Ovvero: quello che mangi ti salva o ti uccide. Fonte: vegetariani
Risposte in sintesi per falsi problemi
INTRODUZIONE
Questo manualetto vuole essere uno strumento di facile lettura per coloro che vogliono conoscere i principi basilari della cultura
vegetariana, rimandando il lettore a più approfondite analisi in
ordine alle tematiche affrontate di natura salutistica, antropologica, etica, ambientale, spirituale ecc. Un breve e sintetico compendio di
risposte alle più consuete domande che generalmente vengono rivolge
agli addetti ai lavori per superare visioni anacronistiche, ancorate a
pregiudizi e tradizioni inesatte e spesso dannose per il
raggiungimento del benessere integrale dell’individuo, mediante la
volontà di suscitare negli interessati un sano senso critico dei
fatti e capire che senza eliminare le cause e senza il cambiamento di
errati stili di vita non è possibile guarire da nessuna malattia. A
tale motivo l’AVA nel proseguire l’opera di diffusione del
Vegetarismo ed in particolare del Veganismo, sostenuta dal prof.
Armando D’Elia sul solco già tracciato da Aldo Capitini, da
Ferdinando Delor e dai grandi uomini di spiritualità e di scienza di
ogni tempo e paese, vuole dare alle persone interessate gli strumenti
per conservare o recuperare la salute fisica, l’equilibrio mentale e
la sfera morale, attraverso stili di vita ed abitudini alimentari
conformi alla nostra natura di esseri pacifici e fruttariani e
favorire lo sviluppo di una coscienza umana più giusta e solidale,
una mentalità di pace e di disponibilità verso il prossimo. La dieta
alimentare infatti è in grado di condizionare l’individuo sul piano
fisico, mentale e spirituale e incidere in modo determinante sulla
felicità personale e sul destino collettivo dei popoli. Da una nuova
cultura umana, fondata sulla consapevolezza delle possibilità
personali di essere artefici della propria condizione fisica, psichica
e spirituale e da una nuova sensibilità umana aperta alla
condivisione e al rispetto di ogni essere vivente è possibile porre
le basi per un mondo libero dalle malattie, dalla violenza e dal
dolore.
LA CARNE
- è incompatibile con il nostro organismo e con la nostra natura;
- causa malattie e danni alla salute umana;
- non contiene sostanze diverse dal mondo vegetale;
- è un prodotto che contribuisce ad inquinare l’ambiente, a
distruggere le foreste, a sperperare risorse economiche ed
energetiche, a produrre fame nel Terzo Mondo;
- ostacola lo sviluppo etico e spirituale dell’individuo;
- è economicamente svantaggiosa;
- rende l’essere umano più aggressivo e violento, insensibile al
dolore e alla morte anche degli esseri umani;
- abitua l’uomo a giustificare la legge del più forte;
- lo inclina al disprezzo delle diversità e al valore della vita.
Inoltre genera:
1) stimolazione ed aumento innaturale del battito cardiaco e della
temperatura corporale
2) eccitazione del corpo e successiva depressione
3) acidificazione del sangue e ossidazione cellulare
4) invecchiamento e senilità precoce
5) leucocitosi digestiva
AFFERMAZIONI COMUNI: MANGIO LA CARNE PERCHE ’…
< “…è necessaria alla mia salute”
Se la carne fosse necessario alla nostra salute come spiegare
l’eccellente salute di tutti coloro che non consumano questo
prodotto? Per nessun essere umano, in nessuna parte del globo e in
nessuna epoca storica la carne è mai stata necessaria alla salute
dell’uomo. Questo è stato dimostrato dai più grandi uomini di
cultura e spiritualità di ogni tempo e paese che hanno escluso dalla
loro dieta la carne. Se la carne fosse necessaria alla nostra salute
l’umanità si sarebbe estinta sul nascere. I soldati greci,
spartani, gli antichi romani, gli eserciti di Cesare e interi popoli
dell’area mediterranea erano vegetariani. Molti popoli per
tradizione vegetariana, come gli Hunza del Kashmir, i russi del
Caucaso, gli indiani del Toda (India), gli indiani dello Yucatan
(centro America), i Vilcabamba nell’antico Perù, gli indigeni del
Monte Hagen nella Nuova Guinea, i Carani Guarani dell’America del
Sud, godono ottima salute fino ad un’età proibitiva per le attuali
popolazioni carnivore. Inoltre, che la carne non è necessaria alla
salute dell’uomo è stato affermato ultimante da molti prestigiosi
istituti di ricerca scientifica, come l'American Dietetics
Association, la più grande organizzazione di nutrizionisti americani
e canadesi. Nella carne, nel pesce, come in tutti i prodotti di
derivazione animale, non vi è nessun principio nutritivo che non sia
presente in abbondanza nel mondo vegetale, con il vantaggio che è
privo dei dannosi effetti collaterali tipici della carne. Mangiare la
carne è ingiusto oltre che dannoso per la nostra salute. Ingiusto
perché gli occidentali che vivono nell’opulenza non hanno bisogno
di uccidere gli animali che come noi amano la vita, soffrono e hanno
terrore della morte; dannoso perché la carne è portatrice di
moltissime patologie che generano sofferenza e accorciano la vita
dell’uomo.
“…contiene proteine ad alto valore biologico, cioè tutti gli
aminoacidi essenziali”
Tutti gli aminoacidi essenziali sono presenti anche nei vegetali
altrimenti come spiegare l’eccellente salute dei vegani? Da dove
trassero i nostri progenitori i cosiddetti aminoacidi essenziali
durante i milioni di anni di vita nella foresta in cui vissero da
fruttariani? E’ dal mondo vegetale e non dalla carne che gli animali
più forti, più resistenti, e più prolifici della terra (come il
bue, il toro, il cavallo, il rinoceronte ecc.) traggono gli aminoacidi
essenziali per costruire le loro possenti masse muscolari. Il corpo
umano può ricuperare qualunque amminoacido assente o carente
attingendo alle proprie riserve. Chiunque nell'arco della giornata
consuma cereali e legumi fornisce al suo organismo tutti gli
aminoacidi necessari senza introdurre colesterolo e grassi saturi,
notoriamente deleteri per la salute. Gli aminoacidi di origine
vegetale sono identici agli aminoacidi di origine animale e le
proteine ottenute dalla combinazione di più alimenti sono più ricche
e più assimilabili.
“…contiene il ferro eme”
Nel mondo 500 milioni di persone soffrono di carenza da ferro
indipendentemente dalla dieta. Attraverso il riciclaggio delle scorie
il nostro organismo è in grado di recuperare il 95% del suo
fabbisogno di ferro ed è praticamente impossibile per i vegetariani
(come dimostrano i dati statistici) accusare carenza di tale minerale
in virtù della presenza di vitamina C, rame e cobalto di cui sono
ricche frutta e verdura. I vegetariani infatti risultano meno soggetti
a carenze da ferro e quindi ad anemie rispetto agli onnivori. Che il
ferro-eme venga assimilato più velocemente dal corpo umano non è un
vantaggio: l’impatto è traumatico, drogante e stimolante, non
terapeutico. Le più avanzate ricerche sul ferro e sull’anemia
evidenziano come il migliore ferro possibile sia quello del mondo
vegetale, e che le anemie vengono provocate dalle carenze della
vitamina C, E, P, Rame, Cobalto e dagli eccessi di B12 (antitetica col
ferro e con la vitamina C ). Le anemie si verificano non per carenza
ferrica ma per scarsa assimilabilità della stessa. Nell’organismo
umano esistono processi che consentono di fabbricare globuli rossi
partendo dai vegetali. Da dove traggono il ferro necessario gli
animali erbivori? I sali minerali utili e assimilabili dal nostro
organismo sono solo quelli delle verdure e della frutta, possibilmente
crude: la cottura li rende inorganici cioè inassimilabili come
succede per il ferro-eme dei derivati animali che devono essere
necessariamente cotti per essere consumati.
“ La vitamina B 12 sta solo nella carne”
Non è vero che i vegani sono carenti di vitamina B12: sebbene
abbiano spesso livelli di B12 più bassi rispetto agli onnivori,
questi livelli sono sufficienti a mantenere regolare la produzione
cellulare di globuli rossi. Alti livelli di B12 nei mangiatori di
carne causano spesso non solo anemia perniciosa ma anche aggregazioni
piastriniche con conseguente rischio di infarto e ictus, oltre ad
esagerati livelli di omocisteina che comportano rischi aggiuntivi per
il cuore. Più basso è il livello di B12 nei vegani e più alto è il
livello di B9 (acido folico), vitamina che sostituisce validamente la
B12 e che si assume facilmente mangiando foglie verdi, mentre è in
contraddizione con la vitamina C e col ferro. Le minuscole percentuali
di B12 presenti nel mondo vegetale sono sufficienti a scongiurarne la
carenza. I vegani adulti in buona salute riassorbono quasi il 100%
della B12 secreta nella bile, riuscendo così a ritardare la comparsa
del deficit per 20 o 30 anni. Solo se i livelli sono veramente bassi,
e se nel contempo ci sono sintomi di danni neurologici o di anemia
perniciosa, allora si potrà dare come emergenza delle pasticche
sottolingua o delle iniezioni di B12. E’ estremamente raro che la
carenza di tale vitamina causi danni al sistema nervoso e quando ciò
si verifica la causa non è da ricercare tanto nella carenza della
singola vitamina quanto nel sistema chimico-fisiologico in sinergia
con la stessa che sempre risiede in un cattivo stile di vita, che non
è certo quello vegano. Ci sono molte ragioni e molte malattie per cui
la B12 non è assorbita nell’intestino: malattia celiaca; psilosi
tropicale (caduta capelli), enteriti e tubercolosi intestinale
(lesione parete intestinale), operazioni chirurgiche riduttive degli
intestini, diverticoliti al piccolo intestino, presenza di vermi. Uno
studio recente del Dr. A. Mazofa, pubblicato nel numero di novembre 96
di New Century Nutyrition, ha dimostrato che tutte le piante
contengono B12. In particolare quelle coltivate organicamente
contengono 3-4 volte più B12 di quelle fertilizzate chimicamente.
Alimenti vegetali che contengono vitamina B12 sono: piselli, rape,
pane integrale, carote, avena, soia, mandorle, arachidi, asparagi,
fichi, lenticchie, avocado, cavoli di Bruxelles, cavolfiore, susine,
noci di tutti i tipi, funghi.
“Il pesce è raccomandato da tutti i nutrizionisti”
I pesci sono tra le sostanze più putrescibili esistenti in natura e
gli alimenti sono tanto più dannosi quanto più rapida è la loro
putrefazione. Sono ricchi di purine (sostanze azotate che fanno
aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti
dovuti all’inquinamento delle acque a causa degli scarichi
industriali e fognari. Il 70% del pesce consumato in Italia viene
dall’estero, il 40% da allevamenti. I pesci d’allevamento
contengono enormi quantità di additivi chimici, di ormoni e farmaci
che servono ad aumentare velocemente il peso dell’animale, oltre ad
evitare epidemie. Uno studio condotto dall’Onu dimostra che ogni
anno vengono versati in mare 900 mila tonnellate di fosforo, 200
milioni di tonnellate di azoto e 85 mila tonnellate di metalli
pesanti, 200 mila di organocloruri, 47 mila di idrocarburi policiclici
aromatici provenienti dalle aziende petrolifere, dall’industria
chimica, metallurgica e dagli impianti per il trattamento delle acque
fognarie. I grassi del pesce sottoposti a cottura perdono il loro
enzima lipase, indispensabile per una loro parziale
digetione-assimilazione. Il grasso cotto del pesce forma creatina,
sostanza micidiale per il fegato. Nel pesce ci sono velenose
concentrazioni di cloruro di sodio (che con la cottura diventano massa
inorganica causante tumori gastrici, ritenzione idrica, gravi
idropisie), diossine, ritardanti, alte concentrazioni di minerali tipo
mercurio e cadmio. Il pesce contiene le stesse tossine delle carni e
può causare, oltre i danni della carne, parassitosi, asma, eczema,
prurito, allergie, malattie renali, danni al sistema nervoso,
salmonella ecc. Oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle
cozze, nelle ostriche e nei crostacei, del cadmio e del piombo. Spesso
le cozze sono causa di epatite A. Il pesce, i molluschi ed i crostacei
in genere, sono sostanze ad altissima velocità di putrefazione.
Questo processo putrefattivo continua all’interno dello stomaco e
poi dell’intestino. Nel pesce come in tutti gli animali uccisi
violentemente dall’uomo e poi mangiati, vi è il terrore,
l’angoscia, la paura dell’animale: più è lunga e dolorosa la
morte di un animale più è pregna di vibrazioni negative. La morte
del pesce è tra le più atroci che si possano immaginare, sia che
vengano uccisi con la fiocina, l’arpione, il coltello o per asfissia
nelle reti. Il dolore è ciò che accomuna tutti gli esseri viventi.
Se noi umani potessimo udire il grido di dolore dei pesci agonizzanti
nelle reti un uragano di terrore coprirebbe la faccia della terra e
nessuno più oserebbe uccidere o mangiare le creature del mare. Non
meno crudele è la sorte degli animali dotati di zampe: quando vengono
immersi ancora vivi nell’acqua bollente, oppure arrostite sulla
piastra, schizzano via come saette. Altrettanto tremenda e dolorosa è
la morte per asfissia del pesce pescato con le reti: le convulsioni
dell’animale sono la più palese manifestazione di dolore. L’amo
che viene estratto dalla bocca del pesce che si contorce dallo spasimo
e che lacera anche parte della testa è paragonabile ad un arpione
conficcato nella bocca di un uomo che viene estratto fracassandogli le
mandibole, la fronte ed il cervello. Molti pesci hanno intelligenza
pari se non superiore a quella di molti animali terricoli. Il polpo ha
un cervello molto sviluppato e l’intelligenza del delfino supera
quella del cane. Se il pesce fosse necessario alla nostra buona salute
come si spiega l’ottima condizione di coloro che non lo mangiano?
Non esiste la purché minima prova scientifica che il fosforo
contenuto nel pesce possa aumentare, anche minimamente, le facoltà
intellettive della persona. Anzi pare sia vero il contrario dal
momento che gli Eschimesi, che si nutrono quasi esclusivamente di
pesce, consumato per la maggior parte crudo, oltre ad avere la vita
media più bassa in assoluto (circa 30 anni) hanno anche il più basso
quoziente intellettivo. Non sarà colpa del pesce che questo popolo
non si è mai distinto in nessun campo culturale, artistico,
scientifico o spirituale?
“Mangio il pesce perché contiene gli Omega 3”
Nessuna generazione che ci ha preceduto si è mai preoccupata di
procurarsi l’Omega 3 dal pesce. Se fosse necessario alla nostra
salute come avrebbero potuto sopravvivere i nostri antenati nella
foresta intertropicale? Come fanno a godere di ottima salute i
vegetariani? Il pesce non contiene solo gli Omega 3 ma anche
moltissime sostanze dannose per la nostra salute: diossine, mercurio,
cadmio, piombo, purine. La popolazione mondiale è afflitta da eccesso
di PG II-negative, ovvero da eccesso di Omega-3 da carne e da pesce,
nonché da carenza di PG I-III-positive, ovvero da Omega-3 da verdure
e frutta di cui il corpo umano ha bisogno. Le PG 1 e 3 sono positive e
ottime purchè crude: la cottura rompe i doppi legami insaturi e li
ritrasforma in saturi. Le PG 1 e 3 sono vasodilatatrici, regolano la
coagulazione, abbassano il colesterolo LDL, svolgono azione
antinfiammatoria e mantengono il bilancio elettrolitico. Le PG 2 hanno
invece effetti opposti, causano: ritenzione idrica, aggregazione
piastrinica, infiammazioni, aumento di pressione nel sangue. Studi
clinici sull'uso di pesce ed olii di pesce nei sopravvissuti da
infarto miocardico mostrano una riduzione della mortalità tra il 15
ed il 30%. Per contro l'uso di diete a base di cibi vegetali, che
includono olii vegetali ad elevato contenuto di acidi grassi
monoinsaturi ed Omega-3, mostrano una riduzione della mortalità del
50-70%.
“Il latte e i latticini sono necessari per il calcio”
Bere latte è come succhiare le mammelle alla mucca. L’uomo del
paleolitico non usava latte vaccino eppure aveva ossa robustissime.
Studi condotti in molte parti del mondo su miglia di persone per
decine di anni hanno evidenziato che il più alto tasso di osteoporosi
è riscontrabile dove è maggiore il consumo di latte e latticini.
L’uomo è il solo animale che prende il latte (di un altro animale)
dopo lo svezzamento, anche se dopo i primi tre ani di vita perde gli
enzimi (rennina e lattasi) preposti per la digestione del latte. Il
latte della mucca è adatto al vitello che ha una velocità di
crescita 3 volte superiore a quella del bambino ed una necessità
proteica quasi 4 volte maggiore. Solo il 25-30% del calcio presente
nei latticini viene assimilato, il resto precipita sotto forma di
fosfato di calcio e viene eliminato con le feci perché i latticini
non contengono la vitamina K fondamentale per il corretto assorbimento
del calcio. Tre quarti di tutte le allergie e metà dei problemi
digestivi del bambino sono causati dal latte vaccino. Oltre a casi di
asma, di insonnia e di affezioni, il latte vaccino provoca nel bambino
carenza di ferro. I reni di un bambino nutrito con latte vaccino
arrivano ad essere un terzo più grossi di quelli di un bambino
nutrito al latte di donna: l’ipertrofia è determinata dal
superlavoro cui sono sottoposti i reni. L’eccesso proteico del latte
vaccino oltre ad oberare i reni ed il fegato, arreca danni
all’ipofisi, alla tiroide e al surrene. Il fosforo presente nel
latte vaccino è circa 6 volte maggiore che nel latte umano, questo
blocca l’assorbimento del calcio provocando nel lattante una
tendenza alla ipocalcemia. Il latte produce una quantità di catarro e
di muco che si fissa sulle pareti dello stomaco impedendo
l’assorbimento delle sostanze alimentari. Anche la caseina del
latte, base di una delle più potenti colle per il legno usata per la
costruzione delle navi, si deposita sulle pareti dello stomaco
impedendo l’assorbimento delle sostanze alimentari. Al latte e alle
uova sono da attribuire almeno la metà di tutti i cancri maschili e a
più di due terzi dei cancri femminili. Un quinto dell’umanità vive
benissimo senza usare latte vaccino: Cinesi, Giapponesi e Coreani...
Il latte vaccino contiene circa 59 tipi di ormoni (pituitari,
steroidei, adrenali, sessuali etc.) tra cui il piú importante
l’ormone della crescita veloce dei vitelli. Il latte può anche
essere contaminato da prodotti chimici, ormoni, antibiotici,
pesticidi, pus proveniente dalle mastiti, virus, batteri, prioni...;
viene comunemente arricchito con additivi, vitamine e minerali
sintetici, semi, piante, frutti, proteine, acidi grassi...
Nei formaggi vi è un’alta concentrazione di farmaci, di diserbanti
ed additivi. I nitrati (conservanti) si trasformano facilmente in
nitrosammine potenzialmente cancerogene. I formaggi stagionati
contengono molte proteine, grassi saturi e colesterolo.
Il calcio assimilabile e adatto al nostro organismo per quantità e
qualità è solo quello dei vegetali, ortaggi, legumi secchi, verdure,
frutta secca e fresca. L’assenza di latte vaccino non provoca
carenza di calcio: al contrario blocca 7 volte su 10 lo sviluppo
dell’osteoporosi.
Omogeneizzazione, pastorizzazione, sterilizzazione uht, distruggono
gran parte delle sostanze nutritive. La pastorizzazione disgrega
calcio, magnesio e fosfati indispensabili per la formazione delle
ossa, oltre a causare parziale coagulazione delle proteine
MALATTIE CORRELATE AL CONSUMO DI LATTE:
anemia ferropenica, artrite reumatoide e osteoartrite, asma,
autismo, cancro allo stomaco, alla mammella, all’ ovario, al
pancreas, alla prostata, al polmone, al testicolo, cataratta, colite
ulcerosa, diabete mellitus tipo 1, dolori addominali, malattia di
Crohn, malattie coronarie, sclerosi multipla, stitichezza, fatica
cronica, incontinenza urinaria, intolleranza al lattosio, linfomi,
emicrania, orecchie, naso, gola, reazioni allergiche, emorragie
gastrointestinali, sindrome di cattivo assorbimento, problemi di
sonno, ulcera peptica, difficoltà di apprendimento nei bambini…
“E le uova? Non mangiate neppure le uova”?
Le uova possono essere contaminate da salmonelle e dalle tossine
degli stafilococchi, per il fatto che residui fecali rimangono sul
guscio e, a causa della sua porosità, possono penetrare all’interno
dell’uovo e contaminarlo. Inoltre le uova contengono i farmaci che
vengono somministrati alle galline per prevenire o curare malattie, ma
anche per aumentarne la resa. L ’albume dell’uovo è difficilmente
digeribile e scarsamente assimilabile, mentre, il tuorlo di un solo
uovo ha la stessa quantità di colesterolo di 300 grammi di carne. Non
va dimenticato il modo crudele in cui vengono tenute per tutta la loro
breve esistenza le galline ovaiole e che, una volta sfruttata al
massimo la loro capacità produttiva, vengono barbaramente uccise. Nel
mondo 20 miliardi di galline ogni anno vengono uccise. In Italia 40
milioni di galline producono 12 miliardi di uova. Nuovi studi,
pubblicati dall’American Journal of Clinical Nutrition, e
Circulation confermano che il consumo di 1 o più uova al giorno
aumenta il rischio di morte di circa il 25% in confronto a chi consuma
meno di un uovo alla settimana. L'entità del rischio raddoppia nei
diabetici. Anche il rischio di insufficienza cardiaca è risultato
superiore del 28% nei soggetti che consumano 1 uovo al giorno.
L’uovo è carne liquida e chi mangia l’uovo partecipa
all’uccisione dell’animale. Chi consuma uova di gallina, anche se
queste sono cosiddette ruspanti o da allevamenti biologici, non evita
l’uccisione dei pulcini maschi o di una moltitudine di polli. Le
uova, nella preparazione di alcune pietanze, non essendo un alimento
né necessario né adatto al nostro organismo, possiamo sostituirle
con: farina di soia, fecola di patate, amido di mais, tofu bianco,
banana, patata schiacciata, briciole di pane inumidito, farina di
ceci, maizena, lievito di birra, malto…
“L’uomo l’ha sempre mangiato la carne”
Anche le guerre e gli omicidi sono stati sempre compiuti
dall’uomo, non per questo si possono giustificare e perpetuare
tradizioni sbagliate. Per milioni di anni i nostri progenitori nella
foresta vissero da vegetariani. I cambiamenti climatici di circa due
milioni di anni fa li costrinse a includere nella loro dieta anche
porzioni di carne nella misura del 20-30%. Da allora si svilupparono
le maggiori malattie e si ridusse la lunghezza della vita umana. Negli
ultimi millenni la carne è stata un bene accessibile solo alle classi
abbienti che però venivano colpite dalla cosiddetta putredine reale e
dalla gotta, mentre il popolo consumava la carne solo in circostanze
rituali o festive. Nei tempi recenti la popolazione, per colmare la
fame ancestrale di un prodotto considerato status simbol di benessere
economico, consuma alimenti carnei e derivati come nessuna generazione
precedente restando vittima delle peggiore patologie ad essa
correlate.
“L’uomo e’ un animale onnivoro”
Se fosse onnivoro avrebbe un organismo fisiologicamente strutturato
per metabolizzare la carne. L ’anatomia comparata, la fisiologia
comparata, l’embriologia, lo studio degli istinti, la immunologia
ecc. dimostrano chiaramente che l’uomo, come gli animali
folivoli-fruttariani, è strutturato a mangiare frutta, germogli e
semi. Questa è stato affermato anche da: Baron Gorge Cuvier
(1769-1832), uno dei maggiori naturalisti: “L’uomo sulle basi
della propria struttura, è un mangiatore di frutta, della parte
succosa dei vegetali e delle radici”. Dr. Richard Lehne, anatomista:
“L’anatomia comparata prova che la dentatura umana è totalmente
frugivora e ciò è confermato dalla paleozoologia con documenti
vecchi milioni di anni”. Carolus Linnaeus (1707-1778), celebre
botanico: “La frutta è il cibo più adatto alla bocca, allo
stomaco, alle stesse mani dell’uomo, disegnate appositamente per
raccogliere e mangiare frutta”. Sylvester Graham (1794-1851):
“Esiste un rapporto definito tra la costituzione fisica di un
animale e il suo alimento naturale”. Le recenti scoperte sui geni e
la mappatura completa del genoma umano hanno confermato la
caratteristica fruttariana del genere umano. Antropologi, anatomisti,
gastroenterologi, biologi, cardiologi, cancerologi, sono concordi
sulla struttura fruttariana del corpo umano. La morfologia umana
evidenzia la differenza strutturale tra noi e gli animali carnivori:
forma del cranio arrotondata, formula dentale diversa, movimenti
laterali e antero-posteriori della mandibola, incisivi adatti ad
addentare la frutta, molari piatti idonei a triturare semi, canini
poco sviluppati, scarsità di acido cloridrico per la disgregazione
delle proteine, assenza di enzima uricase per la disintegrazione degli
acidi urici, pollice opponibile adatto a raccogliere frutti e semi,
sedere grosso, intestino saccoluto adatto alla fermentazione di cibi
vegetali. L’uomo come le scimmie antropoidi ha due mani e due piedi,
niente coda, occhi che guardano in avanti, ghiandole mammarie sul
petto, milioni di pori sudoripari nella pelle, ghiandole salivari ben
sviluppate, saliva ed urina alcalina, lingua liscia, stomaco con
duodeno, intestino sacculato lungo 12 volte la lunghezza del tronco,
cioè a zone che servono alla fermentazione degli alimenti vegetali,
placenta discoidale, colon convoluto. Il fatto che le scimmie
antropoidi siano vegetariane indica chiaramente che l’essere umano
non sia stato strutturato dalla natura a mangiare la carne, e che non
è, come alcuni sostengono, un animale onnivoro. L’animale onnivoro,
infatti, ha 4 zampe, coda, occhi che guardano di lato, mammelle
sull’addome, incisivi assai sviluppati, molari possenti, formula
dentale differente dalla nostra, saliva ed urina acida, fondo dello
stomaco arrotondato, canale intestinale 8 volte la lunghezza del
tronco, placenta non caduca.
“E’ necessario mangiare un po’ di tutto”
Se l’essere umano dovesse mangiare di tutto per stare in salute
sarebbe la sola specie nell’universo a doverlo fare: ogni specie
mangia solo ciò che ha stabilito la natura. Cosa significa mangiare
di tutto? Consumare oltre a carne, pesce, latticini e uova anche
insaccati, affettati, fritti, burro, sostanze nervine, zuccheri
raffinati e bibite gasate? E non è forse questa la causa scatenante
le peggiori patologie umane: quello di mangiare ANCHE cibi
incompatibili con il nostro organismo? Ogni organismo vivente (come
ogni macchina) è programmato per funzionare con un suo specifico
propellente: sbagliare alimentazione è come mettere gasolio nel
serbatoio di un’automobile costruita per funzionare a benzina: avrà
certo un’esistenza breve e problematica. “Mangiare di tutto” non
è la soluzione del problema ma il problema della salute umana.
“La carne è necessaria ai bambini e ai giovani”
I bambini non hanno bisogno della carne allo stesso modo degli
adulti e delle persone anziane. Nel periodo dell’allattamento, in
cui il bambino compie il suo massimo sviluppo corporeo e cerebrale,
viene nutrito esclusivamente con il latte materno, che ha un contenuto
proteico dello 0,9%, cioè circa 20 volte inferiore a quella della
carne e 3,5 volte minore a quello del latte vaccino. La carne e il
latte vaccino sono “bombe proteiche” che costringono gli organi
emuntori ad un lavoro eccessivo che predispone a ipertrofia renale e
obesità. La composizione chimico-biologica più vicina al latte
materno è la frutta e la verdura. Come i genitori impediscono al
bambino di seguire abitudini malsane e pericolose come il fumo, la
droga o l’alcol, dovrebbero indirizzarlo sulla via della salute
fisica, mentale e spirituale. In questo modo sarà un bambino
privilegiato, un “consacrato” alla non violenza, un bambino che
non avrà sulla coscienza l’uccisione di molti suoi fratelli
animali, che spontaneamente dimostra di amare, e per questo sarà un
bambino sensibile, intelligente, sano e felice.
“… perché mi piace”
La carne può piacere alla lingua ma non al fisico e alla coscienza.
Diceva Seneca “Uccide più lo stomaco della spada”.
L’indifferenza verso il dolore altrui è la madre di tutti i
delitti. Non è forse lo stesso motivo che muove il ladro, il
criminale o lo stupratore, quando cerca il suo piacere, incurante
della sofferenza che causa il suo gesto? Se bastasse il piacere a
giustificare le nostre azioni tutto sarebbe lecito e il mondo sarebbe
un inferno. Un tempo la nostra società giustificava lo schiavismo, ma
se fossimo noi dalla parte degli oppressi sicuramente ci ribelleremmo
a questo ingiusto e crudele destino. Quando una persona considera più
importante il piacere del suo palato della sofferenza e della vita
degli animali che sacrifica, non ragiona con il cuore ma con lo
stomaco ed è quindi come cercare di sensibilizzare o indurre a
saggezza una statua di marmo. Se coloro che mangiano la carne
dovessero uccidere con le proprie mani un animale, forse cambierebbero
opinione.
“Come sostituisco la carne”?
E’ come dire: “Se non fumo più come sostituisco la nicotina ed
il catrame”? La carne non va sostituita, va semplicemente eliminata
al pari dell’alcool, delle droghe o del tabacco: oltre a causare
dipendenza, genera malattie all’organismo. Non vi è nessun
nutriente nella carne, che non sia presente negli alimenti di origine
vegetale, con il vantaggio che, questi ultimi, sono privi di tutte le
sostanze dannose della carne, come: le tossine cadaveriche (es:
putrescina, la cadaverina, ptomaine ecc.), i grassi saturi e il
colesterolo, i pesticidi (contenuti negli alimenti destinati agli
animali in maggior misura, perché di scarto), farmaci di varia natura
(somministrati agli animali per immunizzarli alle varie malattie,
dovute al disumano modo di allevarli, o per farli ingrassare più in
fretta), o additivi per dare alla carne il colore e la consistenza
desiderata. Nei cereali, legumi, frutta fresca e oleosa, ortaggi
freschi e biologici sono in grado di assicurare al nostro organismo
tutti i nutrienti necessari.
“I medici consigliano di mangiare carne e pesce”
Un medico che consiglia di mangiare carne o pesce se fosse a
conoscenza delle statistiche relative ai danni causati dalle carni,
probabilmente non la consiglierebbe. Lo scopo della medicina
allopatica è quello di curare e non di far guarire le persone dalla
malattie. Il medico che consiglia la carne è vittima dello stesso
meccanismo propagandistico delle grandi multinazionali
dell’alimentazione. La salute non rende, mentre la malattia dà
sostentamento ad un esercito sconfinato di medici e paramedici. Se la
gente non si ammalasse più, i medici, gli infermieri, gli istituti di
ricerca e le industrie chimico- farmaceutiche resterebbero senza
lavoro.
“Non mangiare la carne è una scelta come un’altra”
Mangiare la carne non è come scegliere di mangiare pasta o patate:
c’è di mezzo la sofferenza e la vita d un essere fatto come noi per
il quale (come per noi stessi) vivere o morire non è la stessa cosa.
E’ forse la stessa cosa lasciar vivere un vitello, un coniglio, un
capretto o spaccagli il cuore con un coltello? E’ forse la stessa
cosa lasciare nel suo ambiente marino un’aragosta o gettarla viva
nell’acqua bollente? Rispettare la scelta di chi mangia la carne è
come rispettare l’idea di chi giustifica lo schiavismo, il razzismo,
la tortura o la pena di morte. Se in gioco vi fosse la vita di una
persona a noi cara certo non saremmo così concilianti verso il
rispetto delle idee altrui.
“Una bella bistecca mi da la carica”
La carne è un falso apportatore di energia. La carne agisce sul
sistema nervoso come un eccitante che genera dipendenza e,
specialmente nel bambino, induce irrequietezza ed aggressività
perché causa caduta del tasso di calcio. Per digerire un pasto a base
di carne c’è un dispendio di energie pari a 5 km di corsa, mentre
le energie consumate per un pasto a base di frutta sono quasi nulle.
Gli alimenti che danno energia all’organismo sono i carboidrati. La
carne è un alimento adatto agli animali predatori, a cui serve una
carica immediata, per rincorrere la preda: dopo un primo attacco,
risultano stremati. Al contrario degli animali erbivori hanno una
resistenza alla fuga notevolmente superiore. Osservando la natura si
può notare che, gli animali più forti, oltre che miti, pacifici e
socievoli, sono vegetariani come il gorilla, il bue, il cavallo,
l’elefante, ecc. mentre gli animali più aggressivi e solitari sono
carnivori.
“La carne rende aggressivi”?
I cibi ad alto contenuto proteico, di provenienza animale, apportano
notevoli quantità di tiroxina, dopamina e noradrenalina e carenza di
triptofano e serotonina, con conseguente disposizione alla
competizione, alla lotta, a comportamenti aggressivi, autoritari e
violenti. Dalla demolizione delle proteine animali si ha la
liberazione di alcuni aminoacidi, a partire dai quali si formano
importanti neurotrasmettitori, che generano aggressività, come la
dopamina. Gli alimenti contenenti triptofano in abbondanza (legumi,
nocciole, mandorle, patate, spinaci, cavoli, zucchine, pomodori ecc.)
producono nel cervello il neurotrasmettitore serotonina che, attivando
le encefaline, induce alla socievolezza, al comportamento pacifico,
alla calma e alla distensione neuromuscolare. Questo favorisce
l’azione delle onde encefalografiche di base, “alfa”, tipiche di
un cervello vigile e cosciente, che predispone l’individuo, oltre
che alla creatività e all’intuizione, ad un rilassamento nervoso,
simile alla condizione che si manifesta durante la meditazione e la
preghiera. La visione antropocentrica tende a spegnere la naturale
repulsione dell’essere umano verso la violenza, reprime la
compassione dell’animo umano e preclude all’uomo lo sviluppo della
sfera emotiva, il sentimento più nobile dell’animo umano che può
consentire la realizzazione di un mondo migliore.
“E’ un sacrificio rinunciare alla carne”
Diventa un sacrificio solo per coloro che vedono in questa scelta la
rinuncia ad un piacere. Ma la consapevolezza di risparmiare sofferenza
e dolore a migliaia di vittime innocenti, che sono in grado di
soffrire e temere la morte, che con il nostro cibo non abbiamo
contribuito all’inquinamento dell’ambiente, alla distruzione delle
foreste e alla fame nel mondo ricompensa ogni improbabile rinuncia.
Inoltre la cucina vegetariana è molto più ricca, buona, nutriente,
salutare e varia di quella convenzionale.
“Gli animali si moltiplicherebbero a dismisura”
Più si alleva e più si massacra. Gli animali che vengono
sistematicamente uccisi non sono quelli allo stato naturale, ma quelli
d’allevamento. La natura non ha bisogno della violenza della specie
umana, per conservare il suo ordine ed il suo equilibrio tra le
specie. Nessuna specie può svilupparsi in modo esponenziale: superato
il limite consentito meccanismi naturali fanno diminuire i suoi
componenti.
“Non bisognerebbe uccidere neppure le zanzare”?
Non fare al altri (uomini ed animali) ciò che non vorresti ti fosse
fatto, questa è la legge dell’amore universale, comune a tutte le
grandi dottrine teologiche e filosofie di ogni tempo e paese. Il
rispetto per un animale non può dipendere dalla sua mole fisica,
altrimenti un elefante avrebbe più diritto dell’uomo ad essere
rispettato: è la vita, presente in ogni creatura, che dà valore ad
ogni essere vivente. L’uomo non ha alcun diritto di uccidere un
altro animale, a meno che questo non minacci direttamente la sua vita.
Nell’universo c’è posto per tutti. E’ più saggio e più giusto
evitare di essere molestati, piuttosto che dover uccidere un animale.
Tutto ciò che esiste, risponde ad un piano preciso ed ha una sua
armonia. Disprezzare e uccidere un animale, ritenuto fastidioso,
significa disconoscere l’ordine del Creato. Il livello di rispetto
degli uomini nei confronto degli animali, dipende dal grado evolutivo
della coscienza e dall’intelligenza dell’individuo. Più è vasta
e profonda la sensibilità di un individuo e più ingloba nel suo
amore tutti gli esseri.
“Senza animali non ci sarebbe progresso”
La vera evoluzione umana è quella morale e spirituale. Sacrificando
gli animali per egoismo, l’uomo preclude a se stesso la vera
evoluzione. Una società che non esita a sterminare milioni di
animali, che brucia le foreste per gli allevamenti o per le
monocolture delle industrie agroalimentari; una società che sacrifica
300 milioni di animali all’anno, per sperimentare i suoi prodotti
farmaceutici e le armi di distruzione, è una società senza valori
morali ma che paga il suo tributo con la violenza, la disperazione
individuale, la fame, la guerra. Sfruttando gli animali come schiavi,
sterminandoli per suo uso e consumo, l’uomo ha dimenticato la sua
coscienza, la sua sfera spirituale; questo si ripercuote sulla sua
salute fisica, mentale e morale e sull’intero pianeta.
“L’uomo non rispetta neppure il suo simile…”
E’ proprio l’abitudine a sfruttare, a violentare il diverso, a
considerare legittima la sofferenza e l’uccisione degli animali, a
non dar valore alla vita degli altri esseri, ad essere indifferenti al
loro dolore, a disprezzare il valore delle diversità, ciò che
preclude all’uomo lo sviluppo di quelle qualità morali e spirituali
che possono consentirgli di rispettare il suo stesso simile e di
realizzare un mondo migliore. Come potrebbe l’uomo nuocere al suo
simile se fosse educato alla dolcezza verso ogni essere vivente?
“Anche la pianta soffre”
Questo vuol dire che se la pianta soffre quando viene tagliata è
inutile avere pietà degli animali? In realtà spesso chi non vuole
fare il suo dovere tira in ballo la violenza naturale. La sensibilità
dei vegetali fu studiata dallo studioso indiano Jagadish Chandra Bose
ed accertata poi sperimentalmente mediante elettrodi collegati alla
pianta. Per questo dobbiamo rispettare non solo gli animali, ma anche
le piante, perché tutto ciò che vive, vuole vivere e non morire.
Senza la capacità di accusare il dolore ogni essere vivente si
lascerebbe uccidere, senza reagire. Non si può porre sulla stessa
bilancia la vita del cavolfiore con quella della mucca: sarebbe come
considerare uno schiaffo alla stessa stregua di un massacro. C’è
una differenza notevole tra la sofferenza di una lattuga, che viene
recisa e quella di un cavallo, che viene ucciso: il cavallo, la mucca,
il maiale ecc. hanno i nostri stessi meccanismi fisici, chimici e
biologici, i nostri stessi ricettori del dolore, per questo uccidere
un animale è come uccidere un uomo.“Ma allora dobbiamo vivere
d’aria”? Niente affatto! Dobbiamo nutrirci secondo la nostra vera
natura di esseri fruttariani, cioè dei frutti della pianta, non della
pianta, di semi e cereali, solo in questo modo la nostra alimentazione
è eticamente compatibile e nello steso tempo conforme alle nostre
vere esigenze chimico-biologiche-energetiche del nostro organismo.
“Se non mangiamo neppure le piante ci nutriamo di aria”?
I vegani non si nutrono di piante, ma del frutto della pianta e
godono ottima salute. In realtà, basta escludere dalla propria dieta
i cespi di insalata, i finocchi, il cavolfiore, la verza ecc. per
essere coerenti nella scelta della non violenza. Il pomodoro, le
melanzane, i peperoni, il carciofo e tutta la frutta, non sono la
pianta, ma il frutto della pianta, di cui si nutrono i veganiani.
Esserne consapevoli è diverso dall’essere indifferenti alla
sofferenza ed alla morte di altre creature. Esiste una scala di valori
che la morale ci impone di rispettare. Il rispetto per la vita dipende
dal livello spirituale raggiunto dall’individuo, dalla capacità di
percepire e condividere il dolore dell’altro, chiunque esso sia,
uomini, animali o piante. Ci sono persone insensibili e crudeli, che
percepiscono solo il proprio dolore e ci sono persone che, oltre al
proprio dolore, percepiscono e condividono anche il dolore degli
altri, umani e non umani.
“Ci sono problemi più importanti”
La cosa più pressante per la nostra società e che gli esseri umani
abbiano una coscienza più sensibile e giusta, più capace di
condividere le esigenze vitali dell’altro: allora tutti i problemi
svaniranno. Il problema più importante dell’animale è conservare
la propria vita e sfuggire alla reclusione, alla tortura e
all’uccisione da parte dell’uomo. C’è forse un problema più
pressante e drammatico della vita di miliardi di esseri innocenti, che
ogni giorno vengono uccisi? Certo l’interesse del boia non coincide
con quello della vittima. Rimandare il rispetto degli animali a quando
saranno risolti i problemi umani significa infischiarsene
dell’inferno a cui l’uomo li ha condannati. Ma tutto è
interconnesso: le guerre ci saranno finché ci sarà gente disposta ad
uccidere e finché ci saranno i mattatoi vi saranno le guerre, le
malattie umane, la fame nel mondo.
“E’ la legge della natura: il più forte domina il più debole"
Considerare giusta tale legge significa accettare di buon grado i
soprusi, le violenze e le ingiustizie di chi è più forte di noi. La
legge del più forte va bene quando i deboli sono gli altri. Se
fossimo noi la preda considereremmo ingiusta questa legge. Se degli
extraterrestri che ci trattassero come noi trattiamo gli animali; se
allevassero noi e i nostri figli per divorarci; se costringessero le
nostre donne a partorire, perché avidi del loro latte e delle tenere
carni dei nostri bambini; se ci torturassero, per sperimentare su di
noi le loro armi e le loro medicine; se ci costringessero a ucciderci
a vicenda nelle arene per loro divertimento, allora non saremmo tanto
propensi a giustificare la legge del più forte. Se ci comportiamo da
tiranni verso chi consideriamo più in basso, come possiamo sperare
nell’aiuto di chi sta più in alto di noi?
“L’uomo è superiore agli animali"
Cosa significa essere superiori? Avere capacità organizzative? Le
capacità extrasensoriali di molti animali superano di gran lunga le
qualità intellettive di ogni genio umano. Ammirevoli sono le dighe
dei castori, le tele dei ragni tessitori, le organizzazioni sociali
delle api o delle formiche. Se è l’intelligenza a rendere l’uomo
superiore allora un computer, più di un essere umano, ha diritto al
rispetto e alla vita. La vera superiorità sta solo nel bene che si
può compiere, nella disposizione a condividere la condizione
dell’altro, nella volontà di amare, non solo l’uomo, ma ogni
essere vivente, nel capire che tutte le cose sono intimamente legate,
come note della stessa sinfonia. L’uomo non è superiore agli
animali, è solo diverso. E’ forse l’intelligenza a rendere
l’essere umano una creatura speciale? Aristotele, Leonardo da Vinci,
Einstein all’età di un anno non avevano pensieri più sublimi di
quelli di un cane. Le capacità dei primati antropoidi non si trovano
in persone artistiche o cerebrolese. In molti esperimenti è stata
dimostrata la capacità di molti animali a compiere operazioni
complesse: l’intelligenza manifestata è pari a quella di un bambino
di 2-4-6 anni. Non vi sono esseri superiori o inferiori, ma diversi
gli uni dagli altri, che si integrano e si compensano. Per la
conservazione della vita sul pianeta, la scomparsa degli insetti non
sarebbe meno grave della scomparsa dell’uomo.
“Gli animali non capiscono, non soffrono”
Quando non si vuole accusare sensi di colpa ci si convince che la
vittima non è in grado di soffrire. La stessa convinzione sostenuta
per millenni nei confronti degli schiavi. Affermare che gli animali
non siano in grado di percepire il dolore, l’angoscia della morte,
la sofferenza emozionale significa negare la realtà della vita. La
sofferenza è ciò che accomuna tutti gli esseri: la percezione del
dolore serve a spingere ogni essere vivente a fuggire la morte e a
conservare se stesso, altrimenti la vita si spegnerebbe
nell’universo. Gli animali sono creature semplici: si lasciano, come
bambini, condurre al patibolo perché non riescono a capire che
l’essere umano, animale non predatore, possa ucciderli. Le urla di
terrore degli animali durante la macellazione, il loro tremore e
spesso il loro pianto disperato, pesano come macigni sulla coscienza
collettiva. Ma gli uomini preferiscono ignorare le somiglianze con gli
animali, per paura di dover concedere loro dei diritti e dover
rinunciare al loro sfruttamento e al “vantaggio” economico che ne
deriva.
“Anche gli animali si aggrediscono tra di loro”
E’ come se la razza bianca giustificasse i suoi massacri a danno
dei neri, per il fatto che questi usano aggredirsi tra di loro.
L’uomo usa violenza agli animali perché si sente superiore, ma si
comporta peggio degli stessi, dal momento che non agisce per
necessità di sostentamento, a differenza degli animali che si
aggrediscono solo per motivi di sopravvivenza. L’animale fugge
spontaneamente ogni pericolo e se avesse l’abbondanza del cibo di
cui dispone l’essere umano sicuramente non aggredirebbe mai altri
animali.
“Gli animali sono fatti per l’uomo”
Un tempo si credeva che gli schiavi erano fatti per i padroni, i
deboli per i forti, i neri per i bianchi le donne per gli uomini.
Secondo la cultura cattolica occidentale gli animali sono stati creati
da Dio per le necessità dell’uomo. Questa concezione, però, non
trova giustificazione né sul piano della logica, né su quella della
giustizia divina. L’idea, più o meno diffusa, che gli animali siano
“fatti per l’uomo” nasce dai brani biblici Gen. 9,3 in cui il
Signore dopo il Diluvio, e dopo 10 generazioni di vegetariani, da
Adamo a Noè, consente all’uomo di mangiare anche la carne:
“Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo
come già vi diedi le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con
la sua vita, cioè il suo sangue”. Mangiare la carne significa
accettare di vivere la condizione di ribellione al patto con Dio non
quella originale prima del Peccato. E ancora in Gen. 2,18 Dio crea gli
animali non come schiavi, né tanto meno come oggetti a disposizione
dell’uomo, ma come compagni di vita. “Non è bene che l’uomo sia
solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE…”. In questo
contesto viene usata la parola “BARA’”, cioè creazione diretta,
sia per la creazione dell’uomo, che per gli animali e la parola
“NEFESCH”, per indicare l’unico spirito che viene infuso sia
negli uomini che negli animali. La licenza a mangiare anche la carne
viene data temporaneamente ai sopravvissuti dell’Arca finché la
terra restò coperta dalle acque, cioè per 150 giorni. E in effetti
sarebbe un controsenso per un Dio buono e giusto legittimare l’uso
di alimenti carnei, e quindi l’uccisione di creature innocenti, in
un contesto in cui l’uomo può nutrirsi senza spargimento di sangue.
“Gli animali non hanno un’anima”
Nessuno è in grado di dimostrare che l’uomo sia dotato di anima e
gli animali no. L’anima è qualcosa di cui sono in possesso tutti
gli esseri viventi oppure nessuno, altrimenti la sua presenza dovrebbe
evidenziarsi in particolari attitudini dell’uomo, invece non solo
ogni caratteristica umana è presente nel mondo animale ma facoltà
eccezionali sono disseminate in ogni specie. Anche nei testi biblici
il sostantivo pneuma è usato per indicare lo spirito degli uomini
come quello degli animali. In Sap.II 23-26 troviamo: “Poiché il tuo
spirito incorruttibile è in tutte le cose.” In Gb.12,7-10: “Egli
ha in mano l’anima di ogni vivente ed il soffio di ogni carne
umana”. “Se Egli richiamasse il suo spirito e a se ritornasse il
suo soffio ogni carne morirebbe all’istante”: Gb. 34,14. “Dio,
Dio degli spiriti di ogni essere vivente”: Num. 16,22. San Bernardo
chiama “spirito” l’anima degli animali. Anche S. Giovanni
Crisostomo parla dell’immortalità dell’anima degli animali,
mentre S. Giustino afferma che l’anima dell’uomo appartiene alla
stessa natura di quella del cavallo e dell’asino. Diceva Montaigne :
“La presunzione è la nostra malattia originaria. La più calamitosa
e la più fragile delle creature è la più orgogliosa. E’ per
vanità che egli si uguaglia a Dio, si attribuisce prerogative divine
e separa se stesso dalla folla dei viventi”.
“Solo l’uomo è ad immagine di Dio”
Cosa significa essere ad immagine di Dio se non capacità di libero
arbitrio? Gli animali non decidono forse delle loro azioni? Se essere
ad immagine di Dio significa vivere in armonia con l’ordine naturale
della vita, allora una farfalla più dell’uomo è ad immagine di
Dio. L’uomo è forse ad immagine di Dio perché capace di comporre
sinfonie, costruire grattacieli o di far funzionare un computer? Ogni
specie elabora i processi utili al suo sviluppo integrale. Al cavallo
non serve scrivere libri, come all’uccello non serve saper
dipingere. L’uomo sa fare questo, ma non sa fare ciò che fanno
molti animali e nessuno è superiore o inferiore ad altri. La
diversità delle cose ci fa capire che l’esistenza di ognuno dipende
dall’armonica coesistenza con il tutto.
“Anche Gesù mangiava il pesce”
E’ probabile, ma erano altri tempi, tempi di grande fame, miseria,
olocausti, crocifissioni, schiavitù. Nulla di ciò che viene
insegnato e tramandato ha valore imperituro, altrimenti non vi sarebbe
evoluzione. Il solo episodio in cui Gesù mangia del pesce arrostito,
per dimostrare agli apostoli increduli della sua resurrezione, è
riportato da Luca il quale ha scritto il vangelo su indicazioni di S.
Paolo: ma nessuno dei due erano presenti all’evento. I cronisti del
tempo, della prima tradizione cristiana (S. Girolamo, S. Benedetto,
Tertulliano, Eusebio, Plinio, Papas, Cipriano, Pantano ecc.)
asserivano che Gesù e gli Apostoli non solo insegnavano misericordia
per gli animali, ma che erano vegetariani come molte sette religiose
del tempo come gli Ebioniti, i Nazorei, i Terapeuti, gli Gnostici, i
Montanisti ed altri. Si presume poi che i vangeli siano stati in parte
manomessi, prima, nel tempo di Costantino, più tardi, da Gregorio VII
ed infine da Sisto V. Sia i vangeli apocrifi che gli scritti originali
dell’antica cristianità indicano chiaramente che il consumo di
carne non era permesso fino al 4° secolo. Anche le pergamene del Mar
Morto, scoperte del 1947 sono chiaramente a favore del vegetarismo. In
queste Gesù dice: “Siate compassionevoli non solo verso i vostri
simili ma verso tutte le creature poste sotto la vostra tutela. Sono
venuto a porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non
smetterete di offrire e di mangiare carne l’ira divina non si
allontanerà da voi. Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la
terra e i suoi frutti”? Nel Vangelo Esseno della Pace Gesù dice:
“Colui che uccide, uccide suo fratello... e colui che mangia la
carne degli animali abbattuti mangia un corpo di morte. Io vi
chiederò di ogni animale ucciso come pure vi chiederò delle anime di
tutti gli uomini uccisi.”. S. Girolamo dice: “Dopo che Cristo è
venuto non è più consentito mangiare la carne”. S. Pietro: ”Il
consumo innaturale di carne è contaminante quanto la pagana
adorazione dei demoni”. Porfirio: “Gesù ci ha portato il cibo
divino
Risposte in sintesi per falsi problemi
INTRODUZIONE
Questo manualetto vuole essere uno strumento di facile lettura per coloro che vogliono conoscere i principi basilari della cultura
vegetariana, rimandando il lettore a più approfondite analisi in
ordine alle tematiche affrontate di natura salutistica, antropologica, etica, ambientale, spirituale ecc. Un breve e sintetico compendio di
risposte alle più consuete domande che generalmente vengono rivolge
agli addetti ai lavori per superare visioni anacronistiche, ancorate a
pregiudizi e tradizioni inesatte e spesso dannose per il
raggiungimento del benessere integrale dell’individuo, mediante la
volontà di suscitare negli interessati un sano senso critico dei
fatti e capire che senza eliminare le cause e senza il cambiamento di
errati stili di vita non è possibile guarire da nessuna malattia. A
tale motivo l’AVA nel proseguire l’opera di diffusione del
Vegetarismo ed in particolare del Veganismo, sostenuta dal prof.
Armando D’Elia sul solco già tracciato da Aldo Capitini, da
Ferdinando Delor e dai grandi uomini di spiritualità e di scienza di
ogni tempo e paese, vuole dare alle persone interessate gli strumenti
per conservare o recuperare la salute fisica, l’equilibrio mentale e
la sfera morale, attraverso stili di vita ed abitudini alimentari
conformi alla nostra natura di esseri pacifici e fruttariani e
favorire lo sviluppo di una coscienza umana più giusta e solidale,
una mentalità di pace e di disponibilità verso il prossimo. La dieta
alimentare infatti è in grado di condizionare l’individuo sul piano
fisico, mentale e spirituale e incidere in modo determinante sulla
felicità personale e sul destino collettivo dei popoli. Da una nuova
cultura umana, fondata sulla consapevolezza delle possibilità
personali di essere artefici della propria condizione fisica, psichica
e spirituale e da una nuova sensibilità umana aperta alla
condivisione e al rispetto di ogni essere vivente è possibile porre
le basi per un mondo libero dalle malattie, dalla violenza e dal
dolore.
LA CARNE
- è incompatibile con il nostro organismo e con la nostra natura;
- causa malattie e danni alla salute umana;
- non contiene sostanze diverse dal mondo vegetale;
- è un prodotto che contribuisce ad inquinare l’ambiente, a
distruggere le foreste, a sperperare risorse economiche ed
energetiche, a produrre fame nel Terzo Mondo;
- ostacola lo sviluppo etico e spirituale dell’individuo;
- è economicamente svantaggiosa;
- rende l’essere umano più aggressivo e violento, insensibile al
dolore e alla morte anche degli esseri umani;
- abitua l’uomo a giustificare la legge del più forte;
- lo inclina al disprezzo delle diversità e al valore della vita.
Inoltre genera:
1) stimolazione ed aumento innaturale del battito cardiaco e della
temperatura corporale
2) eccitazione del corpo e successiva depressione
3) acidificazione del sangue e ossidazione cellulare
4) invecchiamento e senilità precoce
5) leucocitosi digestiva
AFFERMAZIONI COMUNI: MANGIO LA CARNE PERCHE ’…
< “…è necessaria alla mia salute”
Se la carne fosse necessario alla nostra salute come spiegare
l’eccellente salute di tutti coloro che non consumano questo
prodotto? Per nessun essere umano, in nessuna parte del globo e in
nessuna epoca storica la carne è mai stata necessaria alla salute
dell’uomo. Questo è stato dimostrato dai più grandi uomini di
cultura e spiritualità di ogni tempo e paese che hanno escluso dalla
loro dieta la carne. Se la carne fosse necessaria alla nostra salute
l’umanità si sarebbe estinta sul nascere. I soldati greci,
spartani, gli antichi romani, gli eserciti di Cesare e interi popoli
dell’area mediterranea erano vegetariani. Molti popoli per
tradizione vegetariana, come gli Hunza del Kashmir, i russi del
Caucaso, gli indiani del Toda (India), gli indiani dello Yucatan
(centro America), i Vilcabamba nell’antico Perù, gli indigeni del
Monte Hagen nella Nuova Guinea, i Carani Guarani dell’America del
Sud, godono ottima salute fino ad un’età proibitiva per le attuali
popolazioni carnivore. Inoltre, che la carne non è necessaria alla
salute dell’uomo è stato affermato ultimante da molti prestigiosi
istituti di ricerca scientifica, come l'American Dietetics
Association, la più grande organizzazione di nutrizionisti americani
e canadesi. Nella carne, nel pesce, come in tutti i prodotti di
derivazione animale, non vi è nessun principio nutritivo che non sia
presente in abbondanza nel mondo vegetale, con il vantaggio che è
privo dei dannosi effetti collaterali tipici della carne. Mangiare la
carne è ingiusto oltre che dannoso per la nostra salute. Ingiusto
perché gli occidentali che vivono nell’opulenza non hanno bisogno
di uccidere gli animali che come noi amano la vita, soffrono e hanno
terrore della morte; dannoso perché la carne è portatrice di
moltissime patologie che generano sofferenza e accorciano la vita
dell’uomo.
“…contiene proteine ad alto valore biologico, cioè tutti gli
aminoacidi essenziali”
Tutti gli aminoacidi essenziali sono presenti anche nei vegetali
altrimenti come spiegare l’eccellente salute dei vegani? Da dove
trassero i nostri progenitori i cosiddetti aminoacidi essenziali
durante i milioni di anni di vita nella foresta in cui vissero da
fruttariani? E’ dal mondo vegetale e non dalla carne che gli animali
più forti, più resistenti, e più prolifici della terra (come il
bue, il toro, il cavallo, il rinoceronte ecc.) traggono gli aminoacidi
essenziali per costruire le loro possenti masse muscolari. Il corpo
umano può ricuperare qualunque amminoacido assente o carente
attingendo alle proprie riserve. Chiunque nell'arco della giornata
consuma cereali e legumi fornisce al suo organismo tutti gli
aminoacidi necessari senza introdurre colesterolo e grassi saturi,
notoriamente deleteri per la salute. Gli aminoacidi di origine
vegetale sono identici agli aminoacidi di origine animale e le
proteine ottenute dalla combinazione di più alimenti sono più ricche
e più assimilabili.
“…contiene il ferro eme”
Nel mondo 500 milioni di persone soffrono di carenza da ferro
indipendentemente dalla dieta. Attraverso il riciclaggio delle scorie
il nostro organismo è in grado di recuperare il 95% del suo
fabbisogno di ferro ed è praticamente impossibile per i vegetariani
(come dimostrano i dati statistici) accusare carenza di tale minerale
in virtù della presenza di vitamina C, rame e cobalto di cui sono
ricche frutta e verdura. I vegetariani infatti risultano meno soggetti
a carenze da ferro e quindi ad anemie rispetto agli onnivori. Che il
ferro-eme venga assimilato più velocemente dal corpo umano non è un
vantaggio: l’impatto è traumatico, drogante e stimolante, non
terapeutico. Le più avanzate ricerche sul ferro e sull’anemia
evidenziano come il migliore ferro possibile sia quello del mondo
vegetale, e che le anemie vengono provocate dalle carenze della
vitamina C, E, P, Rame, Cobalto e dagli eccessi di B12 (antitetica col
ferro e con la vitamina C ). Le anemie si verificano non per carenza
ferrica ma per scarsa assimilabilità della stessa. Nell’organismo
umano esistono processi che consentono di fabbricare globuli rossi
partendo dai vegetali. Da dove traggono il ferro necessario gli
animali erbivori? I sali minerali utili e assimilabili dal nostro
organismo sono solo quelli delle verdure e della frutta, possibilmente
crude: la cottura li rende inorganici cioè inassimilabili come
succede per il ferro-eme dei derivati animali che devono essere
necessariamente cotti per essere consumati.
“ La vitamina B 12 sta solo nella carne”
Non è vero che i vegani sono carenti di vitamina B12: sebbene
abbiano spesso livelli di B12 più bassi rispetto agli onnivori,
questi livelli sono sufficienti a mantenere regolare la produzione
cellulare di globuli rossi. Alti livelli di B12 nei mangiatori di
carne causano spesso non solo anemia perniciosa ma anche aggregazioni
piastriniche con conseguente rischio di infarto e ictus, oltre ad
esagerati livelli di omocisteina che comportano rischi aggiuntivi per
il cuore. Più basso è il livello di B12 nei vegani e più alto è il
livello di B9 (acido folico), vitamina che sostituisce validamente la
B12 e che si assume facilmente mangiando foglie verdi, mentre è in
contraddizione con la vitamina C e col ferro. Le minuscole percentuali
di B12 presenti nel mondo vegetale sono sufficienti a scongiurarne la
carenza. I vegani adulti in buona salute riassorbono quasi il 100%
della B12 secreta nella bile, riuscendo così a ritardare la comparsa
del deficit per 20 o 30 anni. Solo se i livelli sono veramente bassi,
e se nel contempo ci sono sintomi di danni neurologici o di anemia
perniciosa, allora si potrà dare come emergenza delle pasticche
sottolingua o delle iniezioni di B12. E’ estremamente raro che la
carenza di tale vitamina causi danni al sistema nervoso e quando ciò
si verifica la causa non è da ricercare tanto nella carenza della
singola vitamina quanto nel sistema chimico-fisiologico in sinergia
con la stessa che sempre risiede in un cattivo stile di vita, che non
è certo quello vegano. Ci sono molte ragioni e molte malattie per cui
la B12 non è assorbita nell’intestino: malattia celiaca; psilosi
tropicale (caduta capelli), enteriti e tubercolosi intestinale
(lesione parete intestinale), operazioni chirurgiche riduttive degli
intestini, diverticoliti al piccolo intestino, presenza di vermi. Uno
studio recente del Dr. A. Mazofa, pubblicato nel numero di novembre 96
di New Century Nutyrition, ha dimostrato che tutte le piante
contengono B12. In particolare quelle coltivate organicamente
contengono 3-4 volte più B12 di quelle fertilizzate chimicamente.
Alimenti vegetali che contengono vitamina B12 sono: piselli, rape,
pane integrale, carote, avena, soia, mandorle, arachidi, asparagi,
fichi, lenticchie, avocado, cavoli di Bruxelles, cavolfiore, susine,
noci di tutti i tipi, funghi.
“Il pesce è raccomandato da tutti i nutrizionisti”
I pesci sono tra le sostanze più putrescibili esistenti in natura e
gli alimenti sono tanto più dannosi quanto più rapida è la loro
putrefazione. Sono ricchi di purine (sostanze azotate che fanno
aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti
dovuti all’inquinamento delle acque a causa degli scarichi
industriali e fognari. Il 70% del pesce consumato in Italia viene
dall’estero, il 40% da allevamenti. I pesci d’allevamento
contengono enormi quantità di additivi chimici, di ormoni e farmaci
che servono ad aumentare velocemente il peso dell’animale, oltre ad
evitare epidemie. Uno studio condotto dall’Onu dimostra che ogni
anno vengono versati in mare 900 mila tonnellate di fosforo, 200
milioni di tonnellate di azoto e 85 mila tonnellate di metalli
pesanti, 200 mila di organocloruri, 47 mila di idrocarburi policiclici
aromatici provenienti dalle aziende petrolifere, dall’industria
chimica, metallurgica e dagli impianti per il trattamento delle acque
fognarie. I grassi del pesce sottoposti a cottura perdono il loro
enzima lipase, indispensabile per una loro parziale
digetione-assimilazione. Il grasso cotto del pesce forma creatina,
sostanza micidiale per il fegato. Nel pesce ci sono velenose
concentrazioni di cloruro di sodio (che con la cottura diventano massa
inorganica causante tumori gastrici, ritenzione idrica, gravi
idropisie), diossine, ritardanti, alte concentrazioni di minerali tipo
mercurio e cadmio. Il pesce contiene le stesse tossine delle carni e
può causare, oltre i danni della carne, parassitosi, asma, eczema,
prurito, allergie, malattie renali, danni al sistema nervoso,
salmonella ecc. Oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle
cozze, nelle ostriche e nei crostacei, del cadmio e del piombo. Spesso
le cozze sono causa di epatite A. Il pesce, i molluschi ed i crostacei
in genere, sono sostanze ad altissima velocità di putrefazione.
Questo processo putrefattivo continua all’interno dello stomaco e
poi dell’intestino. Nel pesce come in tutti gli animali uccisi
violentemente dall’uomo e poi mangiati, vi è il terrore,
l’angoscia, la paura dell’animale: più è lunga e dolorosa la
morte di un animale più è pregna di vibrazioni negative. La morte
del pesce è tra le più atroci che si possano immaginare, sia che
vengano uccisi con la fiocina, l’arpione, il coltello o per asfissia
nelle reti. Il dolore è ciò che accomuna tutti gli esseri viventi.
Se noi umani potessimo udire il grido di dolore dei pesci agonizzanti
nelle reti un uragano di terrore coprirebbe la faccia della terra e
nessuno più oserebbe uccidere o mangiare le creature del mare. Non
meno crudele è la sorte degli animali dotati di zampe: quando vengono
immersi ancora vivi nell’acqua bollente, oppure arrostite sulla
piastra, schizzano via come saette. Altrettanto tremenda e dolorosa è
la morte per asfissia del pesce pescato con le reti: le convulsioni
dell’animale sono la più palese manifestazione di dolore. L’amo
che viene estratto dalla bocca del pesce che si contorce dallo spasimo
e che lacera anche parte della testa è paragonabile ad un arpione
conficcato nella bocca di un uomo che viene estratto fracassandogli le
mandibole, la fronte ed il cervello. Molti pesci hanno intelligenza
pari se non superiore a quella di molti animali terricoli. Il polpo ha
un cervello molto sviluppato e l’intelligenza del delfino supera
quella del cane. Se il pesce fosse necessario alla nostra buona salute
come si spiega l’ottima condizione di coloro che non lo mangiano?
Non esiste la purché minima prova scientifica che il fosforo
contenuto nel pesce possa aumentare, anche minimamente, le facoltà
intellettive della persona. Anzi pare sia vero il contrario dal
momento che gli Eschimesi, che si nutrono quasi esclusivamente di
pesce, consumato per la maggior parte crudo, oltre ad avere la vita
media più bassa in assoluto (circa 30 anni) hanno anche il più basso
quoziente intellettivo. Non sarà colpa del pesce che questo popolo
non si è mai distinto in nessun campo culturale, artistico,
scientifico o spirituale?
“Mangio il pesce perché contiene gli Omega 3”
Nessuna generazione che ci ha preceduto si è mai preoccupata di
procurarsi l’Omega 3 dal pesce. Se fosse necessario alla nostra
salute come avrebbero potuto sopravvivere i nostri antenati nella
foresta intertropicale? Come fanno a godere di ottima salute i
vegetariani? Il pesce non contiene solo gli Omega 3 ma anche
moltissime sostanze dannose per la nostra salute: diossine, mercurio,
cadmio, piombo, purine. La popolazione mondiale è afflitta da eccesso
di PG II-negative, ovvero da eccesso di Omega-3 da carne e da pesce,
nonché da carenza di PG I-III-positive, ovvero da Omega-3 da verdure
e frutta di cui il corpo umano ha bisogno. Le PG 1 e 3 sono positive e
ottime purchè crude: la cottura rompe i doppi legami insaturi e li
ritrasforma in saturi. Le PG 1 e 3 sono vasodilatatrici, regolano la
coagulazione, abbassano il colesterolo LDL, svolgono azione
antinfiammatoria e mantengono il bilancio elettrolitico. Le PG 2 hanno
invece effetti opposti, causano: ritenzione idrica, aggregazione
piastrinica, infiammazioni, aumento di pressione nel sangue. Studi
clinici sull'uso di pesce ed olii di pesce nei sopravvissuti da
infarto miocardico mostrano una riduzione della mortalità tra il 15
ed il 30%. Per contro l'uso di diete a base di cibi vegetali, che
includono olii vegetali ad elevato contenuto di acidi grassi
monoinsaturi ed Omega-3, mostrano una riduzione della mortalità del
50-70%.
“Il latte e i latticini sono necessari per il calcio”
Bere latte è come succhiare le mammelle alla mucca. L’uomo del
paleolitico non usava latte vaccino eppure aveva ossa robustissime.
Studi condotti in molte parti del mondo su miglia di persone per
decine di anni hanno evidenziato che il più alto tasso di osteoporosi
è riscontrabile dove è maggiore il consumo di latte e latticini.
L’uomo è il solo animale che prende il latte (di un altro animale)
dopo lo svezzamento, anche se dopo i primi tre ani di vita perde gli
enzimi (rennina e lattasi) preposti per la digestione del latte. Il
latte della mucca è adatto al vitello che ha una velocità di
crescita 3 volte superiore a quella del bambino ed una necessità
proteica quasi 4 volte maggiore. Solo il 25-30% del calcio presente
nei latticini viene assimilato, il resto precipita sotto forma di
fosfato di calcio e viene eliminato con le feci perché i latticini
non contengono la vitamina K fondamentale per il corretto assorbimento
del calcio. Tre quarti di tutte le allergie e metà dei problemi
digestivi del bambino sono causati dal latte vaccino. Oltre a casi di
asma, di insonnia e di affezioni, il latte vaccino provoca nel bambino
carenza di ferro. I reni di un bambino nutrito con latte vaccino
arrivano ad essere un terzo più grossi di quelli di un bambino
nutrito al latte di donna: l’ipertrofia è determinata dal
superlavoro cui sono sottoposti i reni. L’eccesso proteico del latte
vaccino oltre ad oberare i reni ed il fegato, arreca danni
all’ipofisi, alla tiroide e al surrene. Il fosforo presente nel
latte vaccino è circa 6 volte maggiore che nel latte umano, questo
blocca l’assorbimento del calcio provocando nel lattante una
tendenza alla ipocalcemia. Il latte produce una quantità di catarro e
di muco che si fissa sulle pareti dello stomaco impedendo
l’assorbimento delle sostanze alimentari. Anche la caseina del
latte, base di una delle più potenti colle per il legno usata per la
costruzione delle navi, si deposita sulle pareti dello stomaco
impedendo l’assorbimento delle sostanze alimentari. Al latte e alle
uova sono da attribuire almeno la metà di tutti i cancri maschili e a
più di due terzi dei cancri femminili. Un quinto dell’umanità vive
benissimo senza usare latte vaccino: Cinesi, Giapponesi e Coreani...
Il latte vaccino contiene circa 59 tipi di ormoni (pituitari,
steroidei, adrenali, sessuali etc.) tra cui il piú importante
l’ormone della crescita veloce dei vitelli. Il latte può anche
essere contaminato da prodotti chimici, ormoni, antibiotici,
pesticidi, pus proveniente dalle mastiti, virus, batteri, prioni...;
viene comunemente arricchito con additivi, vitamine e minerali
sintetici, semi, piante, frutti, proteine, acidi grassi...
Nei formaggi vi è un’alta concentrazione di farmaci, di diserbanti
ed additivi. I nitrati (conservanti) si trasformano facilmente in
nitrosammine potenzialmente cancerogene. I formaggi stagionati
contengono molte proteine, grassi saturi e colesterolo.
Il calcio assimilabile e adatto al nostro organismo per quantità e
qualità è solo quello dei vegetali, ortaggi, legumi secchi, verdure,
frutta secca e fresca. L’assenza di latte vaccino non provoca
carenza di calcio: al contrario blocca 7 volte su 10 lo sviluppo
dell’osteoporosi.
Omogeneizzazione, pastorizzazione, sterilizzazione uht, distruggono
gran parte delle sostanze nutritive. La pastorizzazione disgrega
calcio, magnesio e fosfati indispensabili per la formazione delle
ossa, oltre a causare parziale coagulazione delle proteine
MALATTIE CORRELATE AL CONSUMO DI LATTE:
anemia ferropenica, artrite reumatoide e osteoartrite, asma,
autismo, cancro allo stomaco, alla mammella, all’ ovario, al
pancreas, alla prostata, al polmone, al testicolo, cataratta, colite
ulcerosa, diabete mellitus tipo 1, dolori addominali, malattia di
Crohn, malattie coronarie, sclerosi multipla, stitichezza, fatica
cronica, incontinenza urinaria, intolleranza al lattosio, linfomi,
emicrania, orecchie, naso, gola, reazioni allergiche, emorragie
gastrointestinali, sindrome di cattivo assorbimento, problemi di
sonno, ulcera peptica, difficoltà di apprendimento nei bambini…
“E le uova? Non mangiate neppure le uova”?
Le uova possono essere contaminate da salmonelle e dalle tossine
degli stafilococchi, per il fatto che residui fecali rimangono sul
guscio e, a causa della sua porosità, possono penetrare all’interno
dell’uovo e contaminarlo. Inoltre le uova contengono i farmaci che
vengono somministrati alle galline per prevenire o curare malattie, ma
anche per aumentarne la resa. L ’albume dell’uovo è difficilmente
digeribile e scarsamente assimilabile, mentre, il tuorlo di un solo
uovo ha la stessa quantità di colesterolo di 300 grammi di carne. Non
va dimenticato il modo crudele in cui vengono tenute per tutta la loro
breve esistenza le galline ovaiole e che, una volta sfruttata al
massimo la loro capacità produttiva, vengono barbaramente uccise. Nel
mondo 20 miliardi di galline ogni anno vengono uccise. In Italia 40
milioni di galline producono 12 miliardi di uova. Nuovi studi,
pubblicati dall’American Journal of Clinical Nutrition, e
Circulation confermano che il consumo di 1 o più uova al giorno
aumenta il rischio di morte di circa il 25% in confronto a chi consuma
meno di un uovo alla settimana. L'entità del rischio raddoppia nei
diabetici. Anche il rischio di insufficienza cardiaca è risultato
superiore del 28% nei soggetti che consumano 1 uovo al giorno.
L’uovo è carne liquida e chi mangia l’uovo partecipa
all’uccisione dell’animale. Chi consuma uova di gallina, anche se
queste sono cosiddette ruspanti o da allevamenti biologici, non evita
l’uccisione dei pulcini maschi o di una moltitudine di polli. Le
uova, nella preparazione di alcune pietanze, non essendo un alimento
né necessario né adatto al nostro organismo, possiamo sostituirle
con: farina di soia, fecola di patate, amido di mais, tofu bianco,
banana, patata schiacciata, briciole di pane inumidito, farina di
ceci, maizena, lievito di birra, malto…
“L’uomo l’ha sempre mangiato la carne”
Anche le guerre e gli omicidi sono stati sempre compiuti
dall’uomo, non per questo si possono giustificare e perpetuare
tradizioni sbagliate. Per milioni di anni i nostri progenitori nella
foresta vissero da vegetariani. I cambiamenti climatici di circa due
milioni di anni fa li costrinse a includere nella loro dieta anche
porzioni di carne nella misura del 20-30%. Da allora si svilupparono
le maggiori malattie e si ridusse la lunghezza della vita umana. Negli
ultimi millenni la carne è stata un bene accessibile solo alle classi
abbienti che però venivano colpite dalla cosiddetta putredine reale e
dalla gotta, mentre il popolo consumava la carne solo in circostanze
rituali o festive. Nei tempi recenti la popolazione, per colmare la
fame ancestrale di un prodotto considerato status simbol di benessere
economico, consuma alimenti carnei e derivati come nessuna generazione
precedente restando vittima delle peggiore patologie ad essa
correlate.
“L’uomo e’ un animale onnivoro”
Se fosse onnivoro avrebbe un organismo fisiologicamente strutturato
per metabolizzare la carne. L ’anatomia comparata, la fisiologia
comparata, l’embriologia, lo studio degli istinti, la immunologia
ecc. dimostrano chiaramente che l’uomo, come gli animali
folivoli-fruttariani, è strutturato a mangiare frutta, germogli e
semi. Questa è stato affermato anche da: Baron Gorge Cuvier
(1769-1832), uno dei maggiori naturalisti: “L’uomo sulle basi
della propria struttura, è un mangiatore di frutta, della parte
succosa dei vegetali e delle radici”. Dr. Richard Lehne, anatomista:
“L’anatomia comparata prova che la dentatura umana è totalmente
frugivora e ciò è confermato dalla paleozoologia con documenti
vecchi milioni di anni”. Carolus Linnaeus (1707-1778), celebre
botanico: “La frutta è il cibo più adatto alla bocca, allo
stomaco, alle stesse mani dell’uomo, disegnate appositamente per
raccogliere e mangiare frutta”. Sylvester Graham (1794-1851):
“Esiste un rapporto definito tra la costituzione fisica di un
animale e il suo alimento naturale”. Le recenti scoperte sui geni e
la mappatura completa del genoma umano hanno confermato la
caratteristica fruttariana del genere umano. Antropologi, anatomisti,
gastroenterologi, biologi, cardiologi, cancerologi, sono concordi
sulla struttura fruttariana del corpo umano. La morfologia umana
evidenzia la differenza strutturale tra noi e gli animali carnivori:
forma del cranio arrotondata, formula dentale diversa, movimenti
laterali e antero-posteriori della mandibola, incisivi adatti ad
addentare la frutta, molari piatti idonei a triturare semi, canini
poco sviluppati, scarsità di acido cloridrico per la disgregazione
delle proteine, assenza di enzima uricase per la disintegrazione degli
acidi urici, pollice opponibile adatto a raccogliere frutti e semi,
sedere grosso, intestino saccoluto adatto alla fermentazione di cibi
vegetali. L’uomo come le scimmie antropoidi ha due mani e due piedi,
niente coda, occhi che guardano in avanti, ghiandole mammarie sul
petto, milioni di pori sudoripari nella pelle, ghiandole salivari ben
sviluppate, saliva ed urina alcalina, lingua liscia, stomaco con
duodeno, intestino sacculato lungo 12 volte la lunghezza del tronco,
cioè a zone che servono alla fermentazione degli alimenti vegetali,
placenta discoidale, colon convoluto. Il fatto che le scimmie
antropoidi siano vegetariane indica chiaramente che l’essere umano
non sia stato strutturato dalla natura a mangiare la carne, e che non
è, come alcuni sostengono, un animale onnivoro. L’animale onnivoro,
infatti, ha 4 zampe, coda, occhi che guardano di lato, mammelle
sull’addome, incisivi assai sviluppati, molari possenti, formula
dentale differente dalla nostra, saliva ed urina acida, fondo dello
stomaco arrotondato, canale intestinale 8 volte la lunghezza del
tronco, placenta non caduca.
“E’ necessario mangiare un po’ di tutto”
Se l’essere umano dovesse mangiare di tutto per stare in salute
sarebbe la sola specie nell’universo a doverlo fare: ogni specie
mangia solo ciò che ha stabilito la natura. Cosa significa mangiare
di tutto? Consumare oltre a carne, pesce, latticini e uova anche
insaccati, affettati, fritti, burro, sostanze nervine, zuccheri
raffinati e bibite gasate? E non è forse questa la causa scatenante
le peggiori patologie umane: quello di mangiare ANCHE cibi
incompatibili con il nostro organismo? Ogni organismo vivente (come
ogni macchina) è programmato per funzionare con un suo specifico
propellente: sbagliare alimentazione è come mettere gasolio nel
serbatoio di un’automobile costruita per funzionare a benzina: avrà
certo un’esistenza breve e problematica. “Mangiare di tutto” non
è la soluzione del problema ma il problema della salute umana.
“La carne è necessaria ai bambini e ai giovani”
I bambini non hanno bisogno della carne allo stesso modo degli
adulti e delle persone anziane. Nel periodo dell’allattamento, in
cui il bambino compie il suo massimo sviluppo corporeo e cerebrale,
viene nutrito esclusivamente con il latte materno, che ha un contenuto
proteico dello 0,9%, cioè circa 20 volte inferiore a quella della
carne e 3,5 volte minore a quello del latte vaccino. La carne e il
latte vaccino sono “bombe proteiche” che costringono gli organi
emuntori ad un lavoro eccessivo che predispone a ipertrofia renale e
obesità. La composizione chimico-biologica più vicina al latte
materno è la frutta e la verdura. Come i genitori impediscono al
bambino di seguire abitudini malsane e pericolose come il fumo, la
droga o l’alcol, dovrebbero indirizzarlo sulla via della salute
fisica, mentale e spirituale. In questo modo sarà un bambino
privilegiato, un “consacrato” alla non violenza, un bambino che
non avrà sulla coscienza l’uccisione di molti suoi fratelli
animali, che spontaneamente dimostra di amare, e per questo sarà un
bambino sensibile, intelligente, sano e felice.
“… perché mi piace”
La carne può piacere alla lingua ma non al fisico e alla coscienza.
Diceva Seneca “Uccide più lo stomaco della spada”.
L’indifferenza verso il dolore altrui è la madre di tutti i
delitti. Non è forse lo stesso motivo che muove il ladro, il
criminale o lo stupratore, quando cerca il suo piacere, incurante
della sofferenza che causa il suo gesto? Se bastasse il piacere a
giustificare le nostre azioni tutto sarebbe lecito e il mondo sarebbe
un inferno. Un tempo la nostra società giustificava lo schiavismo, ma
se fossimo noi dalla parte degli oppressi sicuramente ci ribelleremmo
a questo ingiusto e crudele destino. Quando una persona considera più
importante il piacere del suo palato della sofferenza e della vita
degli animali che sacrifica, non ragiona con il cuore ma con lo
stomaco ed è quindi come cercare di sensibilizzare o indurre a
saggezza una statua di marmo. Se coloro che mangiano la carne
dovessero uccidere con le proprie mani un animale, forse cambierebbero
opinione.
“Come sostituisco la carne”?
E’ come dire: “Se non fumo più come sostituisco la nicotina ed
il catrame”? La carne non va sostituita, va semplicemente eliminata
al pari dell’alcool, delle droghe o del tabacco: oltre a causare
dipendenza, genera malattie all’organismo. Non vi è nessun
nutriente nella carne, che non sia presente negli alimenti di origine
vegetale, con il vantaggio che, questi ultimi, sono privi di tutte le
sostanze dannose della carne, come: le tossine cadaveriche (es:
putrescina, la cadaverina, ptomaine ecc.), i grassi saturi e il
colesterolo, i pesticidi (contenuti negli alimenti destinati agli
animali in maggior misura, perché di scarto), farmaci di varia natura
(somministrati agli animali per immunizzarli alle varie malattie,
dovute al disumano modo di allevarli, o per farli ingrassare più in
fretta), o additivi per dare alla carne il colore e la consistenza
desiderata. Nei cereali, legumi, frutta fresca e oleosa, ortaggi
freschi e biologici sono in grado di assicurare al nostro organismo
tutti i nutrienti necessari.
“I medici consigliano di mangiare carne e pesce”
Un medico che consiglia di mangiare carne o pesce se fosse a
conoscenza delle statistiche relative ai danni causati dalle carni,
probabilmente non la consiglierebbe. Lo scopo della medicina
allopatica è quello di curare e non di far guarire le persone dalla
malattie. Il medico che consiglia la carne è vittima dello stesso
meccanismo propagandistico delle grandi multinazionali
dell’alimentazione. La salute non rende, mentre la malattia dà
sostentamento ad un esercito sconfinato di medici e paramedici. Se la
gente non si ammalasse più, i medici, gli infermieri, gli istituti di
ricerca e le industrie chimico- farmaceutiche resterebbero senza
lavoro.
“Non mangiare la carne è una scelta come un’altra”
Mangiare la carne non è come scegliere di mangiare pasta o patate:
c’è di mezzo la sofferenza e la vita d un essere fatto come noi per
il quale (come per noi stessi) vivere o morire non è la stessa cosa.
E’ forse la stessa cosa lasciar vivere un vitello, un coniglio, un
capretto o spaccagli il cuore con un coltello? E’ forse la stessa
cosa lasciare nel suo ambiente marino un’aragosta o gettarla viva
nell’acqua bollente? Rispettare la scelta di chi mangia la carne è
come rispettare l’idea di chi giustifica lo schiavismo, il razzismo,
la tortura o la pena di morte. Se in gioco vi fosse la vita di una
persona a noi cara certo non saremmo così concilianti verso il
rispetto delle idee altrui.
“Una bella bistecca mi da la carica”
La carne è un falso apportatore di energia. La carne agisce sul
sistema nervoso come un eccitante che genera dipendenza e,
specialmente nel bambino, induce irrequietezza ed aggressività
perché causa caduta del tasso di calcio. Per digerire un pasto a base
di carne c’è un dispendio di energie pari a 5 km di corsa, mentre
le energie consumate per un pasto a base di frutta sono quasi nulle.
Gli alimenti che danno energia all’organismo sono i carboidrati. La
carne è un alimento adatto agli animali predatori, a cui serve una
carica immediata, per rincorrere la preda: dopo un primo attacco,
risultano stremati. Al contrario degli animali erbivori hanno una
resistenza alla fuga notevolmente superiore. Osservando la natura si
può notare che, gli animali più forti, oltre che miti, pacifici e
socievoli, sono vegetariani come il gorilla, il bue, il cavallo,
l’elefante, ecc. mentre gli animali più aggressivi e solitari sono
carnivori.
“La carne rende aggressivi”?
I cibi ad alto contenuto proteico, di provenienza animale, apportano
notevoli quantità di tiroxina, dopamina e noradrenalina e carenza di
triptofano e serotonina, con conseguente disposizione alla
competizione, alla lotta, a comportamenti aggressivi, autoritari e
violenti. Dalla demolizione delle proteine animali si ha la
liberazione di alcuni aminoacidi, a partire dai quali si formano
importanti neurotrasmettitori, che generano aggressività, come la
dopamina. Gli alimenti contenenti triptofano in abbondanza (legumi,
nocciole, mandorle, patate, spinaci, cavoli, zucchine, pomodori ecc.)
producono nel cervello il neurotrasmettitore serotonina che, attivando
le encefaline, induce alla socievolezza, al comportamento pacifico,
alla calma e alla distensione neuromuscolare. Questo favorisce
l’azione delle onde encefalografiche di base, “alfa”, tipiche di
un cervello vigile e cosciente, che predispone l’individuo, oltre
che alla creatività e all’intuizione, ad un rilassamento nervoso,
simile alla condizione che si manifesta durante la meditazione e la
preghiera. La visione antropocentrica tende a spegnere la naturale
repulsione dell’essere umano verso la violenza, reprime la
compassione dell’animo umano e preclude all’uomo lo sviluppo della
sfera emotiva, il sentimento più nobile dell’animo umano che può
consentire la realizzazione di un mondo migliore.
“E’ un sacrificio rinunciare alla carne”
Diventa un sacrificio solo per coloro che vedono in questa scelta la
rinuncia ad un piacere. Ma la consapevolezza di risparmiare sofferenza
e dolore a migliaia di vittime innocenti, che sono in grado di
soffrire e temere la morte, che con il nostro cibo non abbiamo
contribuito all’inquinamento dell’ambiente, alla distruzione delle
foreste e alla fame nel mondo ricompensa ogni improbabile rinuncia.
Inoltre la cucina vegetariana è molto più ricca, buona, nutriente,
salutare e varia di quella convenzionale.
“Gli animali si moltiplicherebbero a dismisura”
Più si alleva e più si massacra. Gli animali che vengono
sistematicamente uccisi non sono quelli allo stato naturale, ma quelli
d’allevamento. La natura non ha bisogno della violenza della specie
umana, per conservare il suo ordine ed il suo equilibrio tra le
specie. Nessuna specie può svilupparsi in modo esponenziale: superato
il limite consentito meccanismi naturali fanno diminuire i suoi
componenti.
“Non bisognerebbe uccidere neppure le zanzare”?
Non fare al altri (uomini ed animali) ciò che non vorresti ti fosse
fatto, questa è la legge dell’amore universale, comune a tutte le
grandi dottrine teologiche e filosofie di ogni tempo e paese. Il
rispetto per un animale non può dipendere dalla sua mole fisica,
altrimenti un elefante avrebbe più diritto dell’uomo ad essere
rispettato: è la vita, presente in ogni creatura, che dà valore ad
ogni essere vivente. L’uomo non ha alcun diritto di uccidere un
altro animale, a meno che questo non minacci direttamente la sua vita.
Nell’universo c’è posto per tutti. E’ più saggio e più giusto
evitare di essere molestati, piuttosto che dover uccidere un animale.
Tutto ciò che esiste, risponde ad un piano preciso ed ha una sua
armonia. Disprezzare e uccidere un animale, ritenuto fastidioso,
significa disconoscere l’ordine del Creato. Il livello di rispetto
degli uomini nei confronto degli animali, dipende dal grado evolutivo
della coscienza e dall’intelligenza dell’individuo. Più è vasta
e profonda la sensibilità di un individuo e più ingloba nel suo
amore tutti gli esseri.
“Senza animali non ci sarebbe progresso”
La vera evoluzione umana è quella morale e spirituale. Sacrificando
gli animali per egoismo, l’uomo preclude a se stesso la vera
evoluzione. Una società che non esita a sterminare milioni di
animali, che brucia le foreste per gli allevamenti o per le
monocolture delle industrie agroalimentari; una società che sacrifica
300 milioni di animali all’anno, per sperimentare i suoi prodotti
farmaceutici e le armi di distruzione, è una società senza valori
morali ma che paga il suo tributo con la violenza, la disperazione
individuale, la fame, la guerra. Sfruttando gli animali come schiavi,
sterminandoli per suo uso e consumo, l’uomo ha dimenticato la sua
coscienza, la sua sfera spirituale; questo si ripercuote sulla sua
salute fisica, mentale e morale e sull’intero pianeta.
“L’uomo non rispetta neppure il suo simile…”
E’ proprio l’abitudine a sfruttare, a violentare il diverso, a
considerare legittima la sofferenza e l’uccisione degli animali, a
non dar valore alla vita degli altri esseri, ad essere indifferenti al
loro dolore, a disprezzare il valore delle diversità, ciò che
preclude all’uomo lo sviluppo di quelle qualità morali e spirituali
che possono consentirgli di rispettare il suo stesso simile e di
realizzare un mondo migliore. Come potrebbe l’uomo nuocere al suo
simile se fosse educato alla dolcezza verso ogni essere vivente?
“Anche la pianta soffre”
Questo vuol dire che se la pianta soffre quando viene tagliata è
inutile avere pietà degli animali? In realtà spesso chi non vuole
fare il suo dovere tira in ballo la violenza naturale. La sensibilità
dei vegetali fu studiata dallo studioso indiano Jagadish Chandra Bose
ed accertata poi sperimentalmente mediante elettrodi collegati alla
pianta. Per questo dobbiamo rispettare non solo gli animali, ma anche
le piante, perché tutto ciò che vive, vuole vivere e non morire.
Senza la capacità di accusare il dolore ogni essere vivente si
lascerebbe uccidere, senza reagire. Non si può porre sulla stessa
bilancia la vita del cavolfiore con quella della mucca: sarebbe come
considerare uno schiaffo alla stessa stregua di un massacro. C’è
una differenza notevole tra la sofferenza di una lattuga, che viene
recisa e quella di un cavallo, che viene ucciso: il cavallo, la mucca,
il maiale ecc. hanno i nostri stessi meccanismi fisici, chimici e
biologici, i nostri stessi ricettori del dolore, per questo uccidere
un animale è come uccidere un uomo.“Ma allora dobbiamo vivere
d’aria”? Niente affatto! Dobbiamo nutrirci secondo la nostra vera
natura di esseri fruttariani, cioè dei frutti della pianta, non della
pianta, di semi e cereali, solo in questo modo la nostra alimentazione
è eticamente compatibile e nello steso tempo conforme alle nostre
vere esigenze chimico-biologiche-energetiche del nostro organismo.
“Se non mangiamo neppure le piante ci nutriamo di aria”?
I vegani non si nutrono di piante, ma del frutto della pianta e
godono ottima salute. In realtà, basta escludere dalla propria dieta
i cespi di insalata, i finocchi, il cavolfiore, la verza ecc. per
essere coerenti nella scelta della non violenza. Il pomodoro, le
melanzane, i peperoni, il carciofo e tutta la frutta, non sono la
pianta, ma il frutto della pianta, di cui si nutrono i veganiani.
Esserne consapevoli è diverso dall’essere indifferenti alla
sofferenza ed alla morte di altre creature. Esiste una scala di valori
che la morale ci impone di rispettare. Il rispetto per la vita dipende
dal livello spirituale raggiunto dall’individuo, dalla capacità di
percepire e condividere il dolore dell’altro, chiunque esso sia,
uomini, animali o piante. Ci sono persone insensibili e crudeli, che
percepiscono solo il proprio dolore e ci sono persone che, oltre al
proprio dolore, percepiscono e condividono anche il dolore degli
altri, umani e non umani.
“Ci sono problemi più importanti”
La cosa più pressante per la nostra società e che gli esseri umani
abbiano una coscienza più sensibile e giusta, più capace di
condividere le esigenze vitali dell’altro: allora tutti i problemi
svaniranno. Il problema più importante dell’animale è conservare
la propria vita e sfuggire alla reclusione, alla tortura e
all’uccisione da parte dell’uomo. C’è forse un problema più
pressante e drammatico della vita di miliardi di esseri innocenti, che
ogni giorno vengono uccisi? Certo l’interesse del boia non coincide
con quello della vittima. Rimandare il rispetto degli animali a quando
saranno risolti i problemi umani significa infischiarsene
dell’inferno a cui l’uomo li ha condannati. Ma tutto è
interconnesso: le guerre ci saranno finché ci sarà gente disposta ad
uccidere e finché ci saranno i mattatoi vi saranno le guerre, le
malattie umane, la fame nel mondo.
“E’ la legge della natura: il più forte domina il più debole"
Considerare giusta tale legge significa accettare di buon grado i
soprusi, le violenze e le ingiustizie di chi è più forte di noi. La
legge del più forte va bene quando i deboli sono gli altri. Se
fossimo noi la preda considereremmo ingiusta questa legge. Se degli
extraterrestri che ci trattassero come noi trattiamo gli animali; se
allevassero noi e i nostri figli per divorarci; se costringessero le
nostre donne a partorire, perché avidi del loro latte e delle tenere
carni dei nostri bambini; se ci torturassero, per sperimentare su di
noi le loro armi e le loro medicine; se ci costringessero a ucciderci
a vicenda nelle arene per loro divertimento, allora non saremmo tanto
propensi a giustificare la legge del più forte. Se ci comportiamo da
tiranni verso chi consideriamo più in basso, come possiamo sperare
nell’aiuto di chi sta più in alto di noi?
“L’uomo è superiore agli animali"
Cosa significa essere superiori? Avere capacità organizzative? Le
capacità extrasensoriali di molti animali superano di gran lunga le
qualità intellettive di ogni genio umano. Ammirevoli sono le dighe
dei castori, le tele dei ragni tessitori, le organizzazioni sociali
delle api o delle formiche. Se è l’intelligenza a rendere l’uomo
superiore allora un computer, più di un essere umano, ha diritto al
rispetto e alla vita. La vera superiorità sta solo nel bene che si
può compiere, nella disposizione a condividere la condizione
dell’altro, nella volontà di amare, non solo l’uomo, ma ogni
essere vivente, nel capire che tutte le cose sono intimamente legate,
come note della stessa sinfonia. L’uomo non è superiore agli
animali, è solo diverso. E’ forse l’intelligenza a rendere
l’essere umano una creatura speciale? Aristotele, Leonardo da Vinci,
Einstein all’età di un anno non avevano pensieri più sublimi di
quelli di un cane. Le capacità dei primati antropoidi non si trovano
in persone artistiche o cerebrolese. In molti esperimenti è stata
dimostrata la capacità di molti animali a compiere operazioni
complesse: l’intelligenza manifestata è pari a quella di un bambino
di 2-4-6 anni. Non vi sono esseri superiori o inferiori, ma diversi
gli uni dagli altri, che si integrano e si compensano. Per la
conservazione della vita sul pianeta, la scomparsa degli insetti non
sarebbe meno grave della scomparsa dell’uomo.
“Gli animali non capiscono, non soffrono”
Quando non si vuole accusare sensi di colpa ci si convince che la
vittima non è in grado di soffrire. La stessa convinzione sostenuta
per millenni nei confronti degli schiavi. Affermare che gli animali
non siano in grado di percepire il dolore, l’angoscia della morte,
la sofferenza emozionale significa negare la realtà della vita. La
sofferenza è ciò che accomuna tutti gli esseri: la percezione del
dolore serve a spingere ogni essere vivente a fuggire la morte e a
conservare se stesso, altrimenti la vita si spegnerebbe
nell’universo. Gli animali sono creature semplici: si lasciano, come
bambini, condurre al patibolo perché non riescono a capire che
l’essere umano, animale non predatore, possa ucciderli. Le urla di
terrore degli animali durante la macellazione, il loro tremore e
spesso il loro pianto disperato, pesano come macigni sulla coscienza
collettiva. Ma gli uomini preferiscono ignorare le somiglianze con gli
animali, per paura di dover concedere loro dei diritti e dover
rinunciare al loro sfruttamento e al “vantaggio” economico che ne
deriva.
“Anche gli animali si aggrediscono tra di loro”
E’ come se la razza bianca giustificasse i suoi massacri a danno
dei neri, per il fatto che questi usano aggredirsi tra di loro.
L’uomo usa violenza agli animali perché si sente superiore, ma si
comporta peggio degli stessi, dal momento che non agisce per
necessità di sostentamento, a differenza degli animali che si
aggrediscono solo per motivi di sopravvivenza. L’animale fugge
spontaneamente ogni pericolo e se avesse l’abbondanza del cibo di
cui dispone l’essere umano sicuramente non aggredirebbe mai altri
animali.
“Gli animali sono fatti per l’uomo”
Un tempo si credeva che gli schiavi erano fatti per i padroni, i
deboli per i forti, i neri per i bianchi le donne per gli uomini.
Secondo la cultura cattolica occidentale gli animali sono stati creati
da Dio per le necessità dell’uomo. Questa concezione, però, non
trova giustificazione né sul piano della logica, né su quella della
giustizia divina. L’idea, più o meno diffusa, che gli animali siano
“fatti per l’uomo” nasce dai brani biblici Gen. 9,3 in cui il
Signore dopo il Diluvio, e dopo 10 generazioni di vegetariani, da
Adamo a Noè, consente all’uomo di mangiare anche la carne:
“Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo
come già vi diedi le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con
la sua vita, cioè il suo sangue”. Mangiare la carne significa
accettare di vivere la condizione di ribellione al patto con Dio non
quella originale prima del Peccato. E ancora in Gen. 2,18 Dio crea gli
animali non come schiavi, né tanto meno come oggetti a disposizione
dell’uomo, ma come compagni di vita. “Non è bene che l’uomo sia
solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE…”. In questo
contesto viene usata la parola “BARA’”, cioè creazione diretta,
sia per la creazione dell’uomo, che per gli animali e la parola
“NEFESCH”, per indicare l’unico spirito che viene infuso sia
negli uomini che negli animali. La licenza a mangiare anche la carne
viene data temporaneamente ai sopravvissuti dell’Arca finché la
terra restò coperta dalle acque, cioè per 150 giorni. E in effetti
sarebbe un controsenso per un Dio buono e giusto legittimare l’uso
di alimenti carnei, e quindi l’uccisione di creature innocenti, in
un contesto in cui l’uomo può nutrirsi senza spargimento di sangue.
“Gli animali non hanno un’anima”
Nessuno è in grado di dimostrare che l’uomo sia dotato di anima e
gli animali no. L’anima è qualcosa di cui sono in possesso tutti
gli esseri viventi oppure nessuno, altrimenti la sua presenza dovrebbe
evidenziarsi in particolari attitudini dell’uomo, invece non solo
ogni caratteristica umana è presente nel mondo animale ma facoltà
eccezionali sono disseminate in ogni specie. Anche nei testi biblici
il sostantivo pneuma è usato per indicare lo spirito degli uomini
come quello degli animali. In Sap.II 23-26 troviamo: “Poiché il tuo
spirito incorruttibile è in tutte le cose.” In Gb.12,7-10: “Egli
ha in mano l’anima di ogni vivente ed il soffio di ogni carne
umana”. “Se Egli richiamasse il suo spirito e a se ritornasse il
suo soffio ogni carne morirebbe all’istante”: Gb. 34,14. “Dio,
Dio degli spiriti di ogni essere vivente”: Num. 16,22. San Bernardo
chiama “spirito” l’anima degli animali. Anche S. Giovanni
Crisostomo parla dell’immortalità dell’anima degli animali,
mentre S. Giustino afferma che l’anima dell’uomo appartiene alla
stessa natura di quella del cavallo e dell’asino. Diceva Montaigne :
“La presunzione è la nostra malattia originaria. La più calamitosa
e la più fragile delle creature è la più orgogliosa. E’ per
vanità che egli si uguaglia a Dio, si attribuisce prerogative divine
e separa se stesso dalla folla dei viventi”.
“Solo l’uomo è ad immagine di Dio”
Cosa significa essere ad immagine di Dio se non capacità di libero
arbitrio? Gli animali non decidono forse delle loro azioni? Se essere
ad immagine di Dio significa vivere in armonia con l’ordine naturale
della vita, allora una farfalla più dell’uomo è ad immagine di
Dio. L’uomo è forse ad immagine di Dio perché capace di comporre
sinfonie, costruire grattacieli o di far funzionare un computer? Ogni
specie elabora i processi utili al suo sviluppo integrale. Al cavallo
non serve scrivere libri, come all’uccello non serve saper
dipingere. L’uomo sa fare questo, ma non sa fare ciò che fanno
molti animali e nessuno è superiore o inferiore ad altri. La
diversità delle cose ci fa capire che l’esistenza di ognuno dipende
dall’armonica coesistenza con il tutto.
“Anche Gesù mangiava il pesce”
E’ probabile, ma erano altri tempi, tempi di grande fame, miseria,
olocausti, crocifissioni, schiavitù. Nulla di ciò che viene
insegnato e tramandato ha valore imperituro, altrimenti non vi sarebbe
evoluzione. Il solo episodio in cui Gesù mangia del pesce arrostito,
per dimostrare agli apostoli increduli della sua resurrezione, è
riportato da Luca il quale ha scritto il vangelo su indicazioni di S.
Paolo: ma nessuno dei due erano presenti all’evento. I cronisti del
tempo, della prima tradizione cristiana (S. Girolamo, S. Benedetto,
Tertulliano, Eusebio, Plinio, Papas, Cipriano, Pantano ecc.)
asserivano che Gesù e gli Apostoli non solo insegnavano misericordia
per gli animali, ma che erano vegetariani come molte sette religiose
del tempo come gli Ebioniti, i Nazorei, i Terapeuti, gli Gnostici, i
Montanisti ed altri. Si presume poi che i vangeli siano stati in parte
manomessi, prima, nel tempo di Costantino, più tardi, da Gregorio VII
ed infine da Sisto V. Sia i vangeli apocrifi che gli scritti originali
dell’antica cristianità indicano chiaramente che il consumo di
carne non era permesso fino al 4° secolo. Anche le pergamene del Mar
Morto, scoperte del 1947 sono chiaramente a favore del vegetarismo. In
queste Gesù dice: “Siate compassionevoli non solo verso i vostri
simili ma verso tutte le creature poste sotto la vostra tutela. Sono
venuto a porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non
smetterete di offrire e di mangiare carne l’ira divina non si
allontanerà da voi. Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la
terra e i suoi frutti”? Nel Vangelo Esseno della Pace Gesù dice:
“Colui che uccide, uccide suo fratello... e colui che mangia la
carne degli animali abbattuti mangia un corpo di morte. Io vi
chiederò di ogni animale ucciso come pure vi chiederò delle anime di
tutti gli uomini uccisi.”. S. Girolamo dice: “Dopo che Cristo è
venuto non è più consentito mangiare la carne”. S. Pietro: ”Il
consumo innaturale di carne è contaminante quanto la pagana
adorazione dei demoni”. Porfirio: “Gesù ci ha portato il cibo
divino
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