Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

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lunedì 24 settembre 2012

Una piattaforma per proporre leggi in crowdsourcing

Basteranno 50mila firme per obbligare il Parlamento finlandese a votare una proposta nata in Rete. Si chiama Open Ministry ed ecco come funziona

di Marco Boscolo - wireit -

Una piattaforma per proporre leggi in crowdsourcing


 Il 18 settembre 2012 potrebbe diventare una data importante nella storia politica finlandese e un momento da ricordare anche nella storia della democrazia diretta elettronica mondiale. La National Security Authority ha infatti ufficialmente comunicato che Open Ministry è in possesso di tutti i requisiti necessari per verificare in modo sicuro e univoco l’identità online dei propri utenti. Questo significa che la prima piattaforma online per l’open crowdsourced lawmaking, come il suo fondatore Joonas Pekkanen l'ha definita all'OKFestival di Helsinki, potrebbe attivare completamente i propri servizi già prima di ottobre. Non appena ciò avverrà, qualunque cittadino o gruppo di cittadini finlandesi potrà proporre il proprio progetto di legge da far sottoscrivere: se le firme elettroniche raggiungeranno quota 50mila il progetto di legge passerà direttamente al Parlamento che avrà l’obbligo di votarlo.

A differenza di quanto accade in Italia con le cosiddette leggi di iniziativa popolare, in Finlandia infatti è in vigore dal 12 marzo 2012 un emendamento della Costituzione che obbliga il Parlamento a predere visione, discutere e poi votare, ovviamente senza garanzia di approvazione, tutte le proposte che arrivano da questo tipo di procedura. “Si tratta dell’ultimo tassello di un lungo processo di lobbying cominciato lo scorso anno”, spiega Joonas Pekkanen, i lunghi capelli raccolti in una coda bionda e un passato da fund raiser per diverse ong finlandesi: “Il fatto che Open Ministry può ora mostrare tutte le proprie potenzialità di partecipazione della cittadinanza in una vera discussione politica con reali effetti sulla legislazione è un punto di non ritorno”.

Negli ultimi anni in Italia si è lungamente parlato di cultura open: dati aperti, libero accesso all’informazione, trasparenza della pubblica amministrazione e partecipazione attiva della cittadinanza attraverso gli strumenti Web. Nella pratica, però, i fatti sono ancora numericamente poco rilevanti e non hanno ancora permesso la concretizzazione di alcun reale processo innovativo. Anzi, ci sono stati persino tentativi di mettere un bavaglio a Internet. Con il risultato che questi temi sono diventati cavalli di battaglia mediatici quasi esclusivamente per il movimento di Beppe Grillo, l’unico che nel bene e nel male ha cominciato a far parlare i media generalisti di democrazia diretta (o almeno partecipata).

In Finlandia, al contrario, gli attivisti hanno iniziato la loro attività di lobbying solo tre o quattro anni fa. “Open Ministry è un’idea nata lo scorso anno e divenuta realtà nel 2012: la fase più lunga è stata quella relativa all’approvazione da parte dell’autorità governativa”, spiega Pekkanen. In questo senso l’organizzazione è stata sostenuta dallo stesso governo finlandese. “Anche noi abbiamo sviluppato un sistema simile a quello di Open Ministry”, racconta Teemu Ropponen, incaricato dal Ministero della Giustizia finlandese di coordinare i progetti governativi di democrazia diretta. Nel corso degli ultimi anni la cultura open è arrivata anche a palazzo, “tanto che abbiamo collaborato con Pekkanen e talvolta ne abbiamo chiesto il supporto per questo o quel problema del progetto”. Il sito dovrebbe essere lanciato all’inizio del 2013 e “crediamo che non possa che nascere del buono da questa specie di competizione con Open Ministry”.

Dagli uffici di Eteläesplanadi a Helsinki, Ropponen - perfetto uomo di palazzo dagli occhi blu come il mare - racconta come il suo team stia lavorando anche a un altro progetto, Lausuntupalvelo.fi. Si tratta di un sito nel quale il governo carica i disegni di legge che sono discussi in Parlamento. Gli utenti possono commentare liberamente ogni singolo paragrafo del testo, esprimendo le proprie opinioni in materia. “Crediamo che sia un sistema molto efficace per capire quale parte di una proposta di legge sia più delicata, quale suscita più reazioni negative o positive”. I commenti vengono poi usati dai tecnici del ministero per elaborare report informativi per la classe politica che prende così atto dell’opinione dei propri cittadini.

Strumenti come questi sono molto importanti per noi, perché riusciamo a raggiungere i finlandesi che abitano nelle aree rurali del nord e del centro del Paese”, commenta Ropponen. Posti che non è facile raggiungere con altri metodi partecipativi. Questi ultimi non verrano messi da parte per trasportare tutto sul Web, nonostante secondo le ultime statistiche solo il 16% della popolazione non abbia accesso a un computer collegato alla Rete, sono una fetta importante della cittadinanza che non può essere tagliata fuori, anche perché “rischia di essere un’esclusione di determinate categorie di cittadini, probabilmente quelle più deboli”.

Il Web non è comunque mai il fine, ma solo un mezzo per l’attivismo dei cittadini”, sostiene Joonas Pekkanen. Matrimoni tra persone dello stesso sesso, divieto di allevare animali per produrre pellicce, eutanasia, reddito minimo garantito: basta dare un’occhiata all’elenco delle proposte che verranno lanciate fin da subito su Open Ministry per capire che dietro ci sono organizzazioni e associazioni che sono già attive su questi temi da anni. “Bisognerà sempre e comunque incontrare e discutere con la gente faccia a faccia”, conclude Pekkanen. E per lo Stato gettare la palla nel campo del crowdsourcing significa risparmiare denaro e, chiude Ropponen, “sfruttare il meglio dell’intelligenza delle comunità online per ottenere i migliori risultati attraverso la collaborazione”.

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