COME LA DERIVA SENZA TREGUA PER LA ROBA DA POCO PREZZO MINA LA NOSTRA ECONOMIA, ROVINA LA NOSTRA ANIMA E DEVASTA IL PIANETA
Di JOHN ATCHESON - Common Dreams. Fonte: comedonchisciotte
Se vuoi sapere perché la classe media è scomparsa e dove sia andata, basta guardare al Walmart vicino casa. La gente entra per i prezzi bassi e ne esce con una pila di roba da poco ma, in senso figurativo, perde gli stipendi , il lavoro e la dignità per gli scarti venduti alla Casa dell’Economico.
Benvenuti alla logica fine del percorso della Reaganomics. Benvenuti nella visione da incubo della moralità di Ayan Rand, dove conosciamo il prezzo di tutto ma il valore di niente; dove il comportamento predatorio è celebrato e la nozione di comunità è blasfema.
Nel suo eccellente documentario, Walmart: The High Cost of Low Price, Robert Greenwald documenta con dovizia come i grandi magazzini Walmart abbassino le paghe in tutto il settore delle vendite e come impongano alti costi sociali ed economici agli stati e alle comunità in cui operano, distruggendo le imprese locali.
Ma i prezzi bassi – che comportano costi altissimi – sono irresistibili per il consumatore americano. Walmart ha praticamente messo nell’angolo la vendita al dettaglio e ha ammassato una ricchezza sconvolgente in tutto questo processo.
Ma non si tratto del solo Walmart. Gli enormi centri commerciali ora dettano legge nell’economia retail in tutti i settori, dall’elettronica ai prodotti per animali. E non si tratta solo delle vendite a dettaglio. L’intera economia statunitense è ora organizzata in base al concetto che avere roba da poco– tanto più, tanto meglio– è la conditio sine qua non della politica economica.
C’era un periodo in cui le grandi aziende sapevano che pagare i propri dipendenti con uno stipendio decente aveva benefici economici e sociali. Tutti sanno che Henry Ford disse di volere che i suoi dipendenti potessero permettersi l’acquisto delle auto che producevano e lanciò così sei decenni di prosperità.
Il movimento del lavoro ha contribuito a creare una struttura sociale ed economica in cui i lavoratori condividevano la ricchezza che avevano generato. Quando i lavoratori hanno i soldi sufficienti per consumare, stimolano la crescita economica. Quando la produzione era importante quanto il consumo, l’economia fioriva, il lavoratore comune aveva una dignità e i mezzi di produzioni avevano un valore.
Ma la struttura è stata sacrificata sull’Altare della Convenienza, e non produciamo più niente, consumiamo e basta.
La nostra principale attività si è trasformata in un frullato e in una manipolazione senza fine degli ingenti capitali prodotti dal vecchio sistema. Nessun valore è stato aggiunto, qualcuno è stato rastrellato dai super-ricchi con estrema facilità. È un colossale, auto-limitante schema Ponzi.
I ricchi e le corporations non hanno alcuna fedeltà per gli Stati Uniti o i propri lavoratori, e così hanno preso i frutti della sua mungitura e ci si sono seduti sopra, o li hanno investiti oltreoceano, dove si possono produrre le merci meno care.
Creatori di lavoro? Certamente. Ma non buoni lavori, e non qui.
Quando hanno scremato tutto il possibile dai consumatori statunitensi, si sono focalizzati sull’emergente classe media in Cina, in India e altrove, lasciandoci seduti in mezzo ai detriti decadenti della roba da poco che non ci possiamo più permettere, cercando invano quella felicità che pensavamo di comprare.
È una volata verso il fondo. Stipendi più bassi, condizioni di lavoro pericolose, maggiore inquinamento; un maggiore esaurimento del capitale naturale; più riscaldamento climatico; meno felicità.
Globalizzazione, la serva dell’Economia a Tutti i Costi, è celebrata come una soluzione, quando è invece il problema. E persino i più astuti economisti non sembrano capaci di capire che quando il vantaggio comparativo di una nazione si basa sui crimini ambientali e su condizioni inumane, questo vantaggio comparativo non opera nel modo in cui è presentato nei libri di testo e negli astratti modelli economici.
La globalizzazione ha permesso alle corporations di lasciarsi alle spalle la vecchia struttura economica basata su un’equa condivisione della ricchezza. Ad esempio, negli Stati Uniti la paga dei CEO sta ancora una volta aumentando, mentre la media degli stipendi non tiene il passo con l’inflazione.
Così come Walmart ha spinto in basso gli stipendi nel settore delle vendite al dettaglio, la Dottrina della Convenienza ha spinto in basso gli stipendi nelle nazioni sviluppate e li mantiene a livelli ingiusti nel mondo in via di sviluppo.
E lo sporco segreto che si nasconde dietro la facciata della globalizzazione è l’effetto devastante che sta avendo sull’ambiente.
Ad esempio, questa settimana Pechino ha dovuto subire un inquinamento dell’aria così grave che è stato necessario chiudere l’aeroporto. È semplice ignorare questo genere di insulto ambientale quando è “laggiù”. Ma il carbone, la fuliggine e lo sozzume prodotto in Cina alla fine arriva da noi.
Viste le dimensioni che hanno raggiunto le attività umane, soffriamo delle conseguenze ambientali dei nostri acquisti, indipendentemente da quanto siano economici o da dove vengano prodotti. In un mondo dove gli umani sono diventati una forza globale della natura, “là” corrisponde a “qui”. Il cambiamento climatico è il paradigma di come questi insulti colpiscano tutti.
Ma il segreto più sporco in assoluto è che noi – il 99% - diamo forza a questa folle corsa. La nostra dipendenza dalla roba economica e il nostro desiderio che non si placa mai e poi mai è la benzina che alimenta questo distruttivo schema Ponzi.
Ma ci sono anche delle buone notizie. Se siamo quelli che hanno reso possibile la Walmartizzazione dell’America, abbiamo il potere di cambiare direzione.
Come?
Noi siamo il mercato, e noi decidiamo chi vince e chi perde a seconda di dove parcheggiamo i nostri soldi, di dove li investiamo, di cosa decidiamo di comprare e da chi scegliamo di comprare.
Pensateci. Acquistiamo circa 80 miliardi di dollari di roba al giorno, senza contare cosa spendiamo per le nostre case, per le nostre auto e per i soliti conti di casa.
Abbiamo un totale di 17,5 trilioni di dollari nei fondi pensione, la più grande fonte di denaro per le grandi banche, per Wall Street, i pesci grossi e altri speculatori assortiti che usiamo per fargli giocare la loro versione personalizzata di un rischiosissimo Texas hold ‘em.
Il vero potere nel nostro sistema economico e politico risiede in noi, il 99%, se abbiamo l’intelligenza, la saggezza e il coraggio per prendercelo.
Dimenticatevi di Wall Street. Occupiamoci di tutto questo maledetto mercato. Votate con i vostri dollari e con le vostre ricchezze. C’è un elezione che si può comprare.
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Fonte: The Walmartization of America Redux: How the Relentless Drive for Cheap Stuff Undermines Our Economy, Bankrupts Our Soul, and Pillages the Planet
Di JOHN ATCHESON - Common Dreams. Fonte: comedonchisciotte
Se vuoi sapere perché la classe media è scomparsa e dove sia andata, basta guardare al Walmart vicino casa. La gente entra per i prezzi bassi e ne esce con una pila di roba da poco ma, in senso figurativo, perde gli stipendi , il lavoro e la dignità per gli scarti venduti alla Casa dell’Economico.
Benvenuti alla logica fine del percorso della Reaganomics. Benvenuti nella visione da incubo della moralità di Ayan Rand, dove conosciamo il prezzo di tutto ma il valore di niente; dove il comportamento predatorio è celebrato e la nozione di comunità è blasfema.
Nel suo eccellente documentario, Walmart: The High Cost of Low Price, Robert Greenwald documenta con dovizia come i grandi magazzini Walmart abbassino le paghe in tutto il settore delle vendite e come impongano alti costi sociali ed economici agli stati e alle comunità in cui operano, distruggendo le imprese locali.
Ma i prezzi bassi – che comportano costi altissimi – sono irresistibili per il consumatore americano. Walmart ha praticamente messo nell’angolo la vendita al dettaglio e ha ammassato una ricchezza sconvolgente in tutto questo processo.
Ma non si tratto del solo Walmart. Gli enormi centri commerciali ora dettano legge nell’economia retail in tutti i settori, dall’elettronica ai prodotti per animali. E non si tratta solo delle vendite a dettaglio. L’intera economia statunitense è ora organizzata in base al concetto che avere roba da poco– tanto più, tanto meglio– è la conditio sine qua non della politica economica.
C’era un periodo in cui le grandi aziende sapevano che pagare i propri dipendenti con uno stipendio decente aveva benefici economici e sociali. Tutti sanno che Henry Ford disse di volere che i suoi dipendenti potessero permettersi l’acquisto delle auto che producevano e lanciò così sei decenni di prosperità.
Il movimento del lavoro ha contribuito a creare una struttura sociale ed economica in cui i lavoratori condividevano la ricchezza che avevano generato. Quando i lavoratori hanno i soldi sufficienti per consumare, stimolano la crescita economica. Quando la produzione era importante quanto il consumo, l’economia fioriva, il lavoratore comune aveva una dignità e i mezzi di produzioni avevano un valore.
Ma la struttura è stata sacrificata sull’Altare della Convenienza, e non produciamo più niente, consumiamo e basta.
La nostra principale attività si è trasformata in un frullato e in una manipolazione senza fine degli ingenti capitali prodotti dal vecchio sistema. Nessun valore è stato aggiunto, qualcuno è stato rastrellato dai super-ricchi con estrema facilità. È un colossale, auto-limitante schema Ponzi.
I ricchi e le corporations non hanno alcuna fedeltà per gli Stati Uniti o i propri lavoratori, e così hanno preso i frutti della sua mungitura e ci si sono seduti sopra, o li hanno investiti oltreoceano, dove si possono produrre le merci meno care.
Creatori di lavoro? Certamente. Ma non buoni lavori, e non qui.
Quando hanno scremato tutto il possibile dai consumatori statunitensi, si sono focalizzati sull’emergente classe media in Cina, in India e altrove, lasciandoci seduti in mezzo ai detriti decadenti della roba da poco che non ci possiamo più permettere, cercando invano quella felicità che pensavamo di comprare.
È una volata verso il fondo. Stipendi più bassi, condizioni di lavoro pericolose, maggiore inquinamento; un maggiore esaurimento del capitale naturale; più riscaldamento climatico; meno felicità.
Globalizzazione, la serva dell’Economia a Tutti i Costi, è celebrata come una soluzione, quando è invece il problema. E persino i più astuti economisti non sembrano capaci di capire che quando il vantaggio comparativo di una nazione si basa sui crimini ambientali e su condizioni inumane, questo vantaggio comparativo non opera nel modo in cui è presentato nei libri di testo e negli astratti modelli economici.
La globalizzazione ha permesso alle corporations di lasciarsi alle spalle la vecchia struttura economica basata su un’equa condivisione della ricchezza. Ad esempio, negli Stati Uniti la paga dei CEO sta ancora una volta aumentando, mentre la media degli stipendi non tiene il passo con l’inflazione.
Così come Walmart ha spinto in basso gli stipendi nel settore delle vendite al dettaglio, la Dottrina della Convenienza ha spinto in basso gli stipendi nelle nazioni sviluppate e li mantiene a livelli ingiusti nel mondo in via di sviluppo.
E lo sporco segreto che si nasconde dietro la facciata della globalizzazione è l’effetto devastante che sta avendo sull’ambiente.
Ad esempio, questa settimana Pechino ha dovuto subire un inquinamento dell’aria così grave che è stato necessario chiudere l’aeroporto. È semplice ignorare questo genere di insulto ambientale quando è “laggiù”. Ma il carbone, la fuliggine e lo sozzume prodotto in Cina alla fine arriva da noi.
Viste le dimensioni che hanno raggiunto le attività umane, soffriamo delle conseguenze ambientali dei nostri acquisti, indipendentemente da quanto siano economici o da dove vengano prodotti. In un mondo dove gli umani sono diventati una forza globale della natura, “là” corrisponde a “qui”. Il cambiamento climatico è il paradigma di come questi insulti colpiscano tutti.
Ma il segreto più sporco in assoluto è che noi – il 99% - diamo forza a questa folle corsa. La nostra dipendenza dalla roba economica e il nostro desiderio che non si placa mai e poi mai è la benzina che alimenta questo distruttivo schema Ponzi.
Ma ci sono anche delle buone notizie. Se siamo quelli che hanno reso possibile la Walmartizzazione dell’America, abbiamo il potere di cambiare direzione.
Come?
Noi siamo il mercato, e noi decidiamo chi vince e chi perde a seconda di dove parcheggiamo i nostri soldi, di dove li investiamo, di cosa decidiamo di comprare e da chi scegliamo di comprare.
Pensateci. Acquistiamo circa 80 miliardi di dollari di roba al giorno, senza contare cosa spendiamo per le nostre case, per le nostre auto e per i soliti conti di casa.
Abbiamo un totale di 17,5 trilioni di dollari nei fondi pensione, la più grande fonte di denaro per le grandi banche, per Wall Street, i pesci grossi e altri speculatori assortiti che usiamo per fargli giocare la loro versione personalizzata di un rischiosissimo Texas hold ‘em.
Il vero potere nel nostro sistema economico e politico risiede in noi, il 99%, se abbiamo l’intelligenza, la saggezza e il coraggio per prendercelo.
Dimenticatevi di Wall Street. Occupiamoci di tutto questo maledetto mercato. Votate con i vostri dollari e con le vostre ricchezze. C’è un elezione che si può comprare.
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Fonte: The Walmartization of America Redux: How the Relentless Drive for Cheap Stuff Undermines Our Economy, Bankrupts Our Soul, and Pillages the Planet
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