
di Carmen Lira Saade* su Il Manifesto
Fidel e i gay. "La mia ingiustizia"
E' stato 4 anni dibattendosi fra la vita e la morte. Entrando e uscendo dalla sala operatoria, intubato, alimentato attraverso le vene e i cateteri e perdendo di frequente conoscenza...
«La mia malattia non è nessun segreto di stato» avrebbe detto poco prima che essa provocasse la crisi e l'obbligasse a «fare quel che doveva fare»: delegare le sue funzioni di presidente del Consiglio di stato (la presidenza della repubblica) e, di conseguenza, di comandante in capo delle forze armate di Cuba.
«Non posso più continuare», ammise allora - come rivela in questa prima intervista a un organo di stampa straniero da allora -. Si rassegnò al passaggio delle consegne e si mise nelle mani dei medici.Lo choc scosse tutto il paese e gli amici di fuori: fece cullare speranze revansciste ai suoi detrattori e mise in stato d'allarme il poderoso vicino del nord.
Fidel e i gay. "La mia ingiustizia"
E' stato 4 anni dibattendosi fra la vita e la morte. Entrando e uscendo dalla sala operatoria, intubato, alimentato attraverso le vene e i cateteri e perdendo di frequente conoscenza...
«La mia malattia non è nessun segreto di stato» avrebbe detto poco prima che essa provocasse la crisi e l'obbligasse a «fare quel che doveva fare»: delegare le sue funzioni di presidente del Consiglio di stato (la presidenza della repubblica) e, di conseguenza, di comandante in capo delle forze armate di Cuba.
«Non posso più continuare», ammise allora - come rivela in questa prima intervista a un organo di stampa straniero da allora -. Si rassegnò al passaggio delle consegne e si mise nelle mani dei medici.Lo choc scosse tutto il paese e gli amici di fuori: fece cullare speranze revansciste ai suoi detrattori e mise in stato d'allarme il poderoso vicino del nord.