Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

giovedì 2 febbraio 2012

POSTO FISSO: IL SISTEMA E' FALLITO

di Simone Perotti - cadoinpiedi
Per anni ci hanno fatto credere che il modello capitalista avrebbe prodotto ricchezza e benessere diffuso. Se una gran parte di noi non avesse creduto che la felicità è in una lavatrice, in un'automobile, in un biglietto da visita, le cose non sarebbero andate così
Monti dice che il posto fisso è monotono, meglio il lavoro flessibile. Posso capire perché lo dice, solo che c'è un problema: cambiare le regole di un gioco mentre si gioca non è corretto. La promessa nata nel Novecento e poi riformulata con forza dal dopoguerra in avanti era: andrete via dalle campagne, poi perfino dall'industria, avrete tutti la cravatta, lavorerete in città, avrete posto fisso, macchinetta, casetta, 28 gradi d'inverno, farete shopping, avrete le vacanze... Il gioco era quello. E invece oggi si scopre che questa promessa non verrà mantenuta, il Sistema non ce la fa. Dunque si è trattato di una truffa, o quanto meno di un errore. Questo Capitalismo, che faceva quella promessa, è fallito, non può più garantire il benessere diffuso e chiede sacrifici per tornare uno o due passi indietro.

E' molto spiacevole la mancanza di autocritica da parte di Monti. Lui rappresenta quella cultura, quel pensiero. Lo ha studiato, formulato, insegnato. Mi aspettavo che dicesse "Abbiamo fallito, il Sistema non funziona, è fatto male. Dobbiamo rifondarlo nella missione e negli strumenti, cambiare prospettiva. In quest'ottica anche il lavoro va rivisto". Invece niente. E oggi chiede un cambiamento senza ammettere una parte degli errori culturali che hanno permesso questa situazione, senza dirci qual è il nuovo sistema, quali sono i nuovi principi, come dovrebbe funzionare.

Tuttavia, questa è la metà del ragionamento. Una truffa ha sempre due attori: chi promette una cosa irrealizzabile e chi crede in quella promessa perché gli fa comodo o gli va di rischiare. Qualcuno a quella truffa c'ha creduto. Molti. Tutti l'abbiamo fatto. Chi ha creduto in quella promessa fasulla ha sbagliato, a sua volta, e oggi mentre critica la truffa deve assumere una parte di responsabilità su di sé. Lavorare e basta, per guadagnare soldi che servono a sprecare, per aderire a un modello consumista che non produce benessere, era sbagliato. Lavorare tutti i giorni, pedissequamente, facendo denaro per consumare cose inutili, con denaro che spesso non abbiamo, per impressionare persone che non ci amano, per cinquant'anni di vita, è un modello che andava rifiutato, come ci dissero Bianciardi, Pasolini, perfino Berlinguer negli anni Sessanta e Settanta. Ma non li abbiamo ascoltati. Se una gran parte di noi non avesse creduto che la felicità è in una lavatrice, in un'automobile, in un biglietto da visita, le cose non sarebbero andate così. Anche noi dobbiamo fare autocritica, dunque. Noi abbiamo aderito a quel Sistema, dunque siamo correi.

Ci sono persone in difficoltà, sempre di più. Lo Stato deve sostenerle. Uno Stato avanzato deve occuparsi di chi non ha risorse, cultura, strumenti per scegliere ed essere autosufficiente. Il discorso di Monti va bene ma solo per quelli in gamba, che non hanno paura, che sanno come cavarsela. D'altro canto, tutti gli altri, la maggioranza del Paese, deve cambiare abitudini e smettere di aderire volontariamente, perfino felicemente, alla grande truffa. Bisogna vivere fuori dalle città, dove le case da ristrutturare costano 300 euro al metro quadrato, fuori dal consumismo che riempie le nostre case di oggetti inutili. Occorre andare al ristorante cinque volte l'anno, spendere non più di 15 euro a bimestre di bolletta elettrica per una persona single, smettere di spendere 1600 euro l'anno al bar, o 4.000 euro l'anno per la donna delle pulizie che pulisce una casa in cui non stiamo mai (perché siamo lavorare), che dobbiamo pulirci da soli. Occorre smettere di andare in giro come delle trottole, spendendo migliaia di euro l'anno di automobile, ma starcene di più a casa, cercare lì la quiete e l'equilibrio. Bisogna smettere di comprare l'ultimo modello di telefono, di iPad, di iPhone e farci durare quello che abbiamo, costringendo le aziende a smetterla con il subdolo stillicidio dei nuovi modelli ogni tre mesi. Occorre autoprodurre quel che si può, divertirsi con niente, senza dover necessariamente spendere. E' necessario recedere dai bisogni che si hanno e non farsene nascere di nuovi indotti dalla pubblicità. Consumare poco, sprecare meno (il 25 dicembre buttiamo via, in un solo giorno, 800 milioni di euro di cibo!), inquinare meno, produrre meno rifiuti, riciclare, riparare, riutilizzare, condividere auto, case, risparmiare sul consumo energetico...

In quest'ottica basta poco per vivere, dunque si può sostenere meglio il lavoro flessibile. Che non è più una scelta, ma la realtà che resta di un Sistema fallito. Un Sistema che, presto o tardi, forse già oggi, ci proporrà un altro miraggio. Destinato di nuovo a fallire.

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