Ecco il chinotto che vogliono farci bere. - sergiodicorimodigliani -
di Sergio Di Cori Modigliani
Si
chiama “Chinotto” ed è la bibita che la finanza oligarchica planetaria, con la
totale complicità della cupola mediatica italiota, intende farci bere, anzi
ingoiare a forza. Che ci piaccia o non ci piaccia.
Com’è
noto, il chinotto è una bibita nostrana, siamo l’unico paese a produrla (mia
madre l’amava tanto, a me personalmente non piace) ma in questo caso parliamo
d’altro.
CHINOTTO
è il nome della caserma nella Regione Veneto che ufficialmente è diventato il
centro strategico e comando generale della superpolizia europea, la nuova
Gestapo friedmaniana.
Intendiamoci,
il tutto ben ordito dal punto di vista legale e istituzionale, perché 34
burocrati europei (nessuno dei quali è stato eletto nei loro rispettivi paesi)
sotto la adorabile e materna protezione del comando generale della Nato in
Europa, nella primavera del 2007, ha “inventato” un super ente poliziesco
extra-istituzionale, che è la fotocopia dello statuto della Gestapo del Terzo
Reich. A questo punto, ogni cittadino italiano, sano di mente, non tifoso,
moderato ma attento, è autorizzato ad avere la giusta reazione di buon Senso
“suvvia, saranno quatro beceroni con ansie militariste, l’Europa è piena di
gente così”.
Anche
io reagirei così.
E
invece si tratta di ben altro, ragione per cui scrivo questo
post.
Quei
34 burocrati hanno fatto le cose per bene.
Hanno
inviato il loro memorandum ai rispettivi ministri della difesa e ministri degli
interni di quattro nazioni dell’Unione Europea, chiedendone la immediata
approvazione (e quindi aggirando il parlamento, in quanto non è stata data
alcuna notifica ai cittadini votanti); una volta ricevute tutte le firme –per
quanto riguarda l’Italia le firme sono state quelle di Giuliano Amato e Arturo
Parisi nel 2007 e poi riconfermate nel 2010 da Roberto Maroni e Ignazio La
Russa- hanno redatto un trattato firmato dagli stati membri considerati quelli
più “a rischio di rivolta” (Italia, Spagna, Portogallo e Paesi Bassi) con la
“automatica possibilità di estensione a tutti i paesi memberi dell’Unione
Europea”. Dopodichè (avendo cura, grazie alla complicità della cupola mediatica,
che la notizia non venisse diffusa sulla stampa e sulla tivvù mainstream) hanno
provveduto affinchè tale trattato venisse presentato, discusso e approvato nei
singoli parlamenti. Evento che in Italia (così come negli altri quattro paesi
europei) si è regolarmente verificato.
Voi
tutti, cittadini votanti della Repubblica Italiana, avete dato vita alla
costituzione di una organizzazione militare con poteri extra-giudiziali,
extra-istituzionali, con lo specifico obiettivo “di avere pronta una squadra di
reparti speciali militari per affrontare e fronteggiare in qualunque momento
azioni di ribellione sociale tali da essere ritenute pericolose per la tenuta
legale delle singole nazioni”.
L’avete
votata, va da sé, a vostra insaputa.
Nessuno
ve l’ha mai detto.
Nessuno
ve l’ha mai spiegato.
Nessuno
ve l’ha mai raccontato.
Tutto
ciò è avvenuto nel 2010, sotto l’amorevole custodia dell’allora comandante della
Nato in Europa, ammiraglio Di Paola (attuale ministro della Difesa del governo
Monti) e porta il nome di TRATTATO
DI VELSEN.
Quanti
di voi ne hanno mai sentito parlare?
A
quanti di voi è stato detto che il parlamento stava votando l’approvazione di
questo trattato?
A
quanrti di voi, sia la fortissima maggioranza politica di allora (PDL, Lega Nord
e AN) sia la fortissima opposizione (PD, UDC, IDV e altri) hanno spiegato per
esteso, argomentando ed elaborando, il Senso dell’articolo 23 del Trattato di
Velsen che il parlamento stava per approvare e che recita così: “ogni membro di
tale corpo, non è sottoponibile ad alcun controllo di comunicazione da parte di
nessuna forza dell’ordine nazionale; le loro conversazioni non possono
legalmente essere intercettate e non sono passibili di nessuna forma di
verifica”?
A
quanti di voi è stato spiegato il Senso, in maniera elaborata e argomentata,
dell’articolo 22 e 28 e 29 che recitano rispettivamente “l’istituzione di locali
inviolabili, beni e archivi che non possono essere sottoposti ad alcun controllo
giudiziario”, “il divieto di qualsivoglia forma di intercettazione telefonica
degli ufficiali membri della forza” e “qualunque danno a proprietà o persone,
non potrà essere mai indennizzato”?
Voi
lo sapevate che avete votato per l’approvazione di tale Legge? Vi risulta che ci
sia stata una discussione parlamentare? Vi risulta chei responsabili dei gruppi
parlamentari dei partiti da voi eletti abbiano provveduto ad informare i loro
cittadini votanti su tale evento? Vi risulta che ci siano stati talk show o
discussioni televisive su quest’argomento? (già, dimenticavo, allora l’Italia
era tutta presa da Belen Rodriguez, e poi Ruby, ecc.).
Quanti
di voi sono al corrente di tutto ciò?
Questa
forza di polizia europea ha un nome, si chiama Eurogendfor.
Questa
forza è stata isitutita dal Trattato di Velsen che viene firmato nell’ottobre
del 2007 da Italia, Paesi Bassi, Spagna e Portogallo, “a totale disposizione di
altri paesi membri dell’Unione Europea, dell’Onu e
dell’Ocse”.
Questo
Trattato è stato votato e approvato nel parlamento italiano in data 14 maggio
2010.
Presenti,
quel giorno in aula 443 deputati.
442
hanno votato a favore, uno si è astenuto.
L’Italia,
per volontà di Roberto Maroni e Ignazio La Russa, ha ottenuto che il quartiere
generale della polizia militare europea fosse sul territorio nazionale nella
zona d’Italia più sicura e coperta dalla Nato, a Vicenza, nella caserma, per
l’appunto, chiamata “Chinotto”.
In
Germania la “Eurogendorf” non c’è.
Angela
Merkel, a suo tempo, con garbo, ha spiegato a italiani e spagnoli che il
parlamento tedesco non avrebbe mai, ma proprio mai, approvato una cosa del
genere. La stessa Merkel, allora, fece sapere che ricordava troppo la Gestapo
per poterla dare a bere ai parlamentari tedeschi, e lei voleva evitare guai a
casa propria. “Per noi la salvaguardia dello Stato di Diritto è essenziale.
Dopole lezioni del secolo scorso, noi tedeschi abbiamo due ossessioni che ci
terrorizzano: l’Inflazione e il Dirittto Civile”. Nobile e saggia argomentazione
che merita rispetto. Angela Merkel è finita più a sinistra di Bersani e
Vendola.
Questa
breve notazione per spuntare le armi a quella parte della destra populista e
demagogica che cavalca la protesta anti-oligarchica in funzione anti-tedesca:
questa è stata una idea forte del governo di destra italiano. In Germania, il
dibattito parlamentare democratico esiste eccome. E’ da noi che è stato abolito
negli ultimi 15 anni. Questa è’ stata una idea di Maroni e La Russa in pieno
accordo con la destra razzista xenofoba olandese, quella che ieri è uscita
trombata per sempre dalle urne elettorali. Sapevano, già da allora, sia in
Spagna che in Italia, che di lì a breve sarebbe partito il grande piano di
de-industrializzazione delle nazioni, che avrebbero costruito la crisi e che era
possibile prevedere forse delle forme di ribellione e protesta sociale; quindi,
bisognava prima premunirsi militarmente e soprattutto “legalmente e
istituzionalmente” per poter poi, in seconda istanza, passare alla fase
economica e, infine, a quella politica.
Quella
attuale.
Tutto
ciò era noto, ahimè da molto tempo.
Ci
tengo a sottolineare (dato che, com’è noto, aborro i ladri del web e i beceri da
copia e incolla che si appropriano dell’ingegno altrui) come i primi a informare
l’opinione pubblica italiana, raccontando per filo e per segno ciò che stava
accadendo, siano stati il giornalista free lance Gianni Lannes (l’ha detto,
scritto e diffuso alla fine del 2010) e Alessio Mannino in un sito che si chiama
ilribelle.com dove ha descritto l’evento con particolari razionali, in
un articolo apparso sul web in data 28 febbraio del 2011 (e che qui sotto
riporto per intero; è giusto che il credito spetti al primo che ha diffuso con
argomentazioni informative la notizia) allora passato sotto silenzio, non
potendo sollecitare la curiosità italiota.
Personalmente
avevo scelto di non parlarne perché ritenevo (e avevo ragione) che non
esistessero le condizioni in Italia per affrontare simile argomento, essendo il
paese, allora, vittima di uno stato perdurante di completa narcolessia
collettiva. Una sorta di idiozia stupefacente
generalizzata.
Oggi,
la situazione è diversa.
Anche
perché c’è una scadenza immediata.
E’
il 15 settembre del 2012, cioè tra tre giorni.
Arriveranno
da tutta l’Europa.
I
cittadini europei che intendono protestare vigorosamente contro la creazione di
un simile obbrobrio giuridico, davvero molto pericoloso, vengono a manifestare
davanti al quartiere generale di questa superforza poliziesca a Vicenza. Ecco
l’annuncio come è stato diffuso sul web in tutta Europa:
IL 15 SETTEMBRE TUTTI A VICENZA PER DIRE NO ALLA
POLIZIA EUROPEA
https://www.facebook.com/events/273654596073214/
Qui di seguito, ecco
l’articolo uscito –nella totale indifferenza- in data 28 febbraio 2011, a firma
Alessio Mannino
La ratifica di Camera e
Senato è avvenuta all’unanimità. Praticamente stiamo per finire nelle mani di
una superpolizia dai poteri pressoché illimitati.
Che sulla carta è
europea, ma che nei fatti è sotto la supervisione statunitense. Tanto è vero che
la sede centrale si trova a Vicenza, la città diCamp Ederle. Due articoli che ne
parlano diffusamente.
Alzi la mano chi sa cos'è
il trattato di Velsen. Domanda retorica: nessuno. Eppure in questa piccola città
olandese è stato posto in calce un tassello decisivo nel mosaico del nuovo
ordine europeo e mondiale. Una tappa del processo di smantellamento della
sovranità nazionale, portato avanti di nascosto, nel silenzio tipico dei ladri e
delle canaglie.
Il Trattato Eurogendfor
venne firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi,
Portogallo e Italia. L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in
sostanza è la futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire
esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo. I compiti: «condurre missioni
di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e
supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie
mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di
sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e
attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo
penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle
autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere
l’ordine in caso di disordini pubblici» (art. 4). Il raggio d’azione:
«EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle
Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in
Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di
altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5). La sede e
la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare
composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e
proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG
permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal
CIMIN – ovvero - l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo
decisionale che governa EUROGENDFOR» (art. 3).
Ricapitolando: la
Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine
(carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati
Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo
risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri
degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che
avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni
militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in
mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è
svincolata dal controllo del governo e del parlamento
nazionali.
Ma non è finita. L’EGF
gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22);
le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà
o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono
essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come
si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di
diritto.
Il 14 maggio 2010 la
Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443,
votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo
anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il
Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84
riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia
di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come ha fatto
notare il giornalista che ha scovato la notizia, il freelance Gianni Lannes (uno
con due coglioni così, che per le sue inchieste ora gira con la scorta), non
soltanto è una vergogna constatare che i nostri parlamentari sanciscano una
palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la
attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il
quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri
“Chinotto” fin dal 2006. La ratifica è dell’anno scorso. E a Vicenza da decenni
ha sede Camp Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense
al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante
mediterraneo-africano.
La deduzione è quasi
ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che la Gestapo europea
dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono. Ogni 25 Aprile i patetici onanisti
della memoria si scannano sul fascismo e sull’antifascismo, mentre oggi serve
un’altra Liberazione: da questa Europa.
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