Fonte: la stampa - 22 maggio 2011
Gli Indignados hanno un padre, una madre e una data di nascita: Fabio Gandára, avvocato con master in Diritto urbanistico, 26 anni, ovviamente disoccupato e adesso uno dei portavoce di Democracia real ahora (Dra), su Facebook, decollato il 15 febbraio di quest'anno.*Si aspettava che il Movimento crescesse così in fretta?«No, è stata una grande sorpresa, anche se sapevo che c'eramolta indignazione latente.
Quattro mesi fa ho creato su Facebook la Plataforma de coordinación de grupos pro mobilitacion ciudadana.
Poi la partecipazione è aumentata sempre di più ed è nata Dra, gestita da molti, trasversale. Poi è arrivata la manifestazione di domenica scorsa».
Gli Indignados hanno un padre, una madre e una data di nascita: Fabio Gandára, avvocato con master in Diritto urbanistico, 26 anni, ovviamente disoccupato e adesso uno dei portavoce di Democracia real ahora (Dra), su Facebook, decollato il 15 febbraio di quest'anno.*Si aspettava che il Movimento crescesse così in fretta?«No, è stata una grande sorpresa, anche se sapevo che c'eramolta indignazione latente.
Quattro mesi fa ho creato su Facebook la Plataforma de coordinación de grupos pro mobilitacion ciudadana.
Poi la partecipazione è aumentata sempre di più ed è nata Dra, gestita da molti, trasversale. Poi è arrivata la manifestazione di domenica scorsa».
*Il premier Zapatero dice che la ragione principale delle proteste è l'alta disoccupazione giovanile: 43%.
«Sì, ma bisogna aggiungere i suoi tagli, le stangate e il ruolo dei politici, incapaci di rappresentare la cittadinanza».
*I sindacati non si pronunciano sugli Indignati. Siete voi i nuovi rappresentanti dei giovani senza lavoro?
«I sindacati non sono stati capaci di esprimere gli interessi dei lavoratori. E ora la società civile si sta auto-organizzando, assumendo il ruolo che doveva essere loro».
*C'è un cervello politico o operativo degli Indignados?
«No. Stiamo funzionando in modo assolutamente aperto e trasparente, usando le assemblee.
Non c'è un nucleo duro. C'è gente che non riesce a capire che ci sono cittadini capaci di organizzarsi senza un leader o direttive chiare, utilizzando i social network e Internet».
*Solo l'idea delle tende è copiata dalle rivolte arabe?
« No, anche se l'idea è simbolica perché la Spagna non è una dittatura del Nord Africa. Gli arabi ci hanno insegnato a usare Facebook e Twitter».
*Gli Indignados si espanderanno nella Ue?
«Credo di sì, siamo in contatto con molti attivisti di Islanda, Inghilterra, Francia, Portogallo e Italia. Adesso stiamo cercando di coordinarci a livello europeo».
*Dopo le amministrative di oggi, come vimuoverete?«Bisogna differenziare le manifestazioni più spontanee come quelle di questi giorni e la Plataforma, che vuole andare avanti».
*Un nuovo partito?
«No.Un foro cittadino per prospettare ai poteri pubblici, ai partiti, le nostre esigenze».
*Domani vota?
«Sì, per un partito piccolo, anche se non le dirò quale».
*E se dopo le elezioni non cambierà nulla?
«Continueremo con le proteste.
Credo che i partiti ci ascolteranno, altrimenti la situazione diventerà insostenibile ». [G. A. O.]
«Sì, ma bisogna aggiungere i suoi tagli, le stangate e il ruolo dei politici, incapaci di rappresentare la cittadinanza».
*I sindacati non si pronunciano sugli Indignati. Siete voi i nuovi rappresentanti dei giovani senza lavoro?
«I sindacati non sono stati capaci di esprimere gli interessi dei lavoratori. E ora la società civile si sta auto-organizzando, assumendo il ruolo che doveva essere loro».
*C'è un cervello politico o operativo degli Indignados?
«No. Stiamo funzionando in modo assolutamente aperto e trasparente, usando le assemblee.
Non c'è un nucleo duro. C'è gente che non riesce a capire che ci sono cittadini capaci di organizzarsi senza un leader o direttive chiare, utilizzando i social network e Internet».
*Solo l'idea delle tende è copiata dalle rivolte arabe?
« No, anche se l'idea è simbolica perché la Spagna non è una dittatura del Nord Africa. Gli arabi ci hanno insegnato a usare Facebook e Twitter».
*Gli Indignados si espanderanno nella Ue?
«Credo di sì, siamo in contatto con molti attivisti di Islanda, Inghilterra, Francia, Portogallo e Italia. Adesso stiamo cercando di coordinarci a livello europeo».
*Dopo le amministrative di oggi, come vimuoverete?«Bisogna differenziare le manifestazioni più spontanee come quelle di questi giorni e la Plataforma, che vuole andare avanti».
*Un nuovo partito?
«No.Un foro cittadino per prospettare ai poteri pubblici, ai partiti, le nostre esigenze».
*Domani vota?
«Sì, per un partito piccolo, anche se non le dirò quale».
*E se dopo le elezioni non cambierà nulla?
«Continueremo con le proteste.
Credo che i partiti ci ascolteranno, altrimenti la situazione diventerà insostenibile ». [G. A. O.]
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