Maria Lucia Fattorelli, Fonte: rivoltaildebito
Questo è il testo di riferimento della relazione presentata dall’autrice al Seminario sull’audit del debito organizzato a Liegi il 12 e 13 dicembre scorso dal CADTM, il Comitato per l’annullamento del debito del terzo mondo (www.cadtm.org). Il testo è stato tradotto da Aldo Zanchetta per la Campagna del congelamento del debito ed è disponibile anche sul sito della campagna: http://cnms.it/campagna_congelamento_debito. I riquadri e alcune note sono opera del traduttore come pure le sottolineature.
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La recente crisi del debito negli Stati Uniti e le nuove informazioni sugli attuali problemi economici dei paesi europei rivelano il modo in cui il debito pubblico è stato utilizzato a beneficio del settore bancario e finanziario.
E’ necessario innanzi tutto sottolineare che il debito pubblico non è in sé un fatto negativo. Infatti dovrebbe trattarsi di un importante strumento di finanziamento delle politiche pubbliche, una delle ragioni per le quali gli Stati sono autorizzati a contrarre dei debiti, evidentemente sotto certi limiti e condizioni. I prestiti devono consentire di ottenere dei fondi che, sommati alle altre entrate fiscali, consentono al governo di svolgere il proprio ruolo soddisfacendo i bisogni di base della popolazione.
Tuttavia molti studi, audit e inchieste hanno già rivelato che invece di contribuire al progresso delle politiche pubbliche, certe somme significative registrate come debito pubblico non corrispondono a denaro ottenuto mediante prestiti. Inoltre una gran parte del debito sovrano viene utilizzato per pagare interessi e ammortamenti di debiti precedenti la cui contropartita non è nota.
AUDIT: Attività atta a determinare tramite indagine l’adeguatezza ed aderenza di un processo o organizzazione a stabilite procedure, istruzioni operative, specifiche, standard ed altri requisiti funzionali e a verificarne l’applicazione.
Definizione redatta da Monica Dongili su Tesionline
Si può identificare facilmente il problema principale: lo strumento del debito pubblico si trasforma in un mezzo di distrazione di risorse pubbliche. La mancanza di trasparenza in questi processi e la grande quantità di privilegi –sia a livello giuridico che finanziario, con numerose ramificazioni- consente di affermare che questo modello funziona come un “sistema debito” a beneficio di un settore ristretto dei mercati finanziari.
Il “sistema debito” è un affare molto redditizio. Il sistema finanziario privato è un complesso di attori depositari di una serie di privilegi giuridici, politici, finanziari e economici. Questi attori sono grandi imprese con alla loro testa grandi banche e potenti agenzie di rating.
Negli Stati uniti questo sistema si è recentemente mobilitato per salvare le banche dall’imminente rischio di fallimento. La dimensione di questo piano di salvataggio è stata rivelata il 21 luglio scorso dal senatore Bernie Sander1 che ha presentato i risultati di un audit realizzato dal Government Accountability Office2 (commissione di inchiesta del Congresso incaricata dell’esame della contabilità pubblica). Questo rapporto dimostra che la Federal Riserve (FED) fra il dicembre 2007 e il giugno 2010 ha speso circa 16.000 miliardi di dollari per i piani di salvataggio, ammontare trasferito direttamente (e segretamente ndt) alle banche e alle grandi imprese applicando un tasso di interesse vicino allo zero.
Le rivelazioni di questo rapporto di audit governativo forniscono sicuramente uno degli esempi più rimarchevoli dei privilegi del settore finanziario la cui crisi ha costituito il primo passo dell’attuale crisi del debito sovrano non solo negli Stati uniti ma anche in Europa. Queste somme erogate dalla FED superano il totale del debito pubblico statunitense (stimato attualmente in 14.500 miliardi di dollari) e del prodotto nazionale lordo (14.300 miliardi di dollari nel 2010).
L’audit di questa operazione deve proseguire perchè mostra chiaramente come immensi debiti privati vengono trasformati in debiti pubblici. I principali beneficiari di queste erogazioni della FED sono, secondo il rapporto:
Citigroup : 2 500 milliardi di dollari (2 500 000 000 000)
Morgan Stanley : 2 040 “ “ (2 040 000 000 000)
Merrill Lynch : 1 949 “ “ (1 949 000 000 000)
Bank of America : 1 344 “ “ (1 344 000 000 000)
Barclays PLC (GB) : 868 “ “ (868 000 000 000)
Bear Sterns : 853 “ “ (853 000 000 000)
Goldman Sachs : 814 “ “ (814 000 000 000)
Royal Bank of Scotland (GB) : 541 “ “ (541 000 000 000)
JP Morgan Chase : 391 “ “ (391 000 000 000)
Deutsche Bank (Germania) : 354 „ „ (354 000 000 000)
UBS (Suisse) : 287 „ „ (287 000 000 000)
Crédit Suisse (CH) : 262 “ “ (262 000 000 000)
Lehman Brothers : 183 “ “ (183 000 000 000)
Bank of Scotland (GB) : 181 “ “ (181 000 000 000)
BNP Paribas (France) : 175 “ “ (175 000 000 000)
Queste somme mostrano i privilegi del settore finanziario il quale, oltre a questi enormi prestiti della FED, ha ricevuto altre somme significative dal Tesoro sia direttamente che tramite altri piani di salvataggio i quali hanno utilizzato una parte consistente delle entrate fiscali. Questo mentre i contribuenti subivano una crescente disoccupazione, una riduzione dei programmi sanitari e tagli in altri settori della sicurezza sociale che, tutti assieme, rimodellano la struttura sociale e conducono all’aggravio delle condizioni sociali con disuguaglianze ben più gravi di quelle nel corso degli ultimi decenni. Questo può spiegare perché manifestazioni del tipo di “Occupy Wall Street” guadagnano terreno.
Lo stesso fenomeno ha luogo in Europa dove numerosi paesi sono coinvolti in serie crisi del debito e in manifestazioni alle quali partecipano milioni di cittadini. Occorre ricordare che nel 2008 non si parlava di crisi del credito ma piuttosto di una crisi che colpiva le grandi banche. A quel momento le autorità decisero il loro salvataggio pur conoscendo bene i seri rischi rappresentati da questa decisione per il budget e il sovraindebitamento di tutti i paesi, come ben testimonia il ritaglio di stampa datata 2009 riportato sotto:
Il salvataggio bancario europeo potrebbe precipitare l’Unione Europea nella crisi
Secondo un documento confidenziale di Bruxelles, un riacquisto dei titoli tossici posseduti dalle banche europee potrebbe precipitare l’Unione europea nella crisi.
Corrispondenza di Bruno Waterfield da Bruxelles , 11 febbraio 2009.
“Le stime della cifra totale dei titoli tossici da cancellare dai libri contabili delle banche suggeriscono che i costi budgetari –reali e eventuali- del riacquisto dei titoli tossici dovrebbero essere molto importanti sia in termini assoluti che relativi al PIL degli Stati membri, come mette in guardia il documento consultato dal Daily Telegraph. E’ importante che il sostegno governativo per il riacquisto di questi titoli tossici si realizzi su una scala che non crei inquietudini per il sovraindebitamento o sui problemi di finanziamento. Il documento segreto di 17 pagine è stato discusso martedì scorso dai ministri delle finanze fra i quali il ministro delle finanze britannico Alistair Darling.”
Benchè cosciente del rischio di fallimento economico, rischio evocato in alcuni documenti segreti e palpabile nell’atmosfera di paura e nei summit d’urgenza, l’Unione europea ha fatto pressione sui vari paesi affinché organizzassero una serie di operazioni di salvataggio delle istituzioni finanziarie. Dal momento che i paesi non disponevano dei fondi per condurre a buon fine queste operazioni, essi hanno proceduto a delle emissioni massicce di titoli.
E’ necessario sapere che le giustificazioni per questa decisione sono contenute nel “documento segreto di 17 pagine” che dovrà essere reso pubblico da un audit completo del processo.
L’origine della crisi finanziaria è legata all’assenza di regolazione del settore. Certi controlli della SEC3, che era stata creata dopo la crisi del 1929 per controllare la “qualità e autenticità” dei titoli scambiati sui mercati finanziari, sono stati soppressi o semplicemente ignorati e aggirati dalle principali istituzioni finanziarie.
L’assenza di regolamentazione ha aperto la strada alla creazione di un ammontare incalcolabile di prodotti come i prodotti derivati4 e di altri tipi di prodotti finanziari che possono essere considerati delle semplici scommesse senza alcun valore reale. I famosi “titoli tossici” hanno inondato i mercati di spazzatura.
L’ammontare di questi titoli tossici era così considerevole che certe istituzioni finanziarie, specialmente concepite per ricevere questi titoli –le banche di liberazione (bad banks5)- sono state create per alleviare le banche di una parte di questi “titoli spazzatura”, come ha segnalato il Financial Times.
La Germania prevede la messa in opera di “banche pattumiera” individuali.
Un nuovo piano governativo prevede che i crediti tossici delle banche tedesche colpite dalla crisi saranno trasferiti nelle banche spazzatura”, secondo informazioni ricevute dal Financial Times. Invece della messa in atto di una sola “banca pattumiera” nazionale il governo tedesco si augura che le banche istituiscano la loro “pattumiera” per i loro titoli non liquidi6.
E’ importante sapere che le istituzioni che hanno emesso questi titoli sono le più importanti del settore finanziario perché sono quelle che hanno la “credibilità” per vendere e negoziare i loro titoli sui mercati finanziari. Di queste istituzioni che rischiavano di fallire, assai poche sono state dichiarate in stato di fallimento, ad es Lehman Brothers. Misure sono state prese molto rapidamente per rifinanziarle evitandone il fallimento.
Gli stati invece hanno avuto un destino diverso. Come era prevedibile, il piano di salvataggio delle banche ha portato la zona euro in una crisi acuta e in una depressione di un’ampiezza mai vista dalla fine della seconda guerra mondiale.
A dispetto di tutte le informazioni che circolano sui media circa la crisi europea, queste insistono sul problema del debito pubblico e niente o quasi sulle sue cause le quali risiedono nella crisi bancaria e non nelle spese pubbliche eccessive come si ascolta spesso.
E’ necessario, per una analisi più approfondita, comprendere i meccanismi impiegati dal sistema finanziario, la “creatività” dei mercati finanziari e i prodotti derivati e altri titoli non garantiti che permettono agli investitori di “trarre profitto dai cambiamenti nei prezzi degli stoks, degli indici, delle merci e di altri attivi sottostanti7”.
I prodotti derivati si sono sparsi sui mercati finanziari e sono stati trasferiti ai fondi di gestione, ai fondi pensione, ai fondi sovrani e a tutte le specie di investimenti attraverso il mondo. Poiché il mercato non ha reagito come previsto, si è cominciato a utilizzare le polizze di assicurazione, cosa che ha prodotto sulle banche seri problemi finanziari. Occorre sapere che in quel momento “l’effetto leva delle società di contrattazione standard in valori mobiliari era di 27 a 1, vale a dire che esse avevano prestato somme pari a 27 volte il proprio capitale8”.
Diverse soluzioni sono state immaginate per rimediare a questa situazione, come le bad banks, prima citate. In Irlanda l’Agenzia nazionale di gestione del credito (National Asset Management Agency, NAMA), creata nel 2009 nel tentativo di salvare il sistema finanziario, ha proceduto alla nazionalizzazione dei debiti privati (essenzialmente delle banche, ndt) con l’emissione di titoli pubblici (sui quali le stesse banche hanno sviluppato ogni sorta di attività speculative). Si è trattato di una socializzazione delle perdite delle banche che ha un impatto brutale sulla vita dei contribuenti9
Indifferenti circa le conseguenze per le economie e per i costi sociali immensi delle misure adottate dai governi per salvare il sistema finanziario, le stesse istituzioni finanziarie non accettano alcuna restrizione legale destinata a regolare le transazioni finanziarie. A differenza di altri titoli che sono sottoposti a numerose limitazioni legali, sui prodotti derivati non esistono né controlli né costi di transazione. Le banche e altre grandi imprese sono tuttora autorizzate a emettere massicciamente nuovi titoli e a specularci sopra.
2. Lo sviamento del debito pubblico
Al fine di aiutare le banche a sostituire una parte della bolla dei “titoli tossici”, i paesi hanno proceduto sia alla emissione di nuova moneta (ad es. nel caso degli Stati uniti come è stato rivelato dall’audit realizzato dalla GAO che ha mostrato la consegna da parte della FED di 16.000 miliardi di dollari alle banche), sia creato debito pubblico con l’emissione di buoni dello Stato, oltre ad altri strumenti.
Una parte significativa dei “titoli sovrani” di questi paesi non rappresenta dunque un “debito pubblico” reale o una emissione di titoli destinati a creare risorse per il paese ma semplicemente l’utilizzo deviato del meccanismo del debito per garantire fondi alle istituzioni finanziarie.
Inoltre la deregolamentazione del mercato finanziario permette l’utilizzo di titoli del debito sovrano come se fossero le fiches di un casinò. Uno dei principali privilegi dei mercati finanziari è la loro libertà di spostarsi ovunque e in particolare nei paradisi fiscali, usufruendo del segreto bancario e della negoziazione di titoli sovrani su qualunque mercato secondario, nella grande maggioranza dei casi senza che il paese emittente i titoli ne sia a conoscenza. Ciò non è una novità: l’America latina ha conosciuto grosse difficoltà a partire dagli anni ’70 quando le banche internazionali hanno iniziato a vendere i contratti dei prestiti sul mercato secondario.
Per quanto tempo ancora si scaricheranno sulla società operazioni così irresponsabili e immorali che sviano il denaro di servizi sociali fondamentali come la salute, l’educazione, la sicurezza sociale, etc causando la perdita di migliaia di posti di lavoro mentre assicura benefici record al settore finanziario?
Inoltre il risultato di queste operazioni può essere considerato come ”debito pubblico”? I manuali di economia spiegano che il debito pubblico è uno strumento che può essere utilizzato per finanziare i bisogni dello Stato e integrare le entrate fiscali affinché lo Stato possa esercitare le proprie competenze a beneficio della società. I titoli emessi senza alcun criterio per il salvataggio delle banche dovrebbero essere considerati come prestiti che devono essere rimborsati dalle banche e non dalla società nel suo insieme.
Le istituzioni finanziarie salvate dopo il 2008 hanno acquistato dei titoli del Tesoro con il denaro prestato dai governi –con tassi di interesse bassi- e hanno diretto queste liquidità verso titoli speculativi (attraverso degli hedge funds, che sono forme di investimento deregolamentate). Esse tentano così di guadagnare sempre più denaro “investendo” nel debito pubblico con l’emissione sempre più numerosa di prodotti derivati, dando luogo ai problemi sopra ricordati.
Malgrado ciò i governi continuano ad aiutare le istituzioni finanziarie e a mettere in cantiere le riforme sociali imposte dalle politiche neoliberiste. Ne deriva che i paesi sacrificano la democrazia di fronte ai profitti delle banche. Questo è il risultato di un sistema politico nel quale il processo di decisione non si basa sulla delibera pubblica ma su negoziazioni fra “tecnocrati” che affermano di non fare politica.
3. La necessità di un audit – metodi, trasparenza, controllo cittadino e ruolo delle istituzioni internazionali
Lo strumento del “debito pubblico” viene oggi utilizzato in Europa come lo è stato in America latina a partire dagli anni ‘70. Le esperienze di audit del debito – l'audit ufficiale in Ecuador e l’iniziativa di un audit cittadino in Brasile- hanno mostrato come nel corso degli ultimi 40 anni i soli beneficiari del debito estero commerciale sono state le grandi banche internazionali. Invece di essere uno strumento per finanziare attività di Stato, questo tipo di debito sotto forma di titoli è un meccanismo di trasferimento di risorse pubbliche al settore finanziario privato.
Gli audit del debito hanno mostrato anche che le crisi finanziarie che abbiamo conosciuto a partire dal 1992 in America latina sono state causate dagli stessi creditori privati internazionali che hanno unilateralmente aumentato i tassi di interesse dal 5% al 25% all’anno. Ciò ha dato al FMI di intervenire nelle nostre economie con piani di aggiustamento strutturale –come sta avvenendo ora in Europa- che ci sono valsi almeno due decenni di pesanti sacrifici sociali (ciò che li ha fatti definire i “decenni perduti”) per garantire utili al settore finanziario.
E’ molto importante che i paesi europei che non sono sotto il giogo delle dittature come in America latina negli anni ‘70 e ‘80, organizzino degli audit ufficiali come l’Ecuador ha fatto nel 200710. E’ anche essenziale che la società civile lanci degli audit cittadini, come la nostra organizzazione ha fatto in Brasile11, per trovare i documenti, promuovere inchieste popolari, studi, incoraggiare la mobilitazione sociale col fine di fare luce su questo processo di indebitamento il più presto possibile.
Un audit del debito rappresenta una opportunità per ottenere la documentazione relativa all’indebitamento e per mostrare la vera natura di ciò che viene chiamato “pubblico”. I risultati dell’audit possono spingere delle azioni concrete in tutti i campi: popolare, parlamentare, giuridico e la messa in opera di politiche differenti.
Occorre togliere il velo sullo sviamento dello strumento del debito pubblico. Ad es. in Grecia la manipolazione del rischio paese da parte delle agenzie di rating –che abbassano il giudizio sul paese subito prima della scadenza di certe obbligazioni- obbliga i governi a firmare degli accordi con il FMI e con l’Unione Europea. Questo permette di comprendere il funzionamento di questi meccanismi. Una volta che il quadro è in opera, le istituzioni internazionali e le grandi imprese possono radicarsi nel paese e imporre i propri interessi –compreso lo smantellamento dei diritti sociali, la protezione delle istituzioni finanziarie e la vendita di beni dello Stato, in particolare con la privatizzazione di imprese pubbliche redditizie.
Il meccanismo di pressione della “Troika” (i mercati, il FMI e la Banca centrale europea verso i paesi –che devono negoziare da soli- conduce a una forte disuguaglianza fra le parti, ciò che è un chiaro segno di illegittimità.
Il FMI in quanto agenzia specializzata delle Nazioni unite, allo stesso titolo dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio) o della FAO (Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione) “dovrebbe agire in stretta collaborazione con le agenzie dell’ONU e di altre istituzioni specializzate per raggiungere gli obbiettivi della Carta dell’ONU e della Dichiarazione universale dei diritti umani12. Tuttavia col tempo il FMI si è allontanato dai suoi obbiettivi iniziali e difende ora in modo evidente i mercati finanziari. E per questo motivo che dovremmo aspettarci che le Nazioni unite, via la UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), condannino la condotta del FMI.
Ma il punto più cruciale è il modo in cui viene condotto il processo di spoliazione dello Stato. I buoni dello Stato vengono utilizzati per capitalizzare il settore privato indebolendo le economie nazionali. La deregolamentazione del settore finanziario consente la vendita ovunque di questi titoli sui mercati secondari.
Occorre ricordare che più il prezzo è basso, più il rendimento è elevato, ciò che interessa massimamente gli speculatori. In Grecia ad es. è stato calcolato che i titoli venivano venduti sul mercato secondario al 60% del loro valore nominale. Con un tasso di interesse del 7%, la remunerazione effettiva sarà dell’11,67% come spiega la tabella qui sotto.
Quando un detentore di titoli li vende con un cosiddetto “ribasso” colui che acquista guadagna una enormità di denaro. Più il prezzo di mercato è basso più il guadagno aumenta, cosa che è una vera manna per gli speculatori. Se qualcuno “subisce” un ribasso vendendo al di sotto del valore nominale colui che compra farà un utile supplementare grazie al rendimento più elevato di questi titoli, cosa che può legittimamente essere considerata come una “manipolazione del mercato e un abuso nei confronti della Grecia.
Questa situazione rende urgente la messa in atto di un audit integrale, che non deve vertere unicamente sui montanti delle emissione di titoli e sui loro rimborsi ma anche su tutte le circostanze che hanno portato la Grecia a ritrovarsi in questa situazione di sovraindebitamento, e rispondere a delle domande quali:
1. Qual è il montante del debito sovrano emesso per il salvataggio delle banche?
2. Quale la responsabilità della BCE e della CE (Commissione europea) nell’evoluzione del processo di indebitamento della Grecia?
3. Quale responsabilità delle agenzie di rating nella degradazione del valore dei titoli greci che ha causato l’innalzamento dei tassi di interesse?
4. Quale responsabilità del FMI e dell’UE nell’imposizione di misure sfavorevoli al popolo e vantaggiose per le banche?
5. Quale responsabilità delle banche per:
a. aver incitato il paese a indebitarsi sempre più
b. avere speculato sui titoli del debito greco per far salire continuamente i tassi e così forzare l’intervento del FMI
c. aver giocato con i prodotti derivati quali i Credit Default Swaps (CDS) e altri titoli tossici.
6. Quale è l’origine del debito pubblico greco? La Grecia ha ricevuto le somme contrattate? A cosa sono serviti questi soldi? Per quali obbiettivi? Chi ha tratto guadagni da questi prestiti?
7. Quali debiti privati sono stati commutati in debiti pubblici? Quale è l’impatto di questi debiti privati sul budget dello Stato?
Quando avremo fatto luce su tutte queste informazioni, noi potremo dire quale parte del debito è illegale, sostenuti in ciò da numerosi argomenti giuridici come:
■ la corresponsabilità dei creditori e delle istituzioni finanziarie internazionali
■ l’asimmetria fra le parti
■ la violazione dei principi generali come il carattere ragionevole e il mantenimento in essere di una certa situazione data (Rebus sic stantibus)
■ il diritto allo sviluppo
■ il diritto alla sovranità
■ le violazioni dei diritti umani.
Ricerche giuridiche supplementari sono necessarie per mettere in chiaro, nella struttura giuridica del paese, il divieto di procedure come “manipolazione dei mercati” e ”abuso” poiché è evidente che i tassi imposti a certi paesi come la Grecia sono abusivi.
Ogni sistema giuridico include la nozione di abuso dei diritti. In generale, le caratteristiche principali che definiscono un atto abusivo sono legati ai casi in cui degli atti provocano dei danni, quando un pregiudizio eccessivo viene causato a una delle parti, quando c’è prova dell’intenzione di causare un torto o di ottenere benefici eccessivi, quando l’atto mortifica i diritti sociali ed economici, quando fra l’altro contravviene a ciò che è ragionevole in materia di interessi sociali.
Nel corso dell’audit sul debito dell’Ecuador, oltre ad appoggiarsi sulla legislazione del paese, la Commissione per l’audit (CAIC) è anche ricorsa ai principi del diritto internazionale pubblico, ai patti internazionali come il Patto internazionale sui diritti civili e politici come a quello sui diritti economici, sociali e culturali. Noi abbiamo così scoperto che la maggior parte delle negoziazioni sul debito estero ecuadoriano avevano violati questi trattati.
La CAIC ha anche utilizzato certi Principi generali del diritto (PGD) che possono essere utili inel caso della Grecia come:
■ l’arricchimento senza causa
■ il principio “contractus qui habent tractum successivium et dependientium de futuro rebus sic stantibus” che determina come un’obbligazione può essere oggetto di una revisione e divenire non esigibile nel caso di un mutamento sostanziale delle circostanze (per esempio per ciò che concerne i tassi di interesse)
■ l’usura che è nota come la pratica illegale di prelevare tassi di interesse eccessivi e spesso illegali
■ l’anatocismo ovvero la capitalizzazione degli interessi
■ il vizio di fondo
■ la buona fede (come nella Convenzione delle Nazioni Unite)
■ l’equità (le leggi non trattano altre forme di abuso quali l’abuso finanziario)
■ la solidarietà e la cooperazione (che sono parte della Convenzione delle Nazioni unite)
■ le politiche pubbliche.
D’altra parte la CAIC ha approfondito gli studi sulla dottrina del debito odioso e sul concetto di debito illegittimo, che potrebbero ugualmente essere applicati a altri paesi perché vi sono molte ricerche da fare, come ha riassunto Eric Toussaint13:”il debito pubblico greco ha conquistato le prime pagine nel momento in cui i dirigenti di questo paese hanno accettato la cura di austerità richiesta dall’FMI e dall’Unione Europea, cosa che ha provocato importante lotte sociali nel corso dell’intero 2010. Ma da dove viene questo debito greco? Da parte del debito imputabile al settore privato, l’aumento è recente: un primo forte aumento seguì l’ingresso della Grecia nella zona euro nel 2001, una seconda esplosione del debito si produsse a partire dal 2007 quando l’aiuto finanziario erogato alle banche dalla Federal reserve degli Stati uniti, dai governi europei e dalla Banca centrale europea (BCE) venne in parte riciclato dai banchieri verso la Grecia e verso altri paesi come la Spagna e il Portogallo. Dal lato dell’indebitamento pubblico, l’aumento è più antico.
Dopo il debito ereditato dalla dittatura dei colonnelli, il ricorso al prestito è servito dopo gli anni ’90 a colmare il buco creato nelle finanze pubbliche dalla riduzione dell’imposta sulle società e sui redditi più elevati. D’altra parte, da decenni, numerosi prestiti hanno permesso di finanziare l’acquisto di materiali militari principalmente dalla Francia, dalla Germania e dagli Stati uniti. Occorre anche non dimenticare il debito stupefacente dei poteri pubblici per l’organizzazione dei Giochi olimpici nel 2004. L’ingranaggio dell’indebitamento pubblico è stato lubrificato da “bicchieri di vino” di grande compagnie transnazionali con lo scopo di aggiudicarsi dei contratti: Siemens è un esempio emblematico (aggiungerei Finmeccanica, ndt). Ecco perché la legittimità e la legalità dei debiti devono essere sottoposti a un esame rigoroso, a immagine del lavoro compiuto dalla commissione per l’audit integrale dei debiti pubblici dell’Ecuador nel 2007-2008. I debiti che saranno dichiarati illegittimi, odiosi o illegali, dovranno essere dichiarati nulli e la Grecia potrà rifiutare di rimborsarli portando di fronte alla giustizia coloro che li hanno contrattati. Dei segnali incoraggianti che vengono dalla Grecia indicano che la rimessa in discussione del debito è divenuto un tema centrale e che la domanda della creazione di una commissione per l’audit progredisce in modo interessante.”
Allorché si inizia lo studio del debito pubblico di qualsivoglia paese, il primo passo da fare è conoscere l’origine di questo debito. Nel corso del lavoro della CAIC in Ecuador e dell’inchiesta parlamentare del Brasile (CPI14), solo quando ci siamo veramente immersi nella documentazione e nei dati, noi abbiamo potuto, ad esempio, dimostrare la pratica dell’anatocismo, trovando le prove della trasformazione degli interessi in capitale. E’ ciò che è avvenuto col Piano Brady adottato da numerosi paesi in America latina. Questo piano ha convertito un debito antico in nuovi buoni di Stato. Il debito precedente era composto da una parte di capitale e da una parte molto più importante di interessi che si erano accumulati dato che i nostri Stati non erano in grado di pagarli. Alcuni dei nuovi titoli emessi nel quadro del Piano Brady, chiamati “buoni-interesse” (interest-bonds), hanno esplicitamente trasformato gli interessi accumulati in capitale.
Il Piano Brady è stato messo in opera agli inizi degli anni ’90 e la maggioranza dei media e anche certi cattedratici hanno pensato che si trattasse di un passo avanti poiché era stato sostanzialmente presentato come un piano che riapriva ai nostri paesi, in situazione di insolvenza, l’accesso ai mercati finanziari. Contemporaneamente ci veniva detto che questa conversione offriva ai nostri paesi una rimessa del debito. Uno dei titoli emessi nel quadro del Piano Brady era infatti definito “buono di rimessa” (discount bonds). E’ stato solo allorché noi abbiamo fatto l’audit in Ecuador e le ricerche al Parlamento brasiliano e quindi abbiamo avuto accesso ai contratti, che noi abbiamo potuto constatare che la realtà era completamente diversa dalla propaganda.
I documenti hanno provato che esisteva un vero “sistema debito” dietro il rifinanziamento continuo di vecchi debiti: un meccanismo di creazione di nuovo debito per pagare i vecchi debiti in modo che il nuovo debito sia sempre largamente superiore alo vecchio, e questo oltre a enormi pagamenti in capitali, interessi, commissioni, spese, tasse e ogni altro genere di spese supplementari. L’audit ha semplicemente dimostrato che le negoziazioni hanno avuto luogo fuori dal paese e che in molti casi -come quello del Piano Brady- il denaro registrato come debito nei contratti e per l’emissione di titoli, non è mai entrato nei nostri paesi, poiché lo scambio dell’antico debito con i nuovi titoli veniva effettuato dagli stessi creditori nella borsa del Lussemburgo –senza che la transazione fosse registrata alla SEC, Securities and Exchange Commission statunitense, mentre la legislazione e la giurisdizione statunitense erano quelle che venivano applicate. I tassi di interesse, le spese e le clausole dei contratti erano totalmente illegali e abusivi. Per riassumere l’audit ha tolto il velo sulla completa disinformazione quanto al vero significato del Piano Brady per i nostri paesi. E ciò è stato possibile avendo messo le mani sui documenti delle negoziazioni: contratti, verbali di riunioni, documenti, procedure e tutto ciò che è stato consegnato al momento di ogni operazione, oltre alle statistiche e ai dati disponibili.
Ecco solo un esempio del modo in cui abbiamo dimostrato l’anatocismo e l’illegalità del processo. La principale conclusione di un audit relativo a 30 anni in Ecuador e di una inchiesta parlamentare su un periodo di 39 anni in Brasile è che il “sistema debito” ha portato benefici alle maggiori banche internazionali e non è servito come meccanismo per finanziare i nostri paesi, come la teoria economica definisce il debito pubblico. Lo strumento del debito pubblico è stato usurpato dai mercati. Il nostro impegno è di rivelare la verità tramite l’accesso ai documenti e alle prove che possono permettere di rivelare le numerose menzogne raccontate sul debito pubblico dei nostri paesi. Noi non possiamo continuare oltre a pagare dei debiti illegali col nostro lavoro e le nostre vite. Prendiamo il coraggio a dare vita ovunque e con urgenza degli audit del debito per mettere a nudo questo “sistema debito”.
4. Conclusione
La crisi finanziaria attuale ha rivelato lo sviamento dello strumento del debito pubblico in un meccanismo di trasferimento di risorse pubbliche per risolvere un problema del sistema finanziario privato, caduto in operazioni dubbie di prodotti derivati non garantiti. Il costo sociale di questa crisi è enorme, particolarmente in Grecia. L’esperienza dell’audit del debito dell’Ecuador ha dimostrato il valore di questo strumento per scoprire la verità sui processi di indebitamento ed ha dimostrato la sua utilità per raggiungere risultati concreti. L’iniziativa di un audit cittadino in Brasile ha pure dimostrato l’importanza di questo lavoro per un approccio storico del processo del debito, una migliore comprensione degli sviluppi recenti legati alla crisi del debito, il mantenimento della questione nell’agenda dei dibattiti nazionali e internazionali. La realizzazione di audit integrali nei paesi colpiti da una crisi che inizialmente era quella dei mercati finanziari, è essenziale per l’assunzione di decisioni che conducono alla giustiziale sociale e alla dignità della società nel suo insieme.
Questo è il testo di riferimento della relazione presentata dall’autrice al Seminario sull’audit del debito organizzato a Liegi il 12 e 13 dicembre scorso dal CADTM, il Comitato per l’annullamento del debito del terzo mondo (www.cadtm.org). Il testo è stato tradotto da Aldo Zanchetta per la Campagna del congelamento del debito ed è disponibile anche sul sito della campagna: http://cnms.it/campagna_congelamento_debito. I riquadri e alcune note sono opera del traduttore come pure le sottolineature.
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La recente crisi del debito negli Stati Uniti e le nuove informazioni sugli attuali problemi economici dei paesi europei rivelano il modo in cui il debito pubblico è stato utilizzato a beneficio del settore bancario e finanziario.
E’ necessario innanzi tutto sottolineare che il debito pubblico non è in sé un fatto negativo. Infatti dovrebbe trattarsi di un importante strumento di finanziamento delle politiche pubbliche, una delle ragioni per le quali gli Stati sono autorizzati a contrarre dei debiti, evidentemente sotto certi limiti e condizioni. I prestiti devono consentire di ottenere dei fondi che, sommati alle altre entrate fiscali, consentono al governo di svolgere il proprio ruolo soddisfacendo i bisogni di base della popolazione.
Tuttavia molti studi, audit e inchieste hanno già rivelato che invece di contribuire al progresso delle politiche pubbliche, certe somme significative registrate come debito pubblico non corrispondono a denaro ottenuto mediante prestiti. Inoltre una gran parte del debito sovrano viene utilizzato per pagare interessi e ammortamenti di debiti precedenti la cui contropartita non è nota.
AUDIT: Attività atta a determinare tramite indagine l’adeguatezza ed aderenza di un processo o organizzazione a stabilite procedure, istruzioni operative, specifiche, standard ed altri requisiti funzionali e a verificarne l’applicazione.
Definizione redatta da Monica Dongili su Tesionline
Si può identificare facilmente il problema principale: lo strumento del debito pubblico si trasforma in un mezzo di distrazione di risorse pubbliche. La mancanza di trasparenza in questi processi e la grande quantità di privilegi –sia a livello giuridico che finanziario, con numerose ramificazioni- consente di affermare che questo modello funziona come un “sistema debito” a beneficio di un settore ristretto dei mercati finanziari.
Il “sistema debito” è un affare molto redditizio. Il sistema finanziario privato è un complesso di attori depositari di una serie di privilegi giuridici, politici, finanziari e economici. Questi attori sono grandi imprese con alla loro testa grandi banche e potenti agenzie di rating.
Negli Stati uniti questo sistema si è recentemente mobilitato per salvare le banche dall’imminente rischio di fallimento. La dimensione di questo piano di salvataggio è stata rivelata il 21 luglio scorso dal senatore Bernie Sander1 che ha presentato i risultati di un audit realizzato dal Government Accountability Office2 (commissione di inchiesta del Congresso incaricata dell’esame della contabilità pubblica). Questo rapporto dimostra che la Federal Riserve (FED) fra il dicembre 2007 e il giugno 2010 ha speso circa 16.000 miliardi di dollari per i piani di salvataggio, ammontare trasferito direttamente (e segretamente ndt) alle banche e alle grandi imprese applicando un tasso di interesse vicino allo zero.
Le rivelazioni di questo rapporto di audit governativo forniscono sicuramente uno degli esempi più rimarchevoli dei privilegi del settore finanziario la cui crisi ha costituito il primo passo dell’attuale crisi del debito sovrano non solo negli Stati uniti ma anche in Europa. Queste somme erogate dalla FED superano il totale del debito pubblico statunitense (stimato attualmente in 14.500 miliardi di dollari) e del prodotto nazionale lordo (14.300 miliardi di dollari nel 2010).
L’audit di questa operazione deve proseguire perchè mostra chiaramente come immensi debiti privati vengono trasformati in debiti pubblici. I principali beneficiari di queste erogazioni della FED sono, secondo il rapporto:
Citigroup : 2 500 milliardi di dollari (2 500 000 000 000)
Morgan Stanley : 2 040 “ “ (2 040 000 000 000)
Merrill Lynch : 1 949 “ “ (1 949 000 000 000)
Bank of America : 1 344 “ “ (1 344 000 000 000)
Barclays PLC (GB) : 868 “ “ (868 000 000 000)
Bear Sterns : 853 “ “ (853 000 000 000)
Goldman Sachs : 814 “ “ (814 000 000 000)
Royal Bank of Scotland (GB) : 541 “ “ (541 000 000 000)
JP Morgan Chase : 391 “ “ (391 000 000 000)
Deutsche Bank (Germania) : 354 „ „ (354 000 000 000)
UBS (Suisse) : 287 „ „ (287 000 000 000)
Crédit Suisse (CH) : 262 “ “ (262 000 000 000)
Lehman Brothers : 183 “ “ (183 000 000 000)
Bank of Scotland (GB) : 181 “ “ (181 000 000 000)
BNP Paribas (France) : 175 “ “ (175 000 000 000)
Queste somme mostrano i privilegi del settore finanziario il quale, oltre a questi enormi prestiti della FED, ha ricevuto altre somme significative dal Tesoro sia direttamente che tramite altri piani di salvataggio i quali hanno utilizzato una parte consistente delle entrate fiscali. Questo mentre i contribuenti subivano una crescente disoccupazione, una riduzione dei programmi sanitari e tagli in altri settori della sicurezza sociale che, tutti assieme, rimodellano la struttura sociale e conducono all’aggravio delle condizioni sociali con disuguaglianze ben più gravi di quelle nel corso degli ultimi decenni. Questo può spiegare perché manifestazioni del tipo di “Occupy Wall Street” guadagnano terreno.
Lo stesso fenomeno ha luogo in Europa dove numerosi paesi sono coinvolti in serie crisi del debito e in manifestazioni alle quali partecipano milioni di cittadini. Occorre ricordare che nel 2008 non si parlava di crisi del credito ma piuttosto di una crisi che colpiva le grandi banche. A quel momento le autorità decisero il loro salvataggio pur conoscendo bene i seri rischi rappresentati da questa decisione per il budget e il sovraindebitamento di tutti i paesi, come ben testimonia il ritaglio di stampa datata 2009 riportato sotto:
Il salvataggio bancario europeo potrebbe precipitare l’Unione Europea nella crisi
Secondo un documento confidenziale di Bruxelles, un riacquisto dei titoli tossici posseduti dalle banche europee potrebbe precipitare l’Unione europea nella crisi.
Corrispondenza di Bruno Waterfield da Bruxelles , 11 febbraio 2009.
“Le stime della cifra totale dei titoli tossici da cancellare dai libri contabili delle banche suggeriscono che i costi budgetari –reali e eventuali- del riacquisto dei titoli tossici dovrebbero essere molto importanti sia in termini assoluti che relativi al PIL degli Stati membri, come mette in guardia il documento consultato dal Daily Telegraph. E’ importante che il sostegno governativo per il riacquisto di questi titoli tossici si realizzi su una scala che non crei inquietudini per il sovraindebitamento o sui problemi di finanziamento. Il documento segreto di 17 pagine è stato discusso martedì scorso dai ministri delle finanze fra i quali il ministro delle finanze britannico Alistair Darling.”
Benchè cosciente del rischio di fallimento economico, rischio evocato in alcuni documenti segreti e palpabile nell’atmosfera di paura e nei summit d’urgenza, l’Unione europea ha fatto pressione sui vari paesi affinché organizzassero una serie di operazioni di salvataggio delle istituzioni finanziarie. Dal momento che i paesi non disponevano dei fondi per condurre a buon fine queste operazioni, essi hanno proceduto a delle emissioni massicce di titoli.
E’ necessario sapere che le giustificazioni per questa decisione sono contenute nel “documento segreto di 17 pagine” che dovrà essere reso pubblico da un audit completo del processo.
L’origine della crisi finanziaria è legata all’assenza di regolazione del settore. Certi controlli della SEC3, che era stata creata dopo la crisi del 1929 per controllare la “qualità e autenticità” dei titoli scambiati sui mercati finanziari, sono stati soppressi o semplicemente ignorati e aggirati dalle principali istituzioni finanziarie.
L’assenza di regolamentazione ha aperto la strada alla creazione di un ammontare incalcolabile di prodotti come i prodotti derivati4 e di altri tipi di prodotti finanziari che possono essere considerati delle semplici scommesse senza alcun valore reale. I famosi “titoli tossici” hanno inondato i mercati di spazzatura.
L’ammontare di questi titoli tossici era così considerevole che certe istituzioni finanziarie, specialmente concepite per ricevere questi titoli –le banche di liberazione (bad banks5)- sono state create per alleviare le banche di una parte di questi “titoli spazzatura”, come ha segnalato il Financial Times.
La Germania prevede la messa in opera di “banche pattumiera” individuali.
Un nuovo piano governativo prevede che i crediti tossici delle banche tedesche colpite dalla crisi saranno trasferiti nelle banche spazzatura”, secondo informazioni ricevute dal Financial Times. Invece della messa in atto di una sola “banca pattumiera” nazionale il governo tedesco si augura che le banche istituiscano la loro “pattumiera” per i loro titoli non liquidi6.
E’ importante sapere che le istituzioni che hanno emesso questi titoli sono le più importanti del settore finanziario perché sono quelle che hanno la “credibilità” per vendere e negoziare i loro titoli sui mercati finanziari. Di queste istituzioni che rischiavano di fallire, assai poche sono state dichiarate in stato di fallimento, ad es Lehman Brothers. Misure sono state prese molto rapidamente per rifinanziarle evitandone il fallimento.
Gli stati invece hanno avuto un destino diverso. Come era prevedibile, il piano di salvataggio delle banche ha portato la zona euro in una crisi acuta e in una depressione di un’ampiezza mai vista dalla fine della seconda guerra mondiale.
A dispetto di tutte le informazioni che circolano sui media circa la crisi europea, queste insistono sul problema del debito pubblico e niente o quasi sulle sue cause le quali risiedono nella crisi bancaria e non nelle spese pubbliche eccessive come si ascolta spesso.
E’ necessario, per una analisi più approfondita, comprendere i meccanismi impiegati dal sistema finanziario, la “creatività” dei mercati finanziari e i prodotti derivati e altri titoli non garantiti che permettono agli investitori di “trarre profitto dai cambiamenti nei prezzi degli stoks, degli indici, delle merci e di altri attivi sottostanti7”.
I prodotti derivati si sono sparsi sui mercati finanziari e sono stati trasferiti ai fondi di gestione, ai fondi pensione, ai fondi sovrani e a tutte le specie di investimenti attraverso il mondo. Poiché il mercato non ha reagito come previsto, si è cominciato a utilizzare le polizze di assicurazione, cosa che ha prodotto sulle banche seri problemi finanziari. Occorre sapere che in quel momento “l’effetto leva delle società di contrattazione standard in valori mobiliari era di 27 a 1, vale a dire che esse avevano prestato somme pari a 27 volte il proprio capitale8”.
Diverse soluzioni sono state immaginate per rimediare a questa situazione, come le bad banks, prima citate. In Irlanda l’Agenzia nazionale di gestione del credito (National Asset Management Agency, NAMA), creata nel 2009 nel tentativo di salvare il sistema finanziario, ha proceduto alla nazionalizzazione dei debiti privati (essenzialmente delle banche, ndt) con l’emissione di titoli pubblici (sui quali le stesse banche hanno sviluppato ogni sorta di attività speculative). Si è trattato di una socializzazione delle perdite delle banche che ha un impatto brutale sulla vita dei contribuenti9
Indifferenti circa le conseguenze per le economie e per i costi sociali immensi delle misure adottate dai governi per salvare il sistema finanziario, le stesse istituzioni finanziarie non accettano alcuna restrizione legale destinata a regolare le transazioni finanziarie. A differenza di altri titoli che sono sottoposti a numerose limitazioni legali, sui prodotti derivati non esistono né controlli né costi di transazione. Le banche e altre grandi imprese sono tuttora autorizzate a emettere massicciamente nuovi titoli e a specularci sopra.
2. Lo sviamento del debito pubblico
Al fine di aiutare le banche a sostituire una parte della bolla dei “titoli tossici”, i paesi hanno proceduto sia alla emissione di nuova moneta (ad es. nel caso degli Stati uniti come è stato rivelato dall’audit realizzato dalla GAO che ha mostrato la consegna da parte della FED di 16.000 miliardi di dollari alle banche), sia creato debito pubblico con l’emissione di buoni dello Stato, oltre ad altri strumenti.
Una parte significativa dei “titoli sovrani” di questi paesi non rappresenta dunque un “debito pubblico” reale o una emissione di titoli destinati a creare risorse per il paese ma semplicemente l’utilizzo deviato del meccanismo del debito per garantire fondi alle istituzioni finanziarie.
Inoltre la deregolamentazione del mercato finanziario permette l’utilizzo di titoli del debito sovrano come se fossero le fiches di un casinò. Uno dei principali privilegi dei mercati finanziari è la loro libertà di spostarsi ovunque e in particolare nei paradisi fiscali, usufruendo del segreto bancario e della negoziazione di titoli sovrani su qualunque mercato secondario, nella grande maggioranza dei casi senza che il paese emittente i titoli ne sia a conoscenza. Ciò non è una novità: l’America latina ha conosciuto grosse difficoltà a partire dagli anni ’70 quando le banche internazionali hanno iniziato a vendere i contratti dei prestiti sul mercato secondario.
Per quanto tempo ancora si scaricheranno sulla società operazioni così irresponsabili e immorali che sviano il denaro di servizi sociali fondamentali come la salute, l’educazione, la sicurezza sociale, etc causando la perdita di migliaia di posti di lavoro mentre assicura benefici record al settore finanziario?
Inoltre il risultato di queste operazioni può essere considerato come ”debito pubblico”? I manuali di economia spiegano che il debito pubblico è uno strumento che può essere utilizzato per finanziare i bisogni dello Stato e integrare le entrate fiscali affinché lo Stato possa esercitare le proprie competenze a beneficio della società. I titoli emessi senza alcun criterio per il salvataggio delle banche dovrebbero essere considerati come prestiti che devono essere rimborsati dalle banche e non dalla società nel suo insieme.
Le istituzioni finanziarie salvate dopo il 2008 hanno acquistato dei titoli del Tesoro con il denaro prestato dai governi –con tassi di interesse bassi- e hanno diretto queste liquidità verso titoli speculativi (attraverso degli hedge funds, che sono forme di investimento deregolamentate). Esse tentano così di guadagnare sempre più denaro “investendo” nel debito pubblico con l’emissione sempre più numerosa di prodotti derivati, dando luogo ai problemi sopra ricordati.
Malgrado ciò i governi continuano ad aiutare le istituzioni finanziarie e a mettere in cantiere le riforme sociali imposte dalle politiche neoliberiste. Ne deriva che i paesi sacrificano la democrazia di fronte ai profitti delle banche. Questo è il risultato di un sistema politico nel quale il processo di decisione non si basa sulla delibera pubblica ma su negoziazioni fra “tecnocrati” che affermano di non fare politica.
3. La necessità di un audit – metodi, trasparenza, controllo cittadino e ruolo delle istituzioni internazionali
Lo strumento del “debito pubblico” viene oggi utilizzato in Europa come lo è stato in America latina a partire dagli anni ‘70. Le esperienze di audit del debito – l'audit ufficiale in Ecuador e l’iniziativa di un audit cittadino in Brasile- hanno mostrato come nel corso degli ultimi 40 anni i soli beneficiari del debito estero commerciale sono state le grandi banche internazionali. Invece di essere uno strumento per finanziare attività di Stato, questo tipo di debito sotto forma di titoli è un meccanismo di trasferimento di risorse pubbliche al settore finanziario privato.
Gli audit del debito hanno mostrato anche che le crisi finanziarie che abbiamo conosciuto a partire dal 1992 in America latina sono state causate dagli stessi creditori privati internazionali che hanno unilateralmente aumentato i tassi di interesse dal 5% al 25% all’anno. Ciò ha dato al FMI di intervenire nelle nostre economie con piani di aggiustamento strutturale –come sta avvenendo ora in Europa- che ci sono valsi almeno due decenni di pesanti sacrifici sociali (ciò che li ha fatti definire i “decenni perduti”) per garantire utili al settore finanziario.
E’ molto importante che i paesi europei che non sono sotto il giogo delle dittature come in America latina negli anni ‘70 e ‘80, organizzino degli audit ufficiali come l’Ecuador ha fatto nel 200710. E’ anche essenziale che la società civile lanci degli audit cittadini, come la nostra organizzazione ha fatto in Brasile11, per trovare i documenti, promuovere inchieste popolari, studi, incoraggiare la mobilitazione sociale col fine di fare luce su questo processo di indebitamento il più presto possibile.
Un audit del debito rappresenta una opportunità per ottenere la documentazione relativa all’indebitamento e per mostrare la vera natura di ciò che viene chiamato “pubblico”. I risultati dell’audit possono spingere delle azioni concrete in tutti i campi: popolare, parlamentare, giuridico e la messa in opera di politiche differenti.
Occorre togliere il velo sullo sviamento dello strumento del debito pubblico. Ad es. in Grecia la manipolazione del rischio paese da parte delle agenzie di rating –che abbassano il giudizio sul paese subito prima della scadenza di certe obbligazioni- obbliga i governi a firmare degli accordi con il FMI e con l’Unione Europea. Questo permette di comprendere il funzionamento di questi meccanismi. Una volta che il quadro è in opera, le istituzioni internazionali e le grandi imprese possono radicarsi nel paese e imporre i propri interessi –compreso lo smantellamento dei diritti sociali, la protezione delle istituzioni finanziarie e la vendita di beni dello Stato, in particolare con la privatizzazione di imprese pubbliche redditizie.
Il meccanismo di pressione della “Troika” (i mercati, il FMI e la Banca centrale europea verso i paesi –che devono negoziare da soli- conduce a una forte disuguaglianza fra le parti, ciò che è un chiaro segno di illegittimità.
Il FMI in quanto agenzia specializzata delle Nazioni unite, allo stesso titolo dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio) o della FAO (Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione) “dovrebbe agire in stretta collaborazione con le agenzie dell’ONU e di altre istituzioni specializzate per raggiungere gli obbiettivi della Carta dell’ONU e della Dichiarazione universale dei diritti umani12. Tuttavia col tempo il FMI si è allontanato dai suoi obbiettivi iniziali e difende ora in modo evidente i mercati finanziari. E per questo motivo che dovremmo aspettarci che le Nazioni unite, via la UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), condannino la condotta del FMI.
Ma il punto più cruciale è il modo in cui viene condotto il processo di spoliazione dello Stato. I buoni dello Stato vengono utilizzati per capitalizzare il settore privato indebolendo le economie nazionali. La deregolamentazione del settore finanziario consente la vendita ovunque di questi titoli sui mercati secondari.
Occorre ricordare che più il prezzo è basso, più il rendimento è elevato, ciò che interessa massimamente gli speculatori. In Grecia ad es. è stato calcolato che i titoli venivano venduti sul mercato secondario al 60% del loro valore nominale. Con un tasso di interesse del 7%, la remunerazione effettiva sarà dell’11,67% come spiega la tabella qui sotto.
Quando un detentore di titoli li vende con un cosiddetto “ribasso” colui che acquista guadagna una enormità di denaro. Più il prezzo di mercato è basso più il guadagno aumenta, cosa che è una vera manna per gli speculatori. Se qualcuno “subisce” un ribasso vendendo al di sotto del valore nominale colui che compra farà un utile supplementare grazie al rendimento più elevato di questi titoli, cosa che può legittimamente essere considerata come una “manipolazione del mercato e un abuso nei confronti della Grecia.
Questa situazione rende urgente la messa in atto di un audit integrale, che non deve vertere unicamente sui montanti delle emissione di titoli e sui loro rimborsi ma anche su tutte le circostanze che hanno portato la Grecia a ritrovarsi in questa situazione di sovraindebitamento, e rispondere a delle domande quali:
1. Qual è il montante del debito sovrano emesso per il salvataggio delle banche?
2. Quale la responsabilità della BCE e della CE (Commissione europea) nell’evoluzione del processo di indebitamento della Grecia?
3. Quale responsabilità delle agenzie di rating nella degradazione del valore dei titoli greci che ha causato l’innalzamento dei tassi di interesse?
4. Quale responsabilità del FMI e dell’UE nell’imposizione di misure sfavorevoli al popolo e vantaggiose per le banche?
5. Quale responsabilità delle banche per:
a. aver incitato il paese a indebitarsi sempre più
b. avere speculato sui titoli del debito greco per far salire continuamente i tassi e così forzare l’intervento del FMI
c. aver giocato con i prodotti derivati quali i Credit Default Swaps (CDS) e altri titoli tossici.
6. Quale è l’origine del debito pubblico greco? La Grecia ha ricevuto le somme contrattate? A cosa sono serviti questi soldi? Per quali obbiettivi? Chi ha tratto guadagni da questi prestiti?
7. Quali debiti privati sono stati commutati in debiti pubblici? Quale è l’impatto di questi debiti privati sul budget dello Stato?
Quando avremo fatto luce su tutte queste informazioni, noi potremo dire quale parte del debito è illegale, sostenuti in ciò da numerosi argomenti giuridici come:
■ la corresponsabilità dei creditori e delle istituzioni finanziarie internazionali
■ l’asimmetria fra le parti
■ la violazione dei principi generali come il carattere ragionevole e il mantenimento in essere di una certa situazione data (Rebus sic stantibus)
■ il diritto allo sviluppo
■ il diritto alla sovranità
■ le violazioni dei diritti umani.
Ricerche giuridiche supplementari sono necessarie per mettere in chiaro, nella struttura giuridica del paese, il divieto di procedure come “manipolazione dei mercati” e ”abuso” poiché è evidente che i tassi imposti a certi paesi come la Grecia sono abusivi.
Ogni sistema giuridico include la nozione di abuso dei diritti. In generale, le caratteristiche principali che definiscono un atto abusivo sono legati ai casi in cui degli atti provocano dei danni, quando un pregiudizio eccessivo viene causato a una delle parti, quando c’è prova dell’intenzione di causare un torto o di ottenere benefici eccessivi, quando l’atto mortifica i diritti sociali ed economici, quando fra l’altro contravviene a ciò che è ragionevole in materia di interessi sociali.
Nel corso dell’audit sul debito dell’Ecuador, oltre ad appoggiarsi sulla legislazione del paese, la Commissione per l’audit (CAIC) è anche ricorsa ai principi del diritto internazionale pubblico, ai patti internazionali come il Patto internazionale sui diritti civili e politici come a quello sui diritti economici, sociali e culturali. Noi abbiamo così scoperto che la maggior parte delle negoziazioni sul debito estero ecuadoriano avevano violati questi trattati.
La CAIC ha anche utilizzato certi Principi generali del diritto (PGD) che possono essere utili inel caso della Grecia come:
■ l’arricchimento senza causa
■ il principio “contractus qui habent tractum successivium et dependientium de futuro rebus sic stantibus” che determina come un’obbligazione può essere oggetto di una revisione e divenire non esigibile nel caso di un mutamento sostanziale delle circostanze (per esempio per ciò che concerne i tassi di interesse)
■ l’usura che è nota come la pratica illegale di prelevare tassi di interesse eccessivi e spesso illegali
■ l’anatocismo ovvero la capitalizzazione degli interessi
■ il vizio di fondo
■ la buona fede (come nella Convenzione delle Nazioni Unite)
■ l’equità (le leggi non trattano altre forme di abuso quali l’abuso finanziario)
■ la solidarietà e la cooperazione (che sono parte della Convenzione delle Nazioni unite)
■ le politiche pubbliche.
D’altra parte la CAIC ha approfondito gli studi sulla dottrina del debito odioso e sul concetto di debito illegittimo, che potrebbero ugualmente essere applicati a altri paesi perché vi sono molte ricerche da fare, come ha riassunto Eric Toussaint13:”il debito pubblico greco ha conquistato le prime pagine nel momento in cui i dirigenti di questo paese hanno accettato la cura di austerità richiesta dall’FMI e dall’Unione Europea, cosa che ha provocato importante lotte sociali nel corso dell’intero 2010. Ma da dove viene questo debito greco? Da parte del debito imputabile al settore privato, l’aumento è recente: un primo forte aumento seguì l’ingresso della Grecia nella zona euro nel 2001, una seconda esplosione del debito si produsse a partire dal 2007 quando l’aiuto finanziario erogato alle banche dalla Federal reserve degli Stati uniti, dai governi europei e dalla Banca centrale europea (BCE) venne in parte riciclato dai banchieri verso la Grecia e verso altri paesi come la Spagna e il Portogallo. Dal lato dell’indebitamento pubblico, l’aumento è più antico.
Dopo il debito ereditato dalla dittatura dei colonnelli, il ricorso al prestito è servito dopo gli anni ’90 a colmare il buco creato nelle finanze pubbliche dalla riduzione dell’imposta sulle società e sui redditi più elevati. D’altra parte, da decenni, numerosi prestiti hanno permesso di finanziare l’acquisto di materiali militari principalmente dalla Francia, dalla Germania e dagli Stati uniti. Occorre anche non dimenticare il debito stupefacente dei poteri pubblici per l’organizzazione dei Giochi olimpici nel 2004. L’ingranaggio dell’indebitamento pubblico è stato lubrificato da “bicchieri di vino” di grande compagnie transnazionali con lo scopo di aggiudicarsi dei contratti: Siemens è un esempio emblematico (aggiungerei Finmeccanica, ndt). Ecco perché la legittimità e la legalità dei debiti devono essere sottoposti a un esame rigoroso, a immagine del lavoro compiuto dalla commissione per l’audit integrale dei debiti pubblici dell’Ecuador nel 2007-2008. I debiti che saranno dichiarati illegittimi, odiosi o illegali, dovranno essere dichiarati nulli e la Grecia potrà rifiutare di rimborsarli portando di fronte alla giustizia coloro che li hanno contrattati. Dei segnali incoraggianti che vengono dalla Grecia indicano che la rimessa in discussione del debito è divenuto un tema centrale e che la domanda della creazione di una commissione per l’audit progredisce in modo interessante.”
Allorché si inizia lo studio del debito pubblico di qualsivoglia paese, il primo passo da fare è conoscere l’origine di questo debito. Nel corso del lavoro della CAIC in Ecuador e dell’inchiesta parlamentare del Brasile (CPI14), solo quando ci siamo veramente immersi nella documentazione e nei dati, noi abbiamo potuto, ad esempio, dimostrare la pratica dell’anatocismo, trovando le prove della trasformazione degli interessi in capitale. E’ ciò che è avvenuto col Piano Brady adottato da numerosi paesi in America latina. Questo piano ha convertito un debito antico in nuovi buoni di Stato. Il debito precedente era composto da una parte di capitale e da una parte molto più importante di interessi che si erano accumulati dato che i nostri Stati non erano in grado di pagarli. Alcuni dei nuovi titoli emessi nel quadro del Piano Brady, chiamati “buoni-interesse” (interest-bonds), hanno esplicitamente trasformato gli interessi accumulati in capitale.
Il Piano Brady è stato messo in opera agli inizi degli anni ’90 e la maggioranza dei media e anche certi cattedratici hanno pensato che si trattasse di un passo avanti poiché era stato sostanzialmente presentato come un piano che riapriva ai nostri paesi, in situazione di insolvenza, l’accesso ai mercati finanziari. Contemporaneamente ci veniva detto che questa conversione offriva ai nostri paesi una rimessa del debito. Uno dei titoli emessi nel quadro del Piano Brady era infatti definito “buono di rimessa” (discount bonds). E’ stato solo allorché noi abbiamo fatto l’audit in Ecuador e le ricerche al Parlamento brasiliano e quindi abbiamo avuto accesso ai contratti, che noi abbiamo potuto constatare che la realtà era completamente diversa dalla propaganda.
I documenti hanno provato che esisteva un vero “sistema debito” dietro il rifinanziamento continuo di vecchi debiti: un meccanismo di creazione di nuovo debito per pagare i vecchi debiti in modo che il nuovo debito sia sempre largamente superiore alo vecchio, e questo oltre a enormi pagamenti in capitali, interessi, commissioni, spese, tasse e ogni altro genere di spese supplementari. L’audit ha semplicemente dimostrato che le negoziazioni hanno avuto luogo fuori dal paese e che in molti casi -come quello del Piano Brady- il denaro registrato come debito nei contratti e per l’emissione di titoli, non è mai entrato nei nostri paesi, poiché lo scambio dell’antico debito con i nuovi titoli veniva effettuato dagli stessi creditori nella borsa del Lussemburgo –senza che la transazione fosse registrata alla SEC, Securities and Exchange Commission statunitense, mentre la legislazione e la giurisdizione statunitense erano quelle che venivano applicate. I tassi di interesse, le spese e le clausole dei contratti erano totalmente illegali e abusivi. Per riassumere l’audit ha tolto il velo sulla completa disinformazione quanto al vero significato del Piano Brady per i nostri paesi. E ciò è stato possibile avendo messo le mani sui documenti delle negoziazioni: contratti, verbali di riunioni, documenti, procedure e tutto ciò che è stato consegnato al momento di ogni operazione, oltre alle statistiche e ai dati disponibili.
Ecco solo un esempio del modo in cui abbiamo dimostrato l’anatocismo e l’illegalità del processo. La principale conclusione di un audit relativo a 30 anni in Ecuador e di una inchiesta parlamentare su un periodo di 39 anni in Brasile è che il “sistema debito” ha portato benefici alle maggiori banche internazionali e non è servito come meccanismo per finanziare i nostri paesi, come la teoria economica definisce il debito pubblico. Lo strumento del debito pubblico è stato usurpato dai mercati. Il nostro impegno è di rivelare la verità tramite l’accesso ai documenti e alle prove che possono permettere di rivelare le numerose menzogne raccontate sul debito pubblico dei nostri paesi. Noi non possiamo continuare oltre a pagare dei debiti illegali col nostro lavoro e le nostre vite. Prendiamo il coraggio a dare vita ovunque e con urgenza degli audit del debito per mettere a nudo questo “sistema debito”.
4. Conclusione
La crisi finanziaria attuale ha rivelato lo sviamento dello strumento del debito pubblico in un meccanismo di trasferimento di risorse pubbliche per risolvere un problema del sistema finanziario privato, caduto in operazioni dubbie di prodotti derivati non garantiti. Il costo sociale di questa crisi è enorme, particolarmente in Grecia. L’esperienza dell’audit del debito dell’Ecuador ha dimostrato il valore di questo strumento per scoprire la verità sui processi di indebitamento ed ha dimostrato la sua utilità per raggiungere risultati concreti. L’iniziativa di un audit cittadino in Brasile ha pure dimostrato l’importanza di questo lavoro per un approccio storico del processo del debito, una migliore comprensione degli sviluppi recenti legati alla crisi del debito, il mantenimento della questione nell’agenda dei dibattiti nazionali e internazionali. La realizzazione di audit integrali nei paesi colpiti da una crisi che inizialmente era quella dei mercati finanziari, è essenziale per l’assunzione di decisioni che conducono alla giustiziale sociale e alla dignità della società nel suo insieme.
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