IN GRECIA AVETE FATTO MALE I CONTI
Fonte: controlacrisi
Paura eh? «La Grecia si trova in una situazione molto grave», e i creditori cominciano a farsi due conti sul portafoglio rispetto al futuro dei propri investimenti. Per la BCE una uscita dall'euro della Grecia è «inimmaginabile» ma soprattutto sarebbe un dramma per le banche che hanno prestato i soldi, anzi hanno investito nel debito greco. Olli Rehn, come la maggior parte degli economisti non sanno più che pesci prendere, tanto è vero che un anno dopo gli aiuti a tassi eleveti per 110 miliardi di euro ricevuti da Ue ed Fmi oggi si parla in maniera quasi certa di un nuovo piano di salvataggio ( di altri 60 miliardi). Niente ristrutturazione del debito quindi, e per evitare il default che la stampa tedesca da quasi per certo si prestano altri soldi.
Fonte: controlacrisi
Paura eh? «La Grecia si trova in una situazione molto grave», e i creditori cominciano a farsi due conti sul portafoglio rispetto al futuro dei propri investimenti. Per la BCE una uscita dall'euro della Grecia è «inimmaginabile» ma soprattutto sarebbe un dramma per le banche che hanno prestato i soldi, anzi hanno investito nel debito greco. Olli Rehn, come la maggior parte degli economisti non sanno più che pesci prendere, tanto è vero che un anno dopo gli aiuti a tassi eleveti per 110 miliardi di euro ricevuti da Ue ed Fmi oggi si parla in maniera quasi certa di un nuovo piano di salvataggio ( di altri 60 miliardi). Niente ristrutturazione del debito quindi, e per evitare il default che la stampa tedesca da quasi per certo si prestano altri soldi.
Ogni decisione però sarà presa solo «nelle prossime settimane» fanno sapere dalla Troika bce fmi commissione europea. Se ne comincerà comunque a discutere lunedì sera al tavolo dell'Eurogruppo, in programma a Bruxelles. Ma una cosa già è certa: prima di pensare a nuovi prestiti, servono nuovi tagli, nuovi sacrifici, fa gola a molti infatti il piatto delle nuove privatizzazioni. «Sono stati fatti sforzi senza precedenti che non devono essere sottovalutati», dice Rehn, ma non basta, ci vuole altro sangue per rassicurare banche e padroni. «È assolutamente necessario che il governo greco si assuma le sue responsabilità e introduca nuove misure di consolidamento fiscale».
Visto però che la decina di scioperi generali hanno messo qualche difficiltà al Governo socialista il gendarme della BCE ha ben pensato di rilanciare l'ennesimo appello all'unità politica nazionale: «Bisogna accantonare le divisioni interne ed essere tutti responsabili». Un appello questo che farà salire il sangue agli occhi a sindacati e partiti della sinistra di classe della Grecia, che dopo essere riusciti di nuovo nell'impresa di bloccare il paese per la decima volta in un anno rilanceranno con ancora più forza e determinazione la rivolta contro il memorandum. Ma l'invito in stile Napolitano della BCE non è rivolto solo ai partiti della Grecia, ma anche a tutti gli Stati dell'Eurozona che devono continuare a mostrare solidarietà verso i Paesi più in difficoltà: perchè ne va della stabilità finanziaria dell'intera zona euro. Sia chiaro che alla BCE non interessano i popoli ma la solvibilità dei crediti delle banche esposte nel possibile default della Grecia, questa in fin dei conti la solidarietà di cui parlano. Rehn ha tra le mani le nuove previsioni che fanno tremare i polsi. La recessione è ancora profonda, col pil del paese che quest'anno chiuderà a quota -3,5%, peggio di quanto previsto in precedenza. Anche se - sulla base dei dati di Eurostat - nel primo trimestre 2011 si è tornati ad una crescita dello 0,8%. Per il 2012 Bruxelles si attende un +1,1%, ma la previsione non tiene ancora in considerazione il nuovo piano di austerity che il governo Papandreou dovrà varare per ricevere ulteriori prestiti da Ue ed Fmi. Piano che aumenterà la spirale recessiva e farà aumentare ancora di più la disoccupazione che proprio oggi è arrivata al massimo storico. Sul fronte del debito pubblico, quello greco si conferma il più alto d'Europa, passando dal 142,8 del 2010 al 157,7% del 2011. E nel 2012 salirà ancora al 166,1. Con un deficit in calo al 9,5% quest'anno e al 9,3% il prossimo. Intanto da Atene prosegue la missione di Commissione Ue, Bce ed Fmi per valutare lo stato di attuazione del programma legato al piano di aiuti varato un anno fa. Valutazione dalla quale dipende l'erogazione della prossima tranche di prestiti. Ma la 'troikà dovrà anche fare il punto sulla sostenibilità del debito greco, per capire se effettivamente servono nuovi aiuti. «Il piano è corretto e va applicato», hanno sottolineato gli esperti europei e del Fondo, replicando ai parlamentari greci che hanno definito giustamente il programma Ue-Fmi «sbagliato». In Grecia forse qualcuno ha fatto male i conti, non quelli dei bilanci ma con la rabbia crescente di un popolo che ogni giorno che passa comprende di essere stato espropriato della propria sovranità economica da una classe dirigente compromessa su tutti i livelli. Onestamente pensiamo che tifare per la rivolta popolare della Grecia contro l'austerity sia la cosa più responsabile da fare.
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