da wall street italia - controlacrisi -
Il Ticino viene sempre piu' vista come un'oasi attraente per le nostre imprese. Ed e' cosi' che per sfuggire al fisco italiano, quasi 300 piccole e medie imprese si sono gia' rifugiate oltre frontiera.
Sono molti i gruppi della moda, come Armani, Gucci e Zegna - e piu' di recente Tom Ford - che hanno trasferito l'attivita' logistica o la produzione in Ticino, il cantone italiano svizzero.
Altre multinationale si sono installate oltralpe, tra cui Elti, Bocchiotti e Zambon. In totale si tratta piu' che altro di PMI, che avrebbero gia' effettuato il trasferimento, secondo il quotidiano La Stampa. Oltre al settore della moda, coinvolti nel processo di delocalizzazione anche quello farmaceutico e dell'elettronica.
Si tratta di una vera e propria esplosione della domanda, nell'ambito di un fenomeno ormai in recrudescenza da qualche mese: la fuga delle aziende italiane e in particolare lombarde, deluse dal loro paese e impaurite dalla prospettiva di una bancarotta che incombe.
"Notiamo un interesse in crescita, enorme", constata Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio ticinese. "Riceviamo fino a dodici domande di informazione per settimana. Anche i fiduciari e le banche sono sollecitati in ugual misura".
Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Ticino, interpellato dal quotidiano elvetico Le Temps, parla di una "esplosione delle richieste": basti pensare che nella sola seconda meta' del 2011, una sessantina di incontri informativi hanno avuto luogo tra imprese italiane e l'ufficio dello sviluppo economico del cantone.
Resta difficile accedere alle cifre sul numero di trasferimenti effettivi, tuttavia, perche' la maggior parte delle societa' on passa ne' dal cantone ne' dalla Camera di commercio, ma direttamente dai fiduciari.
Il cantone seleziona le societa' da sostenere, privilegiando le "installazioni di una certa importanza che generano lavoro per i residenti e comportano degli investimenti innovativi", spiega Stefano Rizzi. Dal 1997 il progetto di promozione economica del cantone, "Copernico", e' riuscito ad attirare un centinaio di imprese italiane, per un numero complessivo di 230 aziende internazioniali.
Tra i primi arrivati, Caffitaly System AG e Pramac. Le nuove societa' possono beneficiare di un esonero fiscale dal 50 al 100% nell'arco dei primi cinque anni. Possono giovare anche di 10 anni di vantaggi fiscali, a seconda del numero di posti di lavoro creati per il territorio. I contributi diretti sono invece piu' rari.
Il Ticino viene sempre piu' vista come un'oasi attraente per le nostre imprese. Ed e' cosi' che per sfuggire al fisco italiano, quasi 300 piccole e medie imprese si sono gia' rifugiate oltre frontiera.
Sono molti i gruppi della moda, come Armani, Gucci e Zegna - e piu' di recente Tom Ford - che hanno trasferito l'attivita' logistica o la produzione in Ticino, il cantone italiano svizzero.
Altre multinationale si sono installate oltralpe, tra cui Elti, Bocchiotti e Zambon. In totale si tratta piu' che altro di PMI, che avrebbero gia' effettuato il trasferimento, secondo il quotidiano La Stampa. Oltre al settore della moda, coinvolti nel processo di delocalizzazione anche quello farmaceutico e dell'elettronica.
Si tratta di una vera e propria esplosione della domanda, nell'ambito di un fenomeno ormai in recrudescenza da qualche mese: la fuga delle aziende italiane e in particolare lombarde, deluse dal loro paese e impaurite dalla prospettiva di una bancarotta che incombe.
"Notiamo un interesse in crescita, enorme", constata Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio ticinese. "Riceviamo fino a dodici domande di informazione per settimana. Anche i fiduciari e le banche sono sollecitati in ugual misura".
Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Ticino, interpellato dal quotidiano elvetico Le Temps, parla di una "esplosione delle richieste": basti pensare che nella sola seconda meta' del 2011, una sessantina di incontri informativi hanno avuto luogo tra imprese italiane e l'ufficio dello sviluppo economico del cantone.
Resta difficile accedere alle cifre sul numero di trasferimenti effettivi, tuttavia, perche' la maggior parte delle societa' on passa ne' dal cantone ne' dalla Camera di commercio, ma direttamente dai fiduciari.
Il cantone seleziona le societa' da sostenere, privilegiando le "installazioni di una certa importanza che generano lavoro per i residenti e comportano degli investimenti innovativi", spiega Stefano Rizzi. Dal 1997 il progetto di promozione economica del cantone, "Copernico", e' riuscito ad attirare un centinaio di imprese italiane, per un numero complessivo di 230 aziende internazioniali.
Tra i primi arrivati, Caffitaly System AG e Pramac. Le nuove societa' possono beneficiare di un esonero fiscale dal 50 al 100% nell'arco dei primi cinque anni. Possono giovare anche di 10 anni di vantaggi fiscali, a seconda del numero di posti di lavoro creati per il territorio. I contributi diretti sono invece piu' rari.
Nessun commento:
Posta un commento