di Argiris Panagopoulos ilmanifesto
Il primo ministro Papadimos annuncia elezioni anticipate per aprile. La tensione resta altissima, in piazza e fra i partiti di governo lacerati. Centinaia di feriti tra manifestanti e poliziotti per gli scontri di domenica. Ma le pressioni euro-tedesche continuano e aumentano: "Servono altri impegni scritti"
La massiccia protesta contro il nuovo Memorandum nelle ultime settimane ha decretato la fine del sistema bipartitico in Grecia, visto che altri 43 deputati dei due grandi partiti sono stati espulsi dopo il voto sulle misure recessive imposte dalla « troika» per evitare il fallimento del paese. E ha accelerato la decisione di elezioni anticipate in aprile, come ha annunciato ieri il governo.
Il ministro della Protezione del Cittadino, come si chiama ormai con certo eufemismo il ministero degli Interni, ha difeso l'operato della polizia dopo la guerriglia di domenica, mentre nel centro di Atene e di altre città si alzava ancora il fumo dai roghi della notte scorsa. Perfino gli ultra ottantenni Glezos e Theodorakisis sono stati ricoverati nell'ambulatorio del parlamento, perché la polizia dello stato democratico gli ha dato una boccata di gas israeliani. Salonicco, Parta, Eraklion a Creta, Corfù e Volos si sono trasformate in campi di battaglia, mentre ad Atene i ripetuti tentativi della polizia di occupare i pochi metri quadrati della piazza Syntagma hanno scatenato l'ira di tanti giovani e hanno offerto una nuova occasione ai «soliti ignoti» di fare terra bruciata.
Il ministro delle Finanze Venizelos non si è stancato di ripetere che la votazione del parlamento doveva essere conclusa domenica notte, prima dell'apertura dei mercati. Quello che non era ancora chiaro era la decisione del governo di Papadimos di offrire anche una immagine «pulita» di Atene ai mezzi di informazione internazionali e agli speculatori.
Il governo non ha esitato a utilizzare tutti i gas disponibili e le cariche della polizia per disperdere con inaudita violenza un'enorme manifestazione pacifica in piazza Syntagma di fronte al parlamento. Trasformando il centro di Atene in un enorme campo di battaglia e di guerriglia urbana, con 47 edifici danneggiati, due cinema storici completamente bruciati, decine di negozi e banche distrutte e 74 cittadini e 68 poliziotti ricoverati nei vari ospedali della capitale con problemi respiratori e vario tipo di ferite. Alla fine la polizia ha annunciato 67 arresti.
Ma chi crede davvero che pochi gruppi di giovanissimi «anarchici» possano scatenare un simile caos? Perfino la comunista Papariga, la segretaria del partito dell'ordine nelle piazze di Atene, ha denunciato ieri nella sua conferenza stampa «la provocazione statale organizzata». Papariga, che con il suo partito sta quasi sempre lontano da piazza Syntagma e fuori dagli «incidenti» ormai tradizionali, ha denunciato anche durante la seduta del parlamento domenica sera il comportamento della polizia. E ha chiesto al governo come potesse sostenere che 50 incappucciati e «opposti estremismi» abbiano creato questo caos. Papariga, Tsipras e Koubelis, i tre leader della sinistra, hanno ripetuto con diverse sfumature la stessa domanda: «Se non ci fosse stata la polizia in piazza, ci sarebbero stati incidenti?».
La polizia c'era, eccome. Per scatenare l'inferno tra le enormi masse umane che hanno riempito all'inverosimile le strade intorno al parlamento, in un raggio di quasi un chilometro. Centinaia di migliaia di pacifici cittadini sono «spariti» dai canali televisivi statali e privati, che mostravano la loro comune linea editoriale: mezzi schermi, con la seduta del parlamento e Venizelos e Papadimos a ricattare con «Memorandum o caos», mentre nell'altra metà degli schermi i cittadini potevano vedere i vero «caos» con i roghi di Atene e la piazza vuota. Poi le tv hanno insistito nel dire che in piazza ci sarebbero state solo 80mila persone. Quasi quanti del solo Kke che si era fermato a centinaia di metri da Syntagma. I greci hanno detto no ai ricatti.
I partiti della «troika», i poteri forti in Grecia, ma anche Bruxelles e Berlino, non hanno ancora capito che la gente non ha paura. Molti greci danno ormai battaglia per sopravvivere alle misure antisociali imposte, ma pochi si rassegnano e ancora più pochi stanno zitti. Lo stato sbaglia di grosso rispondendo con la violenza alle rivendicazioni della gente e specialmente ai giovani, che dovranno vivere con 300 o 400 euro netti se pure trovassero qualche lavoretto nei prossimi anni.
I prossimi giorni e settimane saranno molto difficili per Papadimos e il suo governo, la tensione resterà alta. I due leader del partiti che sostengono il governo di Papadimos dovranno firmare entro mercoledì la lettera della loro resa verso l'Eurogrouppo, in cui accettano e applicheranno il secondo Memorandum. Una prassi cominciata dopo le firme dei politici irlandesi e portoghesi.
Il portavoce del governo Kapsis ha detto che arrivano «le settimane del diavolo» per scrivere la convenzione del nuovo Memorandum e il cambio dei bot greci in mani ai privati con nuove obbligazioni. Kapsis ha fatto presente che Papadimos vuole fare un mini rimpasto del suo governo e ha difeso il ministro degli Interni ed ex commissario europeo Papoutsis per l'atteggiamento della polizia, domenica.
Il primo ministro Papadimos annuncia elezioni anticipate per aprile. La tensione resta altissima, in piazza e fra i partiti di governo lacerati. Centinaia di feriti tra manifestanti e poliziotti per gli scontri di domenica. Ma le pressioni euro-tedesche continuano e aumentano: "Servono altri impegni scritti"
La massiccia protesta contro il nuovo Memorandum nelle ultime settimane ha decretato la fine del sistema bipartitico in Grecia, visto che altri 43 deputati dei due grandi partiti sono stati espulsi dopo il voto sulle misure recessive imposte dalla « troika» per evitare il fallimento del paese. E ha accelerato la decisione di elezioni anticipate in aprile, come ha annunciato ieri il governo.
Il ministro della Protezione del Cittadino, come si chiama ormai con certo eufemismo il ministero degli Interni, ha difeso l'operato della polizia dopo la guerriglia di domenica, mentre nel centro di Atene e di altre città si alzava ancora il fumo dai roghi della notte scorsa. Perfino gli ultra ottantenni Glezos e Theodorakisis sono stati ricoverati nell'ambulatorio del parlamento, perché la polizia dello stato democratico gli ha dato una boccata di gas israeliani. Salonicco, Parta, Eraklion a Creta, Corfù e Volos si sono trasformate in campi di battaglia, mentre ad Atene i ripetuti tentativi della polizia di occupare i pochi metri quadrati della piazza Syntagma hanno scatenato l'ira di tanti giovani e hanno offerto una nuova occasione ai «soliti ignoti» di fare terra bruciata.
Il ministro delle Finanze Venizelos non si è stancato di ripetere che la votazione del parlamento doveva essere conclusa domenica notte, prima dell'apertura dei mercati. Quello che non era ancora chiaro era la decisione del governo di Papadimos di offrire anche una immagine «pulita» di Atene ai mezzi di informazione internazionali e agli speculatori.
Il governo non ha esitato a utilizzare tutti i gas disponibili e le cariche della polizia per disperdere con inaudita violenza un'enorme manifestazione pacifica in piazza Syntagma di fronte al parlamento. Trasformando il centro di Atene in un enorme campo di battaglia e di guerriglia urbana, con 47 edifici danneggiati, due cinema storici completamente bruciati, decine di negozi e banche distrutte e 74 cittadini e 68 poliziotti ricoverati nei vari ospedali della capitale con problemi respiratori e vario tipo di ferite. Alla fine la polizia ha annunciato 67 arresti.
Ma chi crede davvero che pochi gruppi di giovanissimi «anarchici» possano scatenare un simile caos? Perfino la comunista Papariga, la segretaria del partito dell'ordine nelle piazze di Atene, ha denunciato ieri nella sua conferenza stampa «la provocazione statale organizzata». Papariga, che con il suo partito sta quasi sempre lontano da piazza Syntagma e fuori dagli «incidenti» ormai tradizionali, ha denunciato anche durante la seduta del parlamento domenica sera il comportamento della polizia. E ha chiesto al governo come potesse sostenere che 50 incappucciati e «opposti estremismi» abbiano creato questo caos. Papariga, Tsipras e Koubelis, i tre leader della sinistra, hanno ripetuto con diverse sfumature la stessa domanda: «Se non ci fosse stata la polizia in piazza, ci sarebbero stati incidenti?».
La polizia c'era, eccome. Per scatenare l'inferno tra le enormi masse umane che hanno riempito all'inverosimile le strade intorno al parlamento, in un raggio di quasi un chilometro. Centinaia di migliaia di pacifici cittadini sono «spariti» dai canali televisivi statali e privati, che mostravano la loro comune linea editoriale: mezzi schermi, con la seduta del parlamento e Venizelos e Papadimos a ricattare con «Memorandum o caos», mentre nell'altra metà degli schermi i cittadini potevano vedere i vero «caos» con i roghi di Atene e la piazza vuota. Poi le tv hanno insistito nel dire che in piazza ci sarebbero state solo 80mila persone. Quasi quanti del solo Kke che si era fermato a centinaia di metri da Syntagma. I greci hanno detto no ai ricatti.
I partiti della «troika», i poteri forti in Grecia, ma anche Bruxelles e Berlino, non hanno ancora capito che la gente non ha paura. Molti greci danno ormai battaglia per sopravvivere alle misure antisociali imposte, ma pochi si rassegnano e ancora più pochi stanno zitti. Lo stato sbaglia di grosso rispondendo con la violenza alle rivendicazioni della gente e specialmente ai giovani, che dovranno vivere con 300 o 400 euro netti se pure trovassero qualche lavoretto nei prossimi anni.
I prossimi giorni e settimane saranno molto difficili per Papadimos e il suo governo, la tensione resterà alta. I due leader del partiti che sostengono il governo di Papadimos dovranno firmare entro mercoledì la lettera della loro resa verso l'Eurogrouppo, in cui accettano e applicheranno il secondo Memorandum. Una prassi cominciata dopo le firme dei politici irlandesi e portoghesi.
Il portavoce del governo Kapsis ha detto che arrivano «le settimane del diavolo» per scrivere la convenzione del nuovo Memorandum e il cambio dei bot greci in mani ai privati con nuove obbligazioni. Kapsis ha fatto presente che Papadimos vuole fare un mini rimpasto del suo governo e ha difeso il ministro degli Interni ed ex commissario europeo Papoutsis per l'atteggiamento della polizia, domenica.
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