di Marco Travaglio - Fonte
"Buongiorno a tutti, questa settimana direi due cose importanti tra le tante:
1) un no di Napolitano, noi spesso abbiamo criticato il Capo dello Stato perché non riusciva a dire la parola “no” questa settimana ne ha detto uno, vedremo perché, cosa implica.
2) Le anticipazioni fornite dai giornali sulla cosiddetta “riforma della giustizia” presentata dal Ministro Alfano, che in realtà non è una riforma della giustizia.
Ancora una volta usano le parole sbagliate per chiamare le cose, è una riforma dei giudici, che viene spacciata per una riforma della giustizia per far credere alla gente che ciò venga incontro alle nostre esigenze di cittadini, mentre in realtà viene incontro alle esigenze della politica di mettere sotto controllo la magistratura.
Cominciamo dal “no” di Napolitano alla Legge Alfano, non lodo, cominciamo a usare le parole giuste e a fare pulizia nel nostro vocabolario e quindi nelle nostre menti, sapete che e l’abbiamo già detto più volte, i lodi sono soluzioni a controversie decise da arbitri super partes, imparziali, indipendenti, autorevoli, qui non c’è nessuna controversia, ci sono i processi a Berlusconi e non c’è nessun arbitro imparziale, c’è Alfano, è una legge costituzionale prevista dall’Art. 138 della Costituzione che stabilisce alcune cose:
1) per poter processare il Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio ci vuole l’autorizzazione della maggioranza del Parlamento, autorizzazione a procedere della maggioranza del Parlamento, con maggioranza semplice, 50% più 1 dei parlamentari;
2) la Legge Alfano è retroattiva, è ovvio che sia retroattiva, vale per i processi cominciati prima che venga approvata e per i reati commessi prima che venga approvata e questo è evidente, la fanno per mandare a monte i processi a Berlusconi, quindi se non fosse “retroattiva” varrebbe soltanto per i processi che nasceranno in futuro, per i reati che verranno commessi in futuro, mentre qui il problema è bloccare i processi già esistenti, quindi è evidente che o lo fanno retroattivo o non lo fanno;
3) la sospensione dei processi fino al termine dell’incarico è reiterabile, cosa vuole dire?
Che se oggi Berlusconi riesce a sospendere i suoi processi con questa legge costituzionale Alfano, quando finisce la legislatura prematuramente se si va alle elezioni prima, alla scadenza naturale se si va alle elezioni nel 2013, cosa succede nella nuova legislatura?
Succede che se Berlusconi torna a fare il Presidente del Consiglio può avvalersi di nuovo della Legge Alfano e quindi i suoi processi non riprendono neanche tra la fine della legislatura attuale e l’inizio di quella successiva, continua finché non smette di fare il Presidente del Consiglio e ormai ha 74 anni e nel 2013 ne avrà 77 e se sarà Presidente del Consiglio per altri 5 anni arriverà a 82, ma la reiterabilità non implica soltanto che uno si possa portare dietro lo scudo da una legislatura all’altra, implica anche che se cambia poltrona, sempre all’interno di quelle due Presidenza della Repubblica, Presidente del Consiglio, gli vale comunque, quindi se Berlusconi fosse eletto nel 2013 quando si andrà a rinnovare il Capo dello Stato, Presidente della Repubblica, si trascinerebbe lo scudo che aveva come Presidente del Consiglio.
Quindi praticamente la reiterabilità significa che se Berlusconi riesce a tornare a Palazzo Chigi o addirittura andare al Quirinale, quella che chiamiamo sospensione in realtà è un’abolizione in eterno, in secula secolorum dei suoi processi, questo è in sostanza, in parole volgari la legge costituzionale Alfano, sapete che non va in vigore tra poco, devono ancora approvarla al Senato la prima volta, poi alla Camera la prima volta, poi far passare 3 mesi, poi di nuovo passare al Senato, poi di nuovo passare alla Camera se non viene mai emendata a quel punto si va al referendum popolare perché è evidente che se riescono a approvarla con maggioranza del 50+1 e già questo non è sicuro, viste le posizioni critiche dei finiani, quindi è sicuro che non arriveranno alla maggioranza dei 2/3, il referendum è praticamente automatico, basta chiederlo e quindi i cittadini si pronunceranno sulla domanda: volete che la legge sia uguale per tutti o invece che ci sia una persona, il capo del Governo più uguale degli altri?
E Berlusconi sarà costretto a farsi una campagna elettorale per chiedere ai cittadini di dargli l’impunità, solo a lui, a nessun altro se non a lui e al Capo dello Stato, se il Capo dello Stato verrà ricompreso in questo scudo, perché hanno compreso il Capo dello Stato nello scudo?
Perché non vogliono fare uno scudo dove ci sia proprio il nome del beneficiario, perché se lo fanno solo per il Presidente del Consiglio, anche quelli che oggi fanno finta di non vedere, capiranno che non è una protezione della funzione dei due Presidenti, ma è una protezione della persona di Berlusconi. Tra l’altro questa cosa per cui chi fa il Capo del Governo non può sottoporsi a processo è ridicola, intanto perché in un paese ordinato chi ha processi non dovrebbe poter fare il Presidente del Consiglio e se avesse processi dopo che è stato nominato Presidente del Consiglio, dovrebbe dimettersi, questo avviene negli altri paesi, ma soprattutto non sta scritto da nessuna parte che uno solo perché è Capo del Governo non abbia tempo di andare ogni tanto a qualche udienza o di mandare i suoi Avvocati a rappresentarlo a qualche udienza, Berlusconi ha fatto il Ministro dello Sviluppo economico per quasi 6 mesi a interim, ha detto di essersi impegnato moltissimo, ora ha smesso perché ha nominato il Ministro Romani, quindi evidentemente quell’impegno grandissimo che ha profuso al Ministero dello sviluppo economico, adesso che non ce l’ha più, gli lascia un sacco di tempo libero e quindi potrebbe utilizzarlo per andare a processo, chi gliel’ha fatto fare di andare qualche giorno nella dacia in Russia a festeggiare il compleanno di Putin, non era mica una missione diplomatica ufficiale, c’è andato per trovare un suo amico, benissimo, è la dimostrazione che di tempo libero ne ha a iosa!
Ma soprattutto questa cosa è ridicola per un altro motivo e cioè che Berlusconi lo sapeva prima di essere eletto in Parlamento due anni e mezzo fa, nel 2008 e di essere nominato Presidente del Consiglio, di avere dei processi, perché?
Perché li aveva già prima e quindi avrebbe potuto inserire nel programma del Pdl un punto, direi in cima al programma del Pdl, visto che è la cosa che più lo impegna, in cui dire: eleggetemi perché se sarò eletto mi farò uno scudo e così sapremmo se gli elettori di centro-destra sono disposti o no a votare Berlusconi per dargli lo scudo, in realtà lui invece le campagne elettorali le fa sempre sul ponte sullo stretto, la riduzione delle… su tutte promesse che poi non mantiene, l’unica che sta mantenendo è lo scudo, però non l’aveva mai promesso prima delle elezioni agli elettori. Perché Napolitano ha detto di no?
Avrebbe potuto dire di no con questa motivazione: signori non ho processi, non vedo per quale motivo dovreste farmi una legge che me li sospende, se volete fare una legge che sospende i processi al Premier, fate una legge che sospende i processi al Premier e tenete fuori il Presidente della Repubblica che non ha bisogno di tutele, avrebbe potuto citare i lavori preparatori della Costituente dove si posa il problema se rendere immune il Capo dello Stato e i padri costituenti decisero di no, decisero che il Capo dello Stato per i reati comuni è processabile come ogni cittadino, mentre non è responsabile degli atti che compie nell’esercizio delle funzioni di Capo dello Stato, infatti come sapete c’è sempre la controfirma di un Ministro quando il Capo dello Stato prende un’iniziativa, proprio perché lui non è responsabile, questo si stabilì, per gli atti commessi nelle sue funzioni, se stende qualcuno con la macchina o accoltella il vicino di casa o fa un abuso edilizio, qualsiasi cosa, quelli sono reati comuni commessi al di fuori dell’esercizio delle funzioni, non parliamo poi dei reati commessi prima di entrare in funzione, per quelli il Capo dello Stato è un cittadino comune, per i reati comuni extra funzionali o prefunzionali.
Ci sono solo due reati commessi nell’esercizio delle funzioni per le quali il Capo dello Stato è processabile, sono i due reati più gravi che può commettere un Capo dello Stato: alto tradimento e attentato alla Costituzione, in questi casi il Parlamento si esprime a maggioranza qualificata, deve votare con una maggioranza dei 2/3 per la messa in stato d’accusa del Capo dello Stato, il cosiddetto impeachment che in Italia non si chiama così e allora il Capo dello Stato va a finire davanti alla Corte Costituzionale che lo processa o per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. Al di fuori di quei due casi per i reati funzionali il Capo dello Stato non è responsabile e per i delitti comuni viene trattato come un comune cittadino, anche se si è stabilita una prassi, sapete che le prassi giuridiche poi hanno un valore di legge, per cui si è stabilito che per reati comuni si aspetti la fine del mandato, un po’ quello che succede in Francia, anche lì per il Capo dello Stato, è successo per esempio che quando la Procura di Roma aprì l’indagine sui fondi neri del Sisde e alcuni dirigenti del Sisde disse che passavano i fondi riservati, quelli che si usa per le spese che non si possono documentare, pagare informatori, confidenti, pentiti, spie, spie straniere, fondi riservati sono nella disponibilità del Ministro dell’Interno e che quindi alcuni Ministri facevano uso di questi fondi riservati non istituzionale, furono indagati diversi ex Ministri dell’interno tra i quali Scalfaro, si aspettò che Scalfaro finisse il suo mandato presidenziale, poi si mandò avanti l’indagine e si scoprì che non era vero niente, che Scalfaro era una persona per bene e quindi l’inchiesta per abuso d’ufficio fu archiviata ma non fu fatta durante la presidenza della Repubblica a Scalfaro.
Lo strano scudo per il Presidente della Repubblica
Quindi il Capo dello Stato per i reati comuni per prassi viene processato dopo che scade il suo mandato, per i reati funzionali, legati alla carica non è responsabile, salvo per attentato alla Costituzione e alto tradimento, nel qual caso ci vuole la maggioranza qualificata dei 2/3 del Parlamento per metterlo in stato d’accusa e trascinarlo davanti alla Corte Costituzionale.Adesso non viene abolita questa norma prevista dalla Costituzione, perché?
Perché viene lasciata, è un articolo della Costituzione questo che riguarda i possibili reati del Capo dello Stato, a fianco di quella norma costituzionale, nasce la legge costituzionale Alfano nell’intenzione del Governo della maggioranza che dice che per i reati comuni il Capo dello Stato non è processabile salvo autorizzazione a procedere della maggioranza semplice del Parlamento, 50% più 1, quindi paradossalmente gli danno una tutela inferiore a quella che ormai ha il Capo dello Stato, anzi mentre per i reati funzionali il Capo dello Stato per essere messo in stato d’accusa per alto tradimento, per attentato alla Costituzione c’è bisogno dei 2/3 del Parlamento, quindi è molto tutelato il Capo dello Stato, per i reati comuni è facilissimo metterlo sotto l’abuso edilizio, è facilissimo metterlo in stato d’accusa perché?
Perché basta il 51% del Parlamento che è ridicolo, è ridicolo perché? Perché intanto non c’è niente di paragonabile all’alto tradimento o all’attentato alla Costituzione, eppure per metterlo in stato d’accusa per quei gravissimi reati è molto difficile perché bisogna raggiungere i 2/3 del Parlamento, mentre invece se fa un abuso edilizio, una diffamazione, un battibecco con un vicino di casa o cose del genere, lì è facilissimo metterlo in stato d’accusa, perché? Perché basta il 51% del Parlamento e quindi il Capo dello Stato diventa ostaggio della maggioranza politica che c’è in quel momento.
Quindi la maggioranza politica che c’è in quel momento, quindi il governo che c’è in quel momento, può tenere sotto scopa il Capo dello Stato, perché?
Perché dipende dalla maggioranza semplice stabilire se il Capo dello Stato va o non va sotto processo anche per un reatucolo da 4 soldi e quindi lo possono ricattare ovviamente, se fai il bravo non diamo l’autorizzazione a procedere, se non fai il bravo la diamo.
Per questo il Capo dello Stato ha detto no, non perché dica: voglio essere uguale a tutti gli altri cittadini di fronte alla legge com’è adesso salvo i reati funzionali, ma perché dice che così facendo si limita l’autonomia e l’indipendenza del Capo dello Stato che a differenza del Capo del Governo, rappresenta tutta la nazione, non rappresenta soltanto la maggioranza, naturalmente quelli che hanno fatto la Legge Alfano si sono precipitati a dire: adesso guerreggiamo, non ci eravamo accorti, non avevano neanche colto o fingono di non avere colto un fatto così devastante, tutto fatto perché?
Perché bisogna mettere una foglia di fico su Berlusconi, il Capo dello Stato viene usato nella Legge Alfano come foglia di fico per Berlusconi. Adesso cosa faranno?
Non si capisce, perché? Perché se mettono anche per il Capo dello Stato un’autorizzazione a procedere dei 2/3, Berlusconi potrebbe avere dei problemi e quindi cosa dovranno fare? Dovranno probabilmente stabilire una maggioranza diversa per l’autorizzazione a procedere al Capo dello Stato e al Capo del Governo, il tutto perché?
Perché ovviamente gli interessa bloccare i processi al Capo del Governo, ma di questa Legge Alfano possiamo anche occuparci tra qualche mese o tra qualche anno perché come abbiamo detto non è questa che risolve i problemi al Cavaliere, in quanto ci vorranno un anno e mezzo, due anni per mandarla in vigore, sempre che Berlusconi sia ancora interessato a fare tutto questo calvario di due anni, visto che il tempo stringe e il 14 dicembre è dietro l’angolo e è il 14 dicembre che la Corte Costituzionale stabilirà se il suo legittimo impedimento che lo sospende processualmente fino all’estate prossima è o non è legittimo, perché se non è legittimo Berlusconi torna imputato a Natale e dovrà farsi qualcos’altro alla svelta, tipo un altro legittimo impedimento, magari cambiando un po’ quello appena varato dalla Corte, altrimenti i giudici nel giro di pochi mesi vanno a sentenza nel processo Mills e nel processo Mediaset.
La riforma dei giudici
Due, la riforma dei giudici abusivamente ribattezza “riforma della giustizia” pochi punti importanti, intanto Alfano dice e non ha torto, che questa riforma è presa paro, paro dalla bozza Boato dalla Bicamerale.Nel 1997 dopo 6 bozze esplorative, Boato presentò la settima e definitiva sulla quale nel 1998 si andò al voto nella bicamerale presieduta da D’Alema, maggioranza di centro-sinistra e tutti i partiti di centro-destra e di centro-sinistra, esclusa Rifondazione Comunista, approvarono quella bozza Boato, per fortuna quando poi si trattò di tradurre in norme costituzionali, quindi in Parlamento la bozza approvata in bicamerale, Berlusconi si tirò indietro, perché?
Perché voleva pure l’amnistia e dato che ormai mancava poco alle elezioni, non ricordo se europee, credo di sì, il centro-sinistra non se la sentì di fare un’amnistia perché altrimenti sarebbe stato spazzato via e quindi Berlusconi che voleva usare la bicamerale per arrivare all’amnistia, dato che non gliela diedero, fece saltare la bicamerale, tanto la bicamerale gli era comunque servita per bloccare il centro-sinistra su tutta una serie di norme che lui non voleva, conflitto di interessi, antitrust etc., quelli si erano comprati la sua partecipazione alla bicamerale dandogliene tutte vinte e adesso Berlusconi, al momento opportuno, gli fece un bel gesto dell’ombrello, gli fece cascare la riforma della giustizia con la riforma dei giudici, riforma costituzionale, quindi la bicamerale saltò e infatti poi ci pensò Berlusconi nella successiva legislatura a fare la famosa controriforma dell’ordinamento giudiziario, Castelli, che poi è andata in vigore con i decreti delegati durante il secondo governo Prodi con la riforma Castelli – Mastella che era poi la stessa cosa riveduta e corretta o forse corrotta, il che significa tra l’altro che non c’è bisogno di nessuna riforma della giustizia perché ne hanno già fatte un’ottantina in questi 15 anni, nel libro ad personam ho ricordato quante sono le riforme della Giustizia fatte in questi 15 anni, solo perché adesso ci dicono: finalmente arriva la riforma della Giustizia, no, ne hanno fatte un’ottantina di riforme della giustizia, hanno tutte avuto l’effetto di far durare di più i processi. Questa non incide minimamente sulla durata dei processi, perché incide solo e esclusivamente sullo status del magistrato e in particolare del Pubblico Ministero, la bestia nera, quindi ricordando che sta copiando la riforma della bicamerale, già votata da tutti i partiti in bicamerale, ma fortunatamente non entrata in vigore perché Berlusconi, Dio lo benedica, fece salvare la bicamerale, Alfano ripropone tutta una serie di punti della bozza Boato, perché?
Perché qui si tratta addirittura di riscrivere il Titolo IV della Costituzione, un blocco enorme di leggi, decine di articoli, quello che oggi si intitola “La Magistratura” e che in futuro il Ministro chiamerà “La Giustizia” perché la parola “magistratura” non gli piace. Primo, le carriere, separazione delle carriere, ecco perché fanno una norma costituzionale, perché la Costituzione stabilisce che i giudici si distinguono soltanto per funzioni e appartengono tutti quanti allo stesso ordine che poi è un potere dello Stato, indipendente, dice la Costituzione, autonomo da ogni altro potere, il che significa che tutta la Magistratura è un ordine che costituisce un potere dello Stato e tutta la Magistratura vuole dire: giudici e pubblici Ministeri, adesso invece le carriere verranno separate.
La posizione costituzionale del giudice è differenziata da quella del PM, scrive Alfano, il giudice è un potere dello Stato, rimane un potere dello Stato, il PM non più, viene definito un ufficio regolato dalle norme dell’ordinamento giudiziario, quindi il PM non fa più parte della carriera dell’ordine giudiziario, diventa una specie di protesi delle forze dell’ ordine, le forze dell’ ordine vanno da lui e gli dicono: chiedimi l’arresto di questo, chiedimi l’intercettazione per questo, mettimi sotto inchiesta questo, autorizzami a pedinare questo e il PM obbedisce, altra cosa è il giudice che invece giudica.
Oggi per fortuna non è così, capita spessissimo che le forze dell’ ordine vogliono fare qualcosa e che il PM invece dica no, perché?
Perché anche lui è impregnato di cultura dell’imparzialità, mica deve arrestare qualcuno pur che sia, deve far arrestare i colpevoli, non uno purché sia, l’abbiamo detto mille volte, il PM non è pagato a cottimo sugli arresti o sulle condanne, il PM deve cercare la verità, il giudice deve accertare la verità e quindi fanno un mestiere complementare, per questo devono stare nella stessa carriera, perché la verità viene fuori soltanto se PM e giudice hanno nella testa il concetto e il criterio e la bussola dell’imparzialità, le forze di Polizia non hanno questo dovere, le forze di Polizia, come sapete, fanno carriera in base alle statistiche e le statistiche sono tot retate, tot arresti, tot sequestri, poi vai a sapere se quelli che hai preso poi saranno condannati o meno, l’importante è che ne prendi tanti, addirittura arriviamo alle aberrazioni di certi ufficiali o dirigenti deviati che sequestrano più volte la stessa partita da droga o addirittura la fanno trovare, come è successo recentemente a certi alti ufficiali del Ros, perché?
Perché devono impinguare le statistiche, il giudice e il PM non c’entrano con questo modo di operare. Adesso il PM è sganciato dalla cultura dell’imparzialità e della verità che diventerà solo del giudice, sarà una longa manus delle forze dell’ ordine, quelle chiedono e lui concede come un jukebox delle forze di Polizia e questo a tutto danno delle garanzie dei cittadini, naturalmente, perché bisognerà aspettare il giudice che arriva molto dopo per rimediare agli errori che faranno insieme le forze di Polizia e il PM, mentre oggi è il PM il primo baluardo dei cittadini contro eventuali abusi delle forze dell’ ordine.
L’ufficio del PM e questo è il primo limite che viene messo ai poteri del PM, resta titolare dell’azione penale, spetta a lui aprire le indagini e chiedere il rinvio a giudizio, ci mancherebbe altro, ma dovrà esercitarla l’azione penale secondo le priorità indicate dalla legge, ecco cosa fanno, nella Costituzione scrivono che il PM deve rispettare le priorità indicate dalla legge, poi si fa una legge ordinaria, 50% più 1, in cui si dice che il PM deve dare priorità a certi reati rispetto a altri e indovinate un po’ a quali reati dovrà dare priorità il PM, oggi non deve dare priorità a niente, al massimo se ha troppo da fare dà priorità ai reati più gravi o a quelli commessi più di recente, visto che quelli più antichi rischiano di finire in prescrizione, se deve scegliere proprio, ma non c’è nessuna norma per cui tra una bancarotta e uno scippo è ovvio che dà priorità alla bancarotta, perché?
Perché la bancarotta ha rubato a migliaia di cittadini milioni di Euro, mentre lo scippo, per quanto grave sia uno scippo, quanto può avere portato via alla vittima?
In futuro vedrete che avremo una legge che imporrà ai magistrati di dare priorità a scippi, furtarelli, reati di strada e di trascurare bancarotte, falsi in bilancio, corruzioni, concussioni, truffe, i reati che portano via i soldi dalle casse dello Stato o dal mondo della finanza ai danni dei cittadini e dei risparmiatori.
Figuratevi questa maggioranza che stabilisce i reati prioritari, ma questi sono capaci di togliere pure la mafia, la camorra e l’‘ndrangheta dai reati prioritari, viste le rappresentanze di mafia, camorra e ‘ndrangheta nel governo e nella maggioranza.
Secondo limite al PM, anche la disponibilità della Polizia giudiziaria sarà rimessa alle modalità stabilite dalla legge, nella Costituzione scriveranno questo e poi faranno una legge a maggioranza semplice, 50% più 1, in cui si spiega che il PM non è più il dominus della Polizia giudiziaria, oggi la Polizia giudiziaria fa quello che le dice il PM, il PM dice “vai lì e loro vanno lì” indaga su quello e loro sono obbligati a indagare su quello, invece in futuro la Polizia giudiziaria sarà lasciata al controllo gerarchico che, di chi è?
Del governo, la Guardia di Finanza risponde al Ministro Tremonti, la Polizia risponde al Ministro Maroni, interno, i Carabinieri rispondono al Ministro della Difesa, La Russa e dipenderanno dal governo e basta, quindi se il giudice dice: indagatemi un po’ su quella transazione finanziaria, su quella frode fiscale, loro diranno: no, dovranno fare quello che gli dice il governo, gli agenti di Polizia giudiziaria, pensate un po’ quando si tratterà di indagare su un ragazzo massacrato di botte in carcere o durante una manifestazione, casi è inutile che ne facciamo i nomi, li conosciamo tutti, ce ne sono sempre di più!
Quando la Polizia giudiziaria dovrà indagare su sé stessa, se non ci sarà un ordine preciso del Magistrato, con il cavolo che vado a indagare sul mio collega, o su un mio superiore, se ho un ordine del Magistrato lo faccio e sono protetto da quell’ordine, perché?
Perché me l’ha chiesto lui, ma se non ho l’ordine del Magistrato e è una mia iniziativa indagare su un mio superiore, non lo faccio, perché?
Perché mi stroncano la carriera, mi mandano a indagare sulle pecore in Sardegna o in Aspromonte!
Avete capito la logica del separare le carriere e poi dello spolpare i poteri autonomi che garantiscono autonomia del Magistrato, PM e quindi diritti e equità ai cittadini. Il Csm, è ovvio, separando i PM dai giudici come carriera separano anche il Csm, uno varrà per il PM e uno varrà per i giudici, così intanto spaccano un organismo unico, lo frazionano in due organismi che conteranno molto di meno, naturalmente, perché?
Perché rappresenteranno meno gente e che, attenzione, non saranno più composti come dice l’attuale Costituzione per i 2/3 da magistrati e per 1/3 da eletti dal Parlamento, ma se ci va bene saranno eletti fifty-fifty metà dal Parlamento e metà dai magistrati, se ci va male e secondo me ci andrà male, è una legge di Murphy, con questa classe politica, se può andare peggio ci andrà, per 1/3 il Csm sarà formato da magistrati e per 2/3 da politici e lo chiamano organo di autogoverno della magistratura, un organo di autogoverno che in realtà ha la maggioranza di politici, immaginate cosa diventa il Csm, non un organo di garanzia e autogoverno della Magistratura, ma un plotone di esecuzione per punire i magistrati, chi?
Quelli incapaci, quelli fannulloni? Quelli pigri? Quelli corrotti? Quelli collusi?
No, quelli verranno promossi, verranno puniti quelli bravi, efficienti, in questi anni il Csm ha tradito il suo compito di difendere i magistrati onesti (vedi Forleo, De Magistris, i magistrati Nuzi, Verasani e Apicella di Salerno che avevano osato mettere il naso in certi santuari) e ha tradito nonostante una maggioranza che ancora è dei magistrati, figuratevi quando avranno la maggioranza i politici cosa non riusciranno a fare, probabilmente riusciranno anche a espugnare le procure di Milano e Palermo che per il momento non sono ancora riuscite, nonostante i tentativi a smantellare.
La fine della separazione dei poteri
Il Csm naturalmente non potrà più esprimere pareri sulle leggi vergogna che attengono una magistratura, lo potrà fare soltanto quando glielo chiede il Ministro e dato che il Ministro sa che un Csm degno di questo nome, non può che fare pareri negativi su leggi orrende, non chiederà i pareri al Csm e così non ci sarà neanche questo barlume di controllo sulle normative in materia di giustizia.
E poi tenetevi forte perché c’è un ingrassamento smodato da parte del Ministro della Giustizia, Alfano si dà un po’ di poteri in più, parecchi poteri in più e naturalmente li dà al Ministro, quindi i Ministri alla Giustizia avranno enormi poteri di interferenza sull’autonomia e indipendenza della magistratura, il Ministro della Giustizia riferirà annualmente alle Camere sullo stato della giustizia, sull’esercizio dell’azione penale e sull’uso dei mezzi di indagine, pensate il Ministro della Giustizia, un politico di un partito della maggioranza, va ogni anno alle Camere e fa una relazione su come va la giustizia, su come viene esercitata l’azione penale, su chi i PM hanno chiesto di processare e chi no e sull’uso dei mezzi di indagine, andrà a ficcare il naso se il Magistrato ha usato le intercettazioni, ha usato i pedinamenti, le microspie, questo, quest’altro metodo di indagine, se non gli piace un’indagine, se non gli piace che si indaghi su qualcuno, il Ministro riferisce al Parlamento e il Parlamento alla fine cosa fa?
Vota la relazione del Ministro, si mette ai voti in Parlamento l’esercizio dell’azione penale da parte delle Procure della Repubblica, il Parlamento ogni anno deve approvare o disapprovare le indagini della magistratura, pensate che aborto, abominio, mostruosità, dove va a finire la divisione dei poteri, il Parlamento vota sull’attività della Magistratura, oggi non lo potrebbe fare, perché? Perché le procure potrebbero sollevare un conflitto di attribuzioni tra i poteri dello Stato, visto che le procure non devono rispondere a altri, se non alla legge, figurarsi al Parlamento, alla maggioranza o al governo, in futuro le procure non saranno più un potere dello Stato, quindi non potranno più sollevare conflitto davanti alla Corte Costituzionale contro questi abomini, figuratevi il Magistrato come si sentirà intimidito dalla prospettiva che una sua indagine venga pubblicamente denunciata e bocciata dalla maggioranza parlamentare, avendo oltretutto dietro le spalle con il Csm che lo tutela, ma un plotone di esecuzione che lo può fucilare allo spalle, formato da una maggioranza di politici, quindi magistrati che facciano indagini scomode sul potere non se ne troveranno più, salvo kamikaze, aspiranti suicidi.
Il Ministro della giustizia diventa poi una figura che può presentare proposte e richieste al Csm, quindi addirittura partecipa alle riunioni del Csm e propone, concorre alla formazione dei giudici e dei PM, glielo insegna lui ai giudici e ai PM il mestiere di magistrato, glielo insegna il Ministro tramite opportuni insegnanti, potete immaginare quali, immaginate Alfano, Castelli, Mastella, Biondi, Mancuso, i vari Ministri che abbiamo avuto in questi anni, uno più indecente dell’altro, pensate quando potranno concorrere a formare i nuovi magistrati, che formazione tireranno fuori! Ultimi due punti: ritorna la legge incostituzionale Pecorella, quella che aboliva l’appello del PM, sapete che nel 2005, Berlusconi temendo di perdere il suo processo d’appello, fece abolire l’appello dal suo Avvocato che è l’Avvocato Pecorella che anche il Presidente della Commissione Giustizia, si stabilì che, se tu vieni assolto o prescritto in primo grado e il PM fa appello non lo può più fare, per cui tu la prima volta ti è andata bene, vai a casa per sempre tranquillo e beato, se invece vieni condannato in primo grado, allora tu puoi fare appello e se perdi il processo e ti condannano anche in appello, puoi fare ricorso in Cassazione, il PM invece non può fare appello contro le assoluzioni e le prescrizioni e poi parlano di parità delle armi tra difesa e accusa nel processo penale, è incostituzionale questa porcata, la Corte l’ha bocciata, ha riconsentito anche ai PM, non solo agli imputati di fare appello e adesso la mettono nella Costituzione, una norma già dichiarata incostituzionale dalla Corte.
Infine si prevede anche la partecipazione del popolo all’amministrazione della giustizia, come? Con la nomina elettiva di magistrati onorari per le funzioni di PM, avremmo un po’ di PM eletti dal popolo, pensate che meraviglia, si faranno le campagne elettorali per l’elezione del PM, la Lega avrà il suo candidato, il Pdl avrà il suo candidato, il PD avrà il suo candidato, Di Pietro avrà il suo candidato, la Sinistra radicale, l’Udc avrà il suo candidato, chissà se riescono a trovare un candidato incensurato, pensate che meraviglia, le campagne elettorali per l’elezione del PM, dopodiché chi si farà mai indagare da un PM eletto in quota Lega, in quota Di Pietro, in quota Pdl, in quota PD, in quota Udc, pensate che casino, pensate un extracomunitario processato che si trova sul banco dell’accusa un PM eletto a Bergamo in una lista di PM leghisti, pensate come deve sentirsi sicuro, pensate se non ha il diritto di chiedere la legittima suspicione e il trasferimento a un’altra sede.
Questo per dirvi la gravità di quello che sta succedendo, non mi pare di avere notato grande indignazione in circolazione, ma del resto questo è un paese abituato a tutto, per cui questa porcheria viene spacciata per riforma della Giustizia.
Concludo con un appello, questa settimana Il Fatto Quotidiano ha pubblicato una notizia e cioè ha raccontato che l’ufficio stampa dell’Enel aveva mandato una strana comunicazione alla nostra concessionaria pubblicitaria e alla nostra amministrazione, in cui si diceva: visto che avete criticato il collocamento in borsa delle azioni dell’Enel Green Power, è un’operazione da 3 miliardi di Euro che ovviamente vengono chiesti ai risparmiatori, visto che Il Fatto ha criticato questa operazione, dicendo che non era proprio esente da critiche, mica abbiamo detto che è una truffa o cosa… abbiamo detto semplicemente che bisognava stare attenti visti certi precedenti, l’Enel farà in modo di non fare più pubblicità su Il Fatto Quotidiano, questa è stata la comunicazione, naturalmente non ce ne può fregare di meno, nel senso che già lo sappiamo che la nostra linea imparziale, soprattutto nelle pagine dell'economia e della politica, quelle più inquinate sugli altri giornali allontana gli inserzionisti pubblicitari, non li attira perché non siamo disponibili a fare soffietti e pompini in cambio di una pagina di pubblicità, cosa che invece fanno molti altri giornali che gli inserzionisti li attirano perché?
Perché parlano sempre bene di loro. Infatti poco abituati alle critiche dagli altri giornali i signori dell’Enel si sono molto meravigliati delle nostre critiche, evidentemente pensavano che dare qualche pagina di pubblicità ad Il Fatto quotidiano gli esentasse da critiche de Il Fatto Quotidiano all’Enel, si vede che sono abituati così con gli altri giornali, perché erano veramente stupefatti delle nostre critiche ma come, facciamo pubblicità su Il Fatto e voi ci criticate? Sì, certo, perché? Perché la pubblicità non serve a comprarsi un giornale, la pubblicità serve a promozionare un prodotto ai lettori di quel giornale, quindi tu inserzionista dovresti occuparti di un unico particolare, quel giornale vende? Vende copie a un numero sufficiente di persone che ci interessa raggiungere con il nostro messaggio promozionale?
Se sì, facciamo la pubblicità e la paghiamo in proporzione alla diffusione di quel giornale, se no, non la facciamo, non ci deve essere altro retro pensiero, interesse, evidentemente non è così in Italia, infatti ci hanno detto che avrebbero fatto in modo di non farci più pubblicità, noi cosa abbiamo risposto? Fate come vi pare, evidentemente avevate sbagliato indirizzo, perché noi non siamo un giornale che rinuncia alle critiche quando sono meritate, soltanto perché il destinatario delle critiche ci ha dato qualche pagina di pubblicità, preferiamo restare senza pubblicità, ma continuare a informare i cittadini su quello che i grandi inserzionisti non vogliono far sapere, ma anche che gli altri giornali non fanno sapere per non perdere preziosi e lucrosi inserzionisti in un momento tra l’altro di crisi dell’editoria e della carta stampata e soprattutto a causa del tirar cinghia degli inserzionisti pubblicitari. Lo dico perché in questi giorni abbiamo la campagna abbonamenti per la prima volta dopo un anno chiediamo ai nostri abbonati di rinnovare l’abbonati e a quelli che non lo sono di abbonarsi, di abbonarsi on line o di abbonarsi via coupon per poter avere ogni giorno il proprio giornale prenotato in edicola, visto che molto spesso, per fortuna, Il Fatto Quotidiano a una certa ora scompare perché tutti si sono comprati le copie disponibili, se andate sul sito ilfattoquotidiano.it trovate i dettagli per la campagna abbonamenti e per il rinnovo degli abbonamenti, sappiate che con 100 Euro o poco più, vi portate a casa per un altro anno un giornale che da questo punto di vista siete sicuri che non bara, perché quando riceve questi strani messaggi degli inserzionisti pubblicitari, invece di risolvere la questione in separata sede, come avrebbero fatto molti altri o invece di dire: abbiamo un’inchiesta sull’Enel, che facciamo la pubblichiamo oppure ci date pubblicità perché anche questo succede e casi recenti ci hanno fatto capire che uso viene fatto di certe informazioni sensibili, noi cosa abbiamo fatto? Massima trasparenza, abbiamo immediatamente messo sul giornale quello che stava succedendo tra Il Fatto e l’Enel, una critica e l’Enel toglie la pubblicità, abbiamo anche raccontato i precedenti perché molti altri giornalisti che hanno osato toccare certi santuari, hanno provocato l’immediato ritiro della pubblicità ai loro giornali e così questi giornalisti sono diventati non solo dei nemici degli inserzionisti, ma anche dei pericoli pubblici per il loro editore che ha perso dei grossi introiti, a Il Fatto Quotidiano si fanno molti errori, siamo un giornale piccolo, giovane, minorenne, direi, ma non si fanno scherzi e non si fanno truffe, per cui ci date la pubblicità? Continueremo a scrivere di voi quello che pensiamo, non ce la date? Liberissimi, ce la togliete subito dopo che vi abbiamo criticati?
Vi mettiamo sul giornale perché deve essere tutto trasparente, soprattutto in un giornale che ha un solo padrone, il lettore, non l’inserzionista e non lo Stato visto che siamo anche uno dei pochi giornali in Italia, direi quasi l’unico che non prende un quattrino dalla Presidenza del Consiglio e forse si vede! Non prendendo un quattrino dalla Presidenza del Consiglio non abbiamo motivi di riconoscenza nei confronti della Presidenza del Consiglio e non abbiamo paura che ci taglino i fondi, perché? Semplicemente perché non li abbiamo mai voluti, passate parola e se potete abbonatevi, buona settimana!"
Marco Travaglio
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