Il 2 per cento della popolazione adulta possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale
Il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale: è quanto risulta da uno studio condotto dal World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite (UNU-WIDER) che ha sede a Helsinki.
Il più vasto studio sulla ricchezza personale mai intrapreso indica anche che nel 2000 l’1% degli adulti più ricchi possedeva da solo il 40% della ricchezza mondiale, e che il 10% ne deteneva il l’85%, mentre la metà più povera della popolazione adulta del mondo doveva spartirsi soltanto l’1%.
“Noi utilizziamo il termine ‘ricchezza’ nel senso di valore netto dell’attivo, fisico e finanziario, meno il passivo”, ha specificato James Davies, uno degli autori dello studio. “Da questo punto di vista la ricchezza rappresenta la proprietà del capitale. Sebbene il capitale sia soltanto una parte delle risorse personali, è opinione diffusa che esso abbia un impatto sproporzionato sul benessere familiare e sul successo economico, e più in generale sullo sviluppo e sulla crescita.”
Ai tassi di cambio correnti, nel 2000 la ricchezza globale sarebbe ammontata a 125.000 miliardi di dollari, pari a 20.500 dollari pro capite che, una volta ponderati sulla base delle differenze di costo della vita nelle varie nazioni, diventano 26.000.
In realtà esistono forti differenze da nazione a nazione: in testa si collocano il Giappone con una media ponderata di 181.000 dollari e gli Stati Uniti con 144.000, mentre la stima per l’Italia è di 98.000 dollari. In fondo alla classifica si pongono l’Indonesia (1400 dollari) e l’India (1100).
La concentrazione della ricchezza all’interno dei paesi, pur variando da nazione a nazione, è comunque anch’essa in generale molto elevata. Il 10% più ricco della popolazione adulta possiede in Cina il 40% della ricchezza nazionale, mentre negli Stati Uniti arriva al 70%. Il rapporto completo è scaricabile dal sito dell'UNU-WIDER.
Il più vasto studio sulla ricchezza personale mai intrapreso indica anche che nel 2000 l’1% degli adulti più ricchi possedeva da solo il 40% della ricchezza mondiale, e che il 10% ne deteneva il l’85%, mentre la metà più povera della popolazione adulta del mondo doveva spartirsi soltanto l’1%.
“Noi utilizziamo il termine ‘ricchezza’ nel senso di valore netto dell’attivo, fisico e finanziario, meno il passivo”, ha specificato James Davies, uno degli autori dello studio. “Da questo punto di vista la ricchezza rappresenta la proprietà del capitale. Sebbene il capitale sia soltanto una parte delle risorse personali, è opinione diffusa che esso abbia un impatto sproporzionato sul benessere familiare e sul successo economico, e più in generale sullo sviluppo e sulla crescita.”
Ai tassi di cambio correnti, nel 2000 la ricchezza globale sarebbe ammontata a 125.000 miliardi di dollari, pari a 20.500 dollari pro capite che, una volta ponderati sulla base delle differenze di costo della vita nelle varie nazioni, diventano 26.000.
In realtà esistono forti differenze da nazione a nazione: in testa si collocano il Giappone con una media ponderata di 181.000 dollari e gli Stati Uniti con 144.000, mentre la stima per l’Italia è di 98.000 dollari. In fondo alla classifica si pongono l’Indonesia (1400 dollari) e l’India (1100).
La concentrazione della ricchezza all’interno dei paesi, pur variando da nazione a nazione, è comunque anch’essa in generale molto elevata. Il 10% più ricco della popolazione adulta possiede in Cina il 40% della ricchezza nazionale, mentre negli Stati Uniti arriva al 70%. Il rapporto completo è scaricabile dal sito dell'UNU-WIDER.
Nessun commento:
Posta un commento