Vi propongo la traduzione di alcuni estratti dell’intervento di Alexis Tsipras, presidente di Syriza, al Comitato Centrale che si è riunito domenica 20 ottobre 2013 ad Atene. Dopo l’agguato omicida contro militanti di Alba Dorata le parole di Tsipras diventano ancor più pesanti. Ricordo che Syriza aveva già denunciato nelle settimane scorse manovre di ambienti vicini al Presidente Samaras per scatenare una sorta di “strategia della tensione” e usare contro Syriza la vecchia arma degli “opposti estremismi” (qui trovate un articolo che ho tradotto e postato su controlacrisi). Nell’intervento di Tsipras si legge grande fiducia per la crescita di Syriza - ”è iniziato il conto alla rovescia per il grande rovesciamento” – ma anche una preoccupazione reale per la tenuta della democrazia in Grecia. Se in Grecia siamo arrivati alla strategia della tensione per fermare ascesa Syriza l’informazione italiana continua a parlarne pochissimo e in maniera superficiale o distorta (le tv italiote credo non abbiano mai intervistato Tsipras). Il fatto che la coalizione della sinistra radicale sia arrivata a un passo dalla conquista del governo – risultato sfiorato per un soffio nel 2012 – non entusiasma i nostri media, soprattutto quelli di centrosinistra. Un oscuramento che riguarda il complesso dei partiti della Sinistra Europea che hanno deciso di designare Alexis Tsipras come candidato alla presidenza della Commissione Europea alle prossime elezioni. Una notizia che per esempio Repubblica nemmeno ha pubblicato. Se in Italia abbiamo Grillo e non un Tsipras lo dobbiamo anche a Scalfari! [dal blog di Maurizio Acerbo]
Eccovi alcuni estratti del discorso di A. Tsipras:
“Compagni,
mentre il movimento progredisce, all’interno della aggrovigliata matassa di scontri politici e conflitti sociali, all’interno delle vittorie e sconfitte della lotta di classe e della sua influenza sulla realtà materiale e sulla mentalità delle persone, dobbiamo sempre discernere e individuare il punto decisivo, il punto chiave che ci aiuti a capire come procedono le cose, in modo da poter intervenire in modo decisivo.
Quale è questo punto oggi?
Sappiamo che la stragrande maggioranza di coloro che sopportano il peso opprimente del Memorandum hanno maturato, e continuano a maturare sempre più giorno dopo giorno, la convinzione che i loro sacrifici non li stiano conducendo a nulla, se non a nuovi sacrifici. Conosciamo la rabbia, la resistenza, la disperazione, le mobilitazioni, i movimenti, le esplosioni – tutti i fenomeni di una società che viene schiacciata sotto un’enorme pressione.
In una parola: sappiamo che i Memorandum non hanno alcun consenso sociale, che coloro che sono colpiti da essi li rifiutano.
Ed è proprio a causa del rifiuto del popolo, che una guerra sporca di paura, terrorismo, menzogne, estorsione internazionale e minacce interne è stata scatenata contro di loro.
Ma ancora oggi loro continuano a rifiutare i Memorandum. Punto. Come fanno sempre più persone, con più forza, ogni giorno.
Questo è il fattore decisivo, il fattore che ha generato cambiamenti radicali della scena politica e nell’equilibrio del potere politico.
Vi è, tuttavia, un elemento nuovo, che dobbiamo notare, valutare e prendere in considerazione, perché richiede più vigilanza, determinazione e un maggiore senso di responsabilità da parte nostra. Questo nuovo elemento è il seguente:
Oggi non sono solo le persone in basso che non vogliono i memorandum, ma anche quelli al vertice, che non riescono più a contenere le loro conseguenze. Non ce la fanno più. E questo è di enorme importanza. Il governo Samaras è consumato.
Questo governo è così violentemente contrario alla volontà della grande maggioranza del popolo, alla volontà della società, che viene eroso ogni giorno. Viene mangiato dai conflitti interni, frantumato da ripercussioni morali, e diventa sempre più sensibile al dispotismo, alla propaganda grigia e nera, all’uso della provocazione come arma politica, e anche alla limitazione della democrazia, proprio perché non riesce a governare in qualsiasi altro modo.
E più diventa lampante come i governanti non possano gestire la situazione, più pericolosi essi diventano. Se questa valutazione è corretta, e sono fermamente convinto che lo sia, siamo nel momento più delicato per il paese dalla fine della dittatura.
Abbiamo davanti a noi un governo che sta marcendo, così come stanno marcendo le istituzioni necessarie per assicurare la normalità democratica e l’equilibrio sociale. Un governo che è al suo ultimo respiro, e sostenuto con le stampelle straniere, con il risultato che la stessa democrazia è compromessa. Un governo che, tuttavia, come un contractor, deve completare il progetto di demolizione per cui è stato selezionato, con il supporto di usurai internazionali e profittatori nazionali, che vedono nei memorandum la loro grande occasione non solo per aumentare ma per consolidare i loro profitti, e per esercitare un controllo soffocante, totalitario e assoluto su tutto il paese.
Possiamo quindi aspettarci il peggio.
E dobbiamo essere pronti ad affrontare il peggio con calma e determinazione, con perseveranza democratica e la consapevolezza del fatto che tutti i mezzi saranno utilizzati per impedire alla sinistra e ai suoi alleati di conquistare il governo del paese.
La macchina è già pronta e attiva, gli scenari sono in fase di elaborazione, i piani del governo sono in preparazione per garantire che la stessa politica prevalga sotto qualsiasi nuovo governo. E per evitare le elezioni. Stanno già lavorando su nuove misure anti-democratiche. Un gruppo ristretto attorno al signor Samaras sta cercando di presentare Syriza come un nemico interno e di mobilitare le riserve da parte dello Stato e del para-giornalismo per diffondere insinuazioni, calunnie e dicerie infondate. Il loro piano è stato un fallimento totale. Perché eravamo pronti e vigili. Perché siamo stati determinati e saremo impietosi con quelli che vanno oltre i limiti della decenza. Ma anche perché il loro piano è stato contestato sia dalla maggioranza dei cittadini che dai loro stessi dirigenti di partito. Li invito a fare sul serio. Lo Stato non ha più i piani segreti anti-comunisti e anti-sinistra , né il contesto internazionale è quello che era negli anni 1950 e 1960. Niente assomiglia a ciò che hanno nelle loro menti. È per questo che si sono resi ridicoli.
Questi fatti, credo, determineranno anche la nostra tattica per l’immediato futuro. Il conto alla rovescia per il grande rovesciamento è iniziato. Il conto alla rovescia è iniziato per la Sinistra – per il blocco di forze sociali e politiche che propongono, lottano e combattono per un’altra politica, radicalmente diversa da quella di oggi – per assumere la loro grande responsabilità. Noi siamo già pronti ad assumerci le nostre responsabilità. E non permetteremo a nessuno di provare a fermare il progresso del paese verso una rivoluzione democratica. [...]
Compagni,
L’altro giorno a Madrid, il Partito della Sinistra Europea ha deciso di nominare il presidente di Syriza come proprio candidato alla presidenza della Commissione europea. Questa proposta ci onora molto. Io non sto parlando di me stesso, per il quale l’onore è evidente. Mi riferisco, soprattutto, a Syriza e naturalmente al nostro paese e alle lotte del nostro popolo, che sono riconosciute dai partiti della sinistra europea come avanguardia della resistenza popolare in tutta Europa. [...]
Molti mi hanno chiesto, dopo la nomina di ieri: Dove porterete avanti la vostra lotta, in Grecia o in Europa? Rispondo: l’Europa è in guerra. Una guerra economica con milioni di vittime. Le nostre nazioni non sono in lotta tra di loro. I popoli e le persone che lavorano sono in lotta contro il sistema finanziario internazionale, il capitale aggressivo e i banchieri.
Il fronte su cui si sta combattendo questa guerra è nel sud Europa, in Grecia.
Quindi, se i nostri compagni ci hanno onorato con la mia designazione a guidare la battaglia delle elezioni europee, una battaglia decisiva per l’esito della guerra, non è per rimuovermi dal fronte, ma per rafforzare il fronte. Qui, allora, dovremo combattere la battaglia. Sul fronte, in prima linea. Una battaglia che combatteremo nel nostro paese a nome di tutti i popoli d’Europa. Una battaglia contro l’austerità e i memorandum. Una battaglia per cambiare i rapporti di forza in tutta Europa, in modo che nessuna nazione dovrà sperimentare ciò che il popolo greco sta attraversando a causa dei memorandum. Una battaglia per fermare l’ondata di riaggregazione nazionale che si esprime in alcuni Paesi con movimenti di destra o di estrema destra.
È la decisione e l’aspettativa della Sinistra Europea che costruiremo un contrappeso alle politiche della signora Merkel. Che organizzeremo un blocco di forze per salvare l’Europa dalla austerità. Più forte è il blocco, meglio è per il popolo greco. Più forte è il blocco, peggio per quelli in ogni paese che hanno implementato e applaudito i memorandum.
Il messaggio è dunque questo: come la politica dei Memorandum e la sua austerità devastante è iniziata in Grecia, sarà dalla Grecia che sarà spianata la via per una nuova Europa, di giustizia sociale, lavoro per tutti e crescita al servizio dei bisogni dei popoli.
Testo originale lo trovate qui
Eccovi alcuni estratti del discorso di A. Tsipras:
“Compagni,
mentre il movimento progredisce, all’interno della aggrovigliata matassa di scontri politici e conflitti sociali, all’interno delle vittorie e sconfitte della lotta di classe e della sua influenza sulla realtà materiale e sulla mentalità delle persone, dobbiamo sempre discernere e individuare il punto decisivo, il punto chiave che ci aiuti a capire come procedono le cose, in modo da poter intervenire in modo decisivo.
Quale è questo punto oggi?
Sappiamo che la stragrande maggioranza di coloro che sopportano il peso opprimente del Memorandum hanno maturato, e continuano a maturare sempre più giorno dopo giorno, la convinzione che i loro sacrifici non li stiano conducendo a nulla, se non a nuovi sacrifici. Conosciamo la rabbia, la resistenza, la disperazione, le mobilitazioni, i movimenti, le esplosioni – tutti i fenomeni di una società che viene schiacciata sotto un’enorme pressione.
In una parola: sappiamo che i Memorandum non hanno alcun consenso sociale, che coloro che sono colpiti da essi li rifiutano.
Ed è proprio a causa del rifiuto del popolo, che una guerra sporca di paura, terrorismo, menzogne, estorsione internazionale e minacce interne è stata scatenata contro di loro.
Ma ancora oggi loro continuano a rifiutare i Memorandum. Punto. Come fanno sempre più persone, con più forza, ogni giorno.
Questo è il fattore decisivo, il fattore che ha generato cambiamenti radicali della scena politica e nell’equilibrio del potere politico.
Vi è, tuttavia, un elemento nuovo, che dobbiamo notare, valutare e prendere in considerazione, perché richiede più vigilanza, determinazione e un maggiore senso di responsabilità da parte nostra. Questo nuovo elemento è il seguente:
Oggi non sono solo le persone in basso che non vogliono i memorandum, ma anche quelli al vertice, che non riescono più a contenere le loro conseguenze. Non ce la fanno più. E questo è di enorme importanza. Il governo Samaras è consumato.
Questo governo è così violentemente contrario alla volontà della grande maggioranza del popolo, alla volontà della società, che viene eroso ogni giorno. Viene mangiato dai conflitti interni, frantumato da ripercussioni morali, e diventa sempre più sensibile al dispotismo, alla propaganda grigia e nera, all’uso della provocazione come arma politica, e anche alla limitazione della democrazia, proprio perché non riesce a governare in qualsiasi altro modo.
E più diventa lampante come i governanti non possano gestire la situazione, più pericolosi essi diventano. Se questa valutazione è corretta, e sono fermamente convinto che lo sia, siamo nel momento più delicato per il paese dalla fine della dittatura.
Abbiamo davanti a noi un governo che sta marcendo, così come stanno marcendo le istituzioni necessarie per assicurare la normalità democratica e l’equilibrio sociale. Un governo che è al suo ultimo respiro, e sostenuto con le stampelle straniere, con il risultato che la stessa democrazia è compromessa. Un governo che, tuttavia, come un contractor, deve completare il progetto di demolizione per cui è stato selezionato, con il supporto di usurai internazionali e profittatori nazionali, che vedono nei memorandum la loro grande occasione non solo per aumentare ma per consolidare i loro profitti, e per esercitare un controllo soffocante, totalitario e assoluto su tutto il paese.
Possiamo quindi aspettarci il peggio.
E dobbiamo essere pronti ad affrontare il peggio con calma e determinazione, con perseveranza democratica e la consapevolezza del fatto che tutti i mezzi saranno utilizzati per impedire alla sinistra e ai suoi alleati di conquistare il governo del paese.
La macchina è già pronta e attiva, gli scenari sono in fase di elaborazione, i piani del governo sono in preparazione per garantire che la stessa politica prevalga sotto qualsiasi nuovo governo. E per evitare le elezioni. Stanno già lavorando su nuove misure anti-democratiche. Un gruppo ristretto attorno al signor Samaras sta cercando di presentare Syriza come un nemico interno e di mobilitare le riserve da parte dello Stato e del para-giornalismo per diffondere insinuazioni, calunnie e dicerie infondate. Il loro piano è stato un fallimento totale. Perché eravamo pronti e vigili. Perché siamo stati determinati e saremo impietosi con quelli che vanno oltre i limiti della decenza. Ma anche perché il loro piano è stato contestato sia dalla maggioranza dei cittadini che dai loro stessi dirigenti di partito. Li invito a fare sul serio. Lo Stato non ha più i piani segreti anti-comunisti e anti-sinistra , né il contesto internazionale è quello che era negli anni 1950 e 1960. Niente assomiglia a ciò che hanno nelle loro menti. È per questo che si sono resi ridicoli.
Questi fatti, credo, determineranno anche la nostra tattica per l’immediato futuro. Il conto alla rovescia per il grande rovesciamento è iniziato. Il conto alla rovescia è iniziato per la Sinistra – per il blocco di forze sociali e politiche che propongono, lottano e combattono per un’altra politica, radicalmente diversa da quella di oggi – per assumere la loro grande responsabilità. Noi siamo già pronti ad assumerci le nostre responsabilità. E non permetteremo a nessuno di provare a fermare il progresso del paese verso una rivoluzione democratica. [...]
Compagni,
L’altro giorno a Madrid, il Partito della Sinistra Europea ha deciso di nominare il presidente di Syriza come proprio candidato alla presidenza della Commissione europea. Questa proposta ci onora molto. Io non sto parlando di me stesso, per il quale l’onore è evidente. Mi riferisco, soprattutto, a Syriza e naturalmente al nostro paese e alle lotte del nostro popolo, che sono riconosciute dai partiti della sinistra europea come avanguardia della resistenza popolare in tutta Europa. [...]
Molti mi hanno chiesto, dopo la nomina di ieri: Dove porterete avanti la vostra lotta, in Grecia o in Europa? Rispondo: l’Europa è in guerra. Una guerra economica con milioni di vittime. Le nostre nazioni non sono in lotta tra di loro. I popoli e le persone che lavorano sono in lotta contro il sistema finanziario internazionale, il capitale aggressivo e i banchieri.
Il fronte su cui si sta combattendo questa guerra è nel sud Europa, in Grecia.
Quindi, se i nostri compagni ci hanno onorato con la mia designazione a guidare la battaglia delle elezioni europee, una battaglia decisiva per l’esito della guerra, non è per rimuovermi dal fronte, ma per rafforzare il fronte. Qui, allora, dovremo combattere la battaglia. Sul fronte, in prima linea. Una battaglia che combatteremo nel nostro paese a nome di tutti i popoli d’Europa. Una battaglia contro l’austerità e i memorandum. Una battaglia per cambiare i rapporti di forza in tutta Europa, in modo che nessuna nazione dovrà sperimentare ciò che il popolo greco sta attraversando a causa dei memorandum. Una battaglia per fermare l’ondata di riaggregazione nazionale che si esprime in alcuni Paesi con movimenti di destra o di estrema destra.
È la decisione e l’aspettativa della Sinistra Europea che costruiremo un contrappeso alle politiche della signora Merkel. Che organizzeremo un blocco di forze per salvare l’Europa dalla austerità. Più forte è il blocco, meglio è per il popolo greco. Più forte è il blocco, peggio per quelli in ogni paese che hanno implementato e applaudito i memorandum.
Il messaggio è dunque questo: come la politica dei Memorandum e la sua austerità devastante è iniziata in Grecia, sarà dalla Grecia che sarà spianata la via per una nuova Europa, di giustizia sociale, lavoro per tutti e crescita al servizio dei bisogni dei popoli.
Testo originale lo trovate qui
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