Fonte: controlacrisi
«Il referendum? Lo poteva fare un anno e mezzo fa!». Vassilis Primikiris è membro del Synaspismos, il partito della sinistra di alternativa in Grecia. Primikiris non ha dubbi: «Quella di Papandreou è stata una mossa per aprire la fase delle larghe intese. Il premier non ha nessuna volontà di sentire il popolo». Insomma, il ritiro della consultazione popolare era già nel conto. Quello di Papandreou era un bluff. Intanto, nei sondaggi il Pasok scende dal 45% al 15%.
Qui da noi ha impressionato la rimozione dei vertici militari.
Quella mossa era da fare molto prima. E poi non c’entra molto con l’idea di un colpo di Stato. Non è più tempo di colpo di Stato. Non sarebbero capaci. C’è da mettere nel conto che alcuni di quei militari avevano protestato per la diminuzione delle buste paga.
…non è più tempo di colpo di Stato…
La guerra la fanno con l’attacco massiccio al Welfare e con le mosse finanziarie.
L’Ue ha sempre assegnato alla Grecia un surplus di responsabilità...
Per noi non c’è una questione ellenica. La Grecia è esposta per quanto riguarda il debito pubblico ma anche altri paesi hanno un livello alto. In realtà stanno usando il nostro paese come cavia per attaccare gli stipendi, le pensioni e la condizione del lavoro e realizzare la totale privatizzazione dei servizi pubblici. Hanno utilizzato la Grecia perché nel Sud Europa c’è una storia consolidata del movimento operaio. In questa vicenda il vero nodo uscito allo scoperto è rappresentato dai limiti della costruzione dell’Euro a due velocità, ovvero costruito intorno all’economia di Francia e Germania. Guarda caso sono i due paesi che nella crisi sono cresciuti a scapito degli altri. Quello che abbiamo dovuto assistere in Grecia è un debito alto anche a causa delle forti spese militari imposte dalla Germania prendendo a pretesto lo scontro con la Turchia. Perché quella vicenda non la può affrontare l’Europa?
Avete paura del default?
Il popolo non fallisce. E’ questa la verità. In questi anni proprio a causa dell’Euro c’è stata una economia che ha cambiato i connotati storici della Grecia. Ci siamo ritrovati con una agricoltura costretta ad importare mentre prima oltre al fabbisogno copriva anche una parte delle esportazioni. Senza contare che il settore pubblico è stato usato a un mero scopo elettorale. Ora i cosiddetti aiuti stanno andando principalmente alle banche. Cosa rimarrà per i finanziamenti allo sviluppo?
Come è la situazione sociale?
I tagli al pubblico impiego hanno fatto alzare il tasso di disoccupazione al 20%. E tutti gli esperti dicono che presto arriveremo al 30%, per effetto dell’impoverimento generale. Il costo della vita è arrivato allo stesso livello degli altri paesi europei. Le mobilitazioni continueranno perché altri settori sociali stanno scendendo in piazza. Insomma, in strada non si vedono solo più i soliti comunisti. Non è un caso che la polizia si sta scatenando con le provocazioni attraverso gli infiltrati.
Quale è la situazione a sinistra?
I sondaggi dicono che la sinistra alternativa può raggiungere il 30%, ma è anche vero che c’è una quota simile di indecisi. Il bipartitismo è sconfitto politicamente. Ora si tratta di unire politicamente la sinistra. Anche perché l’unità della sinistra è indispensabile, per un governo di alternativa di sinsitra, oggi più che in qualsiasi altro momento per battere un potere che si va configurando sempre più come un potere dispotico.
«Il referendum? Lo poteva fare un anno e mezzo fa!». Vassilis Primikiris è membro del Synaspismos, il partito della sinistra di alternativa in Grecia. Primikiris non ha dubbi: «Quella di Papandreou è stata una mossa per aprire la fase delle larghe intese. Il premier non ha nessuna volontà di sentire il popolo». Insomma, il ritiro della consultazione popolare era già nel conto. Quello di Papandreou era un bluff. Intanto, nei sondaggi il Pasok scende dal 45% al 15%.
Qui da noi ha impressionato la rimozione dei vertici militari.
Quella mossa era da fare molto prima. E poi non c’entra molto con l’idea di un colpo di Stato. Non è più tempo di colpo di Stato. Non sarebbero capaci. C’è da mettere nel conto che alcuni di quei militari avevano protestato per la diminuzione delle buste paga.
…non è più tempo di colpo di Stato…
La guerra la fanno con l’attacco massiccio al Welfare e con le mosse finanziarie.
L’Ue ha sempre assegnato alla Grecia un surplus di responsabilità...
Per noi non c’è una questione ellenica. La Grecia è esposta per quanto riguarda il debito pubblico ma anche altri paesi hanno un livello alto. In realtà stanno usando il nostro paese come cavia per attaccare gli stipendi, le pensioni e la condizione del lavoro e realizzare la totale privatizzazione dei servizi pubblici. Hanno utilizzato la Grecia perché nel Sud Europa c’è una storia consolidata del movimento operaio. In questa vicenda il vero nodo uscito allo scoperto è rappresentato dai limiti della costruzione dell’Euro a due velocità, ovvero costruito intorno all’economia di Francia e Germania. Guarda caso sono i due paesi che nella crisi sono cresciuti a scapito degli altri. Quello che abbiamo dovuto assistere in Grecia è un debito alto anche a causa delle forti spese militari imposte dalla Germania prendendo a pretesto lo scontro con la Turchia. Perché quella vicenda non la può affrontare l’Europa?
Avete paura del default?
Il popolo non fallisce. E’ questa la verità. In questi anni proprio a causa dell’Euro c’è stata una economia che ha cambiato i connotati storici della Grecia. Ci siamo ritrovati con una agricoltura costretta ad importare mentre prima oltre al fabbisogno copriva anche una parte delle esportazioni. Senza contare che il settore pubblico è stato usato a un mero scopo elettorale. Ora i cosiddetti aiuti stanno andando principalmente alle banche. Cosa rimarrà per i finanziamenti allo sviluppo?
Come è la situazione sociale?
I tagli al pubblico impiego hanno fatto alzare il tasso di disoccupazione al 20%. E tutti gli esperti dicono che presto arriveremo al 30%, per effetto dell’impoverimento generale. Il costo della vita è arrivato allo stesso livello degli altri paesi europei. Le mobilitazioni continueranno perché altri settori sociali stanno scendendo in piazza. Insomma, in strada non si vedono solo più i soliti comunisti. Non è un caso che la polizia si sta scatenando con le provocazioni attraverso gli infiltrati.
Quale è la situazione a sinistra?
I sondaggi dicono che la sinistra alternativa può raggiungere il 30%, ma è anche vero che c’è una quota simile di indecisi. Il bipartitismo è sconfitto politicamente. Ora si tratta di unire politicamente la sinistra. Anche perché l’unità della sinistra è indispensabile, per un governo di alternativa di sinsitra, oggi più che in qualsiasi altro momento per battere un potere che si va configurando sempre più come un potere dispotico.
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