L'Eurogruppo oggi cerchera' di raggiungere un accordo con il Fondo monetario internazionale sugli aiuti alla Grecia. Il debito di Atene e' previsto al 190% del Pil nel 2020, invece del previsto 120%. E questo complica molto le cose, perché è la dimostrazione pratica che oltre un certo limite non è possibile alcuna politica di austerity. Il Fmi, con Christine Lagarde chiede un drastico 'haircut' e cioe' un taglio del debito da parte dei paesi europei creditori, mentre la Germania si oppone e punta invece su una riduzione degli interessi della Grecia sugli aiuti da ottenere. Senza un'intesa non si sblocca la nuova tranche di prestiti di cui la Grecia ha bisogno per pagare stipendi statali e pensioni. Atene ha già faticosamente approvato un piano di austerita' da 31,5 miliardi di euro.Il ministro francese delle Finanze, Pierre Moscovici, dopo un week end di consultazioni e riunioni segrete degli sherpa, è ottimista, e anche un po’ fatalista. ''Non posso garantire un'intesa, ma penso che la terza volta sia quella buona'', ha spiegato a una radio francese, sottolineando che ''l'Europa si presenta con una posizione comune'' e sarebbe ''irresponsabile non raggiungere un'intesa, considerati tutti gli sforzi che sono stati fatti da tutte le parti''.
La base di partenza mira a ridurre i tassi di interesse dei prestiti bilaterali concessi alla Grecia, la cessione di una parte dei guadagni realizzati da Bce e banche centrali sui titoli greci nei loro portafogli, oltre all'utilizzo del fondo Efsf sul mercato secondario per il riscatto del debito greco. Si tratta di soluzioni sul tavolo già da tempo, alle quali potrebbe aggiungersi quella di un nuovo taglio del debito greco, sempre avversato dalla Germania, anche se a partire dal 2015. Secondo la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario si tratta di una scelta ormai inevitabile e, dopo una riunione 'segreta' fra i ministri delle Finanze europei a Parigi, anche la Germania, con Wolfgang Schaeuble, sembrerebbe ormai rassegnata. Lo scopo sarebbe, da un lato, quello di incentivare Atene a proseguire nelle riforme anche dopo il 2014 e, dall'altro, di riuscire a raggiungere il target di un debito/Pil greco al 70% entro il 2020 (dall'attuale 144%), livello giudicato altrimenti irraggiungibile al momento. Su questo fronte, arriva anche la sponda dell'Olanda, che con l'agenzia governativa di analisi economiche, spiega come l'unico modo per far ripartire l'economia greca sia quello di 'condonare' i debiti greci il prima possibile. Ma secondo Joerg Asmussen, componente del board della Bce che auspica un via libera a livello di eurogruppo della tranche di aiuti da almeno 31 miliardi, il taglio del debito non rientra nelle trattative sul prossimo pacchetto che verra' discusso oggi a Bruxelles.
Sul fronte spagnolo sembra invece ormai imminente l'arrivo della prima tranche di aiuti al settore bancario, anche se a caro prezzo. Secondo El Pais il 15 dicembre potrebbero venire versati dall'Ue al fondo di salvataggio Frob i primi 35 miliardi dei 100 garantiti a giugno, da girare poi alle banche in maggiori difficolta'. Ma la condizione e' quella di procedere a massicci licenziamenti, che per le sole Bankia e NovaGalicia potrebbero riguardare fino a 8.000 dipendenti.
La base di partenza mira a ridurre i tassi di interesse dei prestiti bilaterali concessi alla Grecia, la cessione di una parte dei guadagni realizzati da Bce e banche centrali sui titoli greci nei loro portafogli, oltre all'utilizzo del fondo Efsf sul mercato secondario per il riscatto del debito greco. Si tratta di soluzioni sul tavolo già da tempo, alle quali potrebbe aggiungersi quella di un nuovo taglio del debito greco, sempre avversato dalla Germania, anche se a partire dal 2015. Secondo la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario si tratta di una scelta ormai inevitabile e, dopo una riunione 'segreta' fra i ministri delle Finanze europei a Parigi, anche la Germania, con Wolfgang Schaeuble, sembrerebbe ormai rassegnata. Lo scopo sarebbe, da un lato, quello di incentivare Atene a proseguire nelle riforme anche dopo il 2014 e, dall'altro, di riuscire a raggiungere il target di un debito/Pil greco al 70% entro il 2020 (dall'attuale 144%), livello giudicato altrimenti irraggiungibile al momento. Su questo fronte, arriva anche la sponda dell'Olanda, che con l'agenzia governativa di analisi economiche, spiega come l'unico modo per far ripartire l'economia greca sia quello di 'condonare' i debiti greci il prima possibile. Ma secondo Joerg Asmussen, componente del board della Bce che auspica un via libera a livello di eurogruppo della tranche di aiuti da almeno 31 miliardi, il taglio del debito non rientra nelle trattative sul prossimo pacchetto che verra' discusso oggi a Bruxelles.
Sul fronte spagnolo sembra invece ormai imminente l'arrivo della prima tranche di aiuti al settore bancario, anche se a caro prezzo. Secondo El Pais il 15 dicembre potrebbero venire versati dall'Ue al fondo di salvataggio Frob i primi 35 miliardi dei 100 garantiti a giugno, da girare poi alle banche in maggiori difficolta'. Ma la condizione e' quella di procedere a massicci licenziamenti, che per le sole Bankia e NovaGalicia potrebbero riguardare fino a 8.000 dipendenti.
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