di Augusto Illuminati. Fonte: sinistrainrete
Le barzellette berlusconiane in genere mirano a solleticare con sconcezze poco sofisticate l’immaginario pecoreccio degli ascoltatori, con cui il locutore si identifica esibendo un sovrappiù di potenza (virile e monetaria). Notevole invece che a volte sappia tenersi sul registro del reale, con una iper-identificazione che non passa attraverso l’ingenua identificazione del pubblico. Questa ultima barzelletta (comizio al Palasharp del 7 maggio per la campagna elettorale milanese) suona infatti così, sobria e agghiacciante, tutta giocata sulla doppia intonazione – interrogativa e constatativa – dell’avverbio adesso:
Le barzellette berlusconiane in genere mirano a solleticare con sconcezze poco sofisticate l’immaginario pecoreccio degli ascoltatori, con cui il locutore si identifica esibendo un sovrappiù di potenza (virile e monetaria). Notevole invece che a volte sappia tenersi sul registro del reale, con una iper-identificazione che non passa attraverso l’ingenua identificazione del pubblico. Questa ultima barzelletta (comizio al Palasharp del 7 maggio per la campagna elettorale milanese) suona infatti così, sobria e agghiacciante, tutta giocata sulla doppia intonazione – interrogativa e constatativa – dell’avverbio adesso:
«Vi racconto una storiella, è pulita e non so se vi piacerà. Racconta che una volta c'era un dittatore, un tiranno, un uomo che possedeva televisioni, i giornali e anche la squadra di calcio. A questo punto un bambino chiede: "E adesso?". Adesso c'è ancora».
Appunto, in barba a tutte le spallate, i conflitti di interesse, gli astuti progetti di farlo fuori con le più improbabili combinazioni, adesso Berlusconi sta sempre lì, il che in termini e tempi politici significa che rischia di starci quasi per sempre. Magari domandiamoci perché. Forse perché la sinistra ha sognato di estrometterlo facendo concessioni alla Lega sul federalismo? Oppure sposando contro la Lega la buona causa delle spedizioni umanitarie in Kosovo, Afghanistan e da ultimo Libia? Forse perché il Pd strizza l’occhio ai cattolici casiniani sulle tematiche etiche?
Appunto, in barba a tutte le spallate, i conflitti di interesse, gli astuti progetti di farlo fuori con le più improbabili combinazioni, adesso Berlusconi sta sempre lì, il che in termini e tempi politici significa che rischia di starci quasi per sempre. Magari domandiamoci perché. Forse perché la sinistra ha sognato di estrometterlo facendo concessioni alla Lega sul federalismo? Oppure sposando contro la Lega la buona causa delle spedizioni umanitarie in Kosovo, Afghanistan e da ultimo Libia? Forse perché il Pd strizza l’occhio ai cattolici casiniani sulle tematiche etiche?
Nessun commento:
Posta un commento