Fonte: controlacrisi.org Autore: A. F.
I mercati guardano alla Grecia, aspettandosi una soluzione che li soddisfi entro pochi giorni, fregandosene altamente della vita di milioni di cittadini greci che ormai hanno toccato il fondo. Ma non basta, devono pagare ancora di più, rinunciare a quel minimo che gli è rimasto perché altrimenti i creditori internazionali della Troika non sgancieranno un euro in più. E' un vero e proprio ricatto quello dei rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia - Pauel Tomsen del Fondo Monetario Internazionale, Matthias Mors dell'Unione Europea, e Claus Mazuch della Banca Centrale Europea - che insistono sulle loro posizioni, riguardo l'attuazione del Memorandum. Stanno mettendo alle strette il governo greco, che alla fine pare cederà. Si è opposto alla proposta di subire un 'commissariamento' avanzata dalla Germania, ma di fatto la Grecia è già commissariata. Anche ieri, durante l'incontro tra la Troika e il ministro delle Finanze Evaghelos Venizelos, e il ministro del Lavoro Giorgos Koutroumanis, sul tavolo sono tornate (mai andate via) le richieste di riduzione dello stipendio minimo garantito, l'abolizione o la riduzione drastica della tredicesima e della quattordicesima mensilità, la riduzione dei sussidi pensionistici di almeno il 35% e il cambio dell'accordo collettivo del lavoro. Richieste pesanti come macigni che rischiano di peggiorare una tragedia già drammatica. Richieste che saranno portate sul tavolo dell'incontro del premier con i leader dei tre partiti che sostengono il suo governo. Il premier greco ha paura e cerca di mettere i leader dei tre partiti di fronte alle proprie responsbilità (torna sempre questa parola quando si tratta di imporre misure di austerity). Comunque, la decisione dovrà essere presa prima di lunedì, giorno della riunione dell'Eurogruppo, che dovrà dare il via libera allo scambio dei titoli di Stato nelle mani dei privati (Psi), e al nuovo pacchetto di aiuto alla Grecia, che secondo la volontà della troika dipende dall'esito delle trattative in corso per l'approvazione o meno da parte del governo, delle misure richieste. Secondo i giornali ellenici, il premier vorrebbe che le misure venissero approvate da tutti e tre i partiti che sostengono il suo governo, mentre i tre leader dovrebbero impegnarsi per il comportamento dei loro parlamentari. Questo perché preoccupa la reazione di alcuni parlamentari del Pasok, che durante la riunione del gruppo parlamentare del partito hanno minacciato di votare contro le misure richieste dalla troika. Fonti interne dicono che se mancherà un accordo fra tutti e tre i leader, il premier si dimetterà e chiederà dal Presidente della Repubblica di andare a elezioni anticipate. Altro giro, altra corsa.
I mercati guardano alla Grecia, aspettandosi una soluzione che li soddisfi entro pochi giorni, fregandosene altamente della vita di milioni di cittadini greci che ormai hanno toccato il fondo. Ma non basta, devono pagare ancora di più, rinunciare a quel minimo che gli è rimasto perché altrimenti i creditori internazionali della Troika non sgancieranno un euro in più. E' un vero e proprio ricatto quello dei rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia - Pauel Tomsen del Fondo Monetario Internazionale, Matthias Mors dell'Unione Europea, e Claus Mazuch della Banca Centrale Europea - che insistono sulle loro posizioni, riguardo l'attuazione del Memorandum. Stanno mettendo alle strette il governo greco, che alla fine pare cederà. Si è opposto alla proposta di subire un 'commissariamento' avanzata dalla Germania, ma di fatto la Grecia è già commissariata. Anche ieri, durante l'incontro tra la Troika e il ministro delle Finanze Evaghelos Venizelos, e il ministro del Lavoro Giorgos Koutroumanis, sul tavolo sono tornate (mai andate via) le richieste di riduzione dello stipendio minimo garantito, l'abolizione o la riduzione drastica della tredicesima e della quattordicesima mensilità, la riduzione dei sussidi pensionistici di almeno il 35% e il cambio dell'accordo collettivo del lavoro. Richieste pesanti come macigni che rischiano di peggiorare una tragedia già drammatica. Richieste che saranno portate sul tavolo dell'incontro del premier con i leader dei tre partiti che sostengono il suo governo. Il premier greco ha paura e cerca di mettere i leader dei tre partiti di fronte alle proprie responsbilità (torna sempre questa parola quando si tratta di imporre misure di austerity). Comunque, la decisione dovrà essere presa prima di lunedì, giorno della riunione dell'Eurogruppo, che dovrà dare il via libera allo scambio dei titoli di Stato nelle mani dei privati (Psi), e al nuovo pacchetto di aiuto alla Grecia, che secondo la volontà della troika dipende dall'esito delle trattative in corso per l'approvazione o meno da parte del governo, delle misure richieste. Secondo i giornali ellenici, il premier vorrebbe che le misure venissero approvate da tutti e tre i partiti che sostengono il suo governo, mentre i tre leader dovrebbero impegnarsi per il comportamento dei loro parlamentari. Questo perché preoccupa la reazione di alcuni parlamentari del Pasok, che durante la riunione del gruppo parlamentare del partito hanno minacciato di votare contro le misure richieste dalla troika. Fonti interne dicono che se mancherà un accordo fra tutti e tre i leader, il premier si dimetterà e chiederà dal Presidente della Repubblica di andare a elezioni anticipate. Altro giro, altra corsa.
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