Miguel Cardina, ricercatore presso il Centro de Estudos Sociais dell’Università di Coimbra, è tra i maggiori conoscitori dei movimenti sociali portoghesi di questi ultimi quattro decenni. È da poco uscito in libreria, con José Soeiro e Nuno Serra, Não Acredite em Tudo o que Pensa. Mitos do Senso Comum na Era da Austeridade, una destrutturazione del discorso pubblico sull’austerità. È quindi la persona più indicata per capire quello che sta succedendo nel campo dei movimenti anti-troika in Portogallo.
Oggi è il giorno della grande manifestazione organizzata dal movimento Que Se Lixe a Troika (Qslt) e la domanda è ovvia: che relazione c’è tra il Qslt e i partiti della sinistra parlamentare Bloco de Esquerda (Be) e Partido Comunista Portugues (Pcp)?
Il movimento è politico ma a-partitico. Non è contro i partiti, ma contro le politiche sostenute da alcuni di essi. Al suo interno ci sono persone di vari partiti (Be, Pcp, Ps), ma non è il fronte comune di nessuno di essi. L’idea è di riunire attivisti che vogliano combattere contro l’austerità e cercare di generare una forte resistenza di piazza contro le politiche della troika, così come è già successo nelle due manifestazioni del 15 settembre e del 12 marzo.
Il movimento è politico ma a-partitico. Non è contro i partiti, ma contro le politiche sostenute da alcuni di essi. Al suo interno ci sono persone di vari partiti (Be, Pcp, Ps), ma non è il fronte comune di nessuno di essi. L’idea è di riunire attivisti che vogliano combattere contro l’austerità e cercare di generare una forte resistenza di piazza contro le politiche della troika, così come è già successo nelle due manifestazioni del 15 settembre e del 12 marzo.
Indignados, Geração a Rasca e Que se Lixe a Troika: tre nomi per indicare lo stesso movimento oppure ci sono delle differenze?
È difficile tracciare frontiere nette. La Geração a Rasca è stata una cosa molto contingente, legata a un momento molto specifico, quello della manifestazione del 12 marzo del 2011, che è nata da una convocazione di quattro giovani e ha dato luogo a un assordante grido sociale contro la mancanza di prospettive e di futuro.
È difficile tracciare frontiere nette. La Geração a Rasca è stata una cosa molto contingente, legata a un momento molto specifico, quello della manifestazione del 12 marzo del 2011, che è nata da una convocazione di quattro giovani e ha dato luogo a un assordante grido sociale contro la mancanza di prospettive e di futuro.
In che modo quella manifestazione ha inciso, se ha inciso, nel modo di partecipare?
Quella manifestazione ha innovato profondamente il modo di intendere la partecipazione. Per la prima volta nella storia portoghese, protagonisti e organizzatori di una grande manifestazione non erano i partiti o i sindacati. Così, grazie a questo tipo di manifestazioni, hanno cominciato a mobilitarsi persone che mai si erano mobilitate e che, probabilmente, mai lo avrebbero fatto se le manifestazioni fossero state convocate da quelle strutture.
Quella manifestazione ha innovato profondamente il modo di intendere la partecipazione. Per la prima volta nella storia portoghese, protagonisti e organizzatori di una grande manifestazione non erano i partiti o i sindacati. Così, grazie a questo tipo di manifestazioni, hanno cominciato a mobilitarsi persone che mai si erano mobilitate e che, probabilmente, mai lo avrebbero fatto se le manifestazioni fossero state convocate da quelle strutture.
Qual è il rapporto che lega i tre momenti, quello della Geração a Rasca, degli Indignados e del Qslt?
Gli Indignados, le assemblee popolari e tutto il resto sono venuti dopo la grande fiammata della Geração a Rasca e questa volta le influenze di quel che stava succedendo anche in altri paesi, tra cui ovviamente la Spagna, si sono fatte sentire.
Gli Indignados, le assemblee popolari e tutto il resto sono venuti dopo la grande fiammata della Geração a Rasca e questa volta le influenze di quel che stava succedendo anche in altri paesi, tra cui ovviamente la Spagna, si sono fatte sentire.
E il Qslt?
Il Qlst è l’ultima fase di una lunga evoluzione. Corrisponde alle manifestazioni del 15 settembre 2012 e del 2 marzo 2013 e, in questo momento, è sicuramente il soggetto più attivo nel campo della protesta contro le politiche della Troika.
Il Qlst è l’ultima fase di una lunga evoluzione. Corrisponde alle manifestazioni del 15 settembre 2012 e del 2 marzo 2013 e, in questo momento, è sicuramente il soggetto più attivo nel campo della protesta contro le politiche della Troika.
Come sono organizzate le manifestazioni: centralizzate nella capitale o radicate in tutto il territorio?
Entrambe le manifestazioni hanno avuto decine di espressioni locali. Non solo a Lisbona, ma anche a Oporto, Coimbra, Braga, Aveiro, Leiria, Faro. Nella manifestazione dello scorso 2 marzo si è aggiunta una nuova forma di protesta, le cosiddette “maree” settoriali, al cui interno si riuniscono i lavoratori dei settori più colpiti dalle politiche di questi ultimi due anni: i lavoratori della salute pubblica, dell’educazione, della cultura, ma anche studenti e pensionati.
Entrambe le manifestazioni hanno avuto decine di espressioni locali. Non solo a Lisbona, ma anche a Oporto, Coimbra, Braga, Aveiro, Leiria, Faro. Nella manifestazione dello scorso 2 marzo si è aggiunta una nuova forma di protesta, le cosiddette “maree” settoriali, al cui interno si riuniscono i lavoratori dei settori più colpiti dalle politiche di questi ultimi due anni: i lavoratori della salute pubblica, dell’educazione, della cultura, ma anche studenti e pensionati.
Si può supporre si riesca a riportare a votare coloro che nel 2011 erano rimasti a casa?
Tendo a pensare che in un momento come questo – in cui le scelte politiche riguadagnano importanza – ci sono possibilità che l’astensione torni a scendere. Questo implica però che partiti e movimenti sociali vincano la percezione diffusa che non ci sono alternative, e che convincano gli elettori che votare non è solo un modo per «cambiare tutto perché rimanga tutto uguale». Ci sono comunque segnali interessanti: i sondaggi indicano chiaramente che la maggioranza dei portoghesi considerano che questo governo si debba dimettere (una posizione che è sostenuta da tutta l’opposizione) e che la sinistra anti-austerità, Bloco de Esquerda e Partido Comunista Português, sta salendo ben al di sopra della soglia del 20%.
Tendo a pensare che in un momento come questo – in cui le scelte politiche riguadagnano importanza – ci sono possibilità che l’astensione torni a scendere. Questo implica però che partiti e movimenti sociali vincano la percezione diffusa che non ci sono alternative, e che convincano gli elettori che votare non è solo un modo per «cambiare tutto perché rimanga tutto uguale». Ci sono comunque segnali interessanti: i sondaggi indicano chiaramente che la maggioranza dei portoghesi considerano che questo governo si debba dimettere (una posizione che è sostenuta da tutta l’opposizione) e che la sinistra anti-austerità, Bloco de Esquerda e Partido Comunista Português, sta salendo ben al di sopra della soglia del 20%.
Alcuni osservatori ritengono che la vaghezza delle proposte del Qslt favorisca una logica che va al di là di una alternativa più propriamente di sinistra.
La manifestazione del 12 marzo del 2011 chiedeva un futuro differente ed è vero – anche perché c’era allora un governo socialista – che lì avevano partecipato alcuni settori della destra. Lo stesso però non si può dire della fase successiva. Sia nella manifestazione del 15 settembre 2012, contro le politiche di austerità e contro la Troika, sia in quella del 2 marzo scorso, durante la quale si sono chieste le dimissioni del governo, era chiaro che il Qlst si poneva come un’alternativa a sinistra e di sinistra per l’uscita dalla crisi.
La manifestazione del 12 marzo del 2011 chiedeva un futuro differente ed è vero – anche perché c’era allora un governo socialista – che lì avevano partecipato alcuni settori della destra. Lo stesso però non si può dire della fase successiva. Sia nella manifestazione del 15 settembre 2012, contro le politiche di austerità e contro la Troika, sia in quella del 2 marzo scorso, durante la quale si sono chieste le dimissioni del governo, era chiaro che il Qlst si poneva come un’alternativa a sinistra e di sinistra per l’uscita dalla crisi.
Nessun commento:
Posta un commento