Peggioramento della crisi del sistema sanitario pubblico di assistenza e cura, incapacità dei pazienti di accedere al sistema sanitario con conseguente aumento dell'incidenza di malattie infettive, deterioramento globale della salute mentale della popolazione. Questi gli ulteriori effetti dell'austerità imposta alla Grecia per non uscire dall'Ue secondo i dati forniti dallo studio pubblicato su 'Lancet' da studiosi dell'Università di Oxford, Cambridge e dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine. Il rapido aumento della disoccupazione verificatosi nel 2009 ha avuto effetti disastrosi su circa 800 mila cittadini, che non hanno più avuto la possibilità della copertura sanitaria e di accedere ai servizi sanitari, evidenzia l'analisi.
Secondo la ricerca, la Grecia è il Paese Ue che ha tagliato di più in sanità e oggi la sua spesa pubblica in servizi per la salute è inferiore a tutti gli altri membri dell'Unione Europea prima del 2004: tra il 2009 e il 2011 il budget per gli ospedali pubblici è stato ridotto del 25%.
L'incidenza di alcune malattie infettive è aumenta negli anni "caldi" della crisi, osserva lo studio: l'infezione da Hiv tra i tossicodipendenti è cresciuta di 10 volte tra il 2009 e il 2012 ; la tubercolosi è raddoppiata nel 2013; la mortalità infantile è cresciuta del 43% tra il 2008 e il 2010; il tasso di depressi nella popolazione è aumentato di 2,5 volte tra il 2008 e il 2011; infine non è da sottovalutare l'impennata dei suicidi, aumentati del 45% tra il 2007 e il 2011.
David Stuckler, co-autore del lavoro, ha sottolineato come il costo dell'austerità in Grecia sia stato sostenuto principalmente dai cittadini, colpiti in maniera devastante dai tagli al settore sanitario. "La speranza è che questo lavoro possa suggerire scelte diverse alla politica e aiutare a dare risposte immediate alla popolazione - ha affermato Stuckler -. Ci sono altri Paesi che hanno superato gravi crisi finanziarie, come l'Islanda e la Finlandia, e questi Stati hanno puntato sul welfare per ripartire. Una possibilità che anche la Greciadovrebbe iniziare a valutare".
Secondo la ricerca, la Grecia è il Paese Ue che ha tagliato di più in sanità e oggi la sua spesa pubblica in servizi per la salute è inferiore a tutti gli altri membri dell'Unione Europea prima del 2004: tra il 2009 e il 2011 il budget per gli ospedali pubblici è stato ridotto del 25%.
L'incidenza di alcune malattie infettive è aumenta negli anni "caldi" della crisi, osserva lo studio: l'infezione da Hiv tra i tossicodipendenti è cresciuta di 10 volte tra il 2009 e il 2012 ; la tubercolosi è raddoppiata nel 2013; la mortalità infantile è cresciuta del 43% tra il 2008 e il 2010; il tasso di depressi nella popolazione è aumentato di 2,5 volte tra il 2008 e il 2011; infine non è da sottovalutare l'impennata dei suicidi, aumentati del 45% tra il 2007 e il 2011.
David Stuckler, co-autore del lavoro, ha sottolineato come il costo dell'austerità in Grecia sia stato sostenuto principalmente dai cittadini, colpiti in maniera devastante dai tagli al settore sanitario. "La speranza è che questo lavoro possa suggerire scelte diverse alla politica e aiutare a dare risposte immediate alla popolazione - ha affermato Stuckler -. Ci sono altri Paesi che hanno superato gravi crisi finanziarie, come l'Islanda e la Finlandia, e questi Stati hanno puntato sul welfare per ripartire. Una possibilità che anche la Greciadovrebbe iniziare a valutare".
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