Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

giovedì 12 gennaio 2012

Stefano Galieni. COSA SCRIVEREBBE DE ANDRE'?

Stefano Galieni. Fonte: qui
La piramide di Cheope, volle essere ricostruita, masso per masso, schiavo per schiavo, comunista per comunista". Non sono state scritte oggi questi versi, raccontano l'orrore oligarchico di un potere sempre più forte che andava espandendosi con la sua logica di guerra, di paura e di anestetizzazione delle coscienze. Frasi estratte da "La domenica delle salme, incisa nel 1990 nell'album "Le nuvole", la voce quella unica e inimitabile di Fabrizio De Andrè che giusto l'11 gennaio di 13 anni fa spariva da questo mondo e dai suoi conflitti. Alcool e conoscenza diretta del mondo dei disperati, dei drop out, delle prostitute dei vicoli di Genova. E poi la Sardegna, il Mediterraneo con la sua mescolanza di dialetti e sapori, con i suoi conflitti aspri, con quell'odore di mare che ti si appiccica addosso e non ti vuoi levare via. E l'anarchia, quella vera, quella per cui "non ci sono poteri buoni", quella dei sogni individuali capaci di tornare collettivi anche "Nella mia ora di libertà". la voce di Edgar Lee Master e delle sue lapidi che raccontano si raccontano senza pudore, di Brassens, Brel, Dylan, tradotti e portati in Italia con l'eterna sigaretta appesa. La voce timida e lo sguardo vuoto di chi è all'ultimo bicchiere e contemporaneamente sempre al primo concerto, timido e impacciato ma con lo sguardo perenemente sospeso fra stupore e disincanto. La voce che si è espressa contro la guerra e i falsi moralismi, i versi capaci di ridare senso a rom e nativi d'america, al servo pastore sardo e al rapitore, ad un amore carnale e vitale. Una voce eterna, patrimonio dei diseredati e inadatta ai padroni. Una voce che ancora oggi risuona ancora al presente cantando"Ci hanno insegnato la meraviglia, verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame". Cosa scriverebbe oggi "Faber". Parlerebbe di banche e di migranti, di lavoratori in strada e dello squallore volgare della ricchezza, dei tanti Piero che ancora crepano in guerra e delle tante Sidun attorno a cui si radunano padri disperati, probabilmente anche della voglia di tanti giovani di riprendersi il futuro. Ovviamente "Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria".

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