Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

venerdì 31 dicembre 2010

Il tramonto della democrazia nell'era della globalizzazione.


di Danilo Zolo: Fonte: Controlacrisi.
1. Il declino dei modelli classici e post-classici della democrazia

Oggi non è chiaro che cosa significhi la parola "democrazia". Coloro che usano disinvoltamente il termine "democrazia" lo fanno o per pigrizia intellettuale o per scarsa conoscenza dei problemi. Molto spesso si tratta di retorica politica e di presunzione ideologica occidentale.

Negli Stati Uniti d'America, in particolare, i leader politici usano il termine democracy per esaltare il proprio regime e per discriminare sul piano internazionale quelli che essi chiamano "Stati canaglia" (rogue states). Non c'è dubbio che il significato classico di "democrazia", risalente all'esperienza ateniese, appartiene ad una storia remota che ormai ha ben poco da insegnarci. Oggi, in tempi di espansione globale del potere politico, economico e militare, nessuno studioso serio pensa che il modello della agorà e della ecclesia abbia una qualche attualità.

E nessuno oggi crede che i partiti politici siano realmente delle organizzazioni "rappresentative" che trasmettono fedelmente ai vertici del potere statale le esigenze e le aspettative degli elettori. Oltre a tutto ciò, oggi si deve riconoscere che anche la "dottrina pluralistica" della democrazia, affermatasi in Occidente dopo la seconda guerra mondiale, è ormai in declino.

giovedì 30 dicembre 2010

Land Grabbing: il nuovo strisciante colonialismo del “secondomondo”

dalla newsletter di Valli Unite
Land Grabbing, sapete cos'è?
Il colonialismo classico? Roba superata da due secoli! Aggiornatevi,ora c'è il “Land grabbing”!Significa “appropriazione di terreni” ed è la nuova forma dicolonialismo in voga: Arabia saudita, Cina, India, Corea del Sud, etanti altri piccoli stati emergenti stanno comprando o affittandomilioni di ettari di terreno in Africa o Sud America, per sfruttarlidal punto di vista agricolo (e avere derrate alimentari a prezzobasso) o minerario. Ma quanto profitto rimane al mercato locale o al PIL degli stati che hanno venduto o dato in affitto?
Land Grabbing: il nuovo strisciante colonialismo del “secondomondo”
Il termine “Land Grabbing” tecnicamente significa“appropriazione di terreni” ed è la nuova forma di colonialismoche si basa sull’affitto e, qualche volta, sull’acquisto di grandiappezzamenti di terreni in Africa e, in forma minore, in Sud America,una formula tanto in voga nei paesi emergenti.
Niente a che fare quindi con il “vecchio” colonialismo quando il “primo mondo” (l’occidente) si mangiava tutto. E’ il “secondo mondo” che si sta mangiando il “terzo mondo”.

Quando la famiglia non parla: Natale e Capodanno feste della depressione.


Le confessioni di chi sopporta una solitudine mascherata: disagi e incomprensioni diventano insopportabili nell'aria di festa che le scadenze rituali impongono alle abitudini. Scatole di regali ma scatole vuote di sentimenti
Quando la famiglia non parla: Natale e Capodanno feste della depressione

di Luisa Barbieri - Fonte: Domani-Arcoiris
“Odio le feste di Natale, e lo scatto della lancetta di San Silvestro non ha senso, è solo una ricorrenza commerciale, l’inneggiamento allo sperpero, al vuoto… certamente non esprime il significato della festa cristiana! Per fare un esempio: all’interno della mia famiglia di origine impera il conflitto, ma in questo periodo, a mio avviso, in maniera molto ipocrita… ci si adopera per lo scambio dei regali, per organizzare la cena della vigilia sorridendo sotto l’albero carico di doni e sfavillante di luci gioiose… queste cose io proprio non le sopporto, scapperei lontano da tutto questo e … forse lo farò sapendo di incorrere nelle ire di tutti. Sai, sbattere in faccia la verità smascherando l’ipocrisia è un atto di coraggio e non viene ripagato se non con l’emarginazione” (L.T.)

mercoledì 29 dicembre 2010

Operaio Fiat modello Marchionne

Il dovere morale e politico della Cgil.


Fonte: Liberazione.
Accordo storico. Così giustamente è stato definito il testo che Marchionne ha imposto ai sindacati complici e alla Confidustria. Se si usa questo aggettivo però bisogna avere il coraggio di accettare i paragoni con i fatti del passato.
Ce n’è solo uno adeguato.Il 2 ottobre 1925 Mussolini come presidente del Consiglio, la Confidustria e i sindacati corporativi, nazionalisti e fascisti, firmarono a Palazzo Vidoni un patto sociale che eliminava le commissioni interne e il diritto dei lavoratori a scegliersi liberamente le proprie rappresentanze. Il patto di Mirafiori fa la stessa identica cosa.
Vengono, per la prima volta dal 1945, eliminate nella più grande fabbrica italiana le libertà sindacali. I lavoratori non potranno più liberamente scegliere a quale sindacato associarsi e non potranno più votare le proprie rappresentanze. Come all’epoca del fascismo i sindacalisti di fabbrica saranno esclusivamente nominati dalle organizzazioni sindacali complici dell’azienda e come allora potranno essere chiamati “fiduciari”.

I sicari dell'economia globale.



Autore: Amoroso, Bruno
Fonte: Eddyburg - Data di pubblicazione: 28.12.2010

Il problema non sono gli “speculatori finanziari”, ma il fatto che il capitalismo si è trasformato «da una economia di produzione in un sistema basato sulla rendita e lo sfruttamento delle altrui risorse». Il manifesto, 28 dicembre 2010

Nel suo editoriale su La Repubblica del 19.12.2010 Eugenio Scalfari ci informa sull'esistenza di una Cupola finanziaria che gestisce le principali speculazioni mondiali. La sua fonte è il New York Times, che conferma quanto aveva già letto in Marx tempo prima. Da qui alcune sue deduzioni - di Eugenio Scalfari s'intende - sulle quali è bene soffermarsi.

Americanizzazione, ossia marchionnismo.


L' avvento del "Marchionnismo" - Di Alfonso Gianni*
Fonte: paneacqua. 28 dicembre 2010.
Morto un picconatore se ne fa un altro. Dopo la scomparsa di Francesco Cossiga, ecco brillare l'astro di Sergio Marchionne. Se il primo aveva affondato i propri colpi nel ventre molle delle istituzioni e squarciato il velo di ipocrisia che avvolgeva i rapporti politici della Prima Repubblica, il secondo usa il maglio per sconvolgere le relazioni industriali e sindacali del nostro paese al fine di completare quell'opera poco meritoria di americanizzazione della società che finora si era concentrata sullo smantellamento dello stato sociale

martedì 28 dicembre 2010

A sinistra. La lezione del conflitto.


Fonte/Autore:
«Se la destra trionfa, ciò accade anche per l'inerzia e l'inconsapevolezza del progressismo democratico». Una riflessione sul pesante giro di vite impresso dal potere politico e da quello economico alla lotta di classe.
Il manifesto, 28 dicembre 2010
Siamo al contraccolpo della spallata fallita. Scampato il pericolo della bocciatura parlamentare, Berlusconi e Bossi, Tremonti e Sacconi dilagano. L'università è sfigurata, la stampa libera ha un bavaglio che la soffocherà, il lavoro è messo in riga, pronto per il nuovo che avanza grazie a Marchionne e Bonanni. Può darsi sia il crepuscolo del piduismo in salsa berlusconiana, anche se la popolarità della cricca al potere non scema.
Di certo è un tramonto velenoso. Devastante. Cupo come l'ultima macabra stagione del fascismo repubblichino, al quale il protagonismo dei Gasparri e dei La Russa rimanda. Ci stiamo avvitando con rapidità vertiginosa in una crisi generale di inedite proporzioni. I dati sulla povertà di massa, la disoccupazione giovanile e la precarietà del lavoro dipendente mettono nero su bianco il senso di un'intera fase storica durata almeno due decenni, nel corso della quale i poteri forti hanno riconquistato con gli interessi il terreno perduto con le lotte degli anni Sessanta e Settanta.
Ma se la destra trionfa, ciò accade anche per l'inerzia e l'inconsapevolezza del progressismo democratico. Torniamo alla mancata spallata del 14 dicembre.

Sinistra: Le parole per raccontare quel che resta di un´idea.


Fine delle ideologie, crisi del riformismo, globalizzazione: eppure c´è ancora chi scommette sul futuro di un concetto.
Abbiamo chiesto a celebri pensatori e intellettuali europei di spiegare la loro visione e le prospettive possibili
Quelle parole che la Sinistra deve riscoprire

MARC LAZAR
La crisi della sinistra riformista europea oggi è oramai un´idea condivisa. Essa non ha motivo di vergognarsi del proprio passato. Ha contribuito a forgiare la democrazia e il welfare e, dunque, un´ampia parte dell´identità europea.
Ciò nonostante, il suo modello di cambiamento graduale delle società nel quadro degli Stati-nazione è in via di esaurimento.
La sinistra, più della destra, soffre la globalizzazione, le trasformazioni del capitalismo mondiale, il processo di individualizzazione, la sensazione sempre più ossessiva del declino del vecchio continente, le tentazioni di ripiegamento identitario sfruttate dai movimenti populisti.
La Storia dimostra che ciò che ha fatto la forza della socialdemocrazia è stata la sua capacità di adattamento alle evoluzioni delle società, il più delle volte generate esse stesse dalle metamorfosi del capitalismo. Un aggiornamento spesso difficile, nutrito da vivaci dibattiti interni sulle proposte definite "revisioniste", da Eduard Berstein (fine del secolo XIX) a Anthony Giddens (fine del secolo XX), passando per tanti altri pensatori e responsabili politici.
E, tuttavia, con una domanda ossessiva dei nostri giorni al socialismo: il suo avvenire si iscrive nella linea dell´ideologia e dei suoi punti di riferimento, oppure suppone di varcare le frontiere tradizionali della sinistra e di esplorare altri orizzonti?

lunedì 27 dicembre 2010

IL RUOLO DEI COMUNISTI.


di Marco Rizzo - Fonte: comunistisinistrapopolare

La crisi strutturale del sistema capitalistico produce sempre più contraddizioni anche nel nostro paese. Il diritto ad un lavoro dignitoso è stato ormai definitivamente seppellito da una giungla legislativa che consente solo precarietà senza diritti.
I lavoratori contrattualizzati vedono ridursi drasticamente garanzie e salario in un processo di parificazione al ribasso verso le nuove generazioni, che assaggiano già da tempo la nuova dottrina di regime della Fiat di Marchionne.
La concentrazione di ricchezze prosegue a ritmo ininterrotto nelle mani di una ristretta e spregevole umanità fatta di poteri forti, banche, finanza e grandi gruppi, collegata in parallelo all’impoverimento generalizzato e alla drastica riduzione del tenore di vita di larga parte della popolazione.

domenica 26 dicembre 2010

Siamo alla guerra di classe.


All'attacco totalitario classista del capitale contro i lavoratori si deve rispondere con la guerra unitaria classista del mondo del lavoro.
Πακέτα ιδιωτικοποιήσεων δημόσιας γης, βασικών και συγκεντρωμένων κλάδων παραγωγής, δικτύων και υποδομών, «απελευθέρωση» εκατοντάδων επαγγελμάτων προσφέρει απλόχερα η κυβέρνηση στο κεφάλαιο, για την άκρατη ενίσχυσή του. Ταυτόχρονα, του παρέχει ζεστό χρήμα ενίσχυσης για επενδύσεις και νέες προκλητικές φοροελαφρύνσεις. Ακόμη, η κυβέρνηση με τη μείωση των εργοδοτικών ασφαλιστικών εισφορών κατά 25%, που δρομολογεί την κατάργησή τους και οδηγεί στο βούλιαγμα των Ταμείων, αμέσως μετά την ψήφιση του νόμου κατάργησης των κλαδικών συμβάσεων και επιβολής των επιχειρησιακών - που μειώνουν δραστικά μισθούς και μεροκάματα αλλά και συντάξεις - αυξάνει ακόμη περισσότερο την εκμετάλλευση. Πρόκειται για ολοκληρωτικό ταξικό πόλεμο ενάντια στην εργατική τάξη, που πρέπει να πάρει απάντηση με τον ενιαίο ταξικό πόλεμο εργατών, μικροπαραγωγών πόλης και χωριού, για την ικανοποίηση όλων των σύγχρονων αναγκών τους σε ρότα αντιμονοπωλιακή, για τη λαϊκή εξουσία και οικονομία.

sabato 25 dicembre 2010

CRISI: GRECIA; BILANCIO 2011, COMUNISTI PER GUERRA DI POPOLO.


Fonte. Peacereporter.

Aleka Papariga, leader del Kke, partito che guida la protesta nelle piazze contro l'austerity, ha detto che «i lavoratori debbono rendersi contro delle cause della crisi e prepararsi per una vera guerra: consapevole, pianificata e organizzata che conduca al rovesciamento del potere».
Secondo la leader del Kke, il terzo partito che alle recenti elezioni amministrative è passato dal 7,5% al 10,5%, l'unica soluzione per la Grecia è «il rifiuto di ripagare il debito» ciò che può fare solo «un governo del popolo e del lavoro».

(ANSAmed) - ATENE, 23 DIC - Il parlamento greco ha approvato questa notte con i soli voti della maggioranza socialista la Finanziaria 2011, che include nuovi tagli per 14,4 miliardi di euro. E il Partito comunista (Kke) ha invitato i lavoratori a «una vera guerra» per «rovesciare il potere» e instaurare «un governo popolare» che conduca il paese fuori dalla crisi «rifiutandosi di ripagare il debito» a Ue-Fmi.

Il Paradiso Terrestre.


di Beppe Grillo. Fonte: qui

Il Papa ha evocato la caduta dell'Impero Romano, la fine della nostra civiltà (se quella in cui viviamo si può chiamare tale). Stiamo divorando il mondo come un verme il torsolo di una mela. La notizia del giorno è che i sindacati negoziano la produttività e i salari con la Fiat che produrrà nuovi modelli che nessuno comprerà. E' come giocare a poker con il morto, un accanimento terapeutico nella speranza di conservare il posto di lavoro.
Chi è nella scatola non può pensare, non vede alternative. Le centrali nucleari, i rigassificatori, il petrolio, tutto quanto fa energia. Ma questa energia a cosa serve? Che scopo ha se non l'autodistruzione? Perché lavorare per produrre e per acquistare beni inutili?
Il nulla in cambio di anni di vita.

venerdì 24 dicembre 2010

BUON NATALE !!

La prima generazione arrabbiata del post-crescita.


Fonte: Megachipdue.
Scritto da Marco Revelli Martedì 21 Dicembre 2010
Democrazia nella comunicazione
di Marco Revelli.
Trovo insopportabile il modo in cui in questi giorni si è discusso del movimento degli studenti e delle varie forme di insorgenza che si stanno manifestando. Tutti pronti a scandalizzarsi per il minimo gesto di devianza come se ci muovessimo in un ambiente politico-istituzionale perfetto, corretto, eticamente inappuntabile
Non ci sto a buttare la croce addosso agli studenti. Trovo che sia un movimento post-politico.
Ci sono anche i migranti che salgono sulle gru o gli operai di Pomigliano che si ribellano ai ricatti.
E’ un pezzo di società che fa da sé, che ha staccato la spina, che ha capito che le dinamiche politico-istituzionali e la propria vita sono due mondi separati.
E’ un movimento che si misura con l’inedita durezza della vita contemporanea mentre tutto il resto della società si muove dentro la bolla della narrazione della società del benessere. Sono il prodotto della fine dello sviluppo e lo sanno. Questo li rende diversi da tutti i soggetti collettivi novecenteschi che stavano dentro il progetto dello sviluppo. Questi nuovi movimenti abitano il declino.

IL CLUB SEGRETO DEI 9 BANCHIERI CHE DOMINA WALL STREET.


Fonte: Rassegna Governo.
Da "LA REPUBBLICA" di lunedì 13 dicembre 2010

Il club segreto dei 9 banchieri che domina Wall Street
- dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI NEW YORK
D I NUOVO loro: i Padroni dell`Universo. Stessi nomi, stessi vizi, una storia che sembra condannata a ripetersi e col finale che rischia di essere già scritto: l`impunità. Stavolta è l`intero mondo dei titoli derivati-finanza "tossica" che ebbe un ruolo cruciale nella crisi del 2008 - l`oggetto delle loro congiure. Una vera e propria "cupola" di grandi banchieri esercita un potere esclusivo di controllo su questo mercato.
Fuori da ogni trasparenza, e al riparo da ogni concorrenza. «Il terzo mercoledì di ogni mese rivela il New York Times - nove membri di una élite di W allStreet si riuniscono a Midtown Manhattan. I dettagli delle loro riunioni sono coperti dal segreto.

giovedì 23 dicembre 2010

Καπιταλισμός και κοινωνικά δικαιώματα.


Αν κανείς σας πει ότι η παγκοσμιοποίηση έκανε το κράτος άχρηστο ή αδύναμο, μην τον πιστέψετε. Το παγκόσμιο κεφάλαιο μπορεί να κυκλοφορεί ανά τον κόσμο ελεύθερα. Μπορεί να διασχίζει κάθε είδους εδαφικά όρια. Αλλά χρειάζεται τοπική στήριξη και ενίσχυση όσο και άλλοτε, ίσως τώρα περισσότερο από άλλοτε
Της Έλεν Μίκσινς Γουντ

Το θέμα μας εδώ είναι τα δικαιώματα και η προάσπισή τους σε μια παγκοσμιοποιημένη κοινωνία ανισοτήτων. Θα θεωρήσω δεδομένο ότι όλοι μας πιστεύουμε στα ανθρώπινα δικαιώματα -με κάποια έννοια του όρου.
Ας ξεκινήσουμε από την υπόθεση ότι όλα τα ανθρώπινα όντα, και μόνον λόγω της ανθρώπινής τους υπόστασης, έχουν δικαίωμα σε κάποιες στοιχειώδεις συνθήκες ελευθερίας και αξιοπρέπειας οι οποίες πρέπει να γίνονται σεβαστές από τους άλλους, όχι μόνον τους άλλους ανθρώπους αλλά επίσης, και κυρίως, από τους ανθρώπους στην εξουσία και από τα κράτη. Είμαι σίγουρη πως αυτό είναι κάτι στο οποίο κάθε αναγνώστης θα συμφωνούσε.
Είμαι επίσης σχεδόν βέβαιη ότι είναι γενικά αποδεκτό – και μάλιστα καθολικά αποδεκτό, σε ένα κοινό όπως εσείς εδώ σήμερα, ότι αυτές οι βασικές συνθήκες ελευθερίας και αξιοπρέπειας περιλαμβάνουν ένα σύνολο αναπαλλοτρίωτων ατομικών ελευθεριών και πολιτικών δικαιωμάτων, την ελευθερία του λόγου, της σκέψης και του συναθροίζεσθαι, το δικαίωμα στην ίση μεταχείριση απέναντι στον νόμο, το δικαίωμα ψήφου και ούτω καθεξής.

Gelmini, 5 milioni per tradurre il Talmud!!



Tra i tagli alla scuola e all'università, il ministro dell'Istruzione trova 5 milioni per finanziare, tramite il Cnr, la traduzione in italiano del testo sacro ebraico
Nel pomeriggio del 14 dicembre, il giorno della fiducia a Berlusconi, mentre Roma bruciava e gli studenti assediavano i palazzi della politica, la commissione Cultura del Senato approvava a maggioranza lo 'schema di decreto ministeriale recante ripartizione del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, per l'anno 2010'.
Tra gli stanziamenti previsti da questo decreto a firma del ministro Mariastella Gelmini - che all'inizio di gennaio verrà sottoposto al parere della commissione Cultura della Camera - figurano ben 5 milioni di euro ''a sostegno del progetto pluriennale 'Talmud', che vede il Cnr collaborare con l'Unione delle comunità ebraiche italiane - Collegio rabbinico italiano (Ucei-Cri) per la traduzione integrale in lingua italiana, con commento e testo originale a fronte, del Talmud, opera fondamentale e testo esclusivo della cultura ebraica''.
Mentre con una mano la Gelmini cala la pesante scure dei tagli sulla scuola pubblica e sull'università, con l'altra mano dà dieci miliardi delle vecchie lire a un'équipe di trenta traduttori specializzati che lavoreranno per cinque anni alla traduzione italiana del testo sacro ebraico. Un lavoro monumentale, visto che il Talmud consta di seimila pagine divise in quaranta volumi. L'anziano rabbino di Gerusalemme, Adin Steinsaltz, ci ha messo cinquant'anni per tradurre in ebraico moderno il testo originale in aramaico.
Un lavoro certamente importante per la comunità ebraica italiana, che evidentemente sulla Gelmini esercita un'influenza ben maggiore di quella del mondo scolastico e accademico nazionale.

I colonizzatori dell’immaginario collettivo.


Rinascita ha incontrato Marco Cedolin, scrittore e studioso di economia, ambiente e comunicazione, che ha parlato di globalizzazione e anestetizzazione delle coscienze.
Fabio Polese. La circolazione delle notizie, sui grandi media, è subordinata alla volontà dei “sistemi” che gestiscono i media stessi.
Viviamo nella società del controllo e sembra che esista un governo sovranazionale ed invisibile che decida cosa è giusto farci sapere e cosa no.
In questo scenario apocalittico, abbiamo incontrato Marco Cedolin, scrittore e studioso di economia, ambiente e comunicazione, per porgli qualche domanda. “Non credo esistano dubbi sull’esistenza di un governo sovranazionale che attraverso la colonizzazione dell’immaginario collettivo, plasma la conoscenza, la sensibilità, i gusti, le reazioni emotive e più in generale i pensieri delle persone – sottolinea Marco Cedolin - con lo scopo di creare una massa di perfetti consumatori globali perfettamente omogeneizzati, privi di senso critico e programmati per reagire a qualsiasi stimolo indotto nella maniera prevista”.

mercoledì 22 dicembre 2010

Gli scenari del teatrino europeo.


di Sergio Cesaratto - Fonte: sinistrainrete.

Il 16-17 dicembre si riunisce in Belgio il Consiglio dei leader europei. Quali sono gli scenari che l’Europa ha di fronte?
Alla irrisolta crisi di solvibilità della Grecia si è in questo autunno aggiunta quella dell’Irlanda e a ruota il contagio, che si manifesta con un aumento dei tassi di interesse sui titoli pubblici, è arrivato anche all’Italia via Portogallo e Spagna e ora persino alla Germania. Quali sono le prospettive? Abbiamo di fronte tre scenari: 1) tamponare con un po’ di liquidità la situazione dei paesi periferici chiedendo loro di “aggiustare i propri conti” con “sacrifici” interni;. 2) anticipare la rottura e gestirla evitandone gli aspetti più dolorosi, per quello che si può; 3) attaccare i problemi alla radice nella direzione di costruire una unione politica ed economica funzionante.

CHE DIFFERENZA C'E' TRA LA GRECIA E LA CALIFORNIA?


di Andrea Fracasso, Roberto Tamborini - Fonte: Sinistrainrete.
Recentemente la California è andata sull'orlo della bancarotta nella totale indifferenza dei mercati finanziari. Perchè il peggioramento dei conti pubblici della Grecia ha scatenato una bufera, non solo contro i titoli di stato greci, ma persino contro l'euro?

La differenza tra la California e la Grecia è Washington.Solo una decina di anni fa l’espressione irriverente “Club Med” veniva utilizzata dagli investitori internazionali per indicare gli Stati dell’Europa meridionale ritenuti più deboli e vulnerabili alle crisi economico-finanziarie. I paesi in questione erano Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
Durante l’epoca d’oro della finanza mondiale, iniziata alla fine degli anni ‘90 e terminata nel 2007, questo e altri termini spregiativi sono lentamente caduti in disuso, lasciando il posto ai più positivi acronimi per indicare i paesi emergenti e di successo (prima tra tutti la sigla BRIC - Brasile, Russia, India e Cina). Con la crisi finanziaria iniziata nel 2007, tuttavia, i paesi del Club Med sono tornati nel centro del mirino e un vecchio termine spregiativo, l’acronimo “Pigs”, è stato adottato per rappresentarli. Cedendo alla potenza delle sigle inglesi ma avanzando minor benevolenza circa le condizioni di salute finanziaria di Irlanda e Regno Unito, altri investitori hanno proposto di allargare il club a questi due Stati e conseguentemente di aggiungere una “i” e un “g” alla sigla (Piiggs).

La Catena di San Libero n. 39122 dicembre 2010.



di Riccardo Orioles - Fonte: 'U CUNTU
Il politico e il ragazzo rumeno.

Uno vende i voti. L'altro piglia le luparateDa Barcellona Pozzo di Gotto - ridente cittadina tirrenica, ad alto tasso mafioso - sono giunti alle cronache due nomi.
Uno, a modo suo famosissimo, è Domenico Scilipoti, l'ultimo Giuda di quel povero cristo di Di Pietro e anche, indirettamente, di noi tutti.
Pagine e pagine ha avuto, dai giornalisti di palazzo: ha esternato in tv le sue ragioni, ostentando disprezzo per quei trenta denari.L'altro nome è quello di un ragazzo rumeno di vent'anni, tale Petre Ciurar.
Stava in una baracca lungo la ferrovia, con la moglie e un bambino di nove mesi, una di quelle baracche che periodicamente i barcellonesi più attenti alla politica nazionale vanno a incendiare con la benzina.Stavolta niente fiaccole, ma colpi di pistola e lupara: Petre è morto così (era in Italia da un mese: che “sgarro” aveva potuto commettere nel frattempo?), la donna è rimasta lievemente ferita e il piccolo, chissà come, del tutto illeso.
I carabinieri indagano, non escludono mafia, ma più che altro pensano a un atto di “semplice” razzismo.

NELLA CRISI, CONTRO LA CRISI, NASCE LA R@P ( rete dell'autorganizzazione popolare).



Siamo partiti dalla sperimentazione di pratiche di resistenza sociale e di sostegno ai conflitti ed abbiamo capito che queste, ben oltre le parole, possono rimettere insieme in basso quello che si è diviso in alto, poiché è nella materialità di una crisi sociale, ambientale, culturale, economica, ed alimentare, che si rimette insieme quello che ha frantumato la trasformazione neoliberista. Abbiamo capito che la crisi è uno spazio costituente, in cui costruire un processo di aggregazione di forze cooperanti, di iniziative sociali che si federano in una chiara visione trasformativa della società.
Uno spazio dove l'anticapitalismo, la demercificazione delle relazioni sociali e la difesa dei beni comuni sono lo sfondo sul quale riconoscersi. Un processo a spirale, auto costruito, che si sviluppa dandosi tempi e metodi propri.

lunedì 20 dicembre 2010


Voi siete qui - Il marcio su Roma.


di Alessandro Robecchi. - Fonte
pubblicato in Il Manifesto

Un fattivo sostegno alle politiche per l’occupazione viene dalla giunta comunale di Roma e dal sindaco della capitale Gianni Alemanno, che ha trovato lavoro a tanti giovani.
Per esempio a er Sorcio, er Bufalo, er Secco, detto Spaccameloni per il suo vizio giovanile di sprangare coetanei di sinistra.
Er Cencio, grazie al suo nuovo impiego all’Atac, potrà scordare i suoi trascorsi da terrorista nero e il breve soggiorno a Regina Coeli.
Poi c’è l’ex donna der Sorcio, attualmente fidanzata con Franco Scannacani, detto l’infame de Centocelle (assunto anche lui ai servizi ambientali con funzioni di dirigente), entraineuse a tempo perso e oggi segretaria di concetto.
Assunti a tempo indeterminato anche lo zio di un cognato di un assessore, due cugine di terzo grado del direttore del personale, quattro nipoti acquisiti del capo distretto, l’amante di un dirigente di media fascia che non si può dire sennò manda due nazisti calvi a menarvi con la mazza da baseball.
Un nome di spicco, assunto in una municipalizzata romana, è Guido, detto Guidone, detto Guidone lo Stronzo, detto Guidone lo Stonzo Per Davero, che alla domanda dei giornalisti (“Ma ha fatto un concorso”?), ha risposto serafico: “E come, no? Concorso in rapina, ma tanti anni fa”. Assunti alla municipalizzata dei servizi ambientali anche i principali esponenti del vecchio gruppo di fuoco dei Nar, alcuni amici di un certo Mokbel, brava personcina davvero, e – con mansioni organizzative – Francone er killer der Testaccio, soprannominato dagli amici Hitler per le sue posizioni moderate e la propensione al dialogo.
Hanno trovato un lavoro grazie alla politica del sindaco Alemanno e della sua giunta anche circa trecento figli di dirigenti, amministratori, caposcorta, guardaspalle, tiratori scelti, arditi antemarcia e rapinatori in pensione.
La selezione è stata accurata e severissima, perché la destra sociale non guarda in faccia nessuno, ovvia prudenza nel caso fosse chiamata, un giorno, a testimoniare.

Approfondimenti. Lavoro ed Economia.


Fonte. Eddyburg

Tratto dal blog di Laura E. Ruberto
La critica all’attuale sistema economico, basato sulla produzione indefinita di merci sempre più lontane dai bisogni reali e sempre più dissipatrici di risorse finite, si scontra spesso con una reazione: non vorrete mica chiudere le fabbriche e gettare gli operai nell’inferno della disoccupazione?
É una reazione che non nasce solo dal mondo degli apologeti del sistema dato come il migliore possibile, né da quello dei rassegnati all’esistente perché there is no alternatives, ma trova spazio anche tra quanti non sono succubi del sistema capitalistico.
É il caso, ad esempio, della recente critica di Rossana Rossanda a una ragionevole proposta avanzata da Guido Viale alla crisi dell’automobile. Ed è una reazione che è anche un indicatore delle difficoltà che incontra chi ritiene che una risposta adeguata al presente modello di sviluppo potrà aversi unicamente se si costituisce un’alleanza tra i gruppi sociali che sono più direttamente minacciati dalla sua egemonia, Nel Nord del mondo, a cominciare da quelli che soffrono e protestano per le condizioni delle risorse naturali, dei patrimoni culturali, delle conquiste sociali raggiunte negli anni del welfare, e quanti hanno perduto o rischiano di perdere la base stessa della loro esistenza sociale: il lavoro.
Credo che sia necessario affrontare il tema del lavoro in tutta la sua ampiezza, per comprendere non solo le ragioni per cui la difesa del lavoro è essenziale, ma anche quali sono le alternative possibili all’uso che attualmente il sistema economico ne fa.

Finirà anche stavolta. Ma la tempesta non passa da sola.


Finirà anche stavolta. Ma la tempesta non passa da sola
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/finira-anche-stavolta-finira/2140553
di Giorgio Bocca - Fonte: medioevosociale.

Chi spera che finisca l'era della politica al servizio dei giochi del sultano può essere ottimista. A patto di impegnarsi. Perché la libertà non è un regalo ma una conquista

25 aprile, partigiani
Finirà questa discesa nel vuoto, questa disgregazione del paese Italia, civile e fisica? In quest'autunno di pioggia senza fine gli italiani guardano in televisione il loro "bel paese ch'Appennin parte, e 'l mar circonda et l'Alpe" disfarsi in frane e smottamenti, lo "sfascio pendulo" che si consuma, che vien giù con le sue case e le sue chiese millenarie, i superstiti che indicano ai cronisti la linea bianca della frana e raccontano storie di parenti, di amici scomparsi sotto il fiume di fango.

Per un nuovo e più forte partito comunista.


di Mario Geymonat* Fonte: Lernesto.
su Liberazione del 26/10/2010

** Docente di Letteratura Latina Università Ca’ Foscari – Venezia. Consiglio Scientifico Associazione Politico-Culturale “ Marx XXI ”.

Chi osserva con attenzione la situazione di oggi, non può non rendersi conto di come essa attraversi un periodo drammatico, favorito e sviluppato dalla terribile crisi economica dovuta alle speculazioni finanziarie (se ne accorge anche il papa!).
È in agguato pure la guerra, tante volte utilizzata in passato per risolvere i problemi dei potenti: penso ai tentativi di colpi di stato (di recente in Ecuador), all’assedio di Gaza e alle minacce israeliane a Teheran, alla tensione crescente dei paesi occidentali con la Corea del Nord e con la stessa Cina (fino alla assegnazione provocatoria del “premio Nobel per la pace” al dissidente Liu Xiaobo).

domenica 19 dicembre 2010

Piero Bevilacqua: Studenti e capitale.


FONTE: http://www.eddyburg.it/
Le lotte studentesche esplose in Europa negli ultimi mesi, legate ad occasioni contingenti – come le proteste contro l'aumento delle rette nel Regno Unito o quelle contro il ddl Gelmini in Italia – meritano una riflessione di portata più generale.
Un rapido sguardo storico ci mette innanzi tutto sull'avviso di un fenomeno di ampia portata: la crescita costante della popolazione studentesca universitaria nell'ultimo mezzo secolo. In Italia gli studenti universitari erano 402 mila nel 1965-66, raggiungono la cifra di 1 milione e 685 mila nel 1995- 96, si attestano a poco meno di 1 milione e 800 mila nel 2009-10. Spettacolare è anche la crescita degli scritti nel Regno Unito che tra il 1980 e il 2002 passano da poco più di 800 mila a oltre 2 milioni.
Crescita proseguita fino a oggi. Nello stesso ventennio, nell'Europa a 15, essi più che raddoppiano , passando da 6 milioni e mezzo a 13 milioni e mezzo. A che cosa si deve una tendenza sociale e culturale così evidente e negli ultimi decenni così accelerata? Senza dubbio essa è figlia dello sviluppo “generale delle forze produttive”, direbbe Marx.

Giornalismi: la stampa italiana soffre di miopia?


- Fonte: Pino Bruno dicembre 18th, 2010
La stampa italiana, già snobbata da Wikileaks (salvo rare eccezioni, i giornalisti italiani non hanno solidarizzato con Assange & C.), secondo gli studenti del Liceo Mamiani di Roma soffrirebbe pure di ”Grave miopia con meno undici 11 diottrie ad entrambi gli occhi e assenza di prospettiva”.
Gli studenti dei licei romani e gli universitari della Sapienza hanno ‘visitato’ la stampa italiana consigliando l’uso di occhiali ”prima di guardare il mondo”.

Al Liceo Mamiani di Roma, durante una conferenza stampa indetta dall’assemblea, autorganizzata delle scuole in mobilitazione, uno studente si è presentato col nome di prof. Pietro, laureato in scienze della vista, e ha ‘visitato’ i giornalisti presenti , a cui sono stati regalati occhiali in cartone.
”Con la nostra ironica rappresentazione abbiamo voluto evidenziare il paradosso della trattazione mediatica del 14 dicembre – hanno detto gli studenti – i giornalisti continuano ad inseguire spiegazioni semplicistiche ed impossibili, dall’infiltrato al black bloc e chi più ne ha più ne metta”.
”Invitiamo quindi tutti i giornalisti – hanno concluso gli studenti, consegnando loro un referto medico – all’acquisto di un buon paio di occhiali che non li costringa più ad avvicinarsi a qualche particolare ma a cogliere il panorama nella sua completezza”.

Michael Moore: Ecco perchè sto con Julian Assange.

FONTE: Nocensura.
Il 14 dicembre gli avvocati di Julien Assange hanno presentato al giudice della Cort di Londra un testo in cui dichiaro che verserà 15mila euro per contribuire a pagare la cauzione al cofondatore di Wikileaks. Inoltre gli offro l'assistenza del mio sito internet e dei miei server.
E farò tutto quanto è nelle mie possibilità per mantenere Assange in vita e permettergli di continuare a rivelare tuti quei crimini che sono stati pianificati in segreto, commessi in nostro nome e pagati con le nostre tasse.
Siamo stati trascinati nella guerra in Iraq a partire da una bugia. Centinaia di migliaia di persone sono morte. Immaginate un po' cosa sarebbe successo se nel 2002 gli uomini che hanno organizzato questi crimini avessero dovuto fare i conti con un Wikileaks.
Non avrebbero semplicemente potuto commetterli. Se l'hanno fatta franca è perchè sono stati protetti dal segreto.
Perchè dunque dopo aver reso al pubblico un servizio così importante Wikileaks sta subendo degli attacchi tanto violenti?

La risposta alla crisi è cominciata!

Fonte: Sinistracritica.
Messaggio di Ken Loach all’incontro dell’11 dicembre organizzato in Francia dall’NPA.
Tutti gli avvenimenti economici e politici lo dimostrano chiaramente: il capitalismo è in scacco. Più grande sarà lo scacco, più crudele la repressione. Le conquiste della sinistra socialdemocratica vengono smantellate.
In Gran Bretagna, certi servizi, come la scuola, le università, e il sistema sanitario, fino a oggi erano considerati sacri. Oggi, anche queste attività sono aperte al mercato. Gli interessi delle multinazionali passano davanti a quelli del popolo.
La povertà, la disoccupazione e l’esclusione di importanti settori popolari che vivono nei quartieri sinistrati delle nostre città sono in aumento.
I socialdemocratici – da noi il Labour Party, il partito laburista – sono parte del problema. Hanno effettuato o sostenuto le privatizzazioni e i tagli nei bilanci dei servizi pubblici.
La risposta è iniziata, condotta dagli studenti.
Ciò che fa inorridire la classe dominante britannica non è l’attacco contro le università … ma il fatto che un secchio di vernice abbia colpito la vettura del Principe Carlo.

A proposito di manifestazioni, violenza e democrazia.


di Francesco Saccomanno - Fonte: Controlacrisi

Dopo le manifestazioni dei giorni scorsi ed a seguito di alcune osservazioni sensate e ponderate che mi sono state fatte da alcuni giovani, vorrei esternare una serie di riflessioni.
Mi preme soprattutto ragionare su alcuni concetti che ruotano intorno a questi termini fondamentali, almeno per me, per capire la realtà di oggi: semantica, realtà virtuale, violenza, democrazia. 1- Semantica. Come ben si può leggere anche su un vocabolario online, la semantica è quel settore della linguistica che studia il significato delle Parole.
Ormai quando parliamo o discutiamo ci capita di non renderci conto che parole uguali non hanno spesso lo stesso significato per tutti. Pertanto, per capirsi sarebbe utile stabilire e definire il significato che ognuno di noi dà, per esempio, a parole come manifestazione, futuro, rispetto, lavoro, obbedienza e ribellione, cultura, serietà e, soprattutto, violenza.

venerdì 17 dicembre 2010

Veterani alla Casa Bianca 16/12/10: Peace Mr. Obama!


Finire gueste guerre, non domani, non l'anno prossimo, ADESSO !!
(altre foto QUI )

Lettera a Roberto Saviano.


Fonte: Ilprimoamore.

Caro Roberto,a scriverti e' un ragazzo di ventisei anni, uscito da pochi mesi dall'universita'.

Non ho scritto Gomorra, non scrivo su Repubblica, non ho fatto trasmissioni. Ma non e' solo al passato che posso parlare: non scriverς un libro di successo, non scriverς su un grande giornale, non dominerς l'auditel in una trasmissione Rai.

Ti scrivo per la stima che il tuo libro mi ha portato ad avere nei tuoi confronti e per la disillusione che questa tua lettera ha causato in me.

Vorrei essere franco e parlare al di fuori delle parole d'ordine che un movimento (qualsiasi movimento) impone per essere schietto e provare a fare un passo oltre il 14 dicembre, altrimenti si guarda sempre al passato e non θ il passato a preoccuparmi adesso.

giovedì 16 dicembre 2010

A proposito di cortei e buoni maestri.


di Sandrone Danzieri - Fonte: Nero - 16 dicembre 2010 - 14:38

Vi racconto cosa mi è successo. Ero a Roma per lavoro, e durante una riunione ho seguito dal computer la votazione sulla sfiducia.
Ho visto lo spettacolo pietoso del parlamento ridotto a mercato delle vacche e teatrino, dove tutta l'attenzione si appuntava su quella decina di onorevoli che il giorno prima si erano prodotti in dichiarazioni vanziniane sul loro voto: non lo so, non ci ho ancora pensato, dipende, ne discuterò con la mia coscienza.
Ho visto il disastro e il ridicolo. Mi sono depresso. Mi è mancata l'aria. Sono uscito. Per caso, mi sono trovato nel mezzo della manifestazione studentesca nei momenti del maggior casino.
Ho visto ragazzi contrari agli scontri, ragazzi che spaccavano vetrine, ragazzi che scappavano, ragazzi che tiravano sassi alle banche, spostavano cassonetti e davano loro fuoco, ragazzi che discutevano e ragazzi che piangevano, ragazzi che raccoglievano da terra i loro compagni e ragazzi che camminavano zoppicando o sfregandosi le botte.

Atene 15 dicembre 2010

mercoledì 15 dicembre 2010

La rabbia e le manifestazioni dei giovani rompono un “incantesimo maledetto”.



di Roberto Vignoli in ListaSinistra.
(Segue replica di Zag.)

Berlusconi – afferma il Financial Times - ha portato a casa la pelle ottenendo una risicatissima maggioranza che si configura come un contratto a termine.
Con queste carte va al vertice europeo che deciderà i criteri con cui i vari paesi dovranno governare il debito pubblico e le reazioni sociali alle conseguenti misure antipopolari che dovranno adottare.
E’ evidente che sulla base di questi dati si andrà rapidamente alle elezioni.
Il voto parlamentare rivela chiaramente due cose:
1) la fragilità e l’inadeguatezza del ceto politico espresso dalla classe dominante sia nella sua versione berlusconiana che in quella della sua composita opposizione.

Franco Berardi Bifo: Abbandoniamo le illusioni prepariamoci alla lotta.

FONTE: Facebook, pubblicata da Franco Berardi
Quello che sta accadendo a Roma e in molte altre città italiane, mentre un Parlamento di corrotti festeggia la vittoria del Mammasantissima, quel che è accaduto a Londra giovedì scorso mentre un Parlamento di traditori votava la distruzione della scuola pubblica, è l’inizio del nuovo decennio. Sarà un decennio di conflitto e di autodifesa da parte della società, contro una classe dominante violenta, corrotta, assassina, contro il capitalismo finanziario che affama letteralmente la società, contro la mafia che occupa i posti di potere per spartirsi le risorse prodotte dal lavoro. L’enorme massa di studenti, ricercatori, cittadini lavoratori che si sono dati appuntamento a Roma non aveva l’obiettivo di abbattere un governo di mafiosi per istaurare un governo di sfruttatori e di assassini.

un-luminoso-martedi-di-scontri-tra-montecitorio-e-la-piazza.



Fonte: Senzasoste
Luogo comune ormai consolidato voleva che in Italia, a differenza di quanto accaduto in Francia come in Grecia o in Inghilterra, il ruggito della piazza fosse un lontano ricordo.
Ma non si era fatto i conti con Mister Starve, come lo chiamavano gli inglesi durante la rivolta di Brixton del 1981, ovvero la fame intesa come quel generale in grado di disporre come e quando la rivolta sarebbe scoppiata.

martedì 14 dicembre 2010

Roma 14 dicembre. Una giornata di sfiducia.

Oggi si è consumato e si è evidenziato quello che da molto si va dicendo, da anni , attraverso la sfiducia verso il PD e l'aumento delle schede bianche e delle astensioni ( gli ultimi sondaggi da la somma dei due a oltre il 30%). Oggi , dopo lo spettacolo senza parola che è avvenuto in parlamento, la sfiducia è avvenuta nelle piazze. Nelle piazze di tutta italia. E si bada sono giovani, sono giovani dai 16 ai 23-24 anni Come cresceranno questi giovani, quali prospettive politiche avranno questi giovani. Oggi si è consumato un ultimo atto , un ennesimo atto, di sfiducia non solo verso B, ma sfiducia verso le istituzioni, verso queste forme di democrazia. Quando la politica non viene incontro a questi giovani, dopo numerose manifestazioni, dopo numerevoli chiamate ed urla alla politica e tutte con assenza di risposte, Ebbene cosa si voleva? Era naturale lo sbocco verso il rifiuto violento, quando , da sempre, non si hanno sbocchi politici , l'unica risposta viene dalla violenza. E attenzione, lo dico a tutti noi. Attenzione! Perché dopo oggi, dopo la vittoria di oggi da parte dei giovani, domani non sarà più come prima. Se oggi i giovani si sono dimostrati altamente responsabili, altamente maturi nella loro disperazione e nella loro assenza di prospettive e di futuro, domani , io spero di no, dovremo stare molti attenti.

http://vecchia-talpa.blogspot.com/>

Slavoi Zizek.

Il fragile rapporto fra mercato e democrazia.
Εύθραυστη σχέση αγοράς και δημοκρατίας. Fonte: Rnbnet.

Συνέντευξη του Σλαβόι Ζίζεκ στον Πέτρο Παπακωνσταντίνου
Την ερχόμενη Κυριακή, 19 Δεκεμβρίου, ο Σλαβόι Ζίζεκ θα δώσει διάλεξη στην Αθήνα με θέμα «Ζώντας στην εποχή των τεράτων», προσκεκλημένος από το Αριστερό Βήμα (αμφιθέατρο Μ. Α. Χ., Εθνικό Μετσόβιο Πολυτεχνείο, 11.30 π. μ.). Με αφορμή τη διάλεξη αυτή, ο Σλοβένος διανοούμενος μίλησε στην «Κ» και τον Πέτρο Παπακωνσταντίνου για την παγκόσμια οικονομική κρίση, τα διλήμματα της Ευρώπης και τις προκλήσεις που αντιμετωπίζει η σύγχρονη Αριστερά

Αν και απολύθηκε για τις αιρετικές απόψεις και τον πολιτικό ακτιβισμό του υπέρ των δημοκρατικών δικαιωμάτων από το καθεστώς του Τίτο, ο Σλαβόι Ζίζεκ παρέμεινε πιστός στον αριστερό ριζοσπαστισμό.Ισορροπώντας επιδέξια πάνω στο τεντωμένο σχοινί που συνδέει τη μαρξιστική πολιτική οικονομία με τη λακανική σχολή της ψυχανάλυσης, ο Σλοβένος διανοητής απέκτησε παγκόσμια φήμη όταν μεταφράστηκε στα αγγλικά το μείζον φιλοσοφικό έργο του «Το υψηλό αντικείμενο της Ιδεολογίας» (ελληνική έκδοση: Scripta, 2006).
Σήμερα, ο Ζίζεκ θεωρείται ένα είδος «σούπερ σταρ» των ανθρωπιστικών επιστημών.
Τα πολυάριθμα βιβλία του γίνονται κατά κανόνα μπεστ σέλερ, όπως επιβεβαίωσε και το τελευταίο έργο του που μεταφράστηκε στα ελληνικά «Βία - Εξι λοξοί στοχασμοί» (Scripta, 2010).

Berlusconi ha vinto, berlusconi ha perso.



1867, 398 miliardi di euro è il nuovo record del debito pubblico. In ottobre ci siamo divorati 23 miliardi, a settembre il debito era di 1844 miliardi.
Nello stesso giorno del record che ci trascina verso l'abisso economico, il 14 dicembre 2010, alla Camera dei deputati Berlusconi ha vinto per 314 a 311.Si è svolto nella sala di velluti rossi un confronto osceno di compari che sentono l'odore della rivoluzione nelle strade e cercano di salvarsi con un doppio carpiato come Fini, rinnegando 15 anni di inciuci come Bersani e Casini.
Nell'aula ridotta a un palcoscenico di mestieranti con battute da avanspettacolo e applausi improvvisi che scacciavano la paura del futuro (come quelli alla bara portata a braccia quando esce dalla chiesa) ci sarebbe voluta la follia di un Lombroso per interpretare volti, smorfie, ghigni, gesti. Per illustrare una nuova antropologia: quella della merda.
In un Parlamento di venduti non è possibile parlare di voti comprati, come non è possibile trovare vergini in un lupanare. La recita dei deputati ha avuto ancora una volta la sua rappresentazione.
Attori con stipendi stellari, macchine blu, finanziamenti (furti) elettorali da un miliardo di euro bocciati da un referendum, giornalisti al loro servizio pagati con una mancia di 329 milioni mentre il Paese va a picco. Guardateli, non vi fanno schifo?
La Camera dall'alto sembrava questa mattina un ritrovo di vecchi compari, Berlusconi che accarezza il collo di Casini, il Bocchino tradito, il Fini paralizzato da una votazione che lo manda in pensione dopo 40 anni di carriera politica in cui non ha visto nulla, sentito nulla, detto nulla prima di uscire dal sarcofago, la "vajassa" di Fassino. Le labbra della Mussolini e quelle della Carfagna, gli occhiali da sole di Frattini.
Le donne incinte, tra cui l'avvocatessa del prescritto per mafia Andreotti in carrozzella. La corte dei miracoli aveva più dignità, un circo ha più serietà, un bordello più dignità.
Nel 2011 la crisi economica spazzerà via questa umanità ridente che si è appropriata dello Stato e dei media. Straccioni sociali che hanno avuto nella politica l'unica via per il successo, per sentirsi importanti, indispensabili, "onorevoli".
Io non salvo nessuno e auguro a tutti di ritirarsi per tempo, prima che lo faccia la Storia che è, come si sa, imprevedibile e feroce.

Nel silenzio della democrazia.

di Stefano Rodota' in La Repubblica. Fonte: Comedonchisciotte.

Abbiamo vissuto il silenzio della democrazia, e questo peserà in futuro, quale che sia l´esito del voto di oggi.
La chiusura del Parlamento, evento davvero senza precedenti nella storia della Repubblica, ne ha rappresentato il terribile simbolo e, insieme, la condizione necessaria perché altre procedure, altri riti, altri luoghi potessero prenderne il posto.
Doveva tacere il Parlamento non perché potessero tacere le passioni, e si potesse così giungere con giusto distacco e adeguata meditazione a una giornata nella quale si concentrano le molte ragioni che ci hanno progressivamente portato ad una vera crisi del sistema politico.
No. Quel silenzio era necessario perché l´unica forma di persuasione legittima in democrazia, quella che nasce dall´aperta e pubblica discussione parlamentare, venisse sostituita da un´altra forma di "persuasione", quella affidata a reclutatori, a cacciatori di voti che si muovono senza inibizioni o pudori sulla scena pubblica, menando anzi vanto d´ogni nuovo scalpo conquistato. Riflettano i cittadini della Repubblica. La vicenda di questi giorni riproduce lo schema che avevamo imparato a conoscere nel tempo triste delle escort.

lunedì 13 dicembre 2010

Leonardo Sciascia ed i comunisti.


di Pietro Ancona - Fonte: medioevosociale.

Serata di grande cultura civile ieri allo Steri di Palermo. Si presentava il libro di Emanuele Macaluso "Leonardo Sciascia ed i comunisti".
Lo illustravano, oltre che l'autore, Peppino Di Lello, Michele Figurelli, Gioacchino Lanza Tomasi. Presenti le figlie di Sciascia e tanti "compagni" in parte canuti e quasi nessun giovane come se la "discontinuità" proclamata da Occhetto alla Bolognina abbia occluso ogni comunicazione tra passato e presente, abbia cancellato o addirittura colpevolizzato il passato.
Oggi viviamo in un tempo-non tempo che non ha radici, non ha storia, non produce storia e non sembra avere un futuro.
La fine delle ideologie e cioè l'adesione della sinistra italiana al pensiero unico del capitalismo ha privato ognuno di noi e l'Italia stessa della sua identità. Per questo sento gratitudine profonda per la ricostruzione-rievocazione che Macaluso ha fatto nel suo libro della storia della sinistra siciliana e della vicenda nazionale come la storia di noi quando c'eravamo ed eravamo vivi.
La Bolognina per i comunisti ed il craxismo per i socialisti sono stati causa di due guerre perdute quasi per sempre dalla sinistra e dalla cultura italiana ed oggi viviamo in una palude mefitica e siamo nelle mani di personaggi come Marchionne, la Marcegaglia, Berlusconi, Fini....

Wu Ming: a cosa serve un comunista.



Fonte: Controlacrisi.

Questo è l’intervento di Tariq Ali alla SOAS (School of Oriental and African Studies) di Londra, occupata dagli studenti. A volte viene da chiedersi a cosa serva un comunista. Ad esempio a fare un discorso di verità:

- Non dovete credere a chi vi dice che non ci sono soldi per lo studio e per la salute: quando si tratta di salvare una banca o di fare la guerra i soldi li trovano sempre.

- Il problema non è governo liberal-conservatore contro governo laburista, perché le politiche dei tagli sono iniziate con la sinistra al governo.

- Senza lottare non si è mai ottenuto nulla, il luogo comune della “moderata e conservatrice” Inghilterra confonde strumentalmente la moderazione con la repressione delle rivendicazioni sociali. L’Inghilterra è il paese dove per la prima volta è stata tagliata la testa al re; dove è nato il movimento operaio; quello per i diritti della donna, etc. La lotta collettiva, gli scioperi, gli atti organizzati di disobbedienza civile, sono ciò che ha portato alle conquiste formali e sociali. Quindi la lotta paga.

- E’ vero che la riforma in parlamento è passata: ma è meglio essere sconfitti dopo aver lottato che essere sconfitti senza lottare. Perché se lotti e vieni sconfitto, torni a casa e ci rifletti sopra, capisci dove hai sbagliato e sei pronto a tornare a lottare.

- Gli studenti dei vari istituti devono coordinarsi tra loro e poi coordinarsi con i sindacati e con i pensionati. Non bisogna mai commettere l’errore di relegare la propria lotta a se stessi, di pensare che si sta lottando soltanto per la propria condizione o categoria, perché le lotte di tutti sono collegate: quindi c’è bisogno di una cornice/narrazione comune.

FONTE: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2219

Cancún: il clima che si spezza.


di Beppe Grillo - Fonte: Qui

Alla conferenza di Cancún si è deciso di non decidere. Forse non si poteva fare altro di fronte agli egoismi nazionali. Un accordo mondiale sul clima è oggi impossibile.
Si è preferito un "fai da te" dove ogni nazione dovrà decidere se e come avviare delle azioni per salvare la Terra.
E così, mentre gli Stati si occupano di incentivare la produzione e creano debito a livello insostenibile, la temperatura del pianeta aumenta. Nell'ultimo numero del "Royal Scientist's journal" si prevede un incremento probabile di 4 gradi entro il 2060 in mancanza di una politica globale e la certezza che è quasi impossibile impedire un innalzamento di 2 gradi secondo lo studio pubblicato dallo "UN Environment Programme".
Un promemoria sulle conseguenze (*):
+ 1° (in atto, ndr) : Fusione dell'Artico - Scomparsa dei ghiacci dal Kilimanjaro - Ritiro dei principali ghiacciai dalle Alpi al Tibet - Inizio della distruzione Grande Barriera Corallina - Estinzione di centinaia di specie - Aumento di numero e di intensità degli uragani - Innalzamento livello del mare con numerosi atolli sommersi, tra cui l'arcipelago di Kiribati con 78.000 persone
+ 2° : Riduzione dell'alcalinità dei mari con la progressiva distruzione del placton e degli organisni con i gusci di carbonato di calcio (il placton è alla base della catena alimentare oceanica) - Calo della crescita delle piante in Europa fino al 30% - Incendi su larga scala in Europa - Fusione dei ghiacciai della Groenlandia - Scomparsa dell'orso polare - Carestie in India e in Pakistan

domenica 12 dicembre 2010

Il parlamento delle vacche.


di Beppe Grillo. Fonte: il suo Blog

Scilipoti è un giuda? No è un signor nessuno, un semplice parlamentare. Chi lo conosceva prima del suo "passaggio" al Pdl alzi la mano.
E' una scoreggia venuta dallo spazio profondo come quasi tutti i deputati e i senatori messi lì ("scelti") dai padroni dei partiti, di TUTTI i partiti. Qui non si possono più fare sconti a nessuno. In Parlamento non ci sono vergini e neppure extravergini.
Si parla di mercato delle vacche, ma sono le stesse vacche che ne parlano, a partire da Casini per arrivare a Fini.La legge elettorale voluta dal centrodestra e benedetta dal centrosinistra di Prodi per due anni ha eliminato l'elezione diretta del candidato e ha creato le aziende della politica che hanno come ricavi i soldi pubblici e nessun costo.

Sul Premio Nobel a Liu Xiaobo.


Un manifesto di guerra. Di Domenico Losurdo
Trasmesso in diretta da tutte le più importanti reti televisive del mondo, il discorso pronunciato dal presidente del Comitato Nobel in occasione del conferimento del premio per la pace a Liu Xiaobo si presenta come un vero e proprio manifesto di guerra.
Il concetto fondamentale è chiaro quanto sgangherato e manicheo: le democrazie non si sono mai fatte guerra e non si fanno guerra tra di loro; e dunque per far trionfare una volta per sempre la causa della pace occorre diffondere la democrazia su scala planetaria.
Colui che così parla ignora la storia, ignora ad esempio la guerra che tra il 1812 e il 1815 si sviluppa tra Gran Bretagna e Usa. Sono due paesi «democratici» e per di più fanno entrambi parte del «pragmatico» e «pacifico» ceppo anglosassone.
Eppure tale è il furore della guerra che Thomas Jefferson paragona a «Satana» il governo di Londra e giunge persino a dichiarare che Gran Bretagna e Usa sono impegnati in una «guerra eterna» (eternal war), la quale è destinata a concludersi con lo «sterminio (extermination) di una o dell’altra parte».
Identificando causa della pace e causa della democrazia, il presidente del Comitato Nobel abbellisce la storia del colonialismo, che ha visto spesso paesi «democratici» promuovere l’espansionismo, facendo ricorso alla guerra, alla violenza più brutale e persino a pratiche genocide. Ma non si tratta solo del passato.
Col suo discorso il presidente del Comitato Nobel ha legittimato a posteriori la prima guerra del Golfo, la guerra contro la Jugoslavia, la seconda guerra del Golfo, tutte condotte da grandi «democrazie» e in nome della «democrazia».
Ora, il più grande ostacolo alla diffusione universale della democrazia è rappresentato dalla Cina, che dunque costituisce al tempo stesso il focolaio più pericoloso di guerra; lottare con ogni mezzo per un «regime change» a Pechino è una nobile impresa al servizio della pace: questo è il messaggio che da Oslo è stato trasmesso e bombardato in tutto il mondo, ed è stato trasmesso e bombardato mentre la flotta militare Usa non cessa di «esercitarsi» a poca distanza dalle coste cinesi.
A suo tempo, un illustre filosofo «democratico» e occidentale, John Stuart Mill, ha difeso le guerre dell’oppio contro la Cina come un contributo alla causa della libertà, della «libertà «dell'acquirente» prima ancora che «del produttore o del venditore».
E’ sulla scia di questa infausta tradizione colonialista che si sono collocati i signori della guerra di Oslo. Il manifesto lanciato dal presidente del Comitato Nobel deve suonare come un campanello d’allarme per tutti coloro che hanno realmente a cuore la causa della pace.

Il PD in piazza.

di Zag in ListaSinistra
I cortei sono due faccio a dadi o testa o croce. Vado direttamente a Piazza San Giovanni.
Lo so in anticipo. La gente sarà tanta. La forza organizzatrice dell'ex PCI ancora non è venuta meno, ma passa il tempo e in piazza non si vede arrivare nessun corteo.
La musica impazza, i presentatori sono poca cosa, e la gente in piazza pensa ai fatti suoi , Ed allora decido di prendere una delle strade dove presumo arriverà uno dei cortei.
Mi incammino ma il traffico non è dirottato. Mi fermo chiedo ad una coppia , ( hanno la macchina fotografica, io l'ho ancora in borsa, loro al collo per cui sono partecipanti del corteo, o dei fotografi ) Anche loro sono stupidi e dubbiosi.
Ma il corteo? Anche da qui i decibel di una banda sul palco arriva e crea il vuoto nello stomaco. Proseguo, ma stavolta prendendo una traversa per arrivare sulla via dove dovrebbe arrivare l'altro corteo.
E finalmente vedo le luci della polizia, i cartelloni, le bandiere , ma il silenzio è assordante. Vado incontro. La strada è in discesa per me, e posso vedere tutto il serpentone del corteo che arriva da li giù in fondo. Ma perché cazzo non fischiano, perché non urlano, Ma che diavolo fanno.
Ma son qui per far cadere il governo, per protestare contro Berlusconi, o per fare una gita turistica? Ma va a fà un bicchiere.
Questi saranno i pensionati riuniti . Son quelli che vengono da Piramide da Piazzale degli Eroi, dall'Ostiense. Vado da quelli che arrivano dal Nord, dalla stazione Termini.
Prendo l'altro stradone che si connette a Piazza San Giovanni. Il corteo è laggiù in fondo . Gli vado incontro.
Ma anche qui più mi avvicino più il silenzio è raggelante. Sono ormai dentro il corteo e incomincio a riprendere i volti che più mi colpiscono, gli striscioni. Nessuno urla, nessuno si incazza. Qualche Bella Ciao cantata più per malinconia e poi Tarantelle , Pizzica Pizzica, Capisco che i cortei si sono ricongiunti. Son arrivati i casinari dei meridionali.
Leggo i cartelli. Massafra , Pomigliano, Caserta, Taranto, Ginosa, Manduria. Ahoo! pura la banda si son portati.
Si va bè ma i giovani! Niente! Alcune bandiere dei giovani democratici, qualche bimbo al seguito. Ma l'età va dai quaranta in su. Se questi son gli elettori, le prospettive di futuro sono mal ripagate. Mi colpisce un vecchietto travestito che urla e suona un campanaccio " Berluscò La senti questa vooceeeeee!.... Omo 'e merd'a" .
La piazza si riempie,quasi. La gente è tanta. La mia malinconia anche.
-- Zag(c)

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