Assemblea di condominio - notavtorino -
I greci e noi: siamo entrambi sulla stessa barca, una barca che assomiglia alla Concordia. O sullo stesso treno, quello che ad alta velocità contribuisce pesantemente alla creazione e alla crescita del debito pubblico nella rincorsa verso la bancarotta.
Dobbiamo evitare il naufragio, dobbiamo fermare quel treno. Lo abbiamo capito anche guardando le olimpiadi greche.
Abitiamo nello stesso condominio dei greci, siamo entrambi solo in affitto e quando il proprietario dell'intero palazzo decide di aumentare l'affitto a suo piacere non c'è nemmeno un sindacato inquilini a cui rivolgerci, dobbiamo fare tutti da soli.
In realtà il nostro caseggiato è stato svenduto ad una banda di affaristi e di speculatori ammanicati con le banche e anche il nostro nuovo amministratore prende ordini dalla proprietà: sono quaranta punti messi nero su bianco in una lettera spedita all'amministratore precedente che non se l'era sentita di farli rispettare e si era fatto da parte, avrà avuto le sue buone ragioni.
Il nuovo amministratore è stato eletto direttamente dalla proprietà in barba alle più elementari regole di democrazia condominiale. E noi zitti.
E' la proprietà che decide le ristrutturazioni degli alloggi, il rifacimento del tetto e della facciata, la messa a norma degli impianti e quant'altro: salvo poi scaricare sugli inquilini spese ordinarie e straordinarie senza neppure mostrarci le fatture. L'amministratore consulta il capo contabile responsabile dello sviluppo economico e anche delle infrastrutture e dei trasporti, il quale è ben felice di dare il consenso. La segretaria minaccia intanto di licenziare gli inquilini che protestano dicendo che dell'articolo diciotto se ne frega.
L'amministratore vola a Bruxelles, riferisce alla proprietà, torna e ci rassicura che lo fa per il nostro bene e i nostri figli. Poi distribuisce i compiti e assegna gli appalti.
Noi inquilini non ne possiamo più. In Grecia il 30% della popolazione è sotto la soglia di povertà, il 50% dei giovani è disoccupato: i nostri figli guardano al futuro e vedono la Grecia. Noi genitori, annoiati per anni con un lavoro che una volta era fisso guardiamo i nostri figli e siamo preoccupati più di loro.
La Grecia è soltanto a due passi da casa nostra. Nello striscione che porteremo alla manifestazione notav di sabato 25 febbraio in Val di Susa lo diciamo chiaro. Nel nostro no ad una grande truffa mascherata da treno, c'è anche la denuncia di una truffa di dimensioni maggiori: il furto aggravato e continuato di diritti e di democrazia, il furto di un futuro per cui valga la pena vivere.
E c'è il disgusto e la rabbia nel vedere un giustizia strabica che assolve chi ruba e mette in galera chi smaschera i ladri. Una giustizia che ci accusa di essere come i camorristi: che pena, che insulto per la nostra povera democrazia malata.
Chissà se chi lancia queste accuse ha mai letto l'articolo che nel '46 Giuseppe Dossetti (non certo un anarco-insurrezionalista) avrebbe voluto inserire nella nostra Costituzione: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri pubblici che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione è diritto e dovere di ogni cittadino”.
Saremo nuovamente in piazza anche per rispedire ai mittenti accuse infamanti: una comunità che in questi anni ha saputo accogliere chi si avvicina per capire e per condividere le ragioni della sua lotta, questa comunità viene dipinta come un covo di terroristi e laboratorio in cui si sperimentano nuove trame eversive. Una comunità che chiede democrazia viene definita eversiva: siamo al delirio, e c'è da preoccuparsi seriamente quando la politica incoraggia il delirio.
Ma la rabbia non ci impedirà di mantenere la calma e la compostezza: fanno di tutto per farci perdere la pazienza ma ancora una volta resteranno delusi, sono più di vent'anni che non perdiamo la pazienza e questo proprio non va giù alla proprietà del condominio.
La manifestazione No Tav di sabato 25 febbraio sarà come una grande assemblea di condominio: sarà presente la stragrande maggioranza dei condomini, nessuno rappresentato per delega. E boccerà all'unanimità le proposte dell'amministratore nominato dalla proprietà.
Sarà dura.
I greci e noi: siamo entrambi sulla stessa barca, una barca che assomiglia alla Concordia. O sullo stesso treno, quello che ad alta velocità contribuisce pesantemente alla creazione e alla crescita del debito pubblico nella rincorsa verso la bancarotta.
Dobbiamo evitare il naufragio, dobbiamo fermare quel treno. Lo abbiamo capito anche guardando le olimpiadi greche.
Abitiamo nello stesso condominio dei greci, siamo entrambi solo in affitto e quando il proprietario dell'intero palazzo decide di aumentare l'affitto a suo piacere non c'è nemmeno un sindacato inquilini a cui rivolgerci, dobbiamo fare tutti da soli.
In realtà il nostro caseggiato è stato svenduto ad una banda di affaristi e di speculatori ammanicati con le banche e anche il nostro nuovo amministratore prende ordini dalla proprietà: sono quaranta punti messi nero su bianco in una lettera spedita all'amministratore precedente che non se l'era sentita di farli rispettare e si era fatto da parte, avrà avuto le sue buone ragioni.
Il nuovo amministratore è stato eletto direttamente dalla proprietà in barba alle più elementari regole di democrazia condominiale. E noi zitti.
E' la proprietà che decide le ristrutturazioni degli alloggi, il rifacimento del tetto e della facciata, la messa a norma degli impianti e quant'altro: salvo poi scaricare sugli inquilini spese ordinarie e straordinarie senza neppure mostrarci le fatture. L'amministratore consulta il capo contabile responsabile dello sviluppo economico e anche delle infrastrutture e dei trasporti, il quale è ben felice di dare il consenso. La segretaria minaccia intanto di licenziare gli inquilini che protestano dicendo che dell'articolo diciotto se ne frega.
L'amministratore vola a Bruxelles, riferisce alla proprietà, torna e ci rassicura che lo fa per il nostro bene e i nostri figli. Poi distribuisce i compiti e assegna gli appalti.
Noi inquilini non ne possiamo più. In Grecia il 30% della popolazione è sotto la soglia di povertà, il 50% dei giovani è disoccupato: i nostri figli guardano al futuro e vedono la Grecia. Noi genitori, annoiati per anni con un lavoro che una volta era fisso guardiamo i nostri figli e siamo preoccupati più di loro.
La Grecia è soltanto a due passi da casa nostra. Nello striscione che porteremo alla manifestazione notav di sabato 25 febbraio in Val di Susa lo diciamo chiaro. Nel nostro no ad una grande truffa mascherata da treno, c'è anche la denuncia di una truffa di dimensioni maggiori: il furto aggravato e continuato di diritti e di democrazia, il furto di un futuro per cui valga la pena vivere.
E c'è il disgusto e la rabbia nel vedere un giustizia strabica che assolve chi ruba e mette in galera chi smaschera i ladri. Una giustizia che ci accusa di essere come i camorristi: che pena, che insulto per la nostra povera democrazia malata.
Chissà se chi lancia queste accuse ha mai letto l'articolo che nel '46 Giuseppe Dossetti (non certo un anarco-insurrezionalista) avrebbe voluto inserire nella nostra Costituzione: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri pubblici che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione è diritto e dovere di ogni cittadino”.
Saremo nuovamente in piazza anche per rispedire ai mittenti accuse infamanti: una comunità che in questi anni ha saputo accogliere chi si avvicina per capire e per condividere le ragioni della sua lotta, questa comunità viene dipinta come un covo di terroristi e laboratorio in cui si sperimentano nuove trame eversive. Una comunità che chiede democrazia viene definita eversiva: siamo al delirio, e c'è da preoccuparsi seriamente quando la politica incoraggia il delirio.
Ma la rabbia non ci impedirà di mantenere la calma e la compostezza: fanno di tutto per farci perdere la pazienza ma ancora una volta resteranno delusi, sono più di vent'anni che non perdiamo la pazienza e questo proprio non va giù alla proprietà del condominio.
La manifestazione No Tav di sabato 25 febbraio sarà come una grande assemblea di condominio: sarà presente la stragrande maggioranza dei condomini, nessuno rappresentato per delega. E boccerà all'unanimità le proposte dell'amministratore nominato dalla proprietà.
Sarà dura.
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