domenica 16 febbraio 2014
di Patrizia Turchi e Franco Astengo
Alberto Asor Rosa ha analizzato ieri, sulle colonne del “Manifesto”, le vicende più 
recenti della politica italiana, usando toni molto netti e duri al riguardo 
della “resistibile ascesa” di Matteo Renzi.
In conclusione da un lato s’interroga: “Che c’entriamo noi 
con l’arroganza e la stupidità del gruppo dirigente del PD?” e, dall’altra 
esclama su di “un senso di smarrimento senza pari”, ma soprattutto un "non mi 
sarei aspettato". 
Non tutti però si sentono stupiti né smarriti (senza alcuna 
pretesa di superiorità nella capacità d’analisi): su questo ci sentiamo di 
rassicurare Alberto Asor Rosa. Né per quanto riguarda l'apoteosi distruttrice 
dell'effetto primarie, così come l'analisi attorno ad un soggetto politico, qual 
è il PD e al suo assetto nuovista.
Anzi la situazione in atto, che giudichiamo gravissima 
anche dal punto di vista della salute della democrazia, ci conferma in alcune 
opzioni di fondo già individuate da tempo.
Non ci riferiamo soltanto ai guasti provocati dal 
processo di degrado della politica, esasperati in Italia dallo scioglimento dei 
grandi partiti di massa e dall’avanzarsi dei fenomeni della personalizzazione e 
della logica del maggioritario o del trasferimento di effettivo potere dalla 
politica all’economia. 
Ma ad un insieme che ha prodotto -del tutto logicamente- il 
risultato di un approccio all’agire politico esclusivamente in funzione della 
costruzione di gruppi dirigenti utili soltanto a stare dalla parte della 
gestione capitalistica, perché essa possa conseguire l’obiettivo del 
rafforzamento dei grandi potentati, dell’impoverimento generale, dello 
svilimento culturale. 
Risultato realizzatosi  grazie anche ad una massiccia 
campagna ad hoc, anche mass-mediatica, sul tema della governabilità e 
dell'idiozia popolarmente attecchita della certezza del "chi governa già la sera 
dell'esito elettorale". 
Al contrario di Asor Rosa non siamo smarriti perché ci 
siamo resi conto che l’abbandono dei principi fondamentali dell’analisi e della 
storia della sinistra avrebbe contribuito a provocare questo disastro.
Non siamo stupiti perché non abbiamo coltivato il sogno di 
ricostruire un improbabile centro- sinistra da parte di forze politiche interne 
alla logica liberista, alla sopraffazione della Costituzione, all’imitazione – 
neppure troppo ben riuscita – dei modelli dell’avversario.
L’assenza di autonomia teorica e politica da parte dei 
residui di ciò che era la sinistra italiana ci è parsa ben evidente, da tempo, 
così com’è apparsa evidente la tendenza a costruire una vera e propria stretta 
autoritaria che già oggi sta entrando in una fase d’inasprimento della quale già 
si vedono intenzioni ed effetti come nel caso del progetto di legge elettorale 
“Berlusconi/Renzi” e dell’assunzione, in concreto, di una sorta di “vocazione 
presidenzialista” da parte di Giorgio Napolitano.
Limitandoci, dal punto di vista delle nostre affermazioni, 
alla superficie dell’ “involucro politico”.
Non siamo smarriti, ma preoccupati per l’isolamento in cui 
si trovano i tratti più importanti delle insorgenze sociali pur presenti nel 
nostro Paese e nella pressoché totale di consapevolezza dell’assenza  - esiziale 
– di soggettività politica alternativa, di opposizione, anticapitalista.
Inseguire le chimere di un riformismo senza riforme, di 
partiti senza militanza, di primarie/spettacolo pericolose per la stessa qualità 
della vita democratica, di costruzione di schieramenti inesistenti come i 
“governi di cambiamento” e i “nuovi centro-sinistra”: questo ha -volutamente- 
provocato smarrimento.
Ci sentiamo totalmente fuori da questo quadro di stupore, 
perché sappiamo che la contraddizione agente è sempre quella di classe, che 
stiamo vivendo una fase di effettiva limitazione delle libertà democratiche, che 
occorre ricercare la via della ricostruzione di una sinistra comunista, 
anticapitalista, alternativa sul piano del sistema.
Ad Asor Rosa chiediamo una maggiore riflessione sul proprio 
stupore fruendone degli esiti, perché l'età (e dunque l'autorevolezza) e la sua 
importante carriera politico/culturale (il prestigio) aiutino i tanti innamorati 
della "lista per Tsipras" a non aggiungere altro stupore e smarrimento (sempre 
che non si aggiunga anche l'ennesima sconfitta cocente).
Lista Tsipras per la quale -ad esempio- è in queste ore in 
atto una kermesse modello "primarie de noantri", via web ... tanto per non 
dimenticare che tra la teoria politica invocata e la pratica dovrebbe esserci 
sempre connessione stretta.  
Perché, diciamolo chiaramente, a leggere gli articoli di 
Micro-Mega sul tema europeo sembra che davvero si sia persa la bussola, poiché 
manca del tutto (parafrasando Asor Rosa) l'analisi, l'analisi, l'analisi. 
L'unica che ci salva e che evita di portare le persone 
-come pecore "smarrite", verso l'ennesimo burrone.
Analisi e proposta conseguente: per questi buoni motivi 
vale l’impegno e non lo smarrimento
 
 
 
 
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