La lista dei partecipanti ai forum mondiali a porte chiuse è impressionante. Pensate a un nome di spicco, dai primi ministri ai ministri dell'economia, dai presidenti delle più grandi banche d'affari ai presidenti dei grandi gruppi industriali, passando per i direttori dei più importanti gruppi editoriali e dei quotidiani. L'avete pensato? C'è anche lui. Vogliono sentirsi liberi di esprimersi, senza l'impiccio di dover rivelare verità scomode o semplicemente la loro vera visione delle cose, il lato B, quello che non si dice. Lavorano per trovare soluzioni globali, poi si salutano e, con i loro memorandum di intesa sotto braccio, tornano alle loro cariche, ricominciando a frequentare le loro assemblee, ascoltando distrattamente, impeccabilmente sicuri di sé, apparentemente come se non se ne fossero mai andati. Ma sanno cosa devono fare. Sanno qual è il loro compito.
Una regola come la Chatham House Rule, per gli eletti di una istituzione democratica, non è ammissibile. Un Presidente del Consiglio non può avere cose da dire sconvenienti in pubblico ma lecite - sempre nell'ambito del suo ruolo istituzionale - nel privato di un consesso extra-parlamentare, e non può discutere soluzioni senza che le motivazioni, gli scenari, i reali ispiratori e destinatari non siano chiari, resi trasparenti dal pubblico dibattito. Una democrazia non è una società privata: o si basa su un'informazione completa, a 360 gradi, oppure si chiama in un altro modo.
Credete che questi signori si ritrovino di nascosto, al riparo dai microfoni e dalle telecamere, solo per prendere il te e i pasticcini? Guardate l'elenco delle tematiche affrontate dal Gruppo Bilderberg, per esempio: si va dal futuro della democrazia alla crisi dell'Unione Europea, passando per la politica monetaria, per quella energetica, per il ruolo dei media, delineando gli scenari attuali e futuri, e tracciando la rotta da seguire. E del resto, come è scritto sul sito ufficiale, "It is hard to think of any major issue in either Europe or North America whose unilateral solution would not have repercussions for the other", ovvero: "è difficile pensare a uno qualunque tra i più grandi problemi in Europa come in Nord America le cui soluzioni unilaterali non avrebbero ripercussioni per tutti gli altri". Dunque sono lì per cercare soluzioni comuni, tutti insieme, a problemi che riguardano le persone che rappresentano - i cittadini dei singoli paesi -, i cui termini devono essere noti solo a loro, perseguendo strategie ed obiettivi che non è dato sapere. Sarebbe un po' come dire che siete proprietari di una fabbrica, assumete un gruppo di manager per dirigerla, e questi si prendono lo stipendio ma fanno riunioni a porte chiuse e se tenti di entrare ti spaccano anche la faccia (come è accaduto a Borghezio).
Ho detto queste cose, per il poco tempo che ho avuto a disposizione, ieri sera a L'Ultima Parola. Il direttore di Tv Talk, Max Bernardini, ha detto che sono un blogger estremista. Difendere i principi più basilari di una democrazia, da sempre evasi ma non per questo meno veri, è estremista. Difendere il diritto di pochi a prendere decisioni per molti - con i risultati che si vedono - all'interno dell'equivalente globale delle sette segrete, mentre prendono il nostro stipendio per non dire la verità in pubblico ma solo in privato - sostanzialmente, la Chathan House Rule è nata per permettere proprio questo - invece sarebbe democratico. Io vi confesso che vengo da un altro pianeta. Mi scuso se non sono come voi.
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