Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

mercoledì 31 ottobre 2012

«È un'astensione attiva»


121030barcellonaIntervista a Pietro Barcellona di Chiara Ricci
Non ci sono più i poli e il vincitore dovrà navigare a vista. La crisi economica ha fatto il deserto
Pietro Barcellona è un intellettuale di rilievo nella storia della sinistra italiana. E' docente universitario all'Università di Catania, ha diretto l'Istituto Gramsci ed è stato parlamentare del Pci negli anni 70, ai tempi di Enrico Berlinguer. Alla vigilia delle elezioni regionali siciliane, in più di una occasione aveva pubblicamente fatto notare che il dato più significativo del voto sarebbe stato l'astensione.
Professor Barcellona, il 53% dei cittadini dell'isola non è andato a votare. Un record negativo. Lei aveva previsto uno scenario del genere. Su cosa basava questa amara previsione?
Semplicemente dal fatto di vivere quotidianamente la realtà siciliana. Da questo mio punto di osservazione ho capito che questa massiccia astensione non riflette un rifiuto della politica. Possiamo definirla una astensione "attiva". Una forma di opposizione, messa in pratica da una larga fascia di popolazione che in questo modo ha voluto segnalare l'inaccettabilità di quanto sta accadendo. Che rifiuta un mondo senza più contatti con la realtà. Perché oggi la Sicilia è una specie di deserto, civile ancor prima che politico. Qui giorno dopo giorno stanno chiudendo le fabbriche, gli esercizi commerciali, anche le catene della grande distribuzione. La crisi del lavoro è terribile, solo Monti dice di vedere la luce in fondo al tunnel. Così accade che solo tre persone su dieci, escludendo i voti dati al movimento di Grillo, vadano alle urne per dare il loro consenso a questo sistema. Tutti gli altri, in un modo o nell'altro, sono contro.

La sua è una chiave di lettura ben diversa rispetto ai commenti che già si leggono sulle agenzie di stampa.
Ma forte di alcuni precedenti. Quando negli anni '70 lavoravo per il Pci, il partito arrivò anche al 30% alle elezioni del 1975. E quello era un voto puro e semplice contro il governo centrale. Oggi siamo in una situazione simile: gran parte della popolazione non ritiene che sia preferibile avere un candidato eletto o un proprio rappresentante al governo. Vuole opporsi allo stato di cose presenti. Così o si astiene, o vota Grillo perché porta un messaggio chiaro, che ha gran successo in questa fase: la rottamazione di questo sistema.

Ma non è anche il messaggio di Matteo Renzi?
Questo voto toglierà spazio a Renzi. Nonostante i sondaggi, fino ad ora Grillo non veniva considerato troppo nella dimensione nazionale. Invece da oggi la sua credibilità è aumentata, parecchio. E la sua presenza potrebbe diventare inquietante, perché non esprime una proposta che possa convergere, insieme ad altre, verso una ipotesi di governo. La sua è una festa di grande chiasso, di gioiosa distruzione. Se poi si proietta questo voto in uno scenario nazionale, appare chiaro che viene a mancare la governabilità. Né mi sembra che ci siano le forze per un Monti bis.

Può spiegarci meglio questo passaggio?
Io penso che il risultato siciliano abbia fatto tramontare molte illusioni. Ad esempio non è più immaginabile un centro Casini-Riccardi-Montezemolo con il compito di mediare fra i poli. Perché non ne ha le forze, e soprattutto perché non ci sono più i poli. Mi sembra chiaro che Alfano, e Berlusconi, abbiano preso una legnata storica. Mentre quello di Grillo può davvero diventare il primo partito del paese, come lo è diventato in Sicilia. Toccando corde vere e popolari come la lotta alla corruzione, senza però riuscire a diventare un'orchestra. Se si andasse a votare ora alle politiche e non fra sei mesi, sarebbe davvero un guaio.

Però il Pd tutto sommato ha retto.
Il Pd esce meglio da queste elezioni. E vedo che Crocetta si dice entusiasta del risultato. Ma governare non gli sarà per niente facile. La Sicilia è nei fatti in default, e avrebbe bisogno di una maggioranza forte e stabile per affrontare i suoi gravissimi problemi. Non si sa nemmeno se a fine anno in Regione ci saranno i soldi per pagare gli stipendi. Ma una maggioranza stabile non c'è, e se Crocetta dice che la cercherà volta per volta, vuol dire che si navigherà a vista. Per giunta in tutti i partiti ci sono ancora i rappresentanti del partito trasversale degli affari. Il vecchio governatore Lombardo non si è presentato ma i suoi uomini sì e sono stati eletti, quindi si dovrà comunque contrattare con lui. Peggio di prima, quando era perlomeno possibile confrontarsi a viso aperto.
Il Manifesto - 30.10.12

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