di Zag. la Vecchia Talpa. Fonte: listasinistra
Ora senza "ideologie" ma analizzando solo dal puro piano tecnico , le misure e gli effetti che queste avranno , credo, dovrebbe essere chiaro che ancora una volta dicono delle cose , ma l'obbiettivo è un altro.
Le conclusioni da una attenta esamina dei provvedimenti annunciati e di quelli già presi è chiaro che ci stiamo incamminando verso la risoluzione di quella che negli altri pesi europei è una anomalia italiana, in campo del mondo del lavoro e dei diritti del lavoro, ma senza ricevere in cambio nemmeno uno degli aspetti positivi relativi al welfare e alla sicurezza sociale degli altri paesi europei.
Prendiamo quello che oggi è diventato il tema del giorno " il contratto unico".
In questi anni, dal pacchetto Treu e dalla teorizzazioni del prof Biagi fino ad oggi, i tipi di contratti precari sono oltre 40. Il datore di lavoro non ha che l'imbarazzo della scelta tanto che anche gli stessi consulenti del lavoro non hanno che l'imbarazzo della scelta nel consigliare quale tipo di contratto proporre, quello che più "veste" meglio le esigenze del datore di lavoro. Addirittura esiste un tipo di contratto di condivisione del posto di lavoro. Due lavoratori che si contendono e si spartiscono lo stesso posto di lavoro. Ma il datore di lavoro conosce , giuridicamente, un solo lavoratore.
E tutto legalizzato.
Esiste il voucer del lavoro. Lavori per me ed io ti pago attraverso un voucer appunto, una specie da cachet, un ticket omnicomprensivo, senza che dichiari nulla a nessuno!
Tutto legale.
Quindi non è la flessibilità che manca sia in entrata che in uscita. Si può assumere e licenziare al giorno, al mese, al trimestre e così via. E quindi non si può certo dire che la mancata crescita dipenda dalla mancanza di flessibilità sia in entrata che in uscita.
Ma è solo una questione di giustizia sociale. Ci dicono. Una disparità fra garantiti e precari.
Vero! Verissimo! A chi lo dici! Ma a logica verrebbe da dire, " non solo è quello che i lavoratori stanno dicendo da anni, ma cosa si aspetta quindi a dare più diritti, più garanzie di sicurezza sociale a chi non c'è l'ha? In fondo la legislazione che consente questo tipo di sfruttamento dei diritti è li pronta ad essere modificata. Fatta non per volontà o per difesa di privilegi,
"ma solo per compatibilità con la "modernità" e le "nuove esigenze del mercato",
dicevano i vari Biagi, Treu, Sacconi, Ichino e via di questo passo.
Cosa vieta quindi che si stracciano tutte le forme di contratti "atipici" lasciandone due o al massimo tre di "primo ingresso" o "per stagionalità" o "per esigenze di andamento di mercato" o "per apprendistato" e garantendo però un salario più alto e garanzie maggiori per questi lavoratori tale da garantire che non vengano fatti "abusi" , come è avvenuto in questi anni da parte dei datori di lavoro.
Cioè che si faccia come si fa in Danimarca o in Germania, ma non partendo dalla libertà di licenziare, ma garantendo welfare e garanzie sociali , salario di cittadinanza, diritti alla madri lavoratrici e via di questo passo!
Si garantirebbe così reale flessibilità nel mondo del lavoro, libertà da parte dei datori di lavoro e diritto alla sopravvivenza per i giovani e i disoccupati. Garanzia di diritti
Ma la domanda sorge spontanea? Chi paga? Tutto questo ha un costo sociale, chi sovvenziona?
Questi costi , diciamo sociali, non devono cadere direttamente sul datore di lavoro, sulle piccole e medie aziende. I costi sociali devo ricadere sulla socialità Come? Ma aprendo capitoli di entrate che mai si sono aperte. Vogliamo parlare delle spese militari, le guerre spacciate per missioni umanitarie, dei costi dei parlamentari ( solo diminuendo il 50% le auto blu si risparmierebbero dai 2 ai 3 miliardi di euro all'anno) e poi la patrimoniale, l'ICI degli immobili spacciati per centri di culto, l'evasione fiscale. Queste cose si son dette milioni di volte, ma mai fatte
Insomma se si vogliono trovare i danari per finanziare tutto ciò senza che ricada sui soliti noti si trovano.
Ma in realtà quello che viene spacciato come volontà di riforma del mercato del lavoro è in realtà solo macelleria sociale, è ricondurre l'anomalia italiana e l'ex forza dei lavoratori a meno della forma di schiavismo.
Ritorniamo , reintroducete, lo schiavismo, almeno avrete l'obbligo di sfamarci e di sostenerci. Con questa vostra libertà anche quest'onere è a carico dei lavoratori!
--
Zag(c)
Ora senza "ideologie" ma analizzando solo dal puro piano tecnico , le misure e gli effetti che queste avranno , credo, dovrebbe essere chiaro che ancora una volta dicono delle cose , ma l'obbiettivo è un altro.
Le conclusioni da una attenta esamina dei provvedimenti annunciati e di quelli già presi è chiaro che ci stiamo incamminando verso la risoluzione di quella che negli altri pesi europei è una anomalia italiana, in campo del mondo del lavoro e dei diritti del lavoro, ma senza ricevere in cambio nemmeno uno degli aspetti positivi relativi al welfare e alla sicurezza sociale degli altri paesi europei.
Prendiamo quello che oggi è diventato il tema del giorno " il contratto unico".
In questi anni, dal pacchetto Treu e dalla teorizzazioni del prof Biagi fino ad oggi, i tipi di contratti precari sono oltre 40. Il datore di lavoro non ha che l'imbarazzo della scelta tanto che anche gli stessi consulenti del lavoro non hanno che l'imbarazzo della scelta nel consigliare quale tipo di contratto proporre, quello che più "veste" meglio le esigenze del datore di lavoro. Addirittura esiste un tipo di contratto di condivisione del posto di lavoro. Due lavoratori che si contendono e si spartiscono lo stesso posto di lavoro. Ma il datore di lavoro conosce , giuridicamente, un solo lavoratore.
E tutto legalizzato.
Esiste il voucer del lavoro. Lavori per me ed io ti pago attraverso un voucer appunto, una specie da cachet, un ticket omnicomprensivo, senza che dichiari nulla a nessuno!
Tutto legale.
Quindi non è la flessibilità che manca sia in entrata che in uscita. Si può assumere e licenziare al giorno, al mese, al trimestre e così via. E quindi non si può certo dire che la mancata crescita dipenda dalla mancanza di flessibilità sia in entrata che in uscita.
Ma è solo una questione di giustizia sociale. Ci dicono. Una disparità fra garantiti e precari.
Vero! Verissimo! A chi lo dici! Ma a logica verrebbe da dire, " non solo è quello che i lavoratori stanno dicendo da anni, ma cosa si aspetta quindi a dare più diritti, più garanzie di sicurezza sociale a chi non c'è l'ha? In fondo la legislazione che consente questo tipo di sfruttamento dei diritti è li pronta ad essere modificata. Fatta non per volontà o per difesa di privilegi,
"ma solo per compatibilità con la "modernità" e le "nuove esigenze del mercato",
dicevano i vari Biagi, Treu, Sacconi, Ichino e via di questo passo.
Cosa vieta quindi che si stracciano tutte le forme di contratti "atipici" lasciandone due o al massimo tre di "primo ingresso" o "per stagionalità" o "per esigenze di andamento di mercato" o "per apprendistato" e garantendo però un salario più alto e garanzie maggiori per questi lavoratori tale da garantire che non vengano fatti "abusi" , come è avvenuto in questi anni da parte dei datori di lavoro.
Cioè che si faccia come si fa in Danimarca o in Germania, ma non partendo dalla libertà di licenziare, ma garantendo welfare e garanzie sociali , salario di cittadinanza, diritti alla madri lavoratrici e via di questo passo!
Si garantirebbe così reale flessibilità nel mondo del lavoro, libertà da parte dei datori di lavoro e diritto alla sopravvivenza per i giovani e i disoccupati. Garanzia di diritti
Ma la domanda sorge spontanea? Chi paga? Tutto questo ha un costo sociale, chi sovvenziona?
Questi costi , diciamo sociali, non devono cadere direttamente sul datore di lavoro, sulle piccole e medie aziende. I costi sociali devo ricadere sulla socialità Come? Ma aprendo capitoli di entrate che mai si sono aperte. Vogliamo parlare delle spese militari, le guerre spacciate per missioni umanitarie, dei costi dei parlamentari ( solo diminuendo il 50% le auto blu si risparmierebbero dai 2 ai 3 miliardi di euro all'anno) e poi la patrimoniale, l'ICI degli immobili spacciati per centri di culto, l'evasione fiscale. Queste cose si son dette milioni di volte, ma mai fatte
Insomma se si vogliono trovare i danari per finanziare tutto ciò senza che ricada sui soliti noti si trovano.
Ma in realtà quello che viene spacciato come volontà di riforma del mercato del lavoro è in realtà solo macelleria sociale, è ricondurre l'anomalia italiana e l'ex forza dei lavoratori a meno della forma di schiavismo.
Ritorniamo , reintroducete, lo schiavismo, almeno avrete l'obbligo di sfamarci e di sostenerci. Con questa vostra libertà anche quest'onere è a carico dei lavoratori!
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Zag(c)
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