Nella soluzione che propongo ( non è proposta dei cobas) vi è un breve e un medio lungo.
Nel breve , chiusura dell'area a caldo e cassa integrazione degli operai lì impiegati ( circa 2-3 mila ) Corsi di riqualificazione per operatori di riconversione industriale.
Lancio di un concorso a livello europeo e mondiale per un progetto di riconversione urbanistica con destinazione a parco verde e isola ecologica di quei terreni con l'impiego di giovani laureati e disoccupati cassa integrati e via discorrendo.
Nel breve quindi si ferma la produzione di inquinamento e non si crea disoccupazione , ma riqualificazione, non fermando la produzione che già oggi fa a meno per un 70-80% dell'area a caldo(Importa le bramme dall'estero) e il lavoro per Taranto e provincia. .
A medio lungo termine.
I terreni su cui insistono gli impianti a caldo ( altiforni, cokeria parchi minerali e via dicendo) vengono sequestrati e consegnati alla città per la bonifica e si creano le condizioni per una riqualificazione della manodopera sia specialistica che intellettuale nell'intervento di riconversione industriale
Man mano che i terreni e il mare vengono bonificati si ri-lanciano produzione di miticultura ( di cui i tarantini hanno storia, cultura e professionalità) e si incentivano la crescita delle masserie. Antica cultura contadina , cascinali, dove l'allevamento e l'agricoltura convivono . Insomma si approfitta del disastro ambientale per un nuovo modello di sviluppo in cui si coniuga la vocazione millenaria della popolazione locale con l'industrialismo ecosostenibile
Tutto questo però guidato e condotto non dal centralismo partitico, ma da un comitato di progetto ed uno di realizzazione. Entrambi composto da tecnici ambientalisti, giovani laureati, ingegneri , lavoratori. Reclutati attraverso un concorso europeo per meriti e presentazione di curriculum in cui titolo di merito è la residenza a Taranto. E via di questo passo......
Riva non vuole pagare?
E allora che se ne vada e lasci il maltolto! .
Gli impianti sono stati costruiti e lautamente finanziati in trent'anni con i soldi pubblici. Riva li ha acquistati per quattro danari ( 3 mila miliardi di vecchie lire in tre trance tutta l'Italsider italiana ( solo gli impianti di Taranto valevano 30 000 miliardi valutazione della Nippon Steel che si era proposta di comprare il solo stabilimento di Taranto) . grazie all'accondiscendenza di Prodi ( presidente dell'IRI) e il beneplacito di Dini ( presidente del consiglio e cognato dei Riva)
Il contratto di vendita dell'IRI nonostante diverse interpellanze parlamentare da parte di Battafarano ex senatore dei DS, mai è stato reso pubblico e ancora oggi è segreto di Stato!
Questi sono fatti concreti, progetti realizzabili. Crescita e sviluppo, ambiente e lavoro Non parole populistiche e demagogiche
Grave è la situazione sotto il
cielo. Però la situazione non è eccellente!
Nessun commento:
Posta un commento