di Zag in ListaSinistra
La responsabilità della borghesia italiana e dei partiti della “sinistra” parlamentare di aver permesso, direttamente e indirettamente, a Silvio Berlusconi di mantenersi ai vertici della politica e di tornare più volte al governo è un dato storico pacifico e non più in discussione. I guasti, nell’accezione più ampia del termine, che tale scelta ha provocato sotto il profilo economico, sociale e politico, trovano una pregante trasposizione metaforica, peraltro non sfuggita alla stampa internazionale, con quanto avvenuto presso l’isola del Giglio.
La domanda è: avrebbe potuto il “centrosinistra” agire diversamente e smarcarsi da tali responsabilità, elaborare e proporre un programma politico alternativo invece di aderire convintamente alle politiche neoliberiste e rincorrere la platea delle partite Iva che altro non chiedeva che poter continuare a evadere ed estorcere plusvalore alle più favorevoli condizioni? La risposta credo sia già risolta nella domanda, nel fatto che le classi medie stesse hanno creduto di poter cavalcare il sogno che si offriva loro, all’incontro di molti, diffusi e compositi interessi, non solo di taluni partiti e non solo di forze nazionali.
Una situazione economica e del debito difficile che però aspirava con l’entrata nell’euro di trovare una qualche soluzione. Non poteva essere così per molti motivi: per via della particolare struttura produttiva italiana, per la miopia del padronato che invece di innovare e investire punta sulla riduzione dei salari, per lo stato di arretratezza endemica di molte zone del paese peraltro infestate dalla criminalità organizzata collusa col potere politico, per l’enorme evasione fiscale, per il parassitismo e il disinteresse delle classi dirigenti, per l’enorme e spesso inefficiente apparato burocratico, per lo spreco ingente nella spesa pubblica, per le stridenti diseguaglianze, ecc..
Perdurando e anzi aggravandosi questa situazione, la proposizione ora per allora di un programma politico ed economico di matrice diversa da quella neoliberista, non solo non è nelle idee, ma non può essere effettivamente negli interessi di nessun importante partito politico. Infatti, oggi, così come tre mesi fa e come sempre, nessuna coalizione di governo sarebbe concretamente possibile su una proposta di riforma organica del sistema e basata su interventi decisivi nella sfera pubblica e privata. È un fatto che non si riesca nemmeno a sapere quanto sono più alti della media europea gli emolumenti dei 945 parlamentari nazionali.
Non sarebbe peraltro possibile un programma con una diversa modulazione degli interventi economici e fiscali rispetto alla ricetta di rigore e sangue senza tener conto del quadro europeo e mondiale. Il capitale finanziario ha interessi alquanto diversi da quelli di una politica espansiva dei consumi interni e del resto l’Italia è semplicemente sotto tutela (non potendo peraltro battere moneta) come la maggior parte dei paesi dell’area dell’euro, vincolata peraltro a norme comunitarie che non consentono di decidere autonomamente nemmeno sulle cose più minute.
Pertanto non è vero dunque che per estromettere Berlusconi da palazzo Chigi (ma non ancora dalle camarille nostrane) il centrosinistra ha fatto uso di senso di responsabilità per la grave situazione finanziaria. Il centrosinistra non può agire diversamente da ciò che esso è in realtà e da ciò che esso rappresenta effettivamente nel quadro d’insieme descritto.
Con un’operazione di emergenza finanziaria ben orchestrata e quindi in nome della salvezza nazionale, è stata imposta la formazione di una grande coalizione parlamentare a sostegno di un governo estraneo al parlamento (ma non ovviamente ai noti interessi), costituito da un’accolita di ideologi ultrareazionari provenienti dalle università, dalle banche, dagli apparati di polizia e delle forze armate.
Il golpe bianco, poiché di questo si è trattato, ha sancito inesorabilmente ciò che del resto era da molto tempo evidente, ossia il disfacimento dell’attuale classe politica e dirigente del paese e l’assoluta prevalenza dei grandi interessi tedeschi e atlantici. Il preludio di cosa potrà accadere, presto o tardi e con l’aggravarsi della crisi, è nei suoi tratti essenziali delineato nella fisionomia dell’attuale governo, il quale rappresenta una prova tecnica cui guardano con molto interesse i massimi vertici nazionali ed europei del potere economico e burocratico.
--
Zag(c)
La responsabilità della borghesia italiana e dei partiti della “sinistra” parlamentare di aver permesso, direttamente e indirettamente, a Silvio Berlusconi di mantenersi ai vertici della politica e di tornare più volte al governo è un dato storico pacifico e non più in discussione. I guasti, nell’accezione più ampia del termine, che tale scelta ha provocato sotto il profilo economico, sociale e politico, trovano una pregante trasposizione metaforica, peraltro non sfuggita alla stampa internazionale, con quanto avvenuto presso l’isola del Giglio.
La domanda è: avrebbe potuto il “centrosinistra” agire diversamente e smarcarsi da tali responsabilità, elaborare e proporre un programma politico alternativo invece di aderire convintamente alle politiche neoliberiste e rincorrere la platea delle partite Iva che altro non chiedeva che poter continuare a evadere ed estorcere plusvalore alle più favorevoli condizioni? La risposta credo sia già risolta nella domanda, nel fatto che le classi medie stesse hanno creduto di poter cavalcare il sogno che si offriva loro, all’incontro di molti, diffusi e compositi interessi, non solo di taluni partiti e non solo di forze nazionali.
Una situazione economica e del debito difficile che però aspirava con l’entrata nell’euro di trovare una qualche soluzione. Non poteva essere così per molti motivi: per via della particolare struttura produttiva italiana, per la miopia del padronato che invece di innovare e investire punta sulla riduzione dei salari, per lo stato di arretratezza endemica di molte zone del paese peraltro infestate dalla criminalità organizzata collusa col potere politico, per l’enorme evasione fiscale, per il parassitismo e il disinteresse delle classi dirigenti, per l’enorme e spesso inefficiente apparato burocratico, per lo spreco ingente nella spesa pubblica, per le stridenti diseguaglianze, ecc..
Perdurando e anzi aggravandosi questa situazione, la proposizione ora per allora di un programma politico ed economico di matrice diversa da quella neoliberista, non solo non è nelle idee, ma non può essere effettivamente negli interessi di nessun importante partito politico. Infatti, oggi, così come tre mesi fa e come sempre, nessuna coalizione di governo sarebbe concretamente possibile su una proposta di riforma organica del sistema e basata su interventi decisivi nella sfera pubblica e privata. È un fatto che non si riesca nemmeno a sapere quanto sono più alti della media europea gli emolumenti dei 945 parlamentari nazionali.
Non sarebbe peraltro possibile un programma con una diversa modulazione degli interventi economici e fiscali rispetto alla ricetta di rigore e sangue senza tener conto del quadro europeo e mondiale. Il capitale finanziario ha interessi alquanto diversi da quelli di una politica espansiva dei consumi interni e del resto l’Italia è semplicemente sotto tutela (non potendo peraltro battere moneta) come la maggior parte dei paesi dell’area dell’euro, vincolata peraltro a norme comunitarie che non consentono di decidere autonomamente nemmeno sulle cose più minute.
Pertanto non è vero dunque che per estromettere Berlusconi da palazzo Chigi (ma non ancora dalle camarille nostrane) il centrosinistra ha fatto uso di senso di responsabilità per la grave situazione finanziaria. Il centrosinistra non può agire diversamente da ciò che esso è in realtà e da ciò che esso rappresenta effettivamente nel quadro d’insieme descritto.
Con un’operazione di emergenza finanziaria ben orchestrata e quindi in nome della salvezza nazionale, è stata imposta la formazione di una grande coalizione parlamentare a sostegno di un governo estraneo al parlamento (ma non ovviamente ai noti interessi), costituito da un’accolita di ideologi ultrareazionari provenienti dalle università, dalle banche, dagli apparati di polizia e delle forze armate.
Il golpe bianco, poiché di questo si è trattato, ha sancito inesorabilmente ciò che del resto era da molto tempo evidente, ossia il disfacimento dell’attuale classe politica e dirigente del paese e l’assoluta prevalenza dei grandi interessi tedeschi e atlantici. Il preludio di cosa potrà accadere, presto o tardi e con l’aggravarsi della crisi, è nei suoi tratti essenziali delineato nella fisionomia dell’attuale governo, il quale rappresenta una prova tecnica cui guardano con molto interesse i massimi vertici nazionali ed europei del potere economico e burocratico.
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Zag(c)
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