Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

mercoledì 9 gennaio 2013

La rotta d’Italia. Vincere per cambiare

 
di redazione di Sbilanciamoci.info

L’Italia è in rotta, e le elezioni del 24-25 febbraio 2013 sono decisive per far cambiare rotta al paese. La redazione di Sbilanciamoci.info apre una discussione sui contenuti da mettere al centro della campagna elettorale e dell’azione del prossimo governo, per chiudere con le politiche di Berlusconi e Monti. Dopo “la rotta d’Europa”, discutiamo della “rotta d’Italia”. Da oggi alle elezioni, ogni giorno un intervento. Da leggere, diffondere, discutere

L’Italia è a una prova decisiva. Ha dietro di sé una grave recessione e ha di fronte un 2013 in cui l’economia continuerà a cadere. Nel 2012 il Pil è diminuito del 2,4%, tornando in termini reali ai livelli di dieci anni fa; il reddito medio per abitante è sceso ai livelli del 2000; l’aumento delle disuguaglianze ha reso il 90% degli italiani più poveri di allora. Il peggioramento dell’economia si è accompagnato a una crisi sociale senza precedenti: 11,1% di disoccupati, il 37% di giovani che non lavorano, due milioni di ragazzi che non studiano né lavorano, 4 milioni di lavoratori precari (quasi un dipendente su quattro); aumenta la povertà, peggiorano i servizi di welfare, crescono le spinte razziste e xenofobe, si allarga l’economia criminale, peggiora l’emergenza ambientale.
La politica ha accompagnato questo degrado, e la società italiana ha dato ad essa un consenso che ha dell’incredibile. Gli italiani hanno eletto per tre volte (1994, 2001 e 2008) Silvio Berlusconi alla Presidenza del Consiglio, che ha governato per quasi dieci anni tra il 1994 e oggi. Secondo i sondaggi più accreditati il governo tecnico di Mario Monti ha incontrato il consenso di una significativa parte dell’opinione pubblica. Questi governi hanno la responsabilità fondamentale del disastro a cui è arrivata l’Italia. Hanno percorso una rotta all’insegna della tutela dei privilegi – a cominciare da quelli dell’ex presidente di Mediaset –, del “lasciar fare” alle imprese, alla finanza e agli affaristi, del peggioramento delle condizioni di lavoro, della riduzione del ruolo del pubblico con tagli al welfare e privatizzazioni, di un liberismo in salsa italiana. E le misure adottate dal governo Monti dall’autunno 2011 per far fronte all’emergenza della crisi finanziaria del paese sono andate esattamente nella stessa direzione.
Le forze del centro-sinistra, che hanno governato per circa sette anni (1996-2001 e 2006-2008) sono state subalterne a quest’orizzonte, sono state responsabili di politiche sbagliate sia sul fronte europeo – sostenendo un’integrazione realizzata all’insegna della finanza e del liberismo – sia sul fronte italiano – la precarizzazione del lavoro, le privatizzazioni, i tagli di spesa; anche per questo esse hanno perso il consenso e il radicamento sociale che avevano.
Questa è l’immagine che abbiamo di un’Italia in rotta, segnata dal declino economico, dal degrado sociale, dalla degenerazione della politica. Questo è il risultato della rotta seguita dal paese in vent’anni di politiche sbagliate.
La rotta d’Italia deve cambiare, e le elezioni del 24-25 febbraio 2013 sono un’occasione fondamentale. Si tratta di elezioni che apriranno una fase nuova, forse una “terza repubblica” con assetti istituzionali e rapporti di forza nuovi. Queste elezioni sono l’occasione per una vittoria politica del centro-sinistra e della sinistra che potrebbe permettere all’Italia di chiudere con il berlusconismo e con il liberismo di Mario Monti.
Questa vittoria richiede uno spostamento significativo del voto dal populismo mediatico di Silvio Berlusconi e dalle ricette d’austerità di Mario Monti: la politica del privilegio deve perdere la sua capacità di egemonia sul paese.
Questa vittoria richiede un forte riassorbimento dell’astensione e del voto di protesta che potrebbe andare al Movimento 5 stelle di Beppe Grillo o a liste populiste locali.
Questa vittoria richiede un successo importante di tutte le forze a sinistra di Mario Monti. La competizione tra la coalizione di centro che fa capo a Monti e il Partito Democratico è ora al centro della campagna elettorale; un grande aumento dei voti al Pd porterebbe il partito ad allontanarsi dalla prospettiva di coalizione con il centro. Un successo elettorale di Sinistra Ecologia e Libertà aumenterebbe il peso della sinistra all’interno dell’alleanza con il Pd e metterebbe nell’agenda di governo nuove politiche per un cambiamento di rotta. Un successo elettorale e la rappresentanza in parlamento della Lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia rafforzerebbe le richieste di cambiamento e riequilibrerebbe a sinistra il sistema politico del paese.
La vittoria politica del centro-sinistra e della sinistra è possibile se la politica si rinnova profondamente, all’insegna della partecipazione e del riavvicinamento tra partiti e società. Nei mesi scorsi ci sono stati sviluppi positivi in questo senso, come la grande partecipazione alle primarie per il leader e per i candidati del centro-sinistra ed esperienze come Alba (l’Alleanza per il lavoro, i beni comuni e l’ambiente) e l’appello “Cambiare si può” che chiedevano una politica capace di discontinuità col passato. I partiti devono fare più di un passo indietro, la politica deve fondarsi sui contenuti e non sul personalismo dei leader; in questo senso sono importanti le presenze nelle liste di Sel e Ingroia di candidati espressione dei movimenti e della società civile, una cosa ben diversa dalla “lista Rotary” Scelta civica con Monti per l’Italia.
La diversità delle posizioni politiche all’interno delle forze che sono alla sinistra di Monti non va sottovalutata, ma in queste elezioni dovrebbe prevalere l’impegno comune per una svolta che metta fine al berlusconismo e al liberismo di Mario Monti. Nel caso di un successo elettorale, sarebbe importante la ricerca di convergenze nell’azione di governo.
Molte delle diversità di posizioni politiche riguardano il giudizio su quello che potrà effettivamente fare un governo di centro-sinistra in caso di vittoria elettorale. Dentro il Partito Democratico ci sono spinte per una relativa continuità nei confronti dell’agenda Monti e c’è una prospettiva vicina alle socialdemocrazie europee, che troverebbe interlocutori nel governo socialista di François Hollande in Francia e nella possibilità di un successo dell’Spd in Germania nelle elezioni del prossimo autunno. In Sinistra Ecologia Libertà c’è la scelta di condividere la responsabilità di governo anche di fronte a vincoli e rapporti di forza che possono frustrare le esigenze di cambiamento. Nella Lista Ingroia convivono opposizioni di principio a ogni governo, una scarsa attenzione alle questioni europee e possibilismi sui rapporti politici che potrebbero svilupparsi col centro-sinistra.
Di fronte ad un’Italia in rotta, le elezioni non sono il momento per affermare identità irriducibili – l’azione dei movimenti è lo spazio per queste mobilitazioni –, ma sono l’occasione per chiedere un cambiamento concreto, rilevante, fattibile. I margini per un cambiamento di rotta da parte di un governo di centro-sinistra sono stretti, ma non irrilevanti. La crisi continuerà nel 2013 e le difficoltà del paese restano pesanti, la speculazione della finanza contro il debito pubblico italiano potrebbe ripartire, ma un governo di centro-sinistra potrebbe realizzare – in fretta – molte cose per rilanciare l’economia e cambiare rotta. La partita si gioca sulla possibilità di allargare i margini per politiche diverse – nei confronti dell’Europa del “Fiscal compact”, della finanza speculativa, dei “poteri forti” del paese – e questa possibilità sarà tanto più forte quanto più grande sarà la vittoria politica del centro-sinistra e della sinistra.
Dopo la lunga crisi della politica, ci sono ora molti modi di ripensarne il ruolo e le forme – tra partiti chiusi nei palazzi e irriducibili soggettività individuali – e l’articolo di Rossana Rossanda “L’io e la società, senza la politica” (www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/L-io-e-la-societa-senza-la-politica-16044) ci ricorda che al cuore della politica dev’esserci un progetto collettivo di società. Queste elezioni sono un’occasione per svilupparlo e metterlo alla prova.
Noi di Sbilanciamoci.info – con le 50 associazioni che fanno parte della campagna Sbilanciamoci! – lavoriamo fuori dalla logica dei partiti e degli schieramenti politici, costruiamo campagne per cambiare le politiche economiche e sociali, prepariamo la “contro-finanziaria”, siamo nei movimenti che in Italia e in Europa si impegnano su questi temi, costruiamo reti europee per politiche alternative, come abbiamo fatto nel 2012 con l’incontro “Un’altra strada per l’Europa” al Parlamento europeo e all’incontro dei movimenti europei a Firenze 10+10 (www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Un-altra-strada-per-l-Europa-14212). Continueremo a fare tutto questo anche dopo le elezioni.
Ma queste elezioni non sono un affare da lasciare ai partiti. Per noi, queste elezioni sono l’occasione per affrontare “l’economia come può essere”, a partire dalla crisi di oggi e dalle possibilità di “cambiare rotta” che abbiamo. Vogliamo avanzare e discutere con i nostri lettori proposte concrete su ciò che dovrebbe essere al centro di questa campagna elettorale e sulle misure che un governo di centro-sinistra e un Parlamento capace di recuperare in pieno le sue funzioni potrebbero realizzare.
Abbiamo proposte sulle piccole grandi cose che, anche nelle difficoltà attuali, un governo di centro-sinistra potrebbe fare nei primi 100 giorni per dare il segno di un cambio di rotta. Abbiamo proposte su come uscire dalla trappola delle politiche europee che impongono austerità e depressione. Abbiamo proposte su come legare le mani alla finanza e costruire un’economia più giusta e sostenibile. Abbiamo proposte su come tutelare il lavoro, creare buona occupazione e ridurre le disuguaglianze. Abbiamo proposte su come rimettere un po’ di democrazia dentro l’economia e la politica.
Abbiamo discusso di come affrontare la crisi dell’Europa non appena è esplosa l’emergenza finanziaria, nell’estate del 2011, con il dibattito sulla “Rotta d’Europa” aperto da Rossana Rossanda (i materiali sono qui: www.sbilanciamoci.info/ebook/La-rotta-d-Europa-in-due-volumi-13138). Ora, di fronte alle elezioni italiane, su www.sbilanciamoci.info è aperta la discussione sulla “rotta d’Italia”.

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