuto in tutta la Grecia era considerato un segno di “arretratezza”, da “terzo mondo”..chiudere la tv pubblica e la radio pubblica cosa vuol dire?
Diciamo solo che la questione supera quella delle migliaia dei licenziati, supera anche la questione dell’esistenza o meno della tv e della radio pubblica e tende a diventare una protesta generalizzata. Forse sta nascendo una nuova “piazza”, come a Syntagma due anni fa? La gente che si raduna ad Aghia Paraskevi, ci fa capire una cosa del genere. Tra l’altro, se pensiamo a piazza Taksim, la scintilla che accenderà il fuoco può essere una cosa piccola, quasi insignificante, figuriamoci poi se si tratta dell’abolizione della televisione e della radio pubblica.
Non scriviamo altro, perché non possiamo: Andiamo ad Aghia Paraskevi! E’ là che batte il cuore delle analisi questa sera. E’ là che batte anche il nostro cuore!
Traduzione di Atene Calling
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