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Pubblichiamo l’introduzione del nuovo libro di Marco Bersani «Catastroika. Le privatizzazioni che hanno ucciso la società» (Edizioni Alegre), un’indagine sui diversi e sciagurati effetti, prodotti a livello globale, dalle politiche di finanziarizzazione e privatizzazione dell’economia.
All’alba del terzo millennio, la crisi ci ha improvvisamente trasportati, senza che ce ne accorgessimo, agli albori della civiltà occidentale, nell’antica Grecia. Una società dominata dagli Dei, i quali, pur non vivendo a contatto diretto con gli uomini e le donne del tempo, ne influenzavano profondamente l’esistenza. Analogamente, nella realtà odierna nuove divinità governano il mondo e determinano i comportamenti individuali e collettivi delle persone : non hanno nomi densi di storia, nè di simbologia, si chiamano semplicemente “mercati”.Come gli Dei dell’antica Grecia, vivono separati dalle nostre vite quotidiane, ma provano costantemente sentimenti ed emozioni, immediatamente amplificati dalla comunicazione di massa. Perché i “mercati” si entusiasmano e si incolleriscono, vanno in fibrillazione e si calmano, ed ognuno di questi stati d’animo chiama tutti noi ad una risposta adeguata. E cosa dobbiamo fare noi, donne e uomini, nei loro confronti? Sacrifici, oggi come allora, per chiederne la benevolenza o per mitigarne la collera.
Con rinnovata rassegnazione, siamo chiamati a portare all’altare di questi Dei, oscuri e inconoscibili, i diritti del lavoro, i beni comuni e le conquiste sociali; la qualità della vita e la nostra dignità. Persino la natura e il futuro. Da oltre quarant’anni ci raccontano che il mercato deve essere l’unico regolatore sociale, che la sua mano invisibile è l’unica in grado di vedere l’adeguata redistribuzione del lavoro e della ricchezza, che il suo pensiero è l’unico possibile.
Dizionario alla mano, privato è voce del verbo privare, ovvero sottrarre, impedire l’accesso o la fruizione. Eppure ci raccontano che la privatizzazione è la massima espressione della modernità, perché è libertà di scelta, opportunità di autodeterminazione.
Sono talmente sicuri della bontà della loro soluzione che non hanno esitato ad usare la violenza per poterla applicare : quella manifesta delle dittature militari o quella indiretta della manipolazione massmediatica. Soprattutto, hanno impiantato una vera e propria ‘religione’, ampiamente secolarizzata negli obiettivi concreti, ma decisamente impregnata di elementi mistici ogni qualvolta debba affrontare una contraddizione. Per oltre quarant’anni il fondamentalismo neoliberista ha potuto scorazzare per il pianeta, riuscendo a produrre il massimo della diseguaglianza sociale proprio nel momento in cui la ricchezza prodotta poteva consentire il massimo delle possibilità individuali e collettive.
Ed oggi, di fronte ai nodi sistemici di una crisi profonda del capitalismo, che è al contempo economica e finanziaria, sociale e ambientale, le soluzioni che ci vengono imposte sono le stesse che la crisi l’hanno provocata, approfondita, portata ad un punto di difficile reversibilità. Quarant’anni di esperienza rendono possibile uno studio approfondito, una verifica circostanziata, un giudizio intellettualmente scevro da sovrastrutture ideologizzate.
E’ questo il compito a cui, con umiltà e intelligenza, le pagine di questo libro tentano di contribuire, ripercorrendo i molteplici atterraggi compiuti nei diversi angoli del pianeta da parte delle grandi lobby dei capitali finanziari e delle multinazionali, ed indagando sugli effetti prodotti nell’economia e nella società.Per aiutare la comprensione di ciò che è avvenuto, per favorire la consapevolezza del momento che stiamo attraversando, per suggerire nuovi percorsi verso un futuro all’insegna della dignità.
I poteri dominanti ripetono ossessivamente che siamo alla fine della storia e che questo è l’unico mondo possibile. Noi sappiamo che si tratta semplicemente di riappropriarci di tutto ciò che ci appartiene.
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