di Zag. Fonte: vecchiatalpa
Diecimila euro e la piazza la puliamo noi. Ecco quanto costa manifestare a Roma. A questi si aggiungono quattromila euro alla società per la pulizia delle strade lungo il percorso. Il costo della democrazia. Gli Indignados di roma hanno fatto colletta per pagare il comune e poter dimostrare tutta la loro indignazione. Vogliono essere nella legalità , quella legalità che mette mille bastoni alla leicità di chi vuole protestare e dimostrare la propri indignazione. A che serve stare nella legalità? Chi potrà permettersi di dimostrare nelle pubbliche piazze, di chi sono le piazze e le vie di Roma?
E' incominciato in ritardo la marcia, anzi la camminata , come si vuole che si chiami, questa marcia che da Piazza della Repubblica li porterà a Piazza San Giovanni. Piazza recintata da nastro giallo e già alla 14,00 piena di gazebo. La tenda di Info Point è il punto di riunione
In attesa che parti il corteo, anzi la camminata, raggiungo la piazza. Il sole è impietoso, la piccola fontanella che è all'angolo stenta a riempire le bottigliette vuote, d'acqua. Scambio alcune parole con gli indignados a presidio dei gazebo. Sono giovani, alcuni già determinati, convinti, altri ancora indecisi, confusi , ma fermi e convinti che stanno dalla parte del giusto. Riparto e raggiungo l'assembramento a piazza Repubblica. Una giovane ragazza parla e racconta come fanno gli spagnoli. Si agitano le mani per applaudire, si incrociano quando si dissente. Questo sono i simbolismi di questo nuovo assemblearismo. Vecchi ricordi mi tornano alla mente,vecchie riminiscenze di altri tempi, vecchie delusioni. Speriamo che questi giovani riescano a superarli. Parla un'indignados spagnolo, poi un nordafricano in un italiano stentato. Gli striscioni sono pronti . La marcia incomincia . "Questa democrazia è una bugia" è il primo slogan che parte dalla testa del corteo. I manifestanti si snodano lungo via Cavour e lungo tutto il percorso. Il caldo è notevole, ma questi sembrano che non lo sentono!. Li precedo e raggiungo di nuovo la Piazza. E' li che li aspetto, lungo via Merulana. Il corteo intanto arriva . Beh per la verità mi aspettavo una partecipazione più massiccia. Sono un pò deluso. Forse non siamo ancora molto indignati,...cosa aspettiamo non sò.
Alle 17.00 incominciano le assemblee ed intanto si montano le tende, staranno qui anche tutta la notte ed anche domani. Poi non si sa. Al Gazebo dei cassaintegrati si alternano le delegazioni di Melfi, di Pomigliano, le ragazze della Omsa, i precari della scuola. Sono tutti critici nei confronti dei sindacati, meno verso la Fiom , ma tutti indicano nella lotta unita, fra tutti i lavoratori senza distinzione di categoria, Chiedono uno sciopero ad oltranza. Chiedono visibilità, strategia nella comunicazione. Chiedono cosa possano ancora fare dopo aver scalato i tetti, occupati le vecchie prigioni, fatto spettacoli e teatro per le strade,digiuni . Cosa ancora possono fare di fronte al silenzio e all'indifferenza del potere e di chi doveva rappresentarli.
In fondo alla strada vi potrà essere solo uno sbocco. E sarà poi, tutta responsabilità di chi poteva fare ed è rimasto sordo.
E' notte fonda, il rumore dei generatori riesce a coprire anche quelle delle macchine che sfrecciano veloci ed indifferenti.
Domani si ricomincia!
Diecimila euro e la piazza la puliamo noi. Ecco quanto costa manifestare a Roma. A questi si aggiungono quattromila euro alla società per la pulizia delle strade lungo il percorso. Il costo della democrazia. Gli Indignados di roma hanno fatto colletta per pagare il comune e poter dimostrare tutta la loro indignazione. Vogliono essere nella legalità , quella legalità che mette mille bastoni alla leicità di chi vuole protestare e dimostrare la propri indignazione. A che serve stare nella legalità? Chi potrà permettersi di dimostrare nelle pubbliche piazze, di chi sono le piazze e le vie di Roma?
E' incominciato in ritardo la marcia, anzi la camminata , come si vuole che si chiami, questa marcia che da Piazza della Repubblica li porterà a Piazza San Giovanni. Piazza recintata da nastro giallo e già alla 14,00 piena di gazebo. La tenda di Info Point è il punto di riunione
In attesa che parti il corteo, anzi la camminata, raggiungo la piazza. Il sole è impietoso, la piccola fontanella che è all'angolo stenta a riempire le bottigliette vuote, d'acqua. Scambio alcune parole con gli indignados a presidio dei gazebo. Sono giovani, alcuni già determinati, convinti, altri ancora indecisi, confusi , ma fermi e convinti che stanno dalla parte del giusto. Riparto e raggiungo l'assembramento a piazza Repubblica. Una giovane ragazza parla e racconta come fanno gli spagnoli. Si agitano le mani per applaudire, si incrociano quando si dissente. Questo sono i simbolismi di questo nuovo assemblearismo. Vecchi ricordi mi tornano alla mente,vecchie riminiscenze di altri tempi, vecchie delusioni. Speriamo che questi giovani riescano a superarli. Parla un'indignados spagnolo, poi un nordafricano in un italiano stentato. Gli striscioni sono pronti . La marcia incomincia . "Questa democrazia è una bugia" è il primo slogan che parte dalla testa del corteo. I manifestanti si snodano lungo via Cavour e lungo tutto il percorso. Il caldo è notevole, ma questi sembrano che non lo sentono!. Li precedo e raggiungo di nuovo la Piazza. E' li che li aspetto, lungo via Merulana. Il corteo intanto arriva . Beh per la verità mi aspettavo una partecipazione più massiccia. Sono un pò deluso. Forse non siamo ancora molto indignati,...cosa aspettiamo non sò.
Alle 17.00 incominciano le assemblee ed intanto si montano le tende, staranno qui anche tutta la notte ed anche domani. Poi non si sa. Al Gazebo dei cassaintegrati si alternano le delegazioni di Melfi, di Pomigliano, le ragazze della Omsa, i precari della scuola. Sono tutti critici nei confronti dei sindacati, meno verso la Fiom , ma tutti indicano nella lotta unita, fra tutti i lavoratori senza distinzione di categoria, Chiedono uno sciopero ad oltranza. Chiedono visibilità, strategia nella comunicazione. Chiedono cosa possano ancora fare dopo aver scalato i tetti, occupati le vecchie prigioni, fatto spettacoli e teatro per le strade,digiuni . Cosa ancora possono fare di fronte al silenzio e all'indifferenza del potere e di chi doveva rappresentarli.
In fondo alla strada vi potrà essere solo uno sbocco. E sarà poi, tutta responsabilità di chi poteva fare ed è rimasto sordo.
E' notte fonda, il rumore dei generatori riesce a coprire anche quelle delle macchine che sfrecciano veloci ed indifferenti.
Domani si ricomincia!
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